Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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...PERO'...
Prima del viaggio a Tenerife, dicevo che ero curiosa di come sarebbe andata l'esperienza, nuova per noi due, di "condividere" una settimana con altri, seppure nostri cari amici.
Curiosa soprattutto per mio marito, che aveva sempre rifiutato categoricamente di trascorrere vacanze con altri, non volendo cedere un briciolo di quella che lui chiama libertà, non volendo, dice, rovinarsi le giornate cambiando i suoi ritmi e i suoi tempi.
Come è andata dunque?
Siamo stati bene, ho intitolato il post precedente, e qui lo sottoscrivo.
LUI che durante le vacanze (e non solo purtroppo) al mattino se si deve uscire non è pronto prima delle 11...
in quei giorni alle 9,30 o alle 10, secondo gli accordi, era già con me all'incrocio in cima alla strada, dopo la colazione, armato e attrezzato per quelle gite nelle quali è intelligente partire di buon'ora, se si vuol vedere in un giorno più di una cosa interessante, ma lontanuccia.
LUI che in viaggio odia i panini e alle 13 o poco dopo non connette più dalla fame, ma prima di trovare il ristorante che lo ispiri ne deve esaminare almeno cinque o sei, finchè anch'io mi trascino con le budella attorcigliate, e scontando poi i tempi eterni delle scelte nel menu e del servizio, il pranzo ci porta via circa due ore di gita...
in quei giorni (non tutti, gli amici conoscendolo gli sono andati incontro, anche perchè non era male provare qualche ristorantino tipico a pranzo) quando gli hanno proposto i panini per sfruttare meglio i tempi e vedere più cose, non ha fiatato e se li è pappati anche con gusto, magari aggiungendoci qualcosa di street food locale.
LUI che dopo pranzo ha la pennichella sacra perchè dice che si stanca, anche quando siamo ad esplorare luoghi nuovi (ha "pennichellato" su tante panchine d'Italia, di Francia e delle Canarie...)...
in quei giorni mentre giravamo non ha mai chiesto di fermarsi nemmeno un minuto.
LUI che odia macinare molti chilometri in breve tempo per fare una gita, soprattutto su strade di montagna, quindi quando gli propongo "andiamo là..." è diffidentissimo e vuol sapere il perchè e il com'è ecc. ecc...
in quei giorni gli amici ci chiedevano informazioni sui luoghi, facevano proposte e esprimevano preferenze e a lui andavano bene tutte e non ha mai avanzato obiezioni, neppure quando alle mete iniziali se ne aggiungevano altre via via, cosa che di solito lo fa sommamente innervosire se io gli dico: "Già che ci siamo, potremmo fare un salto anche...".
Soprattutto LUI che dice di odiare lo stare in spiaggia a prendere il sole, tant'è vero che da anni io vado in spiaggia da sola, lui non viene mai con me, al massimo mi raggiunge per rientrare insieme poco dopo...
in quei giorni è stato in spiaggia insieme agli altri, è svicolato solo una volta, per poco tempo, a cercare il giornale.
Un giorno solo abbiamo rinunciato a passarlo tutto in una gita lunga con gli amici, ho rinunciato io per prima perchè mi pareva che effettivamente l'itinerario proposto andasse oltre le capacità di sopportazione di mio marito in quel momento e lui dopo mi ha ringraziato per questo.
Direte: ha voluto essere gentile con gli amici. E gentile con me, qualche volta di più?
Insomma, io sono stata contenta di come è andata, però dopo, a ripensarci, mi veniva il nervoso.
Se gli chiedo io certi "sforzi", è quasi sempre un NO, se non un "ma sei matta?! Io non mi voglio stancare!" Tant'è vero che io gli sto chiedendo sempre meno, per la pace familiare, ho perso anche la voglia di discutere, riservo le energie per ciò a cui tengo di più, per cui valga di più la pena di impuntarsi.
E meditavo su questa situazione e su quella settimana...finchè un giorno gli ho chiesto: "Sei stato bene con loro?"
"Certo!"
"Si potrebbe ripetere ancora, qualche volta, non sei mica morto..."
"Sì, ogni tanto."
Il discorso non lo considero chiuso: vorrei trovare il modo e il momento di chiedergli perchè non si sforza un pochino ogni tanto anche quando gli chiedo io qualche cosa che interessa o fa piacere a me, senza dover essere sempre convinto, sollecitato, supplicato fino allo sfinimento.
Ma bisogna intavolare il discorso in un certo modo, altrimenti apriti cielo!
O la sollecitudine e la partecipazione diventano meno importanti per il fatto che ...tanto sono sempre qui, da quarant'anni ormai sono qui...che l'aspetto sempre e che me lo tengo, nonostante tutto, con tutte le sue manie e le sue paturnie?
Insomma, confesso che questi pensieri hanno un po' intaccato i miei buoni e ottimisti propositi del nuovo anno...
Orotava, stelle di Natale nel parco pubblico
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