Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Nickname: atapo
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« MEDITAZIONI DI NOVEMBRE | DOVE ANDRO' (FORSE) » |
FINE DELLA STORIA TRISTE
Abbiamo continuato ad interessarci alla sorte di Leo, il gatto inquilino del mio giardino, di cui qui c’era la prima parte della storia.
Circa una volta alla settimana facevamo una telefonata all'ambulatorio:
“ verrà operato nei prossimi giorni...”, “è stato operato...”, “ appena sarà in condizioni adatte andrà al gattile...”.
Nessun padrone ha mai telefonato per riprenderlo.
Poi: - Nei giorni scorsi l’abbiamo portato al gattile, ora è là che dovete rivolgervi.-
- Ma in che condizioni è rimasto? Gli occhi…?-
- E’ rimasto cieco, nemmeno l’altro occhio si è potuto recuperare.-
Che dispiacere! Pensavo ad altri gatti ciechi di cui il gattile mette foto e notizie su facebook, so che i mici hanno altri sensi molto sviluppati, anche lui si sarebbe adattato, anche se quei bellissimi occhi verdi-gialli erano chiusi per sempre.
Ora dovevamo contattare la nuova “residenza”, mio marito si era quasi convinto per l’adozione a distanza: in casa con noi nemmeno a parlarne secondo lui, io mi ero rassegnata, anche perché, oggettivamente, se la nostra casa sarebbe stata adatta, non così il giardino col suo cancellone dalle sbarre larghe, attraverso le quali lui era entrato per cercare rifugio dopo l’incidente. Sarebbe uscito troppo facilmente trovandosi così subito sulla strada. Con l’adozione a distanza avrei potuto andare a fargli visita e se avesse poi trovato una famiglia per lui… ne sarei stata contenta.
Ma non è stato semplice saper qualcosa dal gattile: attraverso i numeri di telefono non si riusciva a raggiungere, per motivi che ho scoperto in seguito.
I giorni passavano, finché non ho incontrato un volontario che distribuisce i calendari prodotti dal gattile per autofinanziarsi: ci troviamo una volta all’anno, quando mi porta il calendario che gli ordino. Così in questa occasione gli ho raccontato la storia del gatto, gli ho chiesto se andava al gattile, se lo vedeva, se mi dava notizie, se potevano chiamarlo Leo, il nome che avevo pensato per lui… Abbiamo parlato a lungo, mi ha confermato che i gatti ciechi hanno molta sensibilità anche in altre parti del corpo, per cui si abituano e non se la cavano male, che i gatti belli vengono adottati facilmente anche se hanno handicap, che ora Leo di sicuro stava in infermeria, poi sarebbe andato nel recinto con Poldo, un altro bel micione cieco che spesso è fotografato nella pagina del gattile.
Alla sua prossima visita si sarebbe informato e mi avrebbe aggiornato. Ho dovuto aspettare pochi giorni, ma le novità purtroppo non erano quelle sperate.
Ecco la nostra corrispondenza:
“Purtroppo Leo è deceduto due giorni dopo che era arrivato in gattile. Era in infermeria e l’hanno trovato morto. Forse, ipotesi mia, una lesione interna dovuta all’urto.”
“ O forse non voleva vivere così… Che tristezza… Grazie per l’interessamento.”
“Forse, povero gattone”
Ho pianto, l’ho immaginato solo, confuso, disperato, senza punti di riferimento, senza carezze, si è lasciato andare…
Chissà se oltre il ponte dell’arcobaleno ora sa che io, in un certo senso, l’aspettavo.
Adesso quando guardo il giardino mi sembra così desolatamente vuoto e triste.
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