Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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STORIE DA GIARDINO
Fa caldissimo, ma basta ci sia un alito di vento e in giardino si sta bene. Ora sono le giornate in cui il sole è più alto e illumina il mio verde più a lungo, ma resta una striscia sempre in ombra lungo il muro, dove dovremmo montare un dondolo su cui fare la siesta, l'abbiamo già preso (usatissimo naturalmente!), ma in quanto a montarlo... ci sono i soliti tempi tecnici e le altre priorità del marito: la casa di montagna innanzitutto.
Come sta il giardino quest'anno? Confesso, lo curiamo il minimo indispensabile e anche meno: fa tutto da solo e fa quel che vuole, ogni anno ci sono sorprese.
I bellissimi iris rosati questa primavera erano fioriti, altissimi, ormai sono alti come me: li avevo tagliati rasoterra l'autunno scorso e pare abbiano rinnovato il vigore. Neppure quest'anno sono sbocciati iris di altri colori: ne avevamo presi in Francia ormai tre anni fa, altri li avevo procurati tramite gli scambi... nulla, nessuno è fiorito, ho aspettato invano altri colori!
Invece sotto il melograno stavolta sono "esplosi" tanti piccoli iris selvatici gialli e viola che erano lì da prima che comprassimo la casa, così tanti però non ce ne erano mai stati.
Quest'anno non avremo pere: c'erano i fiori, promettevano bene, poi è venuto all'improvviso troppo freddo, pure le gelate, di insetti nemmeno l'ombra, i petali sono caduti e nessun fiore si trasforma in frutto. Come gli agricoltori che perdono il raccolto per le gelate, per loro è un disastro, per noi solo un dispiacere...
-Vediamo come va con i lamponi.- anche quelli li avevo potati ben bene e i rami erano ricresciuti proprio belli; i primi lamponi erano belli, grossi, saporiti... peccato che il caldo che sta esplodendo in questi giorni ora li bruci, non riescono a diventare rossi, avvizziscono prima.
Il lungo periodo di pioggia ha fatto crescere l'erba quasi come una giungla, per la delizia di mio marito che dovrebbe tagliarla e si decide a farlo quando ormai per girare occorre il machete e non si vedono più nemmeno le grandi pietre dei vialetti, sommerse dall'erba alta.
Il melograno è tutto fiorito in rosso, promette molti frutti, se non ci saranno burrasche ad abbatterli. Altri fiori rossi, numerosi, sono sull'oleandro, ogni anno ne fa sempre di più. Le nandine sono alla seconda fioritura, grappoli di fiorellini bianchi che rapidamente diventano bacche rosse: quelle di inizio primavera le hanno mangiate tutte i merli, io le avevo volute proprio per loro.
A proposito di merli, siamo diventati il loro ristorante: dall'inverno abbiamo preso l'abitudine di scrollare ai pasti le briciole della tovaglia, o dei sacchetti svuotati di biscotti e tarallini, fuori dalla porta-finestra che dalla cucina va in giardino. In particolare c'è un merlo che si è affezionato a questi orari fissi, arriva e aspetta poco distante, si avvicina a controllare se il pasto è servito, ormai sfacciatamente ci viene quasi tra i piedi quando apriamo, nè si allontana se restiamo lì ad attardarci prima di richiudere. A volte è accompagnato dalla sua signora, la quale è più prudente e aspetta più distante che noi siamo rientrati.
Una volta saziati loro, il resto della pulizia la fanno i passeri e gli uccellini piccoli, non tutti so che razza sono, c'è un pettirosso, dei fringuelli e altri.
Insomma un bel via vai, che rallegra a starli a guardare dietro al vetro.
Il gatto Andrea non si è più visto dall'anno scorso. Però ce n'è un altro, tutto nero con gli occhi gialli. Ha la coda spezzata e storta, è quindi lo stesso che qualche anno fa, molto piccolino, veniva con la sua mamma a giocare nel giardino che allora non era stato sistemato ed era ancora più giungla di adesso, mi fa piacere che sia tornato, ora è un bel micione dignitoso che non dà tanta confidenza: le prime volte fuggiva precipitosamente se ci vedeva, ora continua a fare il suo o si allontana tranquillo. Questo l'ho chiamato Nerone, un nome ovvio, ma sono così stanca che non mi impegno ad essere originale.
Quest'anno in più abbiamo tanti bei fiori nel vasi: i geranei, i fiorellini della miseria, delle campanelle regalate da mio figlio, i fiori dei cactus che durano un giorno solo, purtroppo.
Insomma, è tutto abbastanza allegro, anche se improvvisato.
E da qualche giorno è fiorita la lavanda, che è diventata un cespuglio imponente dalle tre mini piantine comperate anni fa al Lidl. Le sue spighe viola stanno attirando le farfalle e le api, tante api. Finalmente, era ora! Le aspettavo con ansia, finora se ne erano viste poche, troppo poche, è stato troppo freddo, la moria delle api è un grosso problema. Mi dicevo che se non arrivavano nemmeno sulla lavanda era proprio un disastro, invece eccole!
Ora, se andremo in vacanza, ci sarà il problema dell'innaffiare: il sistema di irrigazione programmato, su cui mio marito ha progettato e lavorato moltissimo, ha sempre qualche problema, o non va, o allaga, o va in orari impensati.
Speriamo di non ritrovarci un deserto anzichè un giardino.
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