Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 31/10/2009
Quest'anno voglio illustrare Halloween in modo autonomo e un po'...autocelebrativo, mettendo una delle foto che ho scattato in Friuli, dove i preparativi fervevano ormai da giorni...
Ma per me Halloween è uno spettacolo, non una festa...
Le mie tradizioni sono per quelle due ricorrenze così misteriosamente ravvicinate, i Santi e i Morti, che fin da piccola mi colpivano. Il catechismo le aveva spiegate, ma continuavano a far parte del mio immaginario infantile e vedevo i miei pochi morti di allora, le nonne, lo zio, che con l'aspetto da me conosciuto attraverso le foto erano trascinati in una specie di girotondo tra le nuvole, presi per mano dai Santi in tunica rigorosamente bianca...ancora immagine dal catechismo.
Attraversavo col nonno i viali della Certosa di Bologna, come facevamo varie volte durante l'anno, ma nell'autunno era più suggestivo: il vento freddo, il cielo grigio che faceva risaltare di più i colori vivi delle foglie sugli alberi e cadute quasi ad ornare le tombe, l'abbondanza dei crisantemi dappertutto in questo periodo.
Conoscevo la strada, durante la quale salutavo mentalmente come vecchi amici in attesa del mio passaggio i grandi angeli di pietra sulle tombe monumentali, certe foto che mi sorridevano, i bambini sconosciuti nascosti nel loro campo sotto angioletti e bamboccini di pietra...fino ad arrivare dai miei familiari, aiutare il nonno ad armeggiare con acqua e fiori freschi, notare la sua commozione a stento trattenuta che mi metteva in imbarazzo...mentre io ero infantilmente serena, davo con affetto un bacino a quelle immagini che erano per me l'unica concretezza di tanti racconti sentiti dai genitori.
In quelle sere tra la fine ottobre e l'inizio novembre non mancavano mai a casa mia quei dolcetti rotondi, zuccherosi e colorati che a Bologna si chiamano "le fave dei morti" e credo in altre parti d'Italia siano "le ossa dei morti": non mi impressionavano, anzi, erano proprio gustosi!
A Firenze non ci sono, è stata una piacevole sorpresa ritrovarli, la settimana scorsa, in Friuli, e stasera li mangerò: quest'anno ci sarà un contatto più vivo col mio lontano passato.
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