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IL RITORNO

Post n°1805 pubblicato il 06 Febbraio 2022 da atapo
 

NERONE




Sono state settimane in cui il giardino era visitato soltanto da uccelli di varie razze e dimensioni, alla ricerca delle briciole scrollate dalla tovaglia, delle palline di semi nelle retine che appendo ai rami spogli degli alberi, dei lombrichi che fanno capolino dal terreno bagnato per finire in fretta nel becco dei merli e forse anche delle gazze. Mi mancava la presenza silenziosa di Leo, il gattone della cui triste storia ho raccontato qui, prima di Natale.

Poi, furtivamente, è ricomparso Nerone, il gatto con la coda rotta, piegata ad angolo, che frequentava il giardino prima di essere spodestato da Leo, in una notte di combattimento.

Forse l’odore di Leo non si sente più, adesso. Non era molto socievole Nerone, scappava a razzo se un umano usciva in giardino, del resto è nato selvatico, da piccolo veniva a giocare nel mio giardino con la sua mamma, aveva già la coda rotta e per questo si riconosce, crescendo non ha certo avuto occasioni di interagire con gli umani!

E’ sempre talmente seminascosto tra le piante o in fuga rapidissima, che non sono mai riuscita a vedere se ha la famosa punta di un orecchio tagliata, sarebbe il segno che appartiene a qualche colonia felina dei dintorni. Ma, sinceramente, ho forti dubbi anche su questa minima e opportunistica forma di addomesticamento.

Però dalla sua ricomparsa una volta si è soffermato vicino alla casa mentre noi eravamo dietro al vetro della porta finestra a guardare i passeri che si erano precipitati a mangiare le briciole di pane. E Nerone stava lì e ci fissava: credo fosse combattuto tra la paura di noi così vicini e la voglia di lanciarsi sui passeri a fare una strage.

Poi qualche giorno fa, mentre stendevo il bucato sotto il portico, lui è arrivato, con l’intenzione di percorrerlo, il portico, ma c’ero io! Mi aspettavo la solita fuga precipitosa, invece stavolta si è fermato ad osservarmi, meditava cosa fare? O era curioso? Dopo pochi minuti, in cui gli ho detto qualche parola, ha fatto dietro front e con calma dignitosa è tornato da dove era venuto. Ho pensato che c’è stato un minimo di contatto, finalmente!

E’ molto diverso da Leo: quello era sottile, slanciato, un vero leopardo, Nerone è nerissimo, basso, cicciotto, con le zampotte corte e un gran testone tondo. Chissà se è maschio o femmina, non saprei dirlo, dal testone sarei per il maschio, ma non ho avuto mai l’onore di vedergli il di dietro... Ho detto a mio marito che quando va in fondo al giardino, in un angolo dove tiene ammucchiati vari attrezzi, sacchi di terra, vasi inutilizzati, deve controllare lì in mezzo: se fosse una femmina, sarebbe un posto adatto per partorire, mi ricordo cosa accadeva quando ero piccola in un luogo simile nel mio giardino.

Ora abbiamo potato abbondantemente tutte le siepi e quando arriva si nota più facilmente. A meno che la mancanza di ripari vegetali non lo faccia smettere di gradire l’ambiente, ma questo mi dispiacerebbe molto: ricordo che in zona c’è anche il rischio topolini e lui (o lei) ci fa proprio comodo. Per ora, anche se non lo vediamo spesso, continuiamo a trovare i segni della sua presenza: purtroppo ha una brutta abitudine, fa la cacca nell’erba alta e non la ricopre. Questo manda in bestia mio marito, io gli dico: -Vedi, dovresti tagliarla più spesso!-

Nessun altro gatto che ha frequentato il giardino faceva così: credo che la mamma di Nerone sia morta troppo presto, prima di avergli insegnato tutte le regole di buona educazione felina, almeno così ho letto a proposito degli apprendimenti dei micini. Povero Nerone!

Vedremo come proseguirà la storia.

 

 
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