Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 26/10/2013
CIAO PARIGI
26 settembre (un mese fa!)
Dopo aver fatto colazione, riempito e chiuso (a fatica) le valigie, depositate le stesse in custodia all'albergo, abbiamo ancora qualche ora a disposizione prima di avviarci stracarichi, da una linea di metropolitana all'altra, verso la gare de Lyon.
Mi sono conservata una meta proprio per questo ultimo tempo, una meta vicina all'hotel in modo da girare a piedi e non rischiare ritardi per il ritorno... Spero solo che il cielo un po' grigio evolva verso il sole, o per lo meno non preceda un diluvio... perché staremo all'aperto, andremo al Parc Monceau.
Io sono un'appassionata di giardini, Parigi ne ha molti, alcuni sono famosissimi, altri restano in secondo piano e i turisti che arrivano per la prima volta non li vanno a cercare: nelle guide spesso sono liquidati in poche righe. Però il culto che i Francesi hanno per il verde e per i fiori (ogni anno c'è il concorso che assegna fiori di merito alle villes fleuries) fa sì che anche i giardini minori siano interessanti e degni di una visita.
Il Parc Monceau nacque nella seconda metà del 1700 per volontà del Duca di Chartres. Doveva essere un luogo di meraviglie, con costruzioni di tutti i tipi e copiate da tutte le epoche. Fu rimaneggiato fino alla fine del secolo successivo ed ora è senz'altro un giardino suggestivo, con vasti prati, alberi centenari e spettacolari, alti cespugli, grandi aiuole fiorite e coloratissime spesso organizzate in modo da creare installazioni di piante e fiori che hanno il titolo scritto davanti, come se fossero delle pitture o sculture vegetali.
Molte delle costruzioni originarie non ci sono più, ma ci sono tante statue e resta il laghetto dove arriva un ruscello che parte da una collinetta rocciosa tra rovine antiche. Si sentono canti di molti uccelli diversi, è un'oasi tranquilla circondata da boulevards e palazzi signorili. Pare che Marcel Proust amasse passeggiare nei suoi viali... e anche per noi la passeggiata è molto piacevole!
Verso mezzogiorno il pubblico si infittisce: da una scuola vicina arrivano tanti bambini che escono per l'intervallo del pranzo e con le loro mamme fanno pic-nic sui prati, è uno spettacolo molto grazioso.
Poco dopo, dalla stessa scuola, quelli che hanno pranzato alla mensa escono, “occupano” una zona del parco e fanno la ricreazione lì tra gli alberi maestosi. Che fortunati ad utilizzare un parco storico per i loro giochi!
Intanto ogni panchina si riempie: sono operai e impiegati usciti dai luoghi di lavoro col sacchetto di carta di varie rosticcerie e... pranzano con calma, all'aria aperta. Ecco, siamo immersi nella vita quotidiana di un quartiere parigino!
Ma anche a noi viene fame: nei soliti giornalini ho letto la presentazione di un piccolo ristorante poco lontano dal parco, andiamo a cercarlo e lo troviamo al momento giusto: tutti i lavoratori che vi hanno pranzato stanno uscendo e c'è posto per noi, così concludiamo degnamente i nostri pasti parigini: le lodi scritte sul giornalino sono ampiamente meritate!
Il seguito è solo la storia del tranquillo rientro in Italia col treno notturno...
E' finita anche questa parte di viaggio, dico arrivederci a Parigi con una lista ancora lunga di luoghi da vedere e da rivedere...
In fondo a riempire una settimana si fa molto presto e questa città vista insieme al marito è tutta un'altra cosa dallo starci da sola, come ho avuto la fortuna di fare diversi anni fa: io ora spesso mi muovevo “a pelle” o con solo un'occhiata rapida alla mappa, forse perchè ormai la sento mia, lui non si fidava dei miei suggerimenti e doveva continuamente controllare e ricontrollare cogli occhi sul navigatore del cellulare, perdendosi così molti colori e forme e bellezze dei luoghi attraversati...
Avrei voluto scoprire le emozioni di una certa Parigi artistica e letteraria, di ricordi e atmosfere in cui avrei risentito in me racconti e parole... Hemingway prima di tutti stavolta, dato che da poco ho letto “Fiesta mobile”, ma stavolta la rive gauche l'abbiamo trascurata... LUI non capisce come si possa correre dietro a parole, a storie del passato...
Pazienza! Ogni viaggio ha un suo senso particolare, anche se torni dove sei già stato molte volte...
E anche a Parigi bisognerà tornare.
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