Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Ottobre 2009
Quest'anno voglio illustrare Halloween in modo autonomo e un po'...autocelebrativo, mettendo una delle foto che ho scattato in Friuli, dove i preparativi fervevano ormai da giorni...
Ma per me Halloween è uno spettacolo, non una festa...
Le mie tradizioni sono per quelle due ricorrenze così misteriosamente ravvicinate, i Santi e i Morti, che fin da piccola mi colpivano. Il catechismo le aveva spiegate, ma continuavano a far parte del mio immaginario infantile e vedevo i miei pochi morti di allora, le nonne, lo zio, che con l'aspetto da me conosciuto attraverso le foto erano trascinati in una specie di girotondo tra le nuvole, presi per mano dai Santi in tunica rigorosamente bianca...ancora immagine dal catechismo.
Attraversavo col nonno i viali della Certosa di Bologna, come facevamo varie volte durante l'anno, ma nell'autunno era più suggestivo: il vento freddo, il cielo grigio che faceva risaltare di più i colori vivi delle foglie sugli alberi e cadute quasi ad ornare le tombe, l'abbondanza dei crisantemi dappertutto in questo periodo.
Conoscevo la strada, durante la quale salutavo mentalmente come vecchi amici in attesa del mio passaggio i grandi angeli di pietra sulle tombe monumentali, certe foto che mi sorridevano, i bambini sconosciuti nascosti nel loro campo sotto angioletti e bamboccini di pietra...fino ad arrivare dai miei familiari, aiutare il nonno ad armeggiare con acqua e fiori freschi, notare la sua commozione a stento trattenuta che mi metteva in imbarazzo...mentre io ero infantilmente serena, davo con affetto un bacino a quelle immagini che erano per me l'unica concretezza di tanti racconti sentiti dai genitori.
In quelle sere tra la fine ottobre e l'inizio novembre non mancavano mai a casa mia quei dolcetti rotondi, zuccherosi e colorati che a Bologna si chiamano "le fave dei morti" e credo in altre parti d'Italia siano "le ossa dei morti": non mi impressionavano, anzi, erano proprio gustosi!
A Firenze non ci sono, è stata una piacevole sorpresa ritrovarli, la settimana scorsa, in Friuli, e stasera li mangerò: quest'anno ci sarà un contatto più vivo col mio lontano passato.
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Ieri sono rientrata verso le 18,30. Di solito il mercoledì pomeriggio sul tardi mio figlio fa un salto da noi prima di andare agli allenamenti di pallavolo
Ho chiesto a mio marito: "Marco oggi non viene? Ha telefonato per caso?"
"Sì, ha chiamato, ha detto che sta bene."
"Che significa? Viene o non viene?"
"Ha detto che non si è fatto niente"
"Ma che stai dicendo? Cosa dovrebbe essersi fatto? Che è successo?!"
Così, all'incontrario, cominciando dalla conclusione, mio marito mi ha dato la notizia che il figlio ha avuto un incidente, ha sfasciato la moto, lui fortunatamente se l'è cavata con poche contusioni e un colpo di frusta...
E ho provato lo stesso uno sconvolgimento dentro di me, da togliermi il fiato...
Come possono arrivare di colpo, duramente, le sorprese...
...QUESTO tipo di sorprese, che purtroppo non vanno sempre a finire bene, come è andata stavolta!
Ogni volta che ci penso mi sale in gola l'angoscia...per tutto...e riesco solo a ringraziare che i danni siano stati solo alla moto...
Oggi gli ho telefonato, starà a casa in riposo una settimana, nel fine settimana andremo a trovarli...
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DAL NORD-EST
Non è andata male.
Nonostante un inizio poco promettente: pioggia incessante durante tutto il viaggio di andata,
finalmente arrivati nei pressi del paese in cui abita uno dei miei cognati ecco che lui ci ha telefonato dicendo che il programma era cambiato, ci saremmo trovati a casa dell'altro cognato, IN UN ALTRO PAESE (per il quale, naturalmente, mio marito non aveva cercato su Google il percorso più semplice!!!). Di sera, al buio, io ci vedo poco e non riesco a decifrare le indicazioni stradali, per indirizzare il marito che guida...
Ma in quella famiglia sono fatti così...hanno le sorprese dietro l'angolo.
Come Dio vuole siamo arrivati...
Direi che è stato uno degli incontri migliori che abbiamo avuto: nonostante tutto pare un periodo sereno, a parte i soliti discorsi sulla politica (ci sono schieramenti opposti), le solite lamentele sulle tasse...per il resto ci sono sembrati abbastanza rilassati e tranquilli. Che sia la volta buona? Vuoi l'età, vuoi che abbiano capito qualcosa di nuovo e di positivo per far funzionare finalmente la vita familiare...ne sarei davvero contenta.
Il tempo si è rimesso al bello, quasi caldo, anche se l'umidità c'era eccome e stavolta mi ha “omaggiato” di una forte contrattura muscolare alla gamba che ho più debole, per fortuna solo l'ultimo giorno , anche se ora me la trascinerò...
Abbiamo scoperto (e visitato) l'outlet del biscottificio Doria, facendo rifornimento di biscotti e dolci per le colazioni a prezzi stracciati...
Abbiamo assistito ai primi preparativi per la festa di Hallowen...
Abbiamo fatto anche qualche escursione “disintossicante”:
a Cividale, dove volevamo visitare un mercatino dell'antiquariato e modernariato. Ma con i tempi lunghi di mio marito siamo arrivati sul tardi e, come già successo altre volte, ci siamo fatti una cultura soprattutto sui...vari modi di inscatolare la mercanzia e chiudere le bancarelle! Così il giro è stato rapido, per consolarmi ho comunque trovato una bella collana di pietre dure (granato, corniola, onice) lavorate in una maniera “antica”, tutte sfaccettate, proveniente dall'Est europeo.
Ecco perchè a Cividale ho potuto scattare solo foto in notturna!
Invece ci siamo sbizzarriti (sì, tutti e due, perchè finalmente mio marito si è comprato la macchina fotografica nuova!) a fotografare villa Manin a Passariano, ultima residenza dei dogi, poi abitata anche da Napoleone. E' famosissima per il suo splendido porticato ad arco sul davanti...i nobili veneziani così accoglievano gli ospiti, ostentando la loro grandezza già dall'esterno!
Questa villa attualmente è usata per allestire mostre, noi vi abbiamo visitato
“L'età di Courbet e Monet”, che espone molti capolavori degli impressionisti più famosi, mettendoli in collegamento con opere interessanti di pittori della stessa epoca provenienti da altri paesi europei, i quali avevano seguito la “scuola” impressionista, lavorando sia in Francia sia nei loro stati d'origine. Un'occasione per conoscere artisti che di solito restano in secondo piano, oltre che per rivedere opere molto note provenienti da musei di tutto il mondo.
Fine del viaggio. E fine dell'ora legale...siamo proprio solo in attesa del freddo, in questo autunno che sembra coccolarci ancora...
rose d'autunno
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Moran T, Golden Gateway to the Yellowstone
PARENTELA
Fra poche ore si riparte. In camper.
Si va a nord, anzi nord-est, alcuni giorni per andare a salutare e a passare qualche ora qua e qualche ora là, nelle famiglie dei fratelli di mio marito. Non ci sono motivi o necessità particolari, ogni tanto è giusto rivederli.
La pioggia che scende abbondante fuori dalla finestra è in sintonia con la mia voglia di questo viaggio...
Insomma, ne farei volentieri a meno, almeno in questo periodo. Innanzitutto, da quelle parti siamo sempre arrivati a prenderci copiosi temporali, abbondante umidità...e quasi sempre sono ritornata con malanni vari. L'anno scorso, addirittura ero già partita col mal di schiena che lassù diventò infernale e fu domato con dosi massicce di antiinfiammatori , lasciandomi “vivere” solo l'ultimo giorno.
Capisco che mio marito abbia voglia di rivederli con un po' di calma (non come gli arrivi a sorpresa e frettolosi a casa nostra di quello che fa il rappresentante), ma a me spesso questi incontri mettono a disagio. Quando avevamo i figli piccoli era diverso: eravamo tutti più giovani, lassù c'erano le cuginette, eravamo veramente famiglie che si incontravano e passavano ore piacevoli insieme, con i bambini che mettono sempre allegria e voglia di fare...i miei figli hanno bei ricordi di quei soggiorni e, lo confesso, anch'io.
Ma i tempi cambiarono...le “prime mogli” se ne sono andate: separazioni, divorzi...certe caratteristiche di caratteri difficili ereditati hanno prevalso sempre di più, unite a situazioni di vita, hanno messo in crisi anche ...compagne e “seconde mogli”...così che quando si va là non si sa mai cosa ci aspetta sotto questo punto di vista, spesso si passano ore e ore ad ascoltare recriminazioni, sfoghi dell'uno/a o dell'altro/a, non si sa mai se di certi argomenti si può parlare liberamente, occorre barcamenarsi tra il chiedere e l'intuire, il dire e il non dire. Dare pareri, che vengono richiesti, è un rischio...magari poi ti accusano di schierarti per l'uno/a o per l'altro/a.
Io che ho già il mio da fare a comprendere e seguire mio marito a casa mia,
io che in fondo non sono nemmeno troppo equilibrata e cerco con fatica di mantenere una mia serenità, e in questi ultimi mesi ho per la testa altri pensieri,
se avessi voluto e saputo fare la psicologa o la consulente matrimoniale di certo sarei in grado più facilmente di “sostenere” questi incontri, a rischio scontri, familiari.
Anche mio marito ne risente, tutte le volte nel viaggio di ritorno e nei giorni successivi è più nervoso, più antipatico, assume certi atteggiamenti “di famiglia” che per fortuna la lontananza nel resto dell'anno poi attenua. Questa volta, accordandosi al telefono, ha detto però che sì, passiamo da loro, però avendo il camper vorrebbe anche girellare un po'... per disintossicarsi, ho pensato io!
Bene, è ora di fare le valigie...e di armarsi di pazienza, tanta pazienza, perchè dovrà durare quattro o cinque giorni!
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RITORNO
ALLE
RADICI
Era da fare anche questo viaggio, insieme a quest'incontro.
Fra le carte raccolte in casa della mia mamma, (le sto riordinando e ne avrò ancora per chissà quanto...) ho ritrovato qualcosa, foto, cartoline, che abbiamo deciso insieme, io e mio fratello, di rendere a parenti che, secondo noi, avevano più diritto a conservarle come ricordo di persone e vite passate.
Allora oggi ci siamo ritrovate a Bologna, io, una mia cugina e la nostra vecchia zia di 85 anni.
Mia cugina insieme al marito stanno facendo ricerche sull'albero genealogico di famiglia, così sul grande tavolo abbiamo aperto l'enorme foglio zeppo di nomi, date e collegamenti. Vicino un grosso album di foto, vecchie, vecchissime...
e improvvisamente tutti quegli occhi che dalle pagine ci fissavano, così uguali ai nostri e così lontani nel tempo ci hanno parlato...e ci hanno fatto parlare...ci hanno suggerito ricordi lontani, sempre più indietro, frasi ascoltate dai vecchi quando noi eravamo piccolissime...
Ognuna di noi aveva una grande voglia di raccontare e di chiedere, di confrontare...come se ognuna possedesse solo alcune tessere di un puzzle che soltanto con le tessere delle altre si poteva completare e noi eravamo lì proprio per questo, lo sentivamo come un compito importante, per poter capire...che cosa? Non so esattamente, forse il nostro io più profondo, il perchè ora siamo in un certo modo e non poteva essere che così, se dentro di noi abbiamo le tracce di quel passato...
A ciò che sapevo ho aggiunto date più precise, la storia della casa della mia infanzia, quella col giardino dei finti contini, si è arricchita di nuovi episodi,
buffi (come i tre fratelli, di cui mio padre era il maggiore, che nel freddissimo inverno del 1929 uscivano dalla finestra del primo piano buttandosi sui mucchi di neve)
o tragici (nella seconda guerra mondiale durante l'occupazione tedesca il pian terreno era diventato la stalla per i soldati occupanti, immagino la vita dei miei familiari ai piani superiori...poi le bombe, alla fine la casa da restaurare!).
Ho avuto altre notizie sulla passione del mio babbo per il teatro: per anni con suo fratello aveva recitato in una piccola compagnia teatrale di Bologna, lui era specializzato nelle parti comiche...
Altri misteri si sono infittiti:
come si chiamava il fratello del nonno emigrato in Brasile? Per quale strano motivo io e mia cugina conosciamo questa storia, mentre mia zia, più vicina all'epoca del fatto, dice di non saperne nulla?
E il parente di cui porto il nome, morto nel 1945 poco dopo la liberazione in circostanze misteriose e mai più ritrovato? Avevo ricercato notizie, mi pareva di aver individuato qualcosa...motivazioni, personaggi anche conosciuti che avevano a che fare...invece sembra che fossero solo strane coincidenze, il mistero rimane...
L'anziana zia è rimasta l'unica nostra fonte, si ricorda tanti aneddoti ed è piacevole ascoltarla...
Pian piano attorno a noi si affollano affettuosi fantasmi che mi fanno sentire amata e coccolata, mi accompagnano come mi accompagnavano quando ero piccolissima,
davo la manina alla nonna Sofia (che in realtà era mia bisnonna),
ascoltavo le opere liriche con papà e canticchiavo con lui “Va pensiero sull'ali dorate”,
passavo nell'appartamento a fianco a salutare la zia e leggevo i suoi libri della “Scala d'oro”,
con mio cugino dalla vasca pescavo i pesci rossi del nonno,
accarezzavo il cagnone nero Lord che apparteneva a tutta la grande famiglia e che era così grande ... ma forse ero io più piccola di lui a quell'epoca...
Vorrei passare ai miei figli, ai miei nipoti tutto questo...
Ma ancora tante tessere del puzzle mancano all'appello...voglio tornare più spesso dalla mia vecchia zia.
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...DA UN WEEKEND
D'AUTUNNO
IN CITTA'
C'è chi visita il mercato dell'antiquariato...
...chi prende l'ultimo sole insieme agli antenati.
I creativi fanno le bolle di sapone...
...oppure vanno al Festival della Creatività
orti creativi
il tappeto collettivo
la standista
installazione di Giampaolo Talani,
gli ombrelloni della pace
scambi artistici e culturali
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CIPOLLA
"I nostri studenti che vanno male non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione,rancore,rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano,il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo.
Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori. Se non riusciamo a collocare i nostri studenti nell'indicativo presente della nostra lezione, se il nostro sapere e il piacere di servirsene non attecchiscono su quei ragazzini e quelle ragazzine, nel senso botanico del termine, la loro esistenza vacillerà sopra vuoti infiniti. Certo, non saremo gli unici a scavare quei cunicoli o a non riuscire a colmarli, ma quelle donne e quegli uomini avranno comunque passato uno o più anni della loro giovinezza seduti di fronte a noi. E non è poco un anno di scuola andato in malora: è l'eternità in un barattolo."
(da D.Pennac, Diario di scuola, pag.55)
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Guttuso R., Prato d'autunno
AUTUNNO, MI ARRENDO !!!
Dentro di me mi illudevo che continuasse ancora per un pezzo...
la luce è sempre luminosa, le ombre nette,
ma è arrivato il tempo delle ombre che si allungano,
del sole che spunta più tardi dietro a quell'albero,
è il tempo dell'aria fredda che sveglia quando al mattino apro la finestra,
dell'attaccapanni da cui partono le giacchette afferrate al momento di uscire,
ma ormai non bastano più nemmeno quelle,
non bastano nemmeno i sandali leggeri portati senza calze
perchè il freddo parte anche da terra,
Cerco di resistere...ancora oggi, ancora oggi...
ma sto cedendo:
dall'ultimo bucato le magliette sbracciate hanno preso la via dell'armadio.
Già, l'armadio: ho iniziato la rivoluzione,
quella che finora sono riuscita a rimandare:
davanti le maniche lunghe, solo il cotone leggero per ora,
non mi voglio arrendere facilmente,
però i golfini, le felpe...a portata di mano.
La prima giacca di pelle è pronta sull'attaccapanni,
insieme al giaccone dei marinai bretoni per i diluvi improvvisi.
Le calze...passate in rassegna: dovrò ricomprarne di leggere...si rompono subito!
Il cappello di paglia aveva resistito finora: ha fatto il suo dovere col sole e col vento...
I cappellini sono la mia passione, ma quando apro il cassetto di quelli più pesanti
sospiro ugualmente, alla bella stagione che se n'è andata senza scampo...
...per consolarmi potrei comprarmi almeno un nuovo foulard!
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Venerdì scorso sono stata tutto il giorno QUI, a questo convegno:
A SCUOLA NESSUNO E' STRANIERO
Convegno nazionale sull'intercultura nella scuola
Questa volta non dovevo relazionare nulla, sono andata per ascoltare, informarmi e basta.
E' una tematica a cui mi interesso da molti anni, dagli inizi degli anni '90, dalle prime esperienze di alunni immigrati nelle nostre scuole...di strada ne ho percorsa tanta, anzi di strade, perchè le situazioni, le problematiche, le strategie occorre continuamente rivederle ed aggiustarle.
Ora gli “stranieri” nella scuola comprendono per la maggior parte alunni nati qui in Italia, stranieri ancora per la legge, ma in realtà diversi dai coetanei italiani quasi solo per l'origine e la provenienza delle famiglie: questo non risolve automaticamente i problemi di integrazione, ma ne pone dei nuovi e differenti.
E in questo senso il convegno ha affrontato un ampio ventaglio di tematiche:
logicamente il primo apprendimento della lingua italiana,
ma anche la lingua per studiare, cioè come facilitare l'apprendimento dei linguaggi specifici nelle varie materie, soprattutto tenendo conto del fatto che ormai molti ragazzi di origine non italofona frequentano le scuole medie e superiori (ma questa ricerca per facilitare i linguaggi specifici dello studio è utile per tutti, anche per chi l'italiano dovrebbe conoscerlo dalla nascita...).
Sono stati trattati anche aspetti nuovi:
le situazioni nelle scuole dell'infanzia, dove si formano dalle radici le basi per l'integrazione,
le problematiche degli adolescenti immigrati o di seconda generazione, che spesso vivono conflitti complessi, tra la famiglia d'origine, le relazioni con i coetanei, la ricerca di un ruolo all'interno della scuola e della società italiana.
Non ultimo, la necessità di coinvolgere le famiglie di questi alunni nel progetto scolastico e di aiutare la loro partecipazione.
Insomma, problematiche complesse, attualissime e pressanti.
Con grande piacere ho visto che la partecipazione degli insegnanti di ogni età e di ogni ordine di scuola è stata altissima, tanto che avevano chiuso le iscrizioni on-line già da alcuni giorni. Guardando quella marea di persone che gremiva l'auditorium mi sono detta che...c'è speranza, saranno state anche solo una piccola goccia nel mare dei docenti italiani, ma c'è speranza che portino nelle loro scuole di tutta Italia (sì, venivano da tutte le regioni italiane) l'energia e la voglia di lavorare per l'integrazione di questi nostri ragazzi, nonostante le difficoltà in cui si dibatte oggi la scuola e i tentativi di dirigerla verso la competitività e la selezione.
Una delle coordinatrici del comitato scientifico, nonché relatrici al convegno, è stata Graziella Favaro, che fino dagli anni '90 ha messo le sue capacità e competenze di pedagogista al servizio dell'intercultura e continua ad offrirci contributi importanti, sia teorici che pratici, collaborando a varie pubblicazioni per aiutare il lavoro concreto nelle classi. Ecco, mentre parlava io pensavo: “Ma una persona così, non sarebbe il caso di prenderla in considerazione come ministro dell'Istruzione, invece di... Purtroppo, chi sarebbe così adatto fin lassù non ci arriva di certo..."
E applaudendo alla fine del suo intervento mi veniva da gridare: “Favaro for president!”
Nel corso di questa bella giornata ho rivisto diverse persone che avevo conosciuto nel corso dei miei anni di lavoro: non me l'aspettavo che ne avrei ritrovate tante, ne sono stata contenta, nemmeno loro sono scesi dalle barricate. Ognuna di loro mi ha fatto venire in mente progetti, episodi, lotte, difficoltà vissuti insieme, ma anche le soddisfazioni che, nonostante tutto, il nostro lavoro ci ha dato...e dentro mi sentivo una nostalgia che ormai mi faceva commuovere...
Per concludere una giornata così ricca c'è stato il concerto dell'Orchestra Multietnica di Arezzo, con musicisti venuti da tutto il mondo che rielaborano e offrono musiche coinvolgenti...che vengono anch'esse da tutto il mondo: la musica è il primo linguaggio universale e interculturale!
durante il concerto
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I FUNERALI DI STATO
stanno diventando
troppo frequenti.
Pessimo segno !
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ANNIVERSARI
Una collega del gruppo del teatro ci raccontava che pochi giorni prima i suoi genitori avevano festeggiato il 70° (sì, proprio settantesimo) anniversario di matrimonio. Lui ha 97 anni, lei ne ha 92, sono in discreta salute, tanto da poter partecipare alla festa con tutta la famiglia.
Potete immaginare i nostri commenti (penso gli stessi che si staranno facendo i lettori...), tra cui:
“Ma come hanno fatto a sopportarsi tutti questi anni?”
Lei diceva : “Non crediate che sia stato tutto facile, hanno avuto anche loro i periodi negativi...e che litigate! Erano altri tempi, ma mia mamma non è mai stata tanto sottomessa e non gliene ha lasciata correre mezza. Però hanno sempre cercato di ritrovarsi e di rispettarsi...”
Sono d'accordo con questa ricetta, ognuno cambia tanto negli anni, spesso in modo diverso da come vorrebbe l'altro...sotto ai cambiamenti è importante mantenere la voglia di ritrovarsi, anche se a volte accettare le novità e gli imprevisti non è facile e prima dell'approdo si naviga a lungo in acque agitate...
Perchè racconto tutto questo? Non voglio insegnare nulla a nessuno, è solo un modo per annunciarvi che oggi
FESTEGGIAMO 36 ANNI DI MATRIMONIO !
Rispetto a quei due vecchietti siamo ancora a metà strada, ma nel cammino fatto abbiamo cercato di impegnarci!
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IL GRANDE SOGNO
Sono andata a vedere questo film.
Ne avevo sentito dire di tutto e il contrario di tutto.
Io penso che, in un film come in ogni opera d'arte, a meno che non ci siano altre dichiarazioni d'intenti esplicite, l'autore metta sempre la sua visione e interpretazione del fatto che racconta, come lo vive e lo sente lui. Quindi, mi va bene che in questo film non si veda “IL '68”, ma quel pezzetto di '68 che ha vissuto e ha coinvolto il regista quando era giovane...perchè, fra l'altro, raccontare e ancor di più spiegare tutto il '68 ...beh, non credo che sia possibile, almeno con un film.
Così mi sono sentita coinvolta e verso la fine del film ho dovuto asciugare qualche lacrima, cosa che non mi accadeva da tempo in uno spettacolo.
Forse perchè...io c'ero...
Non ho occupato università, non ho partecipato a tante manifestazioni, nessun poliziotto mi ha maltrattato …
Ero tra i “fratellini minori”, quelli delle scuole superiori che ascoltavano, fremevano, discutevano e, soprattutto, contestavano: io avevo amici tra i ragazzi più politicizzati del mio istituto e avevamo ottenuto dal preside l'aula per i “collettivi”, cioè le riunioni per discutere i problemi scolastici che poi si allargavano...E contestavo l'autoritarismo dei profs, l'autoritarismo dei miei genitori che, complice l'età ingrata dell'adolescenza e la situazione, mi vedevano cambiare e ribellarmi ogni giorno di più, temevano che finissi in chissà quali guai...
Così mi sono identificata nella protagonista femminile, in cui ho ritrovato tanto di quello che in quegli anni era il mio mondo:
le regole familiari, il perbenismo imposto per non fare brutte figure, lo scandalo delle amicizie segrete e trasgressive, la timidezza iniziale nel trovarsi in ambienti e situazioni così diverse dalla tranquilla vita di brava ragazza, la riflessione e la scoperta di idee per le quali poteva valere la pena di buttarsi a cambiare il mondo...
Io però non andai fino in fondo lungo quella strada...nella vita ci sono snodi che ti fanno improvvisamente cambiare direzione, anche il mio carattere probabilmente non è abbastanza forte per farmi ribellare troppo...ma ciò che avvenne in quei mesi senz'altro mi ha segnato nel resto della mia vita...e non in modo negativo: in quel momento era proprio un GRANDE SOGNO, ma qualche PICCOLO SOGNO direi che nel mio futuro ha continuato ad esistere...
Guardando il film ho sentito fortemente anche l'angoscia dei genitori, soprattutto nella parte finale: ora che ho avuto figli anch'io posso immaginare cosa provavano i nostri genitori in quei giorni,
lo sconvolgimento della realtà in cui avevano sempre creduto, la difficoltà di capire perchè si dovessero cambiare quelle regole, la preoccupazione di ciò che sarebbe accaduto giorno per giorno ai propri figli contestatori...
...noi genitori vorremmo sempre proteggerli, i figli, ma lasciarli camminare sulle proprie gambe vuol dire accettare anche i rischi e non è affatto facile: puoi parlare, spiegargli, cercare di chiarire, consigliare...poi saranno loro a scegliere e non sempre come avremmo voluto, ma non è detto che non abbiano ragione loro...
“Tu non sai quanto ti ho amato e quanto avrei potuto amarti, ma questo non è il tempo” qualcuno dice nel film: viviamo esperienze e incontriamo persone che avrebbero potuto farci vivere diversamente, ma quello non era il momento, era troppo presto o troppo tardi...o forse è solo un rimpianto e una scusa per non dover giustificare troppo le scelte di vita che abbiamo fatto, che probabilmente erano le uniche possibili e adatte a come siamo e a come eravamo...
Come al solito, non ho inteso fare una critica o dare un giudizio sul film, solo raccontare esperienze e sensazioni...
Qualcun altro, dei lettori più...in età, ha visto il film?
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CERAMICA, AMORE MIO !
Sono giornate splendide, anche troppo calde per il periodo, ma...è bello godersele e approfittarne per stare all'aperto!
Per esempio, andare per fiere e mercatini...
Oggi e domani a Firenze c'è la fiera della ceramica, e si unisce, nella stessa bella piazza della SS.Annunziata, al mercatino biologico che si tiene il primo week end in alcuni mesi dell'anno.
Io ADORO la ceramica
...a scuola mi piaceva fare questi laboratori con i bambini, mi piacerebbe tanto anche seguire un corso per imparare seriamente le tecniche.
Io e mio marito durante i nostri viaggi siamo irresistibilmente attratti dagli oggetti di ceramica, ne abbiamo comprati tanti ...anche troppi, ormai non sappiamo più dove sistemare in casa vasi, vasetti e statuine...
Dovremo fare come certi musei, che li espongono a rotazione!
Insomma, stamattina io sono stata a questo mercato. Mio marito non ha voluto accompagnarmi perchè diceva che se vedeva qualcosa che gli piaceva non sarebbe riuscito a trattenersi dal comprarlo...
Ci sono oggetti bellissimi, ma purtroppo hanno certi prezzi! Scoraggianti per i nostri redditi...
E allora...via con le foto! Che ne dite di queste cosucce...? Oltre il solito vasellame...
Poi, per concludere, un assaggio di prodotti stagionali...
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2 OTTOBRE
FESTA DEI NONNI
Quest'anno sono, anzi siamo, tra i festeggiati!!!
E un affettuoso augurio a tutti i nonni e le nonne che frequentano o passano per caso in questo blog.
Ma che nonni siamo? Così.....
O forse così.....
ore 22.45: per rimanere in tema, una mia amica, già nonna, mi ha mandato un messaggio: proprio oggi le è nato un altro nipotino!
AUGURI
al piccolo Tommaso, al suo fratellino Giacomo, ai genitori e ai nonni!
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
Inviato da: la.cozza
il 10/07/2024 alle 09:57
Inviato da: atapo
il 23/03/2024 alle 19:21
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 15/03/2024 alle 11:02
Inviato da: atapo
il 21/01/2024 alle 23:41