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FUERTE 2

Post n°922 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da atapo
 

 

STORIE di MONTAGNA

 


 

Dalle foto nel post precedente vi sarete fatta un po' l'idea di come sia Fuerteventura. E' un'isola vulcanica, nata da eruzioni durante varie ere geologiche, le ultime sono state all'inizio del Quaternario ed ora non ci sono più fenomeni attivi. Però la sua geologia conserva le tracce di questi sconvolgimenti passati, praticamente è tutta una serie di colate laviche e di caldere di antichi vulcani.

 

tra i vulcani del nord

enorme caldera

 

catena montuosa nel sud

 

Non sono monti alti, al massimo arrivano sugli 800 metri, però creano paesaggi suggestivi e per niente monotoni, le terre e le rocce sono di molte tonalità a seconda dei minerali che contengono: basalti, lave, calcari, sabbie fossili...

 

 

Vi crescono quasi dappertutto licheni (segno di aria pulita, nessun inquinamento) molto colorati, sul giallo, arancione, e prati di piantine grasse verde brillante, oltre naturalmente a varie specie di cactus tra cui due tipi di “cardon canario” che vivono solo su queste isole.

le piantine grasse

 

Ci sono i barrancos, crepacci o canaloni dove la lava una volta correva ed ora è pietrificata in forme fantastiche, le strade o più spesso le piste li superano aggirandoli in serie infinite di curve...

Noi ogni giorno sceglievamo una direzione, alcune mete approssimative e partivamo ad esplorare, sapendo che le sorprese del percorso e delle bellezze da vedere ci avrebbero scandito le soste rendendo inutile programmare nel dettaglio i tempi di viaggio...l'importante era non ritrovarsi ancora in mezzo al buio dei monti dopo il tramonto, perchè essendo sul tropico il crepuscolo non esiste e la notte arriva rapidissima.

Nel nulla di quei monti regnano incontrastate le capre, greggi allevati allo stato brado o gruppi selvatici: la capra è l'animale simbolo dell'isola, ispirazione per souvenirs di ogni tipo e...condita in tutte le salse nei ristoranti dei paesi dell'interno: anche noi l'abbiamo gustata, naturalmente. Io ho anche comprato tre cabritos di peluche per i nipotini...

 

nel nulla, le capre

L'isola è abbastanza ventosa e si vedono molti mulini a vento, nelle fattorie e nei paesini.

 

 

Uno di questi, il Mulino di Antigua, è famoso perchè insieme agli edifici tipici che gli stanno intorno è stato trasformato in museo e non solo. Si visita l'interno del mulino in cui una volta veniva macinato il gofio, cioè cereali tostati che ancora oggi sono alla base di molti piatti delle Canarie. Si può passeggiare nel bel giardino di palme e piante grasse, si visitano sale che spiegano la geografia, la geologia, le piante e gli animali dell'isola, poi un museo sugli scavi archeologici con tanti reperti tra cui uno scheletro di uomo e uno di bambino, molto completi e ben conservati, un' esposizione antropologica in cui viene spiegata la vita dei primi abitanti dell'isola che si suppone siano arrivati dall'Africa in varie epoche, chiamati Mahoreros, della stessa razza dei Guanci di Tenerife. Pare che fossero molto golosi dei molluschi marini, i cui gusci fossili, resti degli antichi pasti, ora si possono ritrovare numerosissimi anche sulle montagne: ecco forse svelato il mistero della distesa di conchiglie, che sembravano fossili, ritrovate qualche giorno prima dentro la caldera di un vulcano!

E insieme a tutta la cultura c'è il bar, il negozio di artigianato (molto raffinato, al mulino c'è la scuola di artigianato locale) e di souvenirs, infine la terrazza per prendere il sole guardando un panorama di ondulazioni di monti dalle mille sfumature di colore.

Tutto questo per la modica cifra di 2 euro...e non dico altro!

 

il mulino di Antigua e il suo giardino

 

lavorazione delle foglie di palma

 

Un giorno, durante i nostri giri, affacciati sollo strapiombo di un barranco con grande meraviglia abbiamo visto che le pareti erano ricoperte di piante rigogliose e verdissime, tra cui volavano sconosciuti uccelli azzurri. Pareva una visione, un miraggio, tanto era in contrasto con l'arsura intorno: “Laggiù forse c'è acqua” ci dicevamo.

 


 

Intanto risaliva la china pietrosa uno strano personaggio, abbigliato tipo Indiana Jones, ci dava l'idea che fosse un contadino vista l'abilità con cui si muoveva sul pendio scosceso. Quando è arrivato in cima, cioè vicino a noi, ci siamo accorti che era una donna, parecchio brutta in verità.

Potremmo chiederle informazioni...” ha detto la mia amica ed io mi sono “buttata” col mio spagnolo fai-da-te: “Por favor, senora...”

Lei è stata gentilissima e con le parole e i gesti ci ha spiegato che c'era, sì, un corso d'acqua, che più avanti era pieno di uccelli acquatici, anatre, aironi, ecc...anche una coppia di ibis...che gli uccelli azzurri erano un tipo di piccolo falco. Però si scusava perchè non era molto esperta in piante ed animali, dato che il suo campo di interesse era differente: era antropologa e lavorava per l'università! Altro che contadina! Certo più vicina ad Indiana Jones...

Non siamo scesi, non eravamo abili come lei. Siamo andati invece (ancora chilometri di strada e pista) alla foce di questo “fiume”, allo sbocco del barranco sulla spiaggia Los Molinos: l'erba (piantine grasse) cresce fitta e ci sguazzano le anatre per niente timorose. L'unico corso d'acqua, se ben mi ricordo, che abbiamo visto sull'isola.

 


 

Un'altra volta ci eravamo fermati ad un mirador (belvedere) in mezzo ai monti.

I miei tre compagni di viaggio si erano inerpicati su per una salita fino in cima ad una punta rocciosa, per ammirare un panorama ancora più ampio. Io mi ero fermata accanto all'auto perchè tirava parecchio vento e non me la sentivo di affrontare la salita. Rimanendo ferma e zitta, speravo di avere fortuna e di farmi avvicinare dagli scoiattoli, come prometteva il cartello.

 


 

E' arrivato un pulmino da cui è sceso un gruppetto di grasse e anziane signore tedesche, guidate da un loro coetaneo che pareva spagnolo. Mentre queste si sparpagliavano a scattare foto, lui agitava in aria una bottiglia di plastica dell'acqua minerale, piena per metà di sassi, facendo un suono ritmico che si spargeva per tutte le valli. Io lo osservavo molto incuriosita. A un tratto, sempre agitando la bottiglia, ha guardato più attentamente un punto lontano tra i monti e ha cominciato a gridare in tedesco: “Viene! Viene!” Le signore si sono riavvicinate.

Chi stava arrivando...da chissà dove?

Un enorme corvo planava elegantemente ed è atterrato vicino alla guida, che da un sacchetto ha estratto qualcosa, forse frutta secca o mangime e l'uccello ha cominciato a becchettare dalla sua mano, con molta calma e signorilità. Naturalmente foto su foto da parte di tutti i presenti, me compresa, finchè il corvo sazio si è alzato in volo sparendo pian piano tra i monti.

 


 

Tornati gli altri, ho raccontato loro cosa si erano persi ed abbiamo ripreso il viaggio. Ci siamo fermati ad un mirador successivo, sempre attratti dai panorami. Ed ecco che è atterrata una coppia di corvi enormi vicino a noi, si sono lasciati avvicinare sempre di più fino a guardarci negli occhi. E non avevano affatto intenzione di allontanarsi... Ce ne siamo andati prima noi, visto che avevamo ancora molta strada e molte curve davanti a noi e il tramonto si avvicinava.

 

 

 

E allora vi lascio con un tramonto a Fuerte: il sole spariva illuminando la montagna sacra di Tindaya.

 


 
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RICORDI DI FUERTE

Post n°921 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da atapo
 

 

STRADE e PISTE

Lo confesso, non so da dove cominciare. Sto sistemando le mie foto, elimino in modo impietoso quelle in cui trovo difetti al primo colpo d'occhio e nonostante tutto ne restano una marea...e mentre faccio questo lavoro tornano i ricordi, si rinnova la meraviglia per quella natura così ricca, così intatta, così forte nei colori e nei contrasti, una scelta si fa difficilissima e temo di non riuscire ad esprimere ciò che vorrei.

Sono convinta che sarebbe stato meglio avere la possibilità di una cronaca laggiù, giorno per giorno, allora avreste scoperto insieme a me e tutto sarebbe stato più vivo...

Ora come fare? Per giorni? Per tematiche? Mah! Probabilmente ne verrà fuori una gran confusione...

Ma devo decidermi...

La coppia dei nostri amici sono arrivati la sera dell'11 gennaio, avevano noleggiato la macchina come d'accordo e dal mattino seguente abbiamo cominciato le esplorazioni. Io alle saline avevo comprato un libro su Fuerteventura, una guida un po' particolare, turistica ma anche scientifica, con molte informazioni geologiche, naturalistiche, antropologiche, con belle illustrazioni e descrizioni dettagliate di molti percorsi per scoprire le bellezze dell'isola.

Ma non è tutto semplice come sembra...

Fuerte, come ho già detto, è ancora abbastanza “primitiva”: non ci sono autostrade,

ci sono strade principali tenute molto bene,

 


 

strade secondarie che conservano tracce di antiche asfaltature,

 


 

infine ci sono LE PISTE !

 


 

Quando andammo sei anni fa e noleggiammo l'auto per tre giorni, mio marito non volle andare per le piste, temendo di avere danni che poi l'assicurazione non copriva, e ci precludemmo il meglio. Stavolta invece il nostro amico ha fatto l'assicurazione “casco” che copre tutto, dunque...via! All'avventura!

Indubbiamente affrontare le piste è molto più emozionante e ti porta dappertutto, o quasi...perchè alcune piste che all'inizio paiono accessibili ad un tratto diventano adatte solo ai quad e alle bici da cross. Comunque la maggior parte sono tenute bene e percorribili senza troppe difficoltà. Ho letto che è una scelta di politica ambientale locale: mantenere bene le piste evita che i mezzi a motore si cerchino la strada dappertutto rovinando la vegetazione e la natura di quei luoghi quasi intatti.

Il fatto è che all'inizio non sai come sarà, le sorprese le trovi lungo il percorso! Nemmeno la mia guida è molto chiara in questo senso, perchè prevede che quei percorsi vengano fatti soprattutto A PIEDI (!), ma al secondo giorno avevo già capito che se indicava “difficoltà bassa” in qualche modo ce la potevamo fare anche con l'auto. Invece alle difficoltà media o alta era meglio lasciar perdere.

La prima esperienza di PISTA non fu molto felice: al ristorante dove pranzammo, vicino al punto di partenza, chiedemmo al cameriere: “Si può andare con la macchina?”

E lui: “Che macchina avete? Fatemela vedere.”

Gli mostrammo la Toyota e lui scosse la testa con espressione sconfortata: “ Non credo, c'è una salita...”

Noi affrontammo lo stesso, incuranti e baldanzosi, la nostra prima avventura e proprio perchè era la prima non riuscivamo nemmeno ad orientarci sulla guida anche perchè distratti dalla sorpresa dei paesaggi che mutavano ad ogni curva... Dopo vari chilometri di polvere e di sassi arrivammo alla famosa salita...solo da guardare e fotografare perchè faticavano ad affrontarla anche alcuni turisti che salivano a piedi...

(vedete sulla destra la super-salita?)

Con qualche manovra quasi nella sabbia (perchè eravamo affacciati su una deliziosa spiaggetta) riuscimmo a fare dietro front, tornammo indietro mentre le capre selvatiche sembravano ridacchiare al nostro ritorno...


 

Prendemmo la strada normale che con un lungo giro ci portò rapidamente alla spiaggia di Pozo Negro e all'omonimo paesino, che era il punto di arrivo anche della pista. E guardando meglio sulla guida scoprimmo che Pozo Negro si trovava proprio dietro il monte su cui si arrampicava quella salita: ce l'avevamo quasi fatta!

 

Un asinello sembrava prenderci in giro: come mezzo di trasporto meglio lui della Toyota!


Però ne valeva la pena di arrivarci in qualche modo a Pozo Negro, non vi pare? E questo fu solo il primo...

Nei giorni successivi andò meglio, un po' perchè avevamo capito come funzionava la faccenda, un po' perchè la suerte ci è stata favorevole, bisogna riconoscerlo.

 
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A FIRENZE

Post n°920 pubblicato il 23 Gennaio 2013 da atapo
 

 

A CASA

Sono rientrata a Firenze. Un ritorno più lento del normale, perchè l'atterraggio era previsto a Verona alle 23, quindi abbiamo deciso di fermarci a dormire una notte a Bologna nella casa dei miei suoceri. E' andata a finire che siamo rimasti lì altre 24 ore: c'erano cose da sistemare, cose da prendere, telefonate da fare ai miei cognati per accordi urgenti...e così siamo ripiombati subito in quell'atmosfera per nulla positiva che sta circondando la questione “eredità”.

Abbiamo fatto male a fermarci, dovevamo prenderci ancora qualche tempo tutto nostro per un rientro più morbido nella vita di tutti i giorni.

Io già da molte ore prima della partenza provavo una malinconia struggente...per la vacanza finita, per lo stress che era visibilmente calato nel corso dei giorni, per quell'isola che mi ha così tanto affascinata... come se fosse un amico che dovevo abbandonare senza sapere quando lo incontrerò di nuovo.

Ultimamente trovo che sono molto sensibile agli abbandoni, alle cose che si concludono, agli addii, anche agli arrivederci... e porto con me a lungo tristezza e nostalgia.

Internet che a Fuerte funzionava malissimo e che a Bologna non c'è, il cellulare che si era scaricato nel viaggio di ritorno e non potevo ricaricare perchè mio marito non si ricordava più in che valigia o zaino aveva messo l'attrezzatura e mica si poteva riaprire tutto a Bologna...insomma, la malinconia del rientro ormai mi soffocava, mi sorprendevo a pensare a come sia ormai dipendente da tutte queste diavolerie che comunque mi consentono di stare con gli altri, di sapere ciò che accade e come procedono le faccende in cui sono coinvolta (tipo i teatri)...in una parola, mi fanno compagnia. Così ho saputo solo oggi che mia figlia è caduta col motorino a causa del ghiaccio ed è a casa in infortunio (danni a un ginocchio, sembra non troppo gravi), che domani avrò una prova extra al teatro in italiano, che con mio marito saremo impegnati prestissimo anche nelle prove tecniche per la colonna sonora dello spettacolo. C'è già di che riempire l'agenda dei prossimi giorni, oltre naturalmente all'ordinaria amministrazione dei dopo-viaggi: lavatrici, riordini, bollette da pagare, posta arretrata... Aspetto che mi vengano scaricate le foto dal portatile SUO al computer MIO, allora potrò rievocare i ricordi e raccontarvi, perchè con le immagini è tutto più bello! E potrò finalmente lavorare qui tranquilla, senza averle LUI sempre alle spalle, come un avvoltoio in agguato...

 
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INIZIO

Post n°919 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da atapo
 

SCHEGGIA D'AFRICA


I nostri amici sono ripartiti da poco e noi abbiamo ancora alcuni giorni da trascorrere qui a Caleta, saranno giorni più riposanti della settimana appena trascorsa...

 

Il collegamento a internet fa davvero schifo, così neppure stavolta ho potuto raccontare le nostre esplorazioni giorno per giorno, per farvi partecipi delle avventure in questa isola straordinaria, nè mettere le foto come avrei voluto... Pazienza! Saprete tutto pian piano, temo che dovrete aspettare quando sarò rientrata in Italia.

 

All'inizio della vacanza, prima che arrivassero gli amici, per alcuni giorni eravamo senza auto così ne abbiamo approfittato per conoscere con calma il paesino che ci ospita, Caleta de Fuste. Si trova circa a metà dell'isola sulla costa est, quella rivolta verso l'Africa.

 

Già, l'Africa èa 90 chilometri, Fuerteventura è una scheggia d'Africa in mezzo all'oceano, il suo territorio è quasi completamente arido, con zone proprio desertiche come il vicino Sahara, le cittadine sorgono in alcune oasi all'interno oppure sulle coste, le zone turistiche sono distanti l'una dall'altra, si stanno sviluppando attorno alle baie e alle spiagge più attraenti dell'isola. C'è il rischio che un turismo selvaggio possa deturpare di costruzioni e infrastrutture,qualche traccia qua e là è già presente, ma per fortuna sono rare e per la maggior parte le zone di hotel e strutture turistiche sono ancora a misura "umana" e non hanno raggiunto l'intensità tipo riviera adriatica, come purtroppo capita spesso a Tenerife e a Gran Canaria. Magari la crisi economica sarà un bene in questo caso...




Gli edifici sono quasi tutti a due o tre piani, c'è poco traffico, Fuerte è un luogo per chi ama la tranquillità, pur con tutto ciò che serve (magari migliorando un poco i collegamenti internet...), per chi ama la natura, i grandi spazi e...l'avventura! E di questo avremo modo di riparlare...

 

Insomma, i primi giorni quasi da veri pensionati, alla scoperta degli angoli suggestivi, dei bei giardini di piante grasse, dei negozietti, della spiaggia e dei ristorantini di Caleta...




 

...con l'eccezione di una escursione fai-da-te: quattro chilometri di passeggiata a piedi lungo la costa per arrivare a visitare le saline dell'isola. Con calma, con soste fotografiche, col pranzo a metà percorso in un ristorante in mezzo al mare a cui si arriva per un pontile sull'acqua, dove degli spudoratissimi e coraggiosissimi uccellini che di solito vedo solo sulle spiagge erano all'erta sul muretto vicino ai tavolini all'aperto e beccavano le briciole lasciate (o lanciate) da chi stava a mangiare.




 

Per il ritorno fortunatamente c'era il bus di linea, che pareva aspettasse proprio noi, unici passeggeri, per partire.



 


Ecco le immagini della salina...che dite? Cosa ci fa una balena? Pare che si sia arenata proprio lì, tempo fa...una delle sorprese di Fuerte...

 
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CI SONO (FORSE)

Post n°918 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da atapo
 

 

DA  FUERTE


Ci sono ancora. Dopo alcune vicissitudini informatiche ora abbiamo il collegamento, anche se molto "sgarrupato", per i prossimi giorni e forse con un po' di fortuna mi farò viva anche se le mie giornate sono molto...di esplorazione ed anche un po'...di avventura e la sera al rientro in albergo dopo una doverosa doccia e una corroborante cena di solito la stanchezza si fa sentire.
Comincio dall'inizio: vi faccio vedere lo stretto di Gibilterra, erano anni che tentavo di fotografarlo dall'aereo, ma a volte il buio, a volte la rotta diversa, a volte il posto sfavorevole..

 


Sempre dal'aereo, ho per caso fotografato, prima di scendere all'aereoporto dell'isola, proprio il paese in cui sto soggiornando, Caleta de Fuste...

 




Infine un piccolo amico: sono scoiattoli di origine africana, diffusissimi dappertutto, perfino tra gli scogli in riva all'oceano...

 


 

 
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VIAGGIO

Post n°917 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da atapo
 
Tag: viaggi

 

FUERTEVENTURA


 

“Fuerteventura è un'isola ancora selvaggia, appena sfiorata dal turismo, il terreno è vulcanico, arido, ma con paesaggi lunari di rocce stupende di tutti i colori, ci sono oasi, piccole città tranquille, scoiattoli, tantissime capre, pesci tropicali, spiagge da sogno ed un oceano con sfumature caraibiche ed onde potenti e schiumose da togliere il fiato. Ho visto, lì sulla riva e nelle pozze tra le rocce formate dall'acqua, meduse blu e pesci con colori fosforescenti che finora avevo trovato solo sui libri.

Insomma, una bella settimana. Se ci andate, ricordate che, proprio perchè non è molto "contaminata" dal turismo, fuori dall'hotel o dai "shopping center"(piccoletti in verità) parlano solo spagnolo e c'è da divertirsi a farsi capire! Però Italiani e Spagnoli sono simili e con un po' di confusione ci si intende!

Spero che tutto questo sia di buon auspicio per il mio 2007, che è iniziato in un posto così bello!”

Così scrivevo su un mio blog “scolastico” precedente a questo, il 5 gennaio 2007, appena tornata dal soggiorno laggiù. E quel 2007 fu poi un anno di svolta per la mia vita...e non fu per nulla semplice! Ma alla fine approdai qui, da queste parti, ricominciando da capo molte cose...

Ecco, stasera comincerò il viaggio alla ricerca del caldo di quest'inverno: io e il marito torneremo a Fuerteventura, un'altra delle Isole Canarie!

Sono stati i nostri amici di Bologna a...dargli la spinta, lui stavolta rimandava, dimenticava... come troppo spesso fa ultimamente. Così ci siamo accodati a loro, noi rimarremo due settimane, gli amici saranno con noi per una settimana sola, ma spero che, come successe l'anno scorso, sarà un periodo di positività i cui buoni influssi continueranno anche dopo. Anche se mio marito parla di prendere con sé i libri di matematica per ricominciare a studiare...

Fuerte è un'isola affascinante, rinomata per le sue lunghissime spiagge deserte, dai colori incredibili, da atmosfere dolcissime che sanno di avventure e di romanticismo. Probabilmente in questi sei anni il turismo avrà fatto progressi, spero non troppi, che non sciupino i bei ricordi che ho...

Non so come funzioneranno i collegamenti internet, quanto costeranno, se troveremo chiavette a prezzi accessibili...tanto è sempre LUI che decide in questo campo!

Si corre il rischio che io sparisca da qui per un bel pezzo... Beh, non sarà una grave perdita e prima o poi ci ritroveremo...spero con tante belle foto. Per ora vi faccio conoscere un po' l'isola attraverso immagini trovate sul Web...

spiaggia di Caleta de Fuste

 

spiaggia di Corralejo

 

spiaggia di Cofete

 

 
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CALENDARIO

Post n°916 pubblicato il 02 Gennaio 2013 da atapo
 

DONNE  PER  UN  ANNO

 


 

 

Buongiorno!

Iniziato bene il 2013?

Io tranquillamente, a teatro come sempre in questi ultimi anni. No, non ho recitato io, non sono ancora così importante da essere scritturata per l'ultimo dell'anno...

Solo spettatrice, insieme a mio marito e all'uscita, dopo spettacolo, buffet, brindisi e un po' di musica...un cielo tersissimo, nero con una splendida luna ancora quasi piena, un numero infinito di stelle e la costellazione di Orione alta nel cielo e ben visibile anche nelle stelline della sua spada. E' una costellazione che mi ricorda una mia vita di tanto tempo fa...Vogliamo trarne auspici per il futuro? E' quasi una moda in questi primi giorni dell'anno...

Forse non l'avete notato, ma ho cambiato il box che segna il calendario: quest'anno ci sarà una carrellata di ritratti, pitture o non so cos'altro di artistico, immagini di donne.

L'idea mi è venuta all'improvviso nei giorni scorsi. Io resto affascinata guardando i ritratti, soprattutto quelli femminili, immagino la loro vita, penso alle differenze nel corso della storia, convinta però che ci sia qualcosa di uguale a me, ai miei sentimenti, al mio modo di soffrire o essere felice. A volte mi sembra che stiano per parlarmi, amiche pronte a passarmi messaggi e consigli. Avrei potuto scegliere un anno di uomini “artistici”, belli e affascinanti, ce ne sono un'infinità nell'arte, o di gatti morbidi e dignitosi...

Vedrete dodici donne, una al mese, ancora non le ho pensate tutte, deciderò via via. I motivi delle mie scelte saranno del tutto personali, dettati dalla mia sensibilità, alcune saranno giudicate belle artisticamente, altre forse meno, a chi passa e vede potranno piacere oppure no, non importa: se staranno un mese in quel quadratino vuol dire che a me “dicono” qualcosa e le ospito volentieri in questa mia casa-blog.

Comincio con questa donna che ho scoperto da poco nel manifesto di una importante mostra della mia città: figura un po' misteriosa, tranquilla, malinconica, assorta nei suoi pensieri, pare stia aspettando... che cosa?

 

Alberto Donghi, Donna al caffè


 
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