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Messaggi di Febbraio 2023

CHE GIORNI

Post n°1866 pubblicato il 28 Febbraio 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

DISAGIO

 


 

Che buffo: da alcune settimane scrivo qui sempre di martedì e solo di martedì; nei giorni scorsi mi ero ripromessa di scrivere più spesso, ne avrei anche avuto motivo, invece… il tempo passa, corre, non riesco a ritagliarmi un momento sufficiente per comporre qui un testo dignitoso e la sera sono sempre troppo stanca, più che leggere non riesco a fare, anzi la lettura mi rilassa, non smetterei più, e verso mezzanotte poi mi addormento senza problemi.

Quanti avvenimenti brutti attorno a noi in questo periodo!

Mi sono ripromessa di non parlare qui di politica, ma il disagio, la preoccupazione, i timori per le forme di violenza che vanno manifestandosi anche molto vicino sono segnali assolutamente negativi per la convivenza pacifica e ragionevole di una società civile.

E’ angosciante vedere in televisione il naufragio, le bare, la disperazione, ascoltare il rimandarsi le responsabilità, le scuse e le spiegazioni che non scusano e non spiegano, anzi fanno capire che le proposte di soluzioni non prevedono salvezze, rispetto e pietà per chi è nato dalla parte sbagliata e tenta di fuggirne.

E’ angosciante vedere i nostri ragazzi invischiati in atti di violenza gratuiti, seguiti da nemmeno celate intimidazioni e da silenzi fin troppo eloquenti: la scuola pubblica con questo mette in luce verso quale degrado si vuole farla arrivare. Per fortuna ci sono anche molte dichiarazioni a sostegno della libertà e della necessità di formare le coscienze dei giovani parlando e discutendo insieme, tenendo presenti e spiegando i tragici errori della storia passata. Queste dichiarazioni sui social sono commentate, condivise, viaggiano, è un coro di risposta che si diffonde e fa ancora sperare…

Sabato pomeriggio a Firenze ci sarà una manifestazione del mondo della scuola: penso e spero vivamente che saremo in tanti, ragazzi, insegnanti, genitori…

Spero proprio di riuscire ad andare, è doveroso.

 
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LEGGERE

Post n°1865 pubblicato il 21 Febbraio 2023 da atapo
 

LA PRIMA PAROLA



 

Arriva la lavapiatti nuova a casa di mia figlia; occorre montarla, collaudarla, controllare che tutto sia a posto e rapidamente, perchè mio genero è stanco di lavare a mano da diverso tempo i piatti di sei persone, da quando la vecchia si è rotta! Il nonno, cioè mio marito, che è l'esperto in tutto, viene chiamato e sabato pomeriggio sarà precettato per questo, lo passerà al lavoro a casa loro.

-Vieni anche tu?- mi chiede.

Io in verità avrei altri progetti, ma poi rifletto che è sempre un'occasione per stare un po' insieme ai nipoti e stavolta anche a mia figlia, visto che è sabato e non è al lavoro. E sarà un tempo calmo, non c'è da correre a ritirare nessuno a una scuola e a un'altra, non dovrò organizzare merende...

Vado, non si sa a che ora torneremo, non è prevedibile il tempo che occorre per la lavapiatti.

I bambini non mi aspettano, hanno già organizzato i loro giochi nel pomeriggio, è una sorpresa gradita. Damiano e Cesare in questo periodo sono appassionati di Lego, costruiscono i robot seguendo le istruzioni, ma inventano anche altre macchine e nuovi personaggi. Diletta ha voglia di mostrarmi i suoi quaderni con i lavori di descrizione sulle maschere del carnevale, poi con la pianola suona i motivi che a scuola stanno imparando col flauto e mi fa cantare "Au clair de la lune" mentre lei mi accompagna suonando. Insieme anche ai fratelli proviamo a cercare le note di altre canzoncine: i risultati sono scarsi, però è divertente. Il fatto che io parli correntemente il francese li affascina sempre; Damiano per lunedì ha proprio il compito di preparare la lettura di alcune frasi, così lo seguo e noto con piacere che ha una pronuncia molto buona.

Ma la sorpresa più grande oggi viene da Cesare.

Qualche tempo fa disse alla sua mamma che voleva imparare a leggere e a scrivere.

- Chiedilo alla nonna, che faceva la maestra.- fu l'invito materno.

E Cesare mi aveva chiesto: - Tu ora hai ancora voglia di fare la maestra e di insegnarmi a leggere e a scrivere? -

Una richiesta delicata che mi aveva commosso.

Ma la nonna che lo vede una volta ogni due settimane o poco più spesso non fa miracoli, può lanciare qualche stimolo, proporre qualche gioco sull'alfabeto, poco di più, giusto per stimolare la sua curiosità...

Così negli incontri precedenti avevamo ripreso dal loro ripostiglio un gioco sulle lettere che avevo regalato a Diletta tre anni fa, gli avevo portato un librettino con esercizi di pregrafia che mi sembrava fatto bene e gli avevo indicato le pagine facili sulle vocali che un po' conosce, così avrebbe potuto esercitarsi anche da solo: volevo vedere se l'interesse sarebbe continuato.

Ora lui mi mostra orgoglioso la pagina che ha completato sulla lettera A e decide di fare oggi quella sulla E. Così scrivendo e parlando insieme si incuriosisce per certi nomi corti di personaggi del libretto e pian piano ... riesce a leggere da solo uno dei nomi! Grande applauso da parte dei fratelli e della nonna, grande emozione per lui (e, lo confesso, anche per me) e lettura trionfale ripetuta per i genitori e per il nonno, tutto preso dalla lavapiatti.

E' sempre un momento bellissimo, quasi magico, lo scoprire la chiave del mistero della lettura, rimettere insieme tutti quei segni e svelare la parola intera! Quante volte l'ho vissuto, sempre con emozione, quando avevo la prima classe! Ora Cesare è, diciamo, autodidatta, ma la meraviglia è uguale...

Sto pensando di frugare in certi miei armadietti dove, molto in fondo, credo di avere ancora qualche avanzo di materiale per le prime classi, pian piano glielo porterò, se vedo che l'interesse continua.

Poi, dopo tanto "studio", passiamo ai giochi di società e, verso sera, ai cartoni animati.

La lavapiatti entra in piena funzione alle 21 e noi nonni finalmente torniamo a casa. Sono molto stanca, ma è stato uno dei pomeriggi più belli e intensi che abbiamo passato insieme.

 
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NOZZE D'ORO A FIRENZE

Post n°1864 pubblicato il 14 Febbraio 2023 da atapo
 

50



 

Da qualche tempo il Comune di Firenze attua una simpatica iniziativa: il 14 febbraio, giorno di San Valentino, invita a Palazzo Vecchio le coppie che nel corso dell’anno festeggiano i 50 anni di matrimonio, per una piccola cerimonia con la consegna di una pergamena ricordo. Era stata sospesa negli anni della pandemia, ora ha ripreso e stavolta è toccato a noi!

In verità noi le nozze d’oro le faremo in ottobre, ci sarebbe ancora tempo, ma ciò che conta è l’anno, quindi l’invito è arrivato.

- Ci andiamo?- ho chiesto al marito.

- Se ti fa piacere… - ha risposto.

Come al solito, le cose in pubblico, l’essere protagonista (anche se in chissà quanti saremmo stati…) gli è completamente indifferente, se non addirittura odioso. Ma per farmi piacere si rassegna (non sempre eh!).

Per me era una cosa carina, anche solo lo stare in quel magnifico Salone dei Cinquecento e avere la possibilità di visitare il resto del Palazzo, non era da perdere, quei luoghi d’arte e di bellezza offrono una vera cura per lo spirito.

Ne abbiamo approfittato anche per pranzare in centro in una trattoria dove non eravamo mai stati, con ottimi piatti tipici fiorentini, poi nell’attesa che arrivasse l’ora della cerimonia abbiamo fatto una tranquilla passeggiata nel centro, confusi fra i turisti sempre numerosi; il sole era quasi caldo nel primo pomeriggio, si stava benissimo.

Ed eccoci nella lunga fila di coppie… attempate all’ingresso riservato a noi. Anzi, tutto il palazzo era per noi, non era aperto al pubblico oggi, le coppie erano 600, un gruppo al mattino, uno al pomeriggio. Io guardavo tutti questi uomini incanutiti, alcuni ancora vigorosi, altri traballanti, e queste signore con i capelli… dai mille colori, i bianchi e i grigi erano in minoranza, c’erano anche delle splendide bionde, molto in forma, io non davo loro di certo un’età almeno attorno alla settantina… considerando i 50 anni di matrimonio…

Pensavo a tutte quelle vite di coppia, a quante storie mi stavano vicino, quali percorsi le avevano portate fin lì… molte coppie arrivavano in taxi, è in zona pedonale, non è da tutti i vecchietti farsi le passeggiate per il centro.

Mi chiedevo se avessi incontrato qualcuno che conoscevo, ma non mi veniva in mente nessuno di cui sapessi una durata così lunga del matrimonio, temevo che poi alla fine sarebbe stata una faccenda un po’ noiosina nella sua ufficialità e col marito che se non sbuffava era solo per cortesia, ma dalla faccia stava cominciando ad averne abbastanza. Invece ecco che entra nel salone un mio collega del Cidi, con sua moglie, uno che anche mio marito conosce perché ci siamo già incontrati in altre manifestazioni cittadine. E’ uno molto simpatico, anche la moglie, che non avevo ancora conosciuto. C’erano due posti liberi subito dietro a noi, così si sono sistemati e abbiamo chiacchierato piacevolmente nell’attesa che iniziasse; anche mio marito si è disteso e si è trovato più a suo agio.

La cerimonia è stata semplice e gradevole: due attori impersonavano il granduca Cosimo I e la granduchessa Eleonora, i primi “inquilini” del palazzo, hanno fatto gli onori di casa raccontando un po’ la storia del luogo, introducendo il gonfalone di Firenze e il suono delle “chiarine”, le trombe ufficiali della città. C’è stata la proiezione di un filmato con gli eventi principali del 1973, nella città e nel mondo: io non stavo a quel tempo a Firenze, ma ho ritrovato certe canzoni e, soprattutto, il golpe cileno e la guerra del Kippur, scoppiata la vigilia del nostro matrimonio. Infine il sindaco ha fatto il suo discorso, poi ha suonato alcuni brani al violino: è anche un bravo musicista.

A ogni coppia è stata donata una rosa rossa e una pergamena commemorativa.

Dopo eravamo liberi di visitare il palazzo e così abbiamo fatto. Si poteva anche fare una foto ricordo insieme al sindaco, al granduca e alla granduchessa, ma mio marito è stato irremovibile: quello proprio no! Anche perché, come è immaginabile, la fila dell’attesa era lunghissima ed io, dopo tutto, non me la sentivo di chiedergli anche questo sacrificio!

Alcune belle ore passate insieme, sono così rare… mi sembrava quasi che fosse domenica!

 
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CHE DIRE ?

Post n°1863 pubblicato il 07 Febbraio 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

LEGGO MOLTO, SCRIVO POCO (QUASI NIENTE)

 

dipinto di Hermann Kern

E’ un periodo grigio, grigio scuro. Passano le giornate con le incombenze della quotidianità (cucinare, lavare, stirare, fare la spesa, seguire il meteo per andare a ginnastica in piscina evitando il troppo freddo) e basta, anzi no, c’è il DENTISTA come ciliegina sulla torta.

L’unico momento di socialità è l’incontro settimanale con i “Ragazzi over 65”: continuano i giochi teatrali propedeutici. ancora la regista non ci ha presentato un lavoro da preparare per la fine primavera, dato che sono entrate persone nuove che si devono ambientare. Anche se sono giochi che conosco già, me li faccio piacere perché è il solo pomeriggio in cui ho contatti con qualcuno che non sia il marito.

E questo marito non sta affatto bene e diventa facilmente pesante e irritabile, non ha voglia di iniziative né di uscite che non siano obbligatorie, tipo il medico e l’incontro settimanale col suo gruppo biblico.

Il freddo che si è fatto pungente non mi spinge a uscire da sola e ad affrontare le attese dei bus, anche se in città ci sarebbero cose attraenti da seguire…

Mi sembra di ripiegarmi su me stessa, di non avere più nulla di interessante da fare o da dire… Così non scrivo, certe idee che mi vengono poi affondano come in una nebbia che sento nel cervello, mentre le giornate scorrono spesso insulsamente, mi scopro a non avere voglia neppure di provare una nuova ricetta, anche se il tempo ci sarebbe eccome.

Leggerei da mattina a sera: l’immergermi in storie, il vivere in tempi e luoghi differenti, così “vivo mille vite”, diceva credo Umberto Eco e ora mi pare che questo sia l’unico modo per vivacizzare un poco la mia.

Una cosa sola mi dà soddisfazione, anche se mi affatica: i pomeriggi che ogni quindici giorni passiamo con i nipoti, a prenderli dalle scuole, fare la merenda, qualche gioco insieme, un’occhiata e una piccola assistenza se hanno qualche compito da fare, poi i cartoni animati fino al ritorno dei genitori. C’è sempre da divertirsi, anche se a volte occorre dirimere qualche litigio, e alla sera di quei giorni mi sento più serena e di buon umore.

Quasi quasi vorrei che il lavoro di babysitter fosse più frequente, ma so che mio marito si affaticherebbe troppo e ora che abitano a Poggio a Caiano c’è bisogno del suo ruolo di autista, anche per andare a prenderli dalle scuole di Prato: gli orari delle corriere sono improponibili, da sola non ce la potrei fare e poi… i nonni siamo tutti e due, no?

 
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