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DEBITO

Post n°1900 pubblicato il 31 Dicembre 2023 da atapo
 
Tag: viaggi

PRIMA DELLA FINE DELL'ANNO

Ho un piccolo debito con il 2023 e con questo blog, devo e voglio saldarlo prima di stasera.

Riguarda l'estate, precisamente il viaggio che facemmo col camper tra giugno e luglio; avevo detto che ne avrei parlato appena possibile e quel possibile non è arrivato mai, in quei mesi tra impegni medici, su e giù per la montagna con internet faticoso, poi la tortura della fisioterapia... e l'autunno era già arrivato, con la ripartenza di tutto. Però non voglio abbandonarlo e farlo scivolare nei ricordi che sbiadiscono, ormai questo blog è una traccia dei fatti più importanti della vita e degni di sopravvivere all'oblio, insieme ai mutamenti dei miei stati d'animo: non ci sono quasi più scambi con altri blogger e lettori, è diventato qualcosa di più intimo e personale. Ogni tanto vado a rileggere qualcosa del passato, ci medito sopra: ero così... guarda come sono diventata...

E dire che in luglio avevo anche già deciso il titolo: bene, vuol dire che scrivo qui sotto il titolo che avevo trovato e racconto, magari brevemente, giusto per lasciare qualcosa.

VIAGGIO A SORPRESA

Partimmo il 21 giugno, dopo un rapido avvicinamento in autostrada il viaggio verso l'ignoto iniziò da Vasto e dalla bellissima zona di Punta Aderci, dove eravamo arrivati l'anno precedente: stavolta già esperti della zona, col tempo splendido, ci siamo goduti la spiaggia di Punta Penna che nel 2022 avevamo scoperto solo all'ultimo momento prima del ritorno sotto nuvoloni, vento e temporali.

Arriviamo poi a Termoli, per me è una delle cittadine più deliziose della costa Adriatica, la visitiamo in lungo e in largo, fin dopo il tramonto che ammiriamo dalla terrazza sul mare. Il gestore dell'area di sosta ci ha suggerito il ristorante per il pranzo, "Mare Nostrum" si chiama, gestito dai pescatori, una meraviglia!

Prossima tappa è Taranto, per cui attraversiamo il "tacco", un po' in autostrada e un po' no,perchè deve essere un viaggio di esplorazione e lungo le strade normali si capisce meglio la realtà dei luoghi. Purtroppo, la bellezza del paesaggio a coltivazioni e a olivi è spesso sciupato dalla quantità di immondizia accumulata ai bordi delle strade, è una costante che ci accompagnerà quasi dappertutto, una vergogna.

Visto che dobbiamo fare la spesa, prima di entrare a Taranto sostiamo al centro commerciale Porte dello Ionio, enorme, molto bello, con negozi e ristoranti di ogni tipo, come quelli francesi, non pare di essere nel sud dell'Italia. Ce lo ricordano i piatti e le delizie salate e dolci che si possono mangiare: cominciamo ad essere sedotti dalla cucina pugliese, tra orecchiette e pasticciotti! Ma si fa tardi, rischiamo di entrare a Taranto di sera, quindi ci dirigiamo a Grottaglie, dove c'è un'area di sosta gratuita: visitiamo il paese e vi passiamo la notte. E' famoso per la ceramica, la nostra passione, entriamo nelle botteghe e nei laboratori scavati nella roccia, ammiriamo, valutiamo, compreremmo tutto!

Il giorno successivo lo dedichiamo a Taranto, per fortuna troviamo da parcheggiare vicino al centro storico, così ci perdiamo tra vicoli e chiese, ci sono vecchie case da restaurare in vendita a 1 euro! Il quartiere è molto suggestivo, passiamo il ponte girevole per un ristorante nella parte più moderna, di cui percorriamo poche strade. Mi resta la voglia di visitare il museo archeologico, dove vi sono gioielli bellissimi d'oro, di epoca preromana.

Ma è maggiore il desiderio di andare al mare, così scendiamo lungo la costa alla ricerca di un bel posticino e ci fermiamo a San Pietro in Bevagna, all'area di sosta La Specchia, dove ci troviamo così bene da restarci sei giorni. Il paese non è vicinissimo, serve una passeggiata di 2 chilometri per arrivarci, ma la facciamo volentieri, perchè è pieno di ristorantini, c'è una bella pineta e negozi forniti di squisiti prodotti locali. Mia figlia negli anni scorsi era stata da queste parti e ora su whatsapp ci dà informazioni interessanti. In compenso la spiaggia è a due passi dal camper, l'acqua ha quel bellissimo colore che ha reso famoso il Salento; il tempo non è il massimo, spesso è nuvoloso o ventoso, ma appena posso corro in spiaggia e mi stupisco nel vedere quanto è già affollata e siamo appena a fine giugno! Mia figlia ci andava in agosto e dice che non c'era posto per mettere l'asciugamano!

E' in quei giorni che arriva la SORPRESA: una mail mi informa che sono finalista in un concorso a cui avevo partecipato sia con una poesia che con un racconto. Il giorno della premiazione è domenica 9 luglio, il luogo non è "troppo" distante da dove ci troviamo ora: è Roccagloriosa, un paese sui monti dietro Sapri. Il camper ci permette di modificare i percorsi come vogliamo, dunque invece di scendere lungo il Salento attraverseremo l'Appennino e andremo sul Tirreno.

Il 3 luglio lasciamo San Pietro in Bevagna per Torre Colimena e la Salina dei Monaci, una bellissima area naturale di acque costiere dove vivono i fenicotteri e, poichè entriamo nella riserva alle 17,30, pian piano ne arrivano a stormi per prepararsi alla notte ed è uno spettacolo ammirare le loro evoluzioni. Poco distante c'è la famosissima Punta Prosciutto, con un ristorante quotato: la cena sarebbe molto romantica, sulla terrazza si ammira il tramonto, peccato che ci sia l'assalto delle zanzare, refrattarie ad Autan e zampironi! Dormiamo in un parcheggio accanto alla spiaggia di Torre Colimena, è suggestivo, c'è una enorme luna piena sul mare.

Bisogna rivedere i nostri piani di viaggio, prima di passare l'Appennino vorrei conoscere almeno un altro luogo: andiamo a Porto Cesareo, nell'agricampeggio Le Radici, lussuosissimo e costosissimo (almeno per le nostre abitudini), ma abbiamo solo pochi giorni e vogliamo trattarci bene. Infatti i camper che ci attorniano sono tutti super, il nostro pare il parente povero!

Si sta molto bene in quel posto, c'è spazio, ombra, ottimi servizi, tavola calda, vendita di prodotti dell'azienda agricola, una sera organizzano la cena tradizionale con piatti locali, addiritura c'è un servizio pulmino gratis per le spiagge che è quasi un taxi, gira in continuazione e si può scegliere tra due spiagge: io le provo entrambe, poi scelgo la preferita, con la macchia da attraversare, il mare chiarissimo e la veduta delle isolette al largo, sarà quella che mi ritorna ancora adesso nella mente se chiudo gli occhi...

Peccato che sia affollata ogni giorno di più.

Il paese non è lontano, si vede dall'agricampeggio che sta un po' in collina, si arriva al porto in dieci minuti; però mio marito dopo l'escursione alla salina dei Monaci ha male a un tallone e girare è una sofferenza, ci andiamo solo una volta, giusto per conoscerlo.

Il 7 luglio partiamo per Sapri, sosta al centro commerciale Porte dello Ionio per gli ultimi rifornimenti pugliesi, poi affrontiamo l'Appennino, con bei paesaggi di montagne verdissime. Io rifletto che se non ci sono occasioni simili, quando mai salta in testa di fare traversate in questi luoghi così belli e così poco turistici?

Nel pomeriggio arriviamo a Sapri, ha un parcheggio comodo a inizio paese, ci godiamo la serata in questa cittadina di mare tranquilla e poco affollata, con tanta spiaggia libera, mi sembra di essere nelle vacanze estive della mia infanzia, alla fine degli anni '50.

Il mattino dopo andiamo a Roccagloriosa: la premiazione sarà la domenica, ma anche il sabato c'è una manifestazione letteraria. Questo paese è tutto arrampicato sul cocuzzolo del monte, quelle situazioni che col camper temiamo così tanto, infatti giriamo parecchio prima di trovare un posto giusto per fermarci, ma poi da lì dobbiamo salire, salire, per raggiungere i punti che ci interessano nel centro storico: cosa si deve fare per la gloria! Il tallone di mio marito rende tutto più lento, con soste frequenti... così ammiriamo il panorama dei monti attorno e del mare in lontananza.

Però sia la pizzeria del sabato sera sia la trattoria della domenica a pranzo sono eccezionali: è stata una delle pizze più buone che abbia mai mangiato.

In attesa della premiazione ci hanno suggerito di visitare il Museo Archeologico: già, in un paese così piccolo c'è un museo! Ma è un paese dalla storia antichissima, molti popoli ci sono passati, ancora prima dei Romani; nel museo resto a bocca aperta, perchè sono esposti monili d'oro di una antichissima tomba, il più bello di tutti è un braccialetto che fotografo da ogni lato, dato che non posso comperarlo... ci ho lasciato il cuore.

La piazzetta della premiazione è proprio in cima al paese, un'altra bella camminata. Poi la meravigliosa sorpresa: sia per il racconto che per la poesia ho vinto il primo premio! Un'emozione forte, una grande gioia, ogni tanto è bello riuscire a vivere momenti simili! I premi consistono in due quadretti con disegni di donne, di un artista locale, e in due riproduzioni di vasi a testa di animale dal museo archeologico: non sono il famoso braccialetto, ma mi accontento.

Ormai fa troppo caldo, è tempo di rientrare a Firenze, per l'autostrada. Conosciamo bene la zona attorno a Caserta, sappiamo dove fermarci. Abbiamo ancora una mezza giornata a disposizione, vorremmo visitare l'anfiteatro e la scuola dei gladiatori a Santa Maria Capua Vetere, ma dobbiamo rinunciare perchè le salite a Roccagloriosa hanno definitivamente messo k.o. il tallone di mio marito, vediamo l'enorme anfiteatro solo girandoci attorno in camper e lo lasciamo per un prossimo viaggio.

Fine della vacanza, fine della gloria, fine della storia estiva, fine dell'anno 2023.

Ho qualche problema col nuovo sistema operativo Linux, non riesco a cambiare i colori e le dimensioni del testo, pare che faccia come gli pare, ma del resto Mozilla si blocca in continuazione... farò prove e tentativi.

 
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SORPRESE NATALIZIE

Post n°1899 pubblicato il 26 Dicembre 2023 da atapo
 

NATALE IN RITARDO


 

Doveva essere tutto perfetto, era l’anno giusto: Riccardo affidato al papà nel giorno di Natale, quindi si poteva fare il pranzo tutti insieme, la famosa festa dei Bimbi-Natale, che ormai crescono di età e la maggior parte sono già ragazzini. Non saremmo dovuti fuggire presto, come le volte che fissammo l’incontro per la sera della vigilia, quando mio marito non vuole assolutamente mancare alla messa notturna e alla veglia precedente che comincia alle 21,30. Avevamo definito per tempo le suddivisioni dei piatti da preparare, niente era rimasto in forse per l’ultimo minuto, nemmeno la ricerca e il confezionamento dei regali ed io finalmente ero arrivata ai giorni precedenti senza affaticarmi troppo, avevo inframmezzato le incombenze con le telefonate ad amici che non sentivo da anni, tutto era molto tranquillo…

Poi è arrivata l’influenza a fare strage: prima Riccardo, poi Cesare, poi suo padre, un quotidiano bollettino di guerra. Le misurazioni della febbre diventavano messaggi a tutto il resto della famiglia: 38,6… 37,5… 39… antipiretico… 36,5!

38 ancora, ma è vispo… 39, non sta in piedi… ce la farà? E’ in peggioramento, ma il brodo dei tortellini l’ho comunque preparato…

Infine la mattina del 25 ci siamo dovuti arrendere verso le 11, era chiaro che i due ammalati erano troppo malridotti:

- Proviamo domani – è stata la decisione.

E noi nonni, i più in salute di tutti a questo punto, abbiamo stipato in frigorifero i due chili abbondanti di cinghiale cucinato, incrociando le dita di poterlo mangiare oggi, altrimenti bisognava farne porzioni e congelarlo, avrebbe riempito mezzo congelatore.

Io ieri mi sentivo molto rattristata, la serenità che mi pareva di aver raggiunto nell’ultimo periodo scricchiolava parecchio, il restare da soli ancora una volta il giorno di Natale, io e il marito, mi ha pesato dopo le illusioni che mi ero fatta, mi davo della stupida per prendermela così, c’è ben di peggio, però c’era poco da fare, ne soffrivo, ho cincischiato tutto il pomeriggio senza trovare soddisfazione in niente.

Per fortuna il bollettino di stamattina era discreto e l’organizzazione si è rimessa in moto: noi a impacchettare, da mio figlio a fare le torte salate dell’ultimo minuto, da mia figlia a spalmare crostini. Un po’ ritardato il pranzo, ma con tanta soddisfazione. E’ stato l’incontro come doveva essere: bello, caldo, pieno di affetto e di allegria. Gli ammalati stavano decisamente meglio, hanno apprezzato il pranzo come chi era in salute, i nuovi regali aperti oggi si sono aggiunti a quelli che i giovani hanno ricevuto ieri, mi pare che a Babbo Natale ormai credano solo i due più piccoli, anche se nessuno scopre le carte e il gioco continua.

Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare sgranocchiando struffoli e mandarini, c’erano molte notizie di famiglia su cui aggiornarci, finalmente seduti tranquilli tutti insieme, non di corsa incontrandoci di sfuggita come quando andiamo a prendere i bambini da scuola e stiamo a fare i babysitter o quando uno dei figli passa velocemente da casa nostra per darci o ritirare qualcosa di urgente. Mi sembra un periodo positivo: i giovani non hanno problemi a scuola, Martino si comporta bene, Riccardo ha fatto con convinzione la scelta della scuola superiore per il prossimo anno, andrà a un liceo scientifico con indirizzo ambientale, mio figlio con la nuova compagna sono affiatati.

Così in me è tornata la serenità, mi sono goduta la famiglia, la vicinanza dei miei cari, le confidenze e pure qualche abbraccio dei nipoti. Diletta, unica femmina, mi pare che avrebbe voglia di stare più spesso insieme a me, le piace coinvolgermi a giocare o a farmi vedere le sue cose. Stavolta le ho regalato un maglioncino natalizio della stessa serie, anche se non uguale, di quello che ho comperato per me, a rinnovare un po’ il mio guardaroba.

Siamo stati insieme fino all’ora di cena, che tutti avremmo saltato perché sazi del ben di Dio consumato a pranzo: il Natale in ritardo si è fatto perdonare col delizioso pomeriggio passato in compagnia.

Io stavolta non ho scattato nessuna foto: per il calendario 2024, che gli preparerò al computer come tutti gli anni, stavolta voglio usare una fotografia in cui ci siamo proprio tutti, grandi e piccoli, fatta in occasione delle nostre nozze d’oro, il 7 ottobre scorso.

 

 

 
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PREPARATIVI

Post n°1898 pubblicato il 19 Dicembre 2023 da atapo
 

PIAN PIANO... ACCELERA?

 

A. Macke, Vetrine

 

Come sta andando questo dicembre? Mi sono imposta che vada tranquillamente, non voglio cadere nell'ansia delle preparazioni natalizie, dopo l'ultimo periodo di novembre "di corsa" ho cercato di dare una bella frenata a tutto, di limitarmi all'essenziale.

Da diversi giorni mi sento meno ansiosa; ne do il merito agli incontri belli con amici avuti ultimamente, tutti a Bologna, che coincidenza, ma anche a Firenze mi sto giostrando benino con ciò che devo fare, ciò che VOGLIO fare, le persone che incontro, per caso o volutamente.

Per non dimenticarmi troppo ho preso l'abitudine di scrivere nell'agenda delle liste: incombenze, piatti da preparare per non abbandonare cibarie in frigo, telefonate da fare. Controllo man mano, depenno, mi rassicuro. E' una fissazione? Forse, ma a me va bene così, vedo che funziona.

In questo modo cerco di avvicinarmi con la maggior tranquillità possibile al Natale, di non lasciarmi sopraffare dagli imprevisti o dai cambi improvvisi di programma, che sono una caratteristica familiare, soprattutto di mio marito, lui non programma mai niente, oppure gli vengono delle "luminose" idee all'ultimo momento. Adesso lui è parecchio fuori uso, la forte contusione alla costola si sta risolvendo molto lentamente e passa ancora più tempo del solito sul divano, non faremo neppure gli addobbi natalizi, perchè gli scatoloni sono tutti in soffitta, lui ora non ce la fa a salire e a portarli giù, io nemmeno, così nulla, pazienza!

Mi sono mossa molto per tempo in esplorazioni di certi negozi e mercati per la questione regali, ma è un'impresa improba riuscire a sapere dai figli quali siano i desideri dei nipoti scritti sulle lettere a Babbo Natale e quando, dietro mie esplicite e continue richieste, finalmente ce li comunicano, cominciano le suddivisioni: "Questo glielo prendo io, questo tu. Questo ci associamo perchè costa moltissimo... Chi ha sconti e dove? A prenderli on line è sicuro che arrivino in tempo?"

Frenetici messaggi su whatsapp... dopo tempi lunghi di ricerche su internet...

A me questo Amazon sta sulle scatole, mi piacerebbe riuscire a trovare i regali nei negozi normali e contribuire all'economia dei commercianti, ma non ce la faccio a girare per tutta la città e quasi sempre i prezzi al dettaglio sono maggiori. Va poi a finire che nelle mie esplorazioni compro qualcosa in più di non previsto, per fare anche un regalino a sorpresa. Questo succede per i figli e i loro compagni, che ci dicono sempre "Non abbiamo bisogno di niente", ma siamo noi ad aver bisogno e piacere di donare qualcosa anche a loro, e sarà sempre una sorpresa.

Per fortuna il tempo in questi giorni è bello, anche se freddo, così ho potuto uscire e andare per negozi e mercati, ora sono a buon punto e domani comincerò a impacchettare, controllando se manca qualcosa o qualcuno: cinque nipoti non sono uno scherzo!

Vorrei anche iniziare per tempo la tradizionale preparazione dei biscotti... a chili, con e senza glutine, a vari gusti: non solo per i bambini, ne vuole una quantità considerevole anche mio marito. Vedo che ogni anno faccio sempre più fatica in questi tour de force culinari, mi conviene prepararli un po' per giorno. Fra poco bisognerà definire il menù dell'incontro natalizio in famiglia e suddividerci le portate: noi abbiamo messo le mani avanti, cucineremo più di due chili di cinghiale che ci portò mio cognato e che da troppo tempo ingombrano il congelatore. Sarà compito di mio marito, che ci studia sopra le super-ricette, qualcos'altro toccherà a me, oltre ai biscotti.

Vedremo, nei prossimi giorni, quanto accelererà lo sprint finale verso il Natale... e se riuscirò a mantenere la tranquilla serenità che, per ora, sono riuscita a raggiungere.

 
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A BOLOGNA

Post n°1897 pubblicato il 10 Dicembre 2023 da atapo
 
Tag: viaggi

ERAVAMO 4 AMICHE AL BAR… e non solo


“Rimpatriata”: aveva chiamato così il gruppo aperto su whatsapp l’amica che ha avuto l’idea, ci siamo organizzate, dovevamo essere in cinque, ma una si è ammalata all’ultimo momento.
Io sono andata con curiosità a ricercare tracce nel passato: non ci incontravamo a Bologna dal 2015!  
Con qualcuna ho avuto rapporti in questi anni, anche se non frequenti, di una non sapevo più nulla. Eravamo amiche di blog: ci siamo conosciute scrivendo qui su Libero, commentandoci a vicenda nell’epoca d’oro dei blog, poi quasi tutte li hanno abbandonati, c’è chi si è appassionata di whatsapp e attraverso quello ha tenuto le fila delle vite di altre. E ora proponeva di ritrovarci, una rimpatriata come ai vecchi tempi quando almeno una volta all’anno passavamo insieme una giornata a Bologna, la più centrale rispetto alle nostre città di provenienza, di sabato, per frugare tra i banchetti del mercato della Montagnola, per aggiornarci il guardaroba con le occasioni e trovare regalini per i nostri cari.
In quei bei tempi lontani ci eravamo definite “Le dame della Montagnola”.
Rivederci dopo tanti anni! Mi viene sempre in mente la bellissima canzone di Guccini, “Incontro”, cosa ritroveremo? Sarà una gioia o una delusione? E questo pensiero nei giorni precedenti mi emozionava e mi metteva una goccia di ansia.
Ieri è stato il grande giorno, col rituale ormai consolidato: ritrovo sul piazzale della stazione sotto le bandiere, piccola sosta al solito bar (per fortuna esiste ancora) per un caffè e… una pipì di riserva, arrivo al mercato e inizio dell’esplorazione, cominciando dalla parte sulla Montagnola, dai banchi etnici, dell’usato e degli stock a miglior prezzo, poi discesa al piazzale “8 Agosto” tra bancarelle di ogni genere. Anche il ristorante cinese affacciato sulla piazza esiste ancora, ma adesso c’è Google , così avevamo prenotato, per sicurezza. Nel pomeriggio prosecuzione del giro e degli acquisti, fino al ritorno in stazione e ai nostri treni verso nord e verso sud.
Sui banchi i prezzi sono aumentati, qualcuno è cambiato, il ristorante si è rinnovato e modernizzato,  nel menù propone piatti nuovi, ma noi… ci siamo ritrovate le stesse! E con una grande gioia di poter passare tante ore insieme: ne avevamo di aggiornamenti da scambiarci, dopo tutti questi anni!
Gli argomenti di conversazione erano su di noi, le vicende della vita, i sogni, gli incontri, le preoccupazioni, gli scambi di suggerimenti e consigli, mariti e figli… Ma stavolta un argomento ha preso più spazio che nel passato: i nipotini! Ormai tutte ne abbiamo, parlare da nonne è sempre piacevole, ora sono loro in cima ai nostri pensieri e le narrazioni delle loro prodezze ci accomunano, è tutto un passarsi con orgoglio le fotografie che teniamo sui cellulari.
Sono ore di scambi, di simpatia, di sorellanza, sono giornate che lasciano tracce gioiose e leggere nelle nostre anime, rientriamo a casa la sera con serenità, riprendiamo meglio il tran tran della vita ordinaria di ogni giorno. Bisognerebbe che riuscissimo a mantenere, periodicamente, questa bella abitudine, ora che è stata ripresa.
Le mie amiche di solito fanno grandi spese a questo mercato, io non compre molto, vado soprattutto per la gioia di stare insieme, a volte mi prendo appena una sciocchezza, tipo una collanina o un foulard, giusto per avere un ricordo della giornata. Ieri ho comperato soltanto due grembiuli da cucina natalizi spiritosi per le famiglie dei figli, glieli darò a Natale, e una maglietta rossa che mi serve per il teatro: questa sarà il ricordo della nostra giornata insieme.

 

 
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DELUSIONE

Post n°1896 pubblicato il 05 Dicembre 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

QUATTRO GATTI... anzi CINQUE


 

Raccontavo, nel post precedente, della soddisfazione provata il giorno in cui avevo presentato i libri che ho scritto in un'associazione vicino casa mia. Ero baldanzosa, speravo in un'altra esperienza positiva ieri pomeriggio, quando, in un circolo Arci del quartiere, dovevo fare una seconda presentazione, stavolta solo di "L'aria buona del giardino", ma avevamo convenuto con l'organizzatrice che avrei portato anche un po' di copie di "Neretta"  perchè, si sa, poi i discorsi magari si allargano... non era da perdere l'opprtunità.

Avevo diramato inviti a destra e a manca, la sala era capiente, potevano venire tutti, ma si sa che non è mai così. Diverse persone mi avevano assicurato, anche se qualcuno dei più giovani era al lavoro alle 17, oppure aveva riunioni a scuola, essendo lunedì.

Controllavo con apprensione le previsioni del tempo, segnalavano un peggioramento... Domenica era stata una giornata splendida, magari lunedì sarebbe stato solo nuvoloso...

Invece ieri era il tipico giorno invernale di mxxxa: già dal mattino una cappa grigia di nuvole pesanti, freddo e umido da far paura e pioggia, quella triste pioggia sottile e gelida che ti infradicia dappertutto. Così sono cominciate le defezioni: fra le mie conoscenze molti sono gli anziani, ricevevo messaggi tipo "non me la sento di uscire con questo tempo... sono troppo raffreddato... ho l'influenza... ci sarà un'altra possibilità..."

Li capivo, avrei fatto lo stesso, quante volte io ho rinunciato a conferenze, film, eventi, con un tempo simile, sapendo di rischiare malanni da tutte le parti! Stavolta ci rimettevo io.

In quel circolo c'è un gruppo di persone affezionate agli incontri letterari, quando sono andata le ho sempre viste, contavo anche su di loro per incrementare il mio pubblico e farmi conoscere; ma sono tutte persone di una certa età, vale il discorso di prima.

Ho preparato il pacco di libri, che avrei voluto vendere, in una valigia impermeabile, mio marito mi ha accompagnato nel traffico infame della giornata piovosa, il mio umor nero aumentava.

Per farla breve, soltanto in cinque hanno "goduto" della presentazione: due fedeli del circolo e tre mie invitate, che non incontravo da prima del Covid e questo almeno mi ha rallegrato.

Posso dire che la presentazione è venuta bene: la relatrice ha messo in risalto parti e temi importanti, io ho fatto integrazioni, entrambe abbiamo letto dei brani scelti in precedenza, con le cinque persone ci sono stati scambi di impressioni e commenti, sul tardi è arrivato un tecnico per aiutarmi a proiettare un file che avevo preparato con antiche foto prese dai miei album di famiglia.

E' stato un bell'incontro, se non si guarda al fatto che il pubblico era così minimo e che, fra chi il libro l'aveva già e chi non era interessato ad acquistarlo, ho venduto soltanto una copia di entrambi i titoli: mi ero trascinata la valigia piena per niente, volevo essere ottimista per non cadere subito nello sconforto.

Però ieri sera al ritorno ero triste: non è facile nè semplice organizzare questi eventi, è un bel dispendio di energie, per ora non ce ne sono in programma altri, io non ho agganci vari, nè santi in paradiso!

E oggi sono stata tra l'innervosito e il rassegnato, vedendo che il cielo si è schiarito, è pure venuto fuori il sole nel pomeriggio: ma perchè proprio ieri doveva essere così schifoso? La sfortuna si è accanita...

 

 
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NUOVO MESE

Post n°1895 pubblicato il 01 Dicembre 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

DI CORSA


Siamo già a dicembre, ancora non sono iniziati i “compiti” prenatalizi e io sono già di corsa.

Soprattutto nell’ultimo fine settimana gli avvenimenti sono stati incalzanti, e ora continuano, avrebbero meritato cronache qui sopra, almeno per restare meglio fissati in memoria, ma il tempo non c’è stato. Provo a farne un riassunto, giusto per non dimenticare…

E’ cominciato il pomeriggio di sabato 18 novembre: una insegnante che conobbi alle presentazioni di “Il libro del vicino”, nel mio quartiere, presentava il suo ultimo libro in una rassegna a Borgo San Lorenzo, in Mugello. Aveva tre posti in macchina liberi e mi sono aggregata: non sapevo chi sarebbero stati gli altri due passeggeri, questa signora la conoscevo pochissimo, un salto quasi nel buio, come sarebbe stato quel pomeriggio? Molto piacevole è stato: eravamo quattro insegnanti, con una di loro ho scoperto che ci eravamo incontrate negli anni lontani in iniziative e corsi di aggiornamento, così mi sono trovata a mio agio. In quel paese c’era anche il mercato natalizio e nell’attesa del convegno ci siamo fatte un bel giro tra le bancarelle, naturalmente con qualche acquisto. Dopo la presentazione ho fatto uno scambio letterario: il libro presentato a me, io all’autrice il mio libro “L’aria buona del giardino”, che ora ha già letto tutto e me lo ha tanto elogiato via whatsapp.

Quel bel pomeriggio rilassante mi ha messo in forze, così ero bella carica per i giorni successivi.

Giovedì mattina partenza per Bologna.

Il mio amico psicologo teneva una conferenza sui rapporti di coppia, partendo dall’analisi del romanzo “Da soli” di Cristina Comencini. E’ un’iniziativa di un’associazione di psicologi: conferenze nel tardo pomeriggio seguite dall’apericena. Ci eravamo organizzati così: alla conferenza sarebbe venuta anche la coppia dei nostri amici bolognesi, poi avremmo dormito a casa loro.

C’è stata una sorpresa: la lettrice che doveva accompagnare i discorsi durante la conferenza si è ammalata e il mio amico ha chiesto a me se mi andava di sostituirla: figuriamoci, mi ha fatto molto piacere! Ci ha invitato a pranzo a casa sua per preparare le letture, così abbiamo passato a Bologna tutta la giornata.

Incontrarsi con vecchi amici è sempre piacevole, ci si aggiorna, si rievocano i tempi passati…

Ma venerdì mattina dovevamo affrettarci a ripartire perché…

Nel pomeriggio, alla biblioteca dell’associazione che sovvenziona anche il teatro degli OVER 65, avrei presentato i due libri che ho scritto, un evento a cui ho lavorato negli ultimi tempi, per fare la locandina, per cercare foto da proiettare in accompagnamento alle mie parole. Nonostante conoscessi un buon numero dei presenti, ero molto emozionata per questa prima presentazione “seria”, non i pochi minuti concessi dal quartiere nei suoi eventi: qui avevo un’ora a disposizione!

E’ passata veloce, i presenti erano circa una trentina, li vedevo interessati e coinvolti, alla fine ci sono state domande e ulteriori stimoli per parlare insieme. E, cosa non trascurabile, ho venduto diversi libri.

Ma non è finita: il sabato a riposare, per modo di dire: la spesa, i ripassi… perché domenica pomeriggio ero convocata per una replica dello spettacolo “Alfabeto al Femminile” , proprio adatto in questi giorni in cui la violenza di genere è all’ordine del giorno. Emozionante e coinvolgente anche stavolta e la raccolta a offerta libera all’uscita, da devolvere a un’associazione locale di sostegno e ascolto alle donne in difficoltà, ha fruttato circa 480 euro!

La nuova settimana, che ora sta finendo, è un po’ più tranquilla: solo due incontri teatrali col Camerino Volante e i preparativi per una nuova presentazione…

Ci ha pensato mio marito a ravvivare l’atmosfera: mentre lavorava in giardino martedì ha preso una botta e pareva si fosse rotto una costola. Giorni di apprensione, di rincorse telefoniche per parlare col medico di base, altro tempo al telefono per fissare la radiografia urgente, che ha appena fatto stamattina, per fortuna è solo una forte contusione!

E siamo già a venerdì, oggi ho una visita medica, una prova al teatro degli OVER 65 e un collegamento on line col gruppo intercultura del CIDI, associazione di insegnanti.

Arriverò a stasera indenne?

 

 
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TRAGEDIA

Post n°1894 pubblicato il 22 Novembre 2023 da atapo
 

IL BRAVO RAGAZZO

 


 

Questa volta, la tragedia del femminicidio di Giulia mi ha sconvolto, più di tutte le precedenti simili tragedie.

Forse è la giovane età dei due ragazzi, si pensa che i giovani abbiano ormai raggiunto la "parità di genere", che certi comportamenti siano di chi è cresciuto in ambienti maschilisti e violenti...

Qui c'era in apparenza la normalità, una bella normalità: ragazzi di buona famiglia, studiosi, vite irreprensibili, un rapporto di coppia e di amicizia semplice e normale... in apparenza.

Ecco quello che mi fa paura: IL BRAVO RAGAZZO, il giovane che tutti definiscono così, perchè a volte vai a scoprire cosa c'è dietro, cosa si mostra agli altri, alla società e cosa invece si nasconde, cova nella mente e non viene svelato nemmeno a chi è più vicino nella vita e negli affetti, salvo poi uscire in modo dirompente, fino alla crudeltà e al rovinare la vita a sè e agli altri.

Sarà perchè l'esperienza che c'è stata nella mia famiglia ha inciso in me qualcosa che si può accantonare, ma non dimenticare, che fa vedere avvenimenti e comportamenti sotto luci diverse, più tristi e diffidenti... più dolorose.

Quando sento, nei discorsi e nei giudizi, le parole "un bravo ragazzo", mi vengono i brividi.

 

 
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ALLUVIONE 2

Post n°1893 pubblicato il 13 Novembre 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

DISASTRO


prima

ora

L’alluvione nella pianura qui vicinissima a casa mia è stata disastrosa, ogni giorno che passa i danni si rivelano sempre maggiori: innanzitutto le otto vittime, poi i garage, i seminterrati, gli appartamenti ai piani terreni completamente invasi da un’acqua impetuosa che ha rovinato e trascinato via tutto. Molta gente ancora è nei centri di accoglienza, non è possibile che rientrino nelle abitazioni, chissà cosa riusciranno a recuperare, come e fra quanto tempo...

C’è tutto un distretto di fabbriche, soprattutto tessili, che ha avuto macchinari e materiali distrutti e ora non sanno come ricominciare e far fronte agli ordini dei clienti.

Ci sono i vivai, una vasta zona vive di questo, ora sono diventati risaie, le piante sommerse o scalzate e trascinate via… la maggior parte perdute, anche quelle che si vedono ancora verdi facilmente hanno le radici rovinate.

Ci sono, in collina, strade crollate, o l’asfalto è sventrato dalle frane, paesi sono rimasti isolati per giorni; in pianura molte strade sono ancora solo piste fangose.

Ci sono animali dispersi, molti animali domestici, ma anche di allevamento: è un territorio dove girano greggi di pecore, allevate all’aperto, la pecora in varie ricette è una specialità tipica, con sagre e concorsi.

I trasporti pubblici sono dimezzati, non raggiungono ogni località, pure autostrade e ferrovie sono rimaste bloccate per giorni.

Scoprire, in questi giorni, dalle notizie e dalle immagini l’aumento dei disastri è un’angoscia continua, commuovono gli elenchi lunghissimi delle necessità, l’aggiornamento dei punti di raccolta e di distribuzione, l’impegno di tanti ad aiutare...

Ci sono migliaia di documenti perduti…

C’era, a Campi Bisenzio, una bellissima biblioteca, la Tiziano Terzani di Villa Montalvo, specializzata nella letteratura infantile, un centro culturale operativo e famoso a livello nazionale, promotore di convegni e ricerche, che pubblicava una rivista periodica di letteratura per ragazzi; mia figlia e i nipotini ci andavano spesso a prendere in prestito libri per le letture e le ricerche scolastiche. Purtroppo si trova vicinissimo a uno dei torrenti esondati, così l’acqua è entrata come un’onda violenta e al pian terreno ha distrutto tutto, trascinando nel fango ogni cosa: libri e mobilio. La direttrice piangeva parlandone in televisione, anch’io sono rimasta sconvolta a vedere le immagini. Anni e anni di faticoso lavoro, cura, impegno, raccolte, tutto andato distrutto, per la ricostruzione chissà… la cultura non è fra le priorità…

Nella tristezza ho pensato che… beh, ora so a chi lasciare in eredità i miei moltissimi libri per bambini e ragazzi che ho ancora in casa, ricordi della mia infanzia, poi dei miei anni di insegnante...

 
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ALLUVIONE

Post n°1892 pubblicato il 04 Novembre 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

ANGOSCIA



 

Giovedì sera avevo le prove del teatro. Nel tardo pomeriggio c'era stata una bomba d'acqua col vento fortissimo, per fortuna alle nove pareva si fosse tutto calmato, quando io e il mio compagno attore, con cui vado al teatro, abbiamo percorso in auto le strade.

Invece abbiamo fatto appena in tempo a parcheggiare e a ripararci nel giardinetto del teatro sotto una tettoia, che si è scatenato un nuovo diluvio: la pioggia cadeva così fitta che a 20 metri di distanza formava una cortina, non si vedevano le case dall'altra parte della strada.

Noi stavamo su un marciapiede un po' rialzato rispetto alla zona erbosa ormai trasformata in acquitrino, ma dopo qualche minuto ci siamo accorti che dalla grondaia usciva un flusso violento d'acqua e che il tombino davanti a noi non riceveva più, era diventato un getto di fontana: tutto si riversava sul nostro marciapiede e noi ci spostavamo sempre più per non finire a mollo. Io guardavo tutta quell'acqua e pensavo alle alluvioni nelle strade, all'acqua e al fango che entrano in casa, alle rovine che portano...

E' arrivato chi aveva la chiave della sala, siamo entrati, il diluvio si è calmato, abbiamo fatto il nostro lavoro.

Al ritorno sul percorso c'erano zone in cui l'auto pattinava dentro immense pozzanghere...

A casa, agli ultimi controlli su internet, scoprivo il disastro che stava avvenendo nelle zone attorno a Firenze, confinanti con la mia: Campi, Prato, altri comuni, tutti alluvionati, le strade interrotte, anche le autostrade e la ferrovia.

Siamo in zona di pianura, ci sono vari torrenti che scendono dall'Appennino e molti canali, che furono costruiti alla fine del '700 dai Lorena, per imbrigliare le acque, contenere le alluvioni e irrigare le coltivazioni: proprio questo reticolo idraulico minore non ce l'ha fatta a contenere l'enorme massa di pioggia improvvisa ed è "esploso", la pianura è diventata tutta una palude.

Ci sono morti, ci sono danni incalcolabili alle abitazioni, ditte e materiali distrutti, vivai e campi sommersi, gente bloccata nei piani alti delle case senza corrente elettrica nè acqua potabile ormai da due giorni, dai telegiornali si diffondono immagini e notizie tragiche. Attraverso facebook si condividono le offerte di aiuto e le organizzazioni dei soccorsi, ditte e negozi mettono a disposizione i loro prodotti per chi ha perso tutto.

Mia figlia, a Poggio a Caiano, abita leggermente in alto, l'acqua dell'acquedotto non è garantita potabile, sono circondati da zone sommerse. Mio figlio, a Montelupo, abita fuori paese, sul versante di una collina: dietro casa sua c'è stato uno smottamento di terreno, finito sulla macchina dei vicini, è stato controllato da esperti, per ora si è fermato. Naturalmente scuole chiuse dappertutto, mia figlia e suo marito ieri non sono riusciti a raggiungere il luogo di lavoro.

Oggi, 4 novembre, è l'anniversario dell'alluvione di Firenze, nel 1966: che pessima coincidenza!

Sta ricominciando a piovere, siamo tutti in apprensione, l'angoscia continua.

 

 
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ULTIMO VIAGGIO

Post n°1891 pubblicato il 30 Ottobre 2023 da atapo
 
Tag: viaggi

IL SUD E’ BELLO


vicolo a Caiazzo

Un’altra menzione d’onore per una mia poesia, in un altro concorso, ancora al sud, dalle parti di Caserta, in un paese a me finora sconosciuto di nome Caiazzo.

Così siamo partiti, ci siamo concessi un weekend lungo, il tempo era ancora discreto, la temperatura alta ci ha permesso di prendere il camper, tanto da quelle parti ci siamo già stati e avevamo come riferimento alcuni punti per sostare già utilizzati, altri ne avevo trovati on-line. Nessun problema dunque, solo la speranza di mangiare almeno una squisita pizza napoletana, o casertana, che qualcuno dice sia ancora migliore!

Abbiamo scoperto che Caiazzo è una cittadina gradevole, coi parcheggi comodi e grandi; come al solito, il centro storico è arroccato in alto, ha vicoletti caratteristici ripidi e a scalinate, con degli scorci molto graziosi. Sulle vie principali si affacciano tante chiese barocche (la maggior parte sono chiuse) e palazzi antichi e decorati, del periodo aragonese, con bei portali barocchi. E’ pieno di bed&breakfast, bistrot e ristoranti, iniziative culturali. Un paese vivace, insomma.

Nelle nostre esplorazioni siamo arrivati al momento giusto per riuscire a pranzare, senza prenotazione, nella pizzeria “Pepe Nero”: avevo letto che è famosa a livello nazionale ed è stato un vero colpo di fortuna: aveva una lunga lista di prenotazioni, ma un tavolino per due persone è saltato fuori. La sua fama è meritata, credo di aver mangiato lì la pizza più buona della mia vita!

L’evento della premiazione è stato piacevole: anche stavolta ho potuto leggere la mia poesia, quando sono tornata al mio posto una signora si è complimentata, dicendo che le era piaciuta tanto, che si era commossa. Fanno sempre un’enorme piacere queste sorprese.

Poi siamo ripartiti per una nuova destinazione, scegliendo un’altra città : Sant’Agata dei Goti.

Il paesaggio è un saliscendi di colline e fondovalli del Volturno, si passano borghi agricoli, campi, orti e zone di boschi: pioppi, querce, c’è molto verde.

La nuova cittadina è stata una sorpresa: avevo letto notizie positive, ma le aspettative sono state superate. Per cominciare ha una grande area di parcheggio gratuito quasi in centro, la parte antica sta su un costone roccioso che si allunga tra due dirupi e, fatto più unico che raro, è quasi completamente pianeggiante, come un grande terrazzo che si protende verso le valli e i monti dell’Appennino: finalmente non c’è da soffrire tra i saliscendi per visitarla! Mi ha fatto pensare al paese di Pitigliano, in Toscana, a cui assomiglia, vista in distanza; di sera la zona antica è illuminata dal basso dello strapiombo e la visione è molto suggestiva. Anche qui ci sono molti palazzi antichi, case abbarbicate una all’altra, portali imponenti di pietra, insieme a un numero incredibile di chiese barocche. Vi abbiamo passeggiato al tramonto, poi in notturna. Diceva l’ostessa della trattoria in cui abbiamo cenato che in estate girano parecchi turisti, ma ora è tutto più calmo, è delizioso viaggiare così nelle mezze stagioni! Il mattino dopo abbiamo fatto un altro giretto nel paese, finalizzato soprattutto ad acquistare carne, verdura, mozzarella e biscotti, cercando i negozi suggeriti la sera prima dall’ostessa per una spesa ottima ed economica.

Peccato non potersi concedere un’altra mezza giornata, avrei visitato volentieri alcune di quelle chiese, di cui avevo letto notizie interessanti sulla guida. Credo che in un altro viaggio al sud ci fermeremo lì di nuovo, molto volentieri.

Sant'Agata dei Goti

Questi pochi giorni mi hanno fatto bene, mi sento quasi un’altra persona stando in giro, anche stavolta sono ritornata a casa più serena, spero che durerà per un poco: si sta avvicinando il periodo dell’anno che per me è sempre stato più difficile, tra il buio, il maltempo, il freddo, i ritmi intensi degli impegni e degli imprevisti…

 

 
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UNA SETTIMANA

Post n°1890 pubblicato il 20 Ottobre 2023 da atapo
 

SOLA o LIBERA ?

 


 

Mio marito è stato da solo alla casa in montagna per quasi una settimana. Per me lassù fa già troppo umido, lui voleva andarci diversi giorni per portare avanti qualche lavoro: rimanda rimanda per vari impegni, soprattutto medici, ma ora finalmente c'è riuscito.

Io... ho assaporato la libertà! Sì, ho sentito la piacevolezza di decidere del mio tempo e delle mie piccole scelte quotidiane, di non avere più nelle orecchie da mattina a sera il sottofondo della televisione accesa, di uscire e stare fuori casa senza dover correre a rientrare per il pranzo o la cena, di cucinarmi qualcosa che piace SOLTANTO a me... E non sentire più brontolamenti e rimostranze ogni tre per due, per qualcosa che non è a posto, che non si trova, che ha dimenticato, o per i grandi problemi e disastri del mondo.

Confesso, ci stavo bene. Mi bastava uno scambio di messaggi-saluti serali e una sola telefonata in tutto quel tempo.

Non ricordo da quanto non mi capitava una libertà simile e oltre a godermela ci ho rimuginato un po' sopra: forse sono "cattiva"? Forse sono stanca, o esaurita?

Non ho fatto in tempo a darmi risposte, la settimana è passata e la parentesi si è chiusa: tutto è tornato come prima.

 
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IL PRANZO

Post n°1889 pubblicato il 13 Ottobre 2023 da atapo
 

DOLCE IL RICORDO

 

torta della nonna

 

Domani sarà passata una settimana: 50 anni + 7 giorni.

Più ci penso e più è bello ricordare ciò che è stato sabato scorso.

Il pranzo semplice, molto “toscano” perché la maggior parte degli invitati, parenti e amici, sono scesi dal nord Italia e sapevamo che li avremmo fatti contenti con i tortelli mugellani, i crostini fantasiosi e, soprattutto, con la bistecca “fiorentina”. Poi abbiamo aggiunto per dessert la “torta della nonna”, che qualcuno non conosceva e che mi sembrava adatta alla circostanza, visto che siamo abbondantemente nonni.

Eravamo in ventidue, al ristorante ci hanno apparecchiato all’aperto, ma siepi, alberi e ombrelloni riparavano dal sole e ci appartavano dagli altri clienti, il tempo è stato splendido, caldo il giusto e senza vento, così siamo stati benissimo e ci siamo sentiti molto liberi.

Io guardavo tutte quelle persone venute per noi, che ci vogliono bene e anche noi amiamo, che ci hanno finora affiancato, più o meno a lungo, nel percorrere la nostra vita: ognuna è accompagnata da ricordi e i ricordi sono catene, uno tira l’altro, parlandone si intrecciavano, rivivevano, venivano lì con noi anche altre persone non più presenti fisicamente…

Qualcuno tra i commensali non si incontrava da anni, c’erano molti aggiornamenti da scambiare!

Erano come parti di un puzzle, da tentare di ricomporre.

Mi era venuta l’idea di prendere con me l’album delle foto del nostro matrimonio (avevamo invitato anche l’amico che ce le scattò, a quel tempo si fece tutto in economia!), foto ormai virate sul rossastro…

Verso la fine del pranzo, prima del dolce e del brindisi, l’ho silenziosamente tirato fuori e passato a quel fotografo, subito si è formato un capannello soprattutto coi nipotini, poi è stato sfogliato più volte e guardato da tutti, ed ecco nuovi motivi di meraviglia, di riconoscimenti, spunti per altre conversazioni, per ricordare fatti e persone: mi sembra che sia stata una ottima idea, tra sorrisi e nostalgie. E così chi non c’era quel giorno di 50 anni fa ha scoperto come andò.

Sì, la festa è stata proprio come volevo: semplice, serena, e ho sentito palpabile un mondo di affetto intorno a noi.

 

 
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50 D'ORO

Post n°1888 pubblicato il 06 Ottobre 2023 da atapo
 

SARA' DOMANI


In questi ultimi giorni mi sono scoperta un po' agitata, anche se mi sono tenuta tutto dentro, ho cercato di non far trapelare il mio stato d’animo. Se mio marito se ne fosse accorto, avrebbe detto:

-Come al solito, prima delle occasioni importanti entri sempre in ansia.-

In effetti, non c'erano motivi evidenti per stressarmi, abbiamo deciso che sarà tutto molto semplice, abbiamo soltanto fissato per tempo in un buon ristorante verso la montagna un pranzo con figli, nipotini, fratelli e alcune coppie di amici cari. La festa non ci va di sbandierarla ai quattro venti, come fanno altre coppie che ripetono la cerimonia nella chiesa addobbata durante la messa solenne, il rinnovo di promesse (che in realtà sai quante volte ormai si sono silenziosamente rinnovate nella quotidianità!) e il nuovo scambio degli stessi anelli (a me, fra l’altro, l’anello non esce più, troppi chili aggiunti nel tempo).

Un tempo lungo, cinquanta anni, un traguardo: le nozze d’oro!

Mi sento un po’ in ansia anche perché temo quella domanda poco originale:

-Ma come avete fatto ad arrivare fino ad ora? Qual è il segreto?-

Confesso che non so cosa rispondere.

Ultimamente mi capita spesso di ripensare al lungo cammino percorso insieme.

Si parte dalla messa del nostro matrimonio, quando scoppiò un furioso temporale, quei tuoni e fulmini mi impaurirono un poco, nonostante tutti dicessero “Sposa bagnata sposa fortunata”: era un segno di disapprovazione celeste, un avvertimento?

Ero convinta che la forza dell’amore potesse vincere su tutto, con l’ottimismo, o l’incoscienza, dei vent’anni.

Ce n’è voluto, di amore, e non sempre è stato lì a portata di mano.

Si cresce e si cambia durante gli anni, ci si chiede più volte: -Come sono diventata io? Come sei diventato tu?-

In un libro una volta lessi una frase più o meno così: “Ti amerò per sempre, ma non sempre”.

Ecco, proprio così va la vita, posso impegnarmi e decidere di continuare ad amarti, ma ci sono momenti, periodi, in cui chi ci sta accanto non è facile da amare, diventa insopportabile, sgradevole, soffocante oppure sfuggente… mette solo voglia di uscire di casa e respirare aria pura di solitudine!

E sono sicura che la cosa è reciproca.

Poi, in qualche modo, le difficoltà si superano: un po’ si riflette, un po’ si cede, un po’ si sospira, un po’ si cercano nuove vie che ci accomunano, non c’è mai una soluzione univoca e definitiva.

Ognuno di noi ha rimpianti di ciò che poteva essere e non è stato, rimpianti personali, rimpianti di coppia e di famiglia. Abbiamo però anche una serie di bei momenti da ricordare, di “imprese” che possiamo raccontare sorridendo e sentendoci quasi eroi.

Credo che tutto sommato nella vita coniugale siamo stati abbastanza fortunati, la sorte ci ha portato ostacoli da superare, ma non li reputo enormi, ad altri è andata molto peggio, in qualche modo ce l’abbiamo fatta a uscirne.

Ora siamo anziani, un po’ acciaccati, ma abbiamo ancora giornate piene, a volte anche troppo; soprattutto la nostra gioia sono i figli e i nipoti, che aiutiamo quando c’è necessità, cercando di non essere invadenti, devono essere padroni delle loro vite.

Così ho vissuto questa leggera ansia nell’aspettare il nostro giorno vicinissimo di anniversario, di nozze d’oro, l’incontro con chi amiamo e il pranzo che non avrà nulla di eccezionale se non i piatti tipici della nostra città; le previsioni del tempo dicono che domani ci sarà sole e caldo, a riscatto del temporale di cinquanta anni fa, pure il cielo ora ci vuole festeggiare!

E se da qualcuno arriverà la domanda difficile ho trovato solo questa risposta: - Ci vuole molta pazienza e un po’ di fortuna e poi… ogni coppia fa storia a sé e deve trovare il suo segreto.-

Buon anniversario a noi e buon proseguimento!

 
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GODIAMOCELA

Post n°1887 pubblicato il 30 Settembre 2023 da atapo
 

LIBERA !!!




E’ passata la prima settimana completamente senza fisioterapia: mi sembra un’altra vita!

Sistemo e organizzo le giornate come voglio, ho arretrati da smaltire, ma si farà, con calma…

Sono tornata in piscina, quando ne esco mi sento più in forma, magari riuscissi ad andarci più spesso. Anche mio marito si è iscritto ora, il medico gli ha detto che per i suoi problemi è l’unica attività fisica che non ha controindicazioni, anzi!

Le parole del medico l’hanno convinto, io, che glielo dicevo da anni, ero sempre rimasta inascoltata. Per ora, comunque, ha solo preparato la borsa con l’occorrente, non ha ancora trovato un momento per andarci, ha sempre motivi di impegni più impellenti… Mah, non me ne voglio mettere per lui!

Cerco di godermi questi giorni così, tranquillamente, prima che si concretizzino gli impegni per i prossimi mesi e riempiano l’agenda. Il bel tempo aiuta.

Un giro al mercato, una passeggiata in centro a rivendere i libri letti durante l’estate, l'inizio della lettura di uno nuovo, preparare una buona crostata con la ricotta e la nostra marmellata di mele, fare i bucati accumulati, raccoglierli asciugati velocemente con questo sole, piegare i capi e metterli via senza lasciarli giorni ammucchiati ad aspettare: giornate serene.

Ancora non sono riuscita a sbloccare la scrittura, ma arriverà anche questo, spero.

Mi infastidiscono soltanto gli sciami di zanzare che mi assalgono quando sto in giardino: abbiamo raccolto e mangiato tutte le pere, fra poco cominceranno le melagrane.

 

 
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FISIOTERAPIA

Post n°1886 pubblicato il 19 Settembre 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

SETTEMBRE DI FUOCO



La conclusione dei controlli alla mia caviglia per le continue distorsioni è stato un ciclo di 10 sedute di fisioterapia richiesto dalla fisiatra, dopo avermi esaminato, manipolato e fatto camminare nel corridoio dell'ambulatorio.

Con la pazienza di vari tentativi sono riuscita a trovare posto in tempi ragionevoli in un centro di riabilitazione, privato e convenzionato, a Fiesole, il più raggiungibile da casa mia, considerando che gli altri centri disponibili erano in paesi confinanti con Firenze, ma dalla parte opposta della città!

L'inizio è stato fissato per il 30 agosto. Bene, mi dicevo, in due settimane me la cavo e ormai il caldo estivo sarà diminuito, si potrebbe tornare in montagna o fare un altro giretto in camper...

Invece non è andata così.

Alcuni giorni prima dell'inizio, dal centro mi hanno chiamato per avere informazioni sul mio problema, spiegarmi l'abbigliamento e dirmi che le sedute sarebbero state a giorni alterni, io ero nel turno lunedì/mercoledì/venerdì. Da rivedere la tempistica, praticamente se ne andavano due terzi del mese e per quei giorni non si poteva pensare alla montagna o altro. Mi sentivo già fortunata a non avere l'altro turno, quello col sabato...

Ho scoperto che per arrivare lassù, a Fiesole, cittadina bellissima adorata dai turisti, dovevo prendere TRE mezzi di trasporto: autobus, tramvia, autobus e far combinare tutti gli orari, che in estate sono meno frequenti. Tre all'andata e tre al ritorno.

Quindi parto alle 9 di mattina per arrivare in loco alle 11, faccio 15 minuti di elettrostimolazioni poi entro in palestra per tre quarti d'ora di esercizi, che non sono continuativi, il tempo si prolunga a seconda della numerosità dei pazienti che i terapisti devono seguire e delle loro necessità. Finisco attorno alle 12,40 e mi rimetto alla caccia degli autobus, cercando di sfruttare le combinazioni dei percorsi e delle fermate e subendo le conseguenze dei ritardi. Non arrivo mai a casa prima delle 14, una volta addirittura alle 15 e sono stravolta dalla stanchezza. Quando salgo sull'ultimo bus avviso mio marito che inizia a preparare qualcosa da mangiare, che sia rapido e leggero, perchè in quelle condizioni non ho più fame. Così la sera prima penso cosa fare e gli lascio il biglietto con le istruzioni. Dopo pranzo vado a letto e dormo... dormo... fino a un'ora e mezza (e ciò non mi toglie il sonno notturno). Quando mi sveglio ormai la giornata sta per concludersi, dal 30 agosto ho un giorno sì e uno no per la vita normale.

E la metereologia ha pensato bene di far arrivare l'ennesima ondata di calore proprio in queste settimane, i miei rientri a casa "godevano" dai 32 ai 35 gradi, altrochè il rinfrescarsi settembrino!

Il piede per lo meno mi pare abbia acquistato più forza e stabilità, spero duri poi nel tempo.

Se Dio vuole, domani faccio l'ultima seduta e sento l'avvicinarsi della liberazione! Nei giorni scorsi scrivevo man mano una lista di cose da fare, di posti in cui andare, di telefonate che stanno aspettando, la lista  si è allungata...

Da giovedì spero di riuscire finalmente a cancellare qualcosa, per riscattare un po' questo mese di settembre.

 

 
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E COSI'...

Post n°1885 pubblicato il 03 Settembre 2023 da atapo
 

SILENZIO

Balthus, Ragazza alla finestra

Silenzio, lungo silenzio qui, perché non c’è molto da raccontare.

In agosto siamo riusciti a stare in montagna di più, due lunghi periodi, ci hanno consentito di sfuggire l’ondata di calore in città, anche se pure lassù si arrivava sui 30-32 gradi nelle ore centrali della giornata. Internet in quel luogo di montagna fa pena, è lentissimo e discontinuo; abbiamo installato un solo computer che naturalmente viene usato dal marito, per quel che riesce, solo l’indispensabile vista la connessione ballerina. Io, dal cellulare, mi accontento di leggere la posta, seguire per quanto è possibile gli amici e i gruppi di facebook, ma con tanta pazienza nei video che si interrompono continuamente e nei link ai siti che si aprono con difficoltà. Così sono solo spettatrice, o almeno tento. A farmi cartelle provvisorie per scaricare o scrivere, poi pubblicare, ho rinunciato per non innervosirmi troppo.

In montagna ho molto tempo per pensare e non è sempre un bene: in questi mesi mi sono sentita stanca, rattristata, penso anche a causa dei problemi di salute che si sono affacciati sia a me che al marito e che ci hanno fatto tornare periodicamente dal medico, poi esami clinici, poi lotte per prenotare visite specialistiche in tempi ragionevoli, poi ritorno dal medico con gli esiti, ecc, di conseguenza ogni altro tipo di impegno viene sospeso, tutto dipende da quelli sanitari.

E’ mio marito che ora è in fase di “decadimento” fisico più accentuato, si ripercuote anche nel suo stato d’animo generale e aumentano anche in me ansia e depressione. Ancora dai giorni della Puglia gli è peggiorato un dolore a un piede, rivelatosi tendinite, che in pratica non lo fa più camminare: già si muoveva poco prima, figuriamoci adesso! Solo per uscite essenziali, in auto o scooter, che cammini il meno possibile. Sta tutto il giorno in salotto davanti alla televisione a seguire, uno dietro l’altro, telefilms di qualsiasi tipo, anche vecchissimi passati e ripassati in TV ormai centinaia di volte, legge il giornale on line dalla prima all’ultima pagina, ogni tanto fa qualche lavoretto tipo bricolage o riparazioni essenziali e i giorni passano così. Anche in montagna era uguale. In tutto il tempo che siamo stati lassù siamo andati, in auto, solo un pomeriggio in un paese vicino dove una mia conoscente presentava un suo libro, e una sera, sempre in auto, in un altro paese a cena fuori perché insieme a noi c’erano mio figlio e la sua compagna. Tutto ciò che sarebbe ancora da sistemare nelle camere, affinché potesse venire in montagna anche mia figlia con la sua famiglia, è fermo e anche per quest’anno non se ne fa niente.

Si dice che per passare una buona vecchiaia bisogna mantenersi attivi, con una vivacità di interessi, coltivando rapporti sociali: noi, soprattutto lui, ci stiamo adagiando, addormentando, stiamo quasi sempre da soli chiusi in casa, soprattutto d’estate, non incontriamo nessuno, non organizziamo niente insieme ad altri.

Questo tipo di vita ultimamente mi sta parecchio intristendo e demotivando, mi passa l’interesse anche per cose che di solito mi piacevano: leggere, cucinare, scrivere, studiare i copioni, progettare. Niente mi fa sentire soddisfatta, mi pare sia tutto inutile e non riesco nemmeno a pensare. In montagna mi affaccio alla finestra, guardo il panorama verde, respiro più a fondo e… basta, passa il tempo e non me ne accorgo. Oppure mi immergo nella lettura: almeno lì c’è una storia, delle vicende in cui entrare, qualcosa di vivo anche solo sulla carta. Ultimamente ho letto alcuni miei libri in attesa sullo scaffale, che raccontano di conflitti familiari e di coppia (L’arminuta, Lacci, Nessuno si salva da solo), è la tematica su cui sta lavorando il mio amico psicologo di Bologna, per preparare delle conferenze, e mi aveva chiesto di dargli una mano con qualche suggerimento, volentieri mi sono prestata, ma mi accorgo che questo tipo di letture “smuovono” ricordi poco piacevoli e situazioni vissute, per cui forse non sono state il massimo per me in questi attuali stati d’animo.

Come è faticoso anche scrivere… se manca o non si sente una vita interiore non si riesce a mettere nulla sulla carta, rimane tutto a frullare nel cervello.

Mi fermo per ora. A scrivere questo ci ho messo due sere, figuriamoci!

Vorrei prendere l’impegno di essere più costante, mi capirei forse meglio mettendo nero su bianco, ma… chissà...

 

 
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IL PUNTO A INIZIO AGOSTO

Post n°1884 pubblicato il 03 Agosto 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

E L'ESTATE STA PASSANDO



 

Passano le settimane navigando a vista: andare al fresco in montagna dipende dalle visite mediche e dalle analisi che stiamo facendo mio marito ed io in questo periodo. E ringraziamo se, con l'aiuto del farmacista che riesce a barcamenarsi bene on line nel CUP, riusciamo a fissare la maggior parte delle prenotazioni necessarie in tempi ragionevoli e in luoghi raggiungibili. Le altre... alle calende greche, non ci sono mai date disponibili, occorre ritentare ogni tanto, finchè non siamo più fortunati! Ma ormai la sanità pubblica va così, prima di arrenderci al privato le stiamo tentando tutte.

Ogni tanto siamo riusciti ad andare in montagna, per non più di tre-quattro giorni prima del successivo impegno sanitario, ho respirato aria più fresca, non oltre i 30 gradi, ho gustato dall'orto insalata e zucchine. Di lamponi quest'anno ce ne sono pochi, sono piccolissimi e "concentrati", hanno un sapore molto intenso, pare di mangiare una caramella non un frutto: il caldo eccessivo li ha resi così, almeno un po' meglio dell'anno scorso, quando bruciarono tutti sulle piante, dal verde passavano direttamente al secco marrone, non ne mangiammo neppure uno.

Una volta in cui potevamo salire in montagna abbiamo rinunciato, per stare coi nipoti: mia figlia e suo marito erano stati invitati ad una serata importante e avrebbero dovuto chiamare la babysitter. Ci chiesero se avevamo piacere di stare noi coi bambini, ora solo tre perchè Martino è al mare con gli altri nonni. Era da tanto che non stavamo insieme a loro...

Volevo che fosse una bella serata, qualcosa che poi avrebbero ricordato volentieri: li avremmo portati in pizzeria! Abbiamo scoperto che in un paese vicino si svolgeva una sagra, con anche la pizza, e proprio in quella serata ci sarebbero stare le osservazioni al telescopio del cielo notturno, un'ottima combinazione.

E' stato tutto molto bello, oltre la pizza hanno mangiato crostini e gelato, si sono comportati bene e ce li siamo proprio goduti. Poi, calato il buio, per la prima volta hanno osservato al telescopio la Luna, visto la sonda spaziale passare nel cielo, riconosciuto stelle e costellazioni dalle spiegazioni degli astronomi che puntavano il cielo coi sottili raggi laser. Rientro a casa verso mezzanotte. I resoconti del mattino dopo ai loro genitori erano entusiasti.

Poi qualche giorno dopo li abbiamo avuti a pranzo da noi, stavolta con anche la mamma. Ne hanno approfittato, dopo mangiato, per prendere e passare in rassegna certe scatole di vecchie foto, in cui la loro mamma era bambina e noi nonni eravamo giovani in un tempo ormai così lontano...

Quanti ricordi sono tornati fuori! Mi è passata davanti una gran parte della vita, sensazioni contrastanti di momenti più e meno felici... E' meglio non soffermarsi troppo su quelle foto, tutto va avanti, anche troppo in fretta...

Ho fatto notare a mio marito che nella casa in montagna mancherebbero solo poche sistemazioni per poter ospitare qualche giorno con noi i nipoti, si alleggerirebbe un po' l'impegno dei genitori: lui sta bene anche senza, dice che non sarà certo lui a fare questa proposta alla figlia, perchè si stancherebbe troppo ad avere tre bambini in giro giorno e notte, se lei ce lo chiedesse e ne avesse la necessità allora magari...

...Magari so come finirebbe: direbbe di sì, poi il massimo del lavoro e dell'intrattenimento toccherebbe a me...

Mi dispiace il suo atteggiamento, su quella casa avevo sperato diversamente.

Ormai loro partono in ferie, anche per quest'anno il discorso si ferma qui.

Insomma, tutto questo insieme di cose mi sta deprimendo, mi sento un po' avvilita e svuotata, sono settimane noiose e sottotono.

 
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VIAGGI

Post n°1883 pubblicato il 13 Luglio 2023 da atapo
 
Tag: viaggi

QUANDO? DOVE?


il mare del Salento

Un lungo silenzio, quasi un mese… E faccio qui solo un rapido salto, giusto per informare che sono ancora viva (o quasi).

Partimmo, col camper, il 21 giugno, ma ora non mi dilungherò con questa vacanza ormai finita, tornerò a parlarne con più calma, anzi so già il titolo: “Viaggio con sorpresa”, una bella sorpresa…

Siamo tornati ieri l’altro, ho ancora i bagagli disfatti a metà e varie lavatrici da fare, però domani si riparte. Il mare, il Salento erano bellissimi, ma il caldo stava aumentando troppo, come temevo, e pure l’affollamento. Qui a Firenze è ancora peggio e non c’è nemmeno il mare, per fortuna noi abbiamo ad aspettarci la casa in montagna.

Comincerà l’anda e rianda, perché qui ci sono impegni vari, ben scaglionati nei giorni, che non siamo riusciti ad eliminare o rimandare e “restauri” medici che non si sa dove porteranno. Così non si può programmare su lungo periodo, si decide quasi giorno per giorno: intanto saliamo domattina e domenica di nuovo saremo a Firenze, perché lunedì c’è un appuntamento sanitario, ho due giorni per rinfrescarmi.

E io faccio e disfaccio borse e valigie, non so nemmeno per quanti giorni fare la spesa alimentare… è un po’ stressante, mi ripeto come un mantra “almeno lassù starò un po’ al fresco”. Però tempi distesi per scrivere non li avrò, lassù non avrò neppure il computer.

Mi rifarò viva… non so quando.

 
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PARTENZA ?

Post n°1882 pubblicato il 21 Giugno 2023 da atapo

Partiamo oggi, dice. DICE.

Il camper è pronto, ma siamo ancora in casa, coi pacchi e borse quasi pronti da trasportare sul camper e lui che deve ancora sistemare...

Si ostina con quel maledetto impianto di irrigazione che trova sempre motivi per funzionare male, non credo sia bene farlo partire col rischio di allagamenti, verrà mia figlia a innaffiare ogni tanto. Ma lui ci prova, ci riprova...

Insomma, la giornata ha 24 ore, partiamo oggi forse vuol dire stasera, o stanotte, o...

Mah! Io aspetto.

 

 
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FIORITURE

Post n°1881 pubblicato il 19 Giugno 2023 da atapo
 

LA GIUNGLA IN GIUGNO


 

La giungla è il mio giardino, quando mio marito non taglia mai l’erba; la settimana scorsa l’ha fatto, abbastanza sommariamente, ma ora almeno si vedono un po’ meglio le piante. Così si possono godere i colori: giugno per me è il mese più bello, gli acquazzoni delle settimane passate hanno dato una spinta ed ora ci sono molte fioriture e molti colori.

Appena prima erano gli iris che trionfavano, ormai tutti sfioriti. Adesso l’albero di melograno è strapieno di fiori rosso chiaro, si preannuncia, se non verranno tempeste, un altro autunno ricco di frutti. Di fronte c’è l’oleandro, che è diventato enorme, dopo l’estate sarà da potare, intanto mi godo i suoi abbondanti fiori rosso brillante. Anche i geranei nei vasi si stanno aprendo e hanno molte tonalità, sul rosa, rosso, lillà.

Le novità di quest’anno sono un piccolo rovo e un fico d’India: li volle portare mio marito da due vacanze nel sud, qualche anno fa, ora per la prima volta sono fioriti, il primo ha fiorellini rosati (potremmo sperare in qualche mora, prossimamente?), il secondo sta facendo bellissimi fiori gialli, peccato che ogni fiore duri poco più di un giorno poi appassisce e non pare che si formi il frutto, ma io le abitudini dei fichi d’India non le conosco per niente.

Quello che mi piace di più è il grande cespuglio di lavanda, fa fiori color viola acceso, molto vivaci, mi pare che quest’anno sia fiorito un po’ in anticipo. E’ sempre pieno di insetti, l’avevo piantato proprio per questo e quando esco mi incanto a guardare le loro attività su e giù per le lunghe spighe.

Ho scoperto così che ci sono tanti tipi di api, vespe, calabroni e simili, dall’aspetto molto diverso uno dall’altro, mi tengo a distanza di prudenza, ma loro sono interessati solo alla lavanda. Più di tutto ammiro la bellezza delle farfalle, la maggior parte sono cavolaie, ma arrivano anche altre razze, varie per colori e grandezze: a volte si capisce che sono in coppia o per lo meno si relazionano tra loro, con voli una attorno all’altra e chissà con quali altri sistemi di comunicazione. Le farfalle sono curiose: quando mi fermo per un po’ davanti al cespuglio è facile che poco dopo qualcuna venga ad esplorarmi, mi svolazza attorno e magari mi si posa anche addosso.

Ammirare il cespuglio di lavanda e il “traffico” lì attorno, sentire il leggerissimo ronzio, annusare il profumo delicato della pianta, mi rilassa e mi mette allegria, dimentico le seccature della giornata. A proposito, ancora non si sa se il camper è riparabile per adoperarlo a breve, ma con un giardino così bello ora riesco a prenderla con filosofia...

 
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