Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 29/10/2018
COMPAGNE DI BANCO
la scuolina in Burkina
No, non parlerò oggi di lontani ricordi scolastici, il BANCO di cui si parla qui sopra non è un banco di scuola, ma è un banco del mercato! Si tratta dei mercatini che ho ricominciato a fare più o meno ogni mese per smaltire soprattutto gli oggetti delle eredità di madre e suoceri… ce ne sono ancora tanti! Poi ci aggiungo qualcosa di mio che non mi serve più, ma che comunque è sempre una minima parte.
Dunque dal giugno scorso dietro al banco non sono più sola, ho trovato chi mi fa compagnia con qualcosa di suo in vendita.
La prima è una ragazza mia collega attrice del gruppo degli Spostati. Ragazza… di quarant'anni, l'età dei miei figli e come una figlia mi viene da considerarla. Non è sposata, ha un amore coetaneo un po'… problematico, è disponibile, simpatica e allegra. E questo è importante: convivere dietro lo stesso tavolo un giorno intero deve essere un'esperienza positiva, altrimenti sai che stress!
Era incuriosita, ha detto che voleva provare… e son già due mercati che facciamo insieme. Qualcosina è riuscita a vendere anche lei, ma dice che non è questo il suo scopo principale, viene soprattutto per passare una giornata diversa.
Così quattro occhi a controllare son meglio di due, facciamo un po' di chiacchiere, si può fare una alla volta un giro per il resto del mercato a sgranchirsi le gambe e a cercare qualche occasione per noi.
Poi c'è una signora poco più giovane di me, che è un personaggio molto particolare: l'ho conosciuta tramite quei gruppi di Facebook in cui si cercano o si mettono in vendita le cose. Lei pubblicizzava un'iniziativa benefica, un gruppo di famiglie che attraverso varie iniziative sostiene una piccola scuola in un villaggio del Burkina Faso, io due anni fa andai da lei a comperare alcuni oggetti di artigianato africani per fare regali di Natale e così sono iniziati i nostri contatti, fino a quando in giugno e in settembre le ho offerto di condividere il mio banco al mercato per vendere ciò che aveva disponibile per aiutare la scuolina: oggetti africani, oggetti anche molto belli lasciati da altre persone, abiti e accessori di abbigliamento donati da un negozio lussuosissimo del centro di Firenze. Oltre ad aiutare la scuolina è anche volontaria a Mani Tese e fin qui non sarebbe niente di particolare, ma questa signora fa tutto questo solo… nei mesi estivi. Perchè per il resto dell'anno lei vive a… Panama! Sì, proprio Panama, oltreoceano! E non è finita: laggiù vive col marito in una barca! E nelle lunghe ore di chiacchiere dietro al banco mi ha raccontato che ora sono fermi là perché gli anni cominciano a farsi sentire, ma prima hanno passato molti anni in barca gironzolando per gli Oceani. Non sono riuscita a chiederle come campavano, mi riprometto di farlo l'estate prossima, perché a fine settembre è ripartita, lasciandomi in eredità un leggerissimo e comodissimo tavolino pieghevole per esporre la merce: non sapeva come sdebitarsi per le due occasioni che le avevo offerto. Insomma, una donna avventurosa che, naturalmente, mi ha incuriosito molto!
Da Panama stavolta aveva portato anche delle bellissime pezze di stoffa ricamate e intarsiate in modo molto particolare dalle donne indigene di villaggi poverissimi: là li usano per ornare gli abiti, qui, con l'inventiva della mia amica, alcuni sono già diventati parti di borse, borsellini, copricomputers, quadretti, altri venduti sfusi per sbizzarrire la fantasia nel trovare gli utilizzi e dovevate vedere come incuriosivano i compratori! Il ricavato della vendita l'avrebbe riportato alle donne. Uno l'ho comperato anch'io e penso di applicarlo sul davanti di una t-shirt. Si chiamano “molas” e ogni disegno ha un significato. Cercateli in internet, vedrete che meraviglie!
molas di Panama
E così, questo mio nuovo lavoro si sta evolvendo, riorganizzando… e di questo consorziarsi chi si avvantaggia è mio marito che ringrazia, perché non gli chiedo più di stare almeno un poco dietro al banco con me a farmi compagnia e ad aiutarmi.
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