Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Febbraio 2015
AI LAVORI FORZATI
Bouttats J., Grande paesaggio fluviale con l'entrata ad un villaggio
Poche ore dopo aver scritto la volta precedente, al ritorno da un giro in centro, svoltando nella stradina in cui abito ho visto, in fondo, i lampeggianti dei camion dei pompieri. E la strada, là in fondo, non esisteva più, ma era diventata un lago luccicante che rifletteva e raddoppiava le luci dei pompieri. Che era successo? Uno dei periodici inconvenienti del quartiere, centro storico minore, dove tutto è vecchio, pardon, ANTICO, anche le tubature che poi si rompono, perché è tutto intoccabile... finché non avvengono disastri... ed è già tanto se non ci rimette qualcuno anche fisicamente! Così strada chiusa e giorni di lavori.
Forse per l'annacquamento, forse perché gli operai hanno sbancato di brutto, in zona è saltata anche la linea telefonica con annesso internet, che è stata ripristinata solo ieri sera tardi e ci è andata bene perché avevano preventivato tempi più lunghi...
-Là sotto è tutto un colabrodo!- ha sentenziato mio marito, ma il colabrodo della attuale strada non durerà ancora molto perché il trasloco si avvicina...
Non avere internet e sbirciare solo la posta nel mio mini cellulare, “storico” pure lui, mi è mancato molto, perché i tempi di interazione col PC, insieme ai tempi in cui mi siedo a studiare i nuovi copioni, sono i pochi relax che mi concedo in questo periodo, per non stroncarmi del tutto.
Siamo ai LAVORI FORZATI.
Ho deciso che ricorderò con questo nome i giorni che mi separano dal trasloco, perché dobbiamo inscatolare TUTTA la nostra attuale casa. Per risparmiare, anche per riordinare nel frattempo, magari per buttare qualcosa che non serve più e restituire ai figli ciò che di loro è ancora giacente negli anfratti di casa nostra.
Gli scatoloni ce li fornisce mio genero: la ditta in cui lavora ne ha a bizzeffe e li butterebbe, abbiamo cominciato da alcune settimane in modo soft, ma ora il gioco si fa duro! Ho fatto un po' di conti, calendario alla mano: bisogna accelerare e molto! Così, tranne la piscina, le ore di babysitter da mia figlia e gli incontri irrinunciabili dei gruppi di teatro, ho tolto tutto, ma proprio tutto: cinema, passeggiate, chiacchiere al telefono... Niente più manicaretti, pizza o dolci fatti in casa, resta solo l'essenziale per la sopravvivenza!
Il tempo è soltanto per riempire scatoloni! Mio marito si stanca più in fretta di me, ma io gli ho detto che molte cose sue se le deve mettere via lui, tipo riviste, aggeggi di elettronica o di bricolage di cui io capisco poco e rischierei di far danni (e mi viene la voglia di buttare via tutto...).
Quando, in questo immenso lavoro, la schiena o le spalle cominciano a lanciarmi segnali inequivocabili... mi fermo un po', leggiucchio un copione, passo dal PC a vedere cosa combina il resto del mondo...
Il fatto è che a tutt'oggi non sappiamo ancora quando esattamente ci sarà il trasloco... e anche un'altra cosa essenziale non è ancora definita... ma di questo sarà meglio parlarne un'altra volta, sperando che nel frattempo certi nodi si sciolgano...
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IL MEDIO
NO, non pensate a un certo gestaccio... Parlo di tutt'altro!
Parlo di colui che per sorte è nato tra due fratelli, un maggiore e un minore ed è quindi QUELLO di MEZZO.
La psicologia dice che non è una posizione facile: dall'inizio ha avuto qualcuno che gli ha "tolto" un po' di genitori, qualcuno che magari ha tentato di sfogare la gelosia e di affermare la primogenitura in qualche maniera anche poco ortodossa... Poi, dopo un po', un nuovo intruso gli ha occupato un'altra parte di quello spazio, sia nei luoghi che negli affetti familiari, che si stava organizzando, forse anche a fatica...
Damiano è il MEDIO ed è un bambino completamente diverso dagli altri due. Ha un carattere introverso, riservato, difficilmente grida, quasi mai piange strepitando, parla con voce tranquilla, pacata e non sempre parla o risponde quando viene interpellato, se non si sente a suo agio. Però sorride spesso e comunica con gli occhi la sua partecipazione e il suo interesse, perchè lui, dentro di sè, è sempre molto interessato a tutto, assorbe tutto e lo rielabora facendosi teorie e arrivando a conclusioni personali sul mondo che lo circonda. Il suo ricco mondo interiore però lo fa sognare spesso anche con incubi e risvegli dopo sogni strani.
Testardo come solo un piccolo Toro riesce ad essere, se una cosa non gli va si chiude muto gettandosi a terra e fingendo di pensare a tutt'altro. Ci stiamo accorgendo che ha un'intelligenza superiore alla sua età, lo dicono anche alla materna che sta al pari dei bambini di cinque anni, ma la sua riservatezza lo fa sembrare tonto a chi non lo conosce bene. E' perfezionista e insicuro, può rifiutare di fare qualcosa se non ritiene di saperla fare al meglio e va incoraggiato con un poco di pazienza, evitando, se possibile, di prenderlo di petto. Per questo ha qualche problema alla scuola materna, dove una delle maestre invece ha modi bruschi e impositivi davanti ai quali lui spesso chiude la comunicazione. Per diversi mesi si è rifiutato di disegnare, da poco ha incominciato: diceva di non esserne capace, si confrontava con i disegni dei bambini più grandi, in primis quelli di suo fratello Martino, che è tutto diverso da lui: esuberante, chiassoso, estroverso, a volte dispettoso, diventa una figura ingombrante per Damiano che tende a ritirarsi in buon ordine e se fa dispetti o birbonate, è in modo molto silenzioso e nascosto... Diletta invece assomiglia molto a Martino: a nemmeno un anno è già molto chiassosa e agitata, tutto il contrario di come era Damiano, il quale pare proprio che si troverà come vaso di coccio tra due vasi di ferro...
Ora Martino ha imparato a leggere: quando ancora sillabava a voce alta, spesso era Damiano che gli diceva più velocemente la parola completata ascoltando dal fratello la sequenza dei suoni... Questa meta della lettura è molto ambita da Damiano: "Fra poco imparo anch'io a leggere e a scrivere", dice e per lui è come una magia che gli aprirà chissà quali mondi stupendi...
Diceva anche "io so disegnare solo la faccia, il corpo lo disegno quando ho imparato a leggere" . In questo ultimo periodo quando vado da loro a fare la babysitter sto con lui e Diletta, perchè Martino quel giorno va a un corso di arte (così si spera che si stanchi un poco e stia tranquillo in serata). La settimana scorsa gli avevo scritto il suo nome, quello del fratello, del babbo e altre paroline a sua richiesta: lui cominciava a sillabare le lettere, a scoprire sillabe uguali... ciò che si fa all'inizio della prima classe (e deve ancora compiere i quattro anni!)... Subito dopo ha voluto disegnare me, la nonna e, spontaneamente, dopo aver completato la testa come al solito, ha aggiunto gambe, piedi, braccia e mani : il primo disegno così completo! Merito della sua "lettura " di pochi minuti prima, ora si sentiva più sicuro delle sue possibilità...
Racconta mia figlia che una sera, nella confusione dei preparativi per metterli a dormire, improvvisamente Damiano si è fermato, dicendo a voce alta: "L'acqua non ha forma propria, ma assume quella del recipiente che la contiene!" spiegando poi che l'aveva detto la maestra a scuola. Insomma, tra un pigiama e un lavaggio di denti, era importante trasmettere questa verità scientifica!
Mio marito ha già sentenziato, col suo solito ottimismo: "Quel bambino ha grossi problemi!" Proprio grossi non direi, certo non è un bimbo facile e la posizione di MEDIO credo che non lo aiuti...Però, lo dico sottovoce, è molto bello, ha una bellezza matura, particolare, una volta ho detto a mia figlia che è ...sexi e lei ha convenuto che... effettivamente...
la nonna e l'artista
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TEMPO DI PAGELLE
Martino ha ricevuto la sua prima pagella!
Ma è quasi completamente vuota, le sue insegnanti non hanno messo i VOTI in numeri, come di regola. C'è solamente, in fondo, un giudizio discorsivo generale che nel caso di Martino è molto positivo: "...si è inserito bene, si impegna, ha buoni rapporti con tutti, è vivace,rispettoso delle regole, ecc..."
Probabilmente è così perchè siamo all'inizio della prima classe, forse a fine anno quei numeri arriveranno, ma non avranno molto senso per bambini di 6 anni, visto che nei compiti sui quaderni i numeri come voto non si vedono, ma ci sono giudizi tipo Bravo, Benino ...
Sono stata contenta di questa scelta, io che quando iniziai a fare la maestra potei abbandonare presto l'obbligo di quei NUMERI su compiti e pagelle, all'inizio degli anni '70, e per fortuna sono scappata in pensione prima che questi tornassero obbligatori... mi sono sempre trovata benissimo, e con me gli scolari e le famiglie, con altri sistemi di valutazione per il lavoro e l'impegno molto più esaurienti e comprensibili per tutti.
Nota sull'immaginetrovata in rete: conservo in casa una pagella uguale a quella, l'ultima della mia mamma che poi dopo la terza elementare smise di frequentare la scuola, proprio in quell'anno che potere leggere...
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STORIA QUASI D' AMORE 2
(è la prosecuzione del post precedente, che sarebbe meglio leggere prima di questo)
Un giorno A. credo che raccolse tutto il coraggio di cui era capace e mi chiese:- Vorrei che un pomeriggio uscissimo insieme io e te per una passeggiata...- forse lo colpì il mio sguardo sbalordito perché immediatamente aggiunse: -Ma stai tranquilla, verrà anche mia sorella con noi.-
Ecco, se poteva dire o fare qualcosa per precipitare ai minimi storici del mio gradimento... fu proprio questa frase che secondo lui avrebbe dovuto invece convincermi e rassicurarmi della serietà delle sue intenzioni. Già a quell'epoca... chi mai sarebbe uscito con una ragazza che gli piaceva... insieme alla SORELLA?!
Io tergiversai e presi tempo:-Vedremo, ci penserò...-
Ma dovevo pensare invece a come uscire da quella situazione infausta.
Avevo conosciuto da poco nella mia scuola una ragazza che era appena venuta ad abitare nel mio quartiere, ci incontravamo in autobus, una tipa che più la conoscevo più mi pareva assomigliasse ad A.: la stessa serietà, timidezza, ecc. ecc. Mi venne un'idea...
La invitai alle iniziative parrocchiali e la presentai al mio corteggiatore: vidi subito che c'era feeling, da allora li avevo entrambi appiccicati a me...
Dopo qualche tempo, lei mi confidò:- Sai, A. mi piace proprio tanto, però so che a lui piaci tu, io sono molto imbarazzata perché non vorrei darti un dispiacere e soffiartelo...-
Ah, come mi sentii sollevata! La manovra stava riuscendo, così le confessai che non mi dispiaceva affatto, che io non avevo interessi particolari su di lui, che poteva e doveva darsi da fare, anzi le facevo tanti auguri ... E da quel momento pian piano cercai di essere meno presente in parrocchia e di più alle riunioni studentesche...
Li vidi insieme, un giorno, passeggiare per strada... insieme anche alla famosa sorella... e ne fui molto contenta... erano proprio due anime gemelle!
Mi pare che poi si siano sposati, a tempo debito, e me ne attribuivo il merito, ma le mie strade ormai andavano in altre direzioni...
(E' stato complicatissimo pubblicare questo e ancora non tutto funziona come dovrebbe: ma che succede a LIBERO?)
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STORIA QUASI D' AMORE
Questo san Valentino mi ha fatto ripescare dalla memoria di anni lontani una storia... io come Cupido... peccato che Libero ieri sera mi facesse strani scherzi e non pubblicava...
Avevo quasi 17 anni, frequentavo la parrocchia per il catechismo d'ordinanza, che a quell'età consisteva in incontri di formazione per “tenere sotto controllo” le nostre turbolenze adolescenziali, avevo lì un gruppo di amici e amiche circa della mia età con cui ci incontravamo quasi quotidianamente sotto il campanile per momenti di chiacchiere e svago, verso sera prima di cena.
Lì conobbi A., che invece aveva diversi anni più di me, studente di ingegneria quasi alla laurea, con fama di grande studioso (secchione) e serissima persona. Tutti lo chiamavano “A.*****ino”, diminutivo che farebbe pensare ad una statura minuscola, in realtà era tutto il contrario: magro e allampanato, con un ciuffo di capelli dritto sulla testa che lo faceva sembrare ancora più alto. Forse il diminutivo era suggerito dalla sua estrema riservatezza, gentilezza, timidezza: studiava, aveva impegni in parrocchia tra cui quello di tenere aperta la biblioteca parrocchiale, ma non partecipava alle nostre riunioni serali chiassose o ad altri momenti di divertimento. Io conoscevo già sua sorella maggiore che era molto simpatica e faceva attività di coordinamento negli incontri di formazione per noi ragazzetti.
Credo che fu proprio lei a suggerirmi di andare in biblioteca e prendere libri in prestito per la mia insaziabile fame di letture, così in biblioteca incontrai A. Aveva due immensi occhi azzurri, io sempre curiosa di conoscere le persone parlavo volentieri con lui. E lui cominciò a uscire dalla sua “tana”, a fermarsi la sera insieme a noi, a mettersi sempre vicino a me, a fare con me un tratto di strada al ritorno verso le nostre case, poi io svoltavo, lui proseguiva... mai che mi accompagnasse fino a casa mia.
Gli piacevo, era chiaro, forse si stava innamorando di me. A me stava simpatico, ma a volte mi annoiava: così serio, così compìto, così timido... Non provavo fremiti né forti emozioni alla sua presenza, era tutto così tranquillo, ero sicura che da parte mia non ci fosse nulla di vagamente assomigliante all'amore. In quel periodo poi (era la primavera del 1968) mi impegnavo anche nei collettivi studenteschi, conoscevo ragazzi dal carattere forte, un po' ribelli con impegni sociali e ideali rivoluzionari che mi attiravano molto di più. Però trovavo piacevole rilassarmi con A..
Parlai di lui alla mia mamma: lei conosceva la sua famiglia e fu contentissima di questo corteggiamento: -E' un ottimo ragazzo, serio, quasi laureato, comportati bene con lui, non fare la matta!- Naturalmente questa sua entusiastica approvazione, per bastian contrario adolescenziale, mi rese ancora più diffidente nei suoi confronti mentre lui si faceva sempre più appiccicoso: se piaceva tanto alla mamma senz'altro non era l'uomo giusto per me!
...continua in una seconda puntata...
perchè Libero dice che il messaggio è troppo lungo, boh?! E non mi lascia fare nemmeno altre cose, che sta succedendo?
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FALSA PRIMAVERA
Firenze, a specchiarsi nel fiume
Da alcuni giorni il clima è cambiato: il cielo è limpido e terso, niente vento e la temperatura si è alzata. Tranne al mattino presto, la sciarpa e il cappello sono inutili.
Un accenno di primavera imminente che mette subito allegria, porta energia nuova e voglia di fare, di uscire, di respirare a fondo... Io scalpito e ne approfitto, penso e scopro delle incombenze che mi costringono ad uscire, a prendere il bus per andare di qua e di là, faccio anche lunghi tratti a piedi per scoprire le tracce della bella stagione in arrivo e sentire finalmente il sole che scalda... Prolungo i miei giri per il gusto di stare all'aperto, anche se vado nel centro della città qualcosa di nuovo me lo sento addosso ugualmente. Per non parlare dei turisti che aumentano giorno per giorno, quasi impercettibilmente. E camminando in certa periferia, con i giardini e i piccoli quadrati di terreno, scopro finestre più aperte, piccole punte di gemme sugli alberi e i merli che fischiano melodie di corteggiamento.
Ho accettato ben volentieri inviti di amici per qualche serata fuori casa, meravigliandomi che poi al ritorno la notte fosse quasi tiepida, in confronto a poco tempo fa.
Non durerà, febbraio è dispettoso in questo e di certo piogge e maltempo sono in agguato, forse già da domani: questa è la “falsa primavera” descritta da Hemingway in “Festa mobile”, che però ci mette l'allegria della vita che rinasce e che continua e ci fa cercare di essere felici, anche se tornerà il freddo... la nuova stagione ha già preso il via fuori e dentro di noi. Le parole dello scrittore mi vengono sempre in mente in giornate come queste:
“Quando giungeva la primavera, anche la falsa primavera, non restava che da risolvere il problema del posto in cui sentirsi più felici." (Festa mobile, E.Hemingway)
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SOGNO e REALTA'
Ho esplorato a lungo le ambientazioni di interni, sulle riviste di arredamento e qui sul web: infine ho scelto! Ho deciso quali colori vorrei nella mia nuova casa, colori che mi diano serenità e voglia di starci a lungo in quelle stanze, alla faccia delle mode e del signor Marroncini! Ho scaricato immagini che mi permettono di visualizzare un poco i risultati e alcune di queste oggi mi aiuteranno a farvi partecipi delle mie scelte, visto che qualcuno è curioso...
Questa cucina dà un'idea di come sarà la mia: il pavimento è quasi uguale, dalla porta finestra si vede il giardino, alcuni dei miei mobili hanno lo stesso colore di questi... e allora pareti GIALLE, solari! C'è già in preparazione anche un paraschizzi a mattonelle verdi, ma questa è un'altra storia...
Al piano terreno ho un soggiorno: mi piace l'idea di una parete diversa dalle altre e più vivace: il ROSSO lo vedo molto bene, avremo un mobile che ricorda questo della foto. E le altre pareti? Più chiare, pensavo a qualcosa tipo albicocca rosato...
A pianterreno c'è anche un piccolo bagno con mattonelle bianche e blu: la negoziante ci aveva suggerito di riprendere con una parete BLU: sono d'accordo!
Saliamo al primo piano.
In camera nostra starei sull'AZZURRO, ma anche qui vorrei la parete dietro al letto più scura, quasi blu. La chicca sarebbe per me dipingere il soffitto celeste chiarissimo. In tutto, cioè, tre sfumature di azzurro.
Nel bagno grande non mi pongo problemi per le pareti, potrebbero essere bianche perchè la decorazione verrà da... sorpresa! Abbiamo osato, ne metterò una foto al momento opportuno...
C'è una stanza degli ospiti, dove metterò soprattutto i mobili ereditati dalla mia mamma: qui vedo un ROSA ANTICO (dicono che favorisca il rilassamento e la meditazione), ma non troppo scuro. Col soffitto GRIGIO PERLA, per completare. Credo che diventerà il mio regno.
La camera-studio è una stanza più lunga che larga, sarà il regno di mio marito e dei suoi computer, lui aveva lanciato l'idea delle pareti VERDI ed io vedrei anche qui una parete più scura delle altre, magari quella attorno alla finestra..
Avevo già cominciato a illustrare queste mie idee al marito, a piccole dosi per non sconvolgerlo troppo,
MA ... ALTOLA' !
Lui ha saputo dall'imbianchino che, volendo noi usare vernici naturali, antimuffa, antiumido, anti-tutto, pare che le ditte produttrici di queste meraviglie non abbiano una scelta di colori molto assortita e ci aveva già preannunciato che sarebbero stati colori "pastello"... Ci abbiamo messo parecchi giorni per avere dall'imbianchino il catalogo della ditta scelta (che sembra la migliore), se ne dimenticava sempre ed io continuavo a immaginarmi la mia casetta così colorata e a crogiolarmi nel sogno.
Quando finalmente ieri l'altro ce l'ha portato...CHE DELUSIONE! Circa la metà delle tinte sono quelle famose sfumature marroncine, grigine ecc. che io non sopporto (hanno seguito la moda?), ciò che resta non brilla affatto per vivacità... sembrano i colori della casa della Barbie!
Neppure mio marito ne è soddisfatto, anche se prima, davanti alle mie proposte, qualche perplessità ce l'aveva, pur desiderando anche lui un po' di colore... Ma la scelta pare obbligata, se si vuole una super tintura "antitutto" per risovere altri problemi di abitabilità...
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MARTINO E LE LETTERE
Prende dallo zaino un foglietto pubblicitario per uno spettacolo di burattini: -Leggo io! Leggo io!
E' trionfante.
-Sai nonna, adesso posso leggere tutto! Conosco tutti i tipi di lettere!- (intende stampatello, stampato, corsivo...)
Poi mi fa vedere il libretto che ha preso dalla biblioteca scolastica e che sta leggendo un po' per giorno. Non è proprio dei più facili, ma lui ci si impegna ostinatamente, perché gli piace. Ricordo che anch'io, quando scoprii il mistero e il piacere della lettura, leggevo di tutto, comprese le riviste da adulti, tipo Epoca, che i miei lasciavano in giro per casa...
Sono convinta che quando in un bambino sboccia questo amore debba essere lasciato libero di esplorare il mondo della lettura, il “facile” o “difficile” è una categoria che ha parametri diversi tra noi adulti e un cucciolo entusiasta di scoprire un nuovo universo.
-Invece a scrivere qualche lettera ancora non mi riesce bene...- Si rabbuia improvvisamente.
E' il corsivo contro cui sta combattendo: ci sono ancora molti “vermicelli aggrovigliati” sulle pagine del suo quaderno! Ma non c'è fretta, in fondo ha compiuto 6 anni da poco, nel mese di dicembre e per fortuna ha una maestra comprensiva.
E fra due settimane arriverà la sua prima pagella!
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LA CHANDELEUR
Ieri, 2 febbraio, in Italia era la Candelora, ricorrenza religiosa che però ha radici in celebrazioni antiche precristiane: una festa della luce, le giornate che hanno sensibilmente aumentato le ore diurne dopo il solstizio d'inverno, un inizio di pensieri primaverili...
Anche in Francia si celebra questa ricorrenza (La Chandeleur), che ha il suo dolce tipico: le crepes (l'accento circonflesso non riesco a metterlo, mi perdonerete), forse perchè il loro colore giallo e la forma rotondeggiante fanno pensare al sole che, si spera, d'ora in avanti sarà più presente nelle giornate.
Si mangiano le crepes dolci farcite nei modi più fantasiosi, chi le prepara, se vuol seguire la tradizione, può azzardarsi a farle "saltare" per rigirarle nella padella, tenendo una moneta nell'altra mano: se la crepe ricade bene dentro la padella ci saranno fortuna e soldi (bonheur et argent). E non è mica facile la mossa! Così ci sono vignette che prendono in giro questa usanza e le conseguenze per chi è poco abile in questa manovra...
In Francia vendono in tutti i supermercati pacchetti di crepes confezionate solo da riscaldare e da farcire, qui in Italia non si trovano facilmente, bisogna farsele.
Io da tanti anni non le facevo, ieri sera me ne è venuta la voglia, ho ricercato le antiche ricette degli anni in cui insegnavo il francese e mi cimentavo nella cucina d'oltr'Alpe, le ho "diminuite" per solo noi due, io e mio marito, e mi sono impegnata (ma non a farle saltare in aria...). Sono riuscite proprio bene, anche la prima ad essere cotta, che facilmente invece si straccia perchè il fondo del tegame non sempre è sufficientemente unto e caldo. Io non ho la crepiera apposita e mi arrangio con una padellina antiaderente dal fondo molto piatto. Poi c'è lo sbizzarrirsi nelle farciture...
Vi racconto come ho farcito le mie, così tanto per darvi una suggestione, se volete provare...
Nella prima: miele ai lamponi e meringhette sbriciolate
Nella seconda: zucchero di canna, cannella in polvere, gelato al fiordilatte.
Una delizia!
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CASA D'ARTISTA
Gaudì, casa Batllo
In occasione degli auguri natalizi alla mia scuola ho chiacchierato un po' col mio ex collega pittore, che vi avevo presentato molto tempo fa. L'argomento: ristrutturazione case, io ci sono immersa, lui mi raccontava che da quando si è comperato casa, sette anni fa, pian piano se l'è sistemata da solo e ancora non ha finito, perché, da artista, gli vengono idee nuove che cerca di realizzare. In particolare mi ha parlato del TUNNEL DI LUCE, una struttura semplice che dal lucernario sul tetto convoglia la luce solare e aumenta la luminosità nel vano scale, consentendo così un risparmio sulla luce artificiale. Anche noi siamo interessati a metterlo e lui mi ha proposto:-Venite a vederlo a casa mia.-
Così io e mio marito siamo andati. Abita in un paese confinante con Firenze, poco distante da dove sto attualmente, ma già in aperta campagna, file di vecchie case a schiera allineate lungo una via di grande comunicazione, dietro campi e prati, in lontananza le montagne.
Ecco, la sua casa è tutta il contrario di quella dei Signori Marroncini! Ogni stanza di colore diverso, colori vivi che mi trasmettevano sensazioni positive, anche combinazioni azzardate, ma piacevoli...
Ogni mobile, ogni oggetto aveva una storia, che il padrone di casa ci ha raccontato: lui ama bazzicare per mercatini e la maggior parte dei pezzi d'arredamento (oltre a ciò che ha ereditato dai suoi genitori) proviene proprio dai rigattieri, ma poi lui li trasforma, li adatta, li colora, ne cambia anche l'uso, facendone dei pezzi unici per fascino e originalità. Avrei voluto fotografare un po' in giro, come se fosse un museo...
Il tunnel di luce (senz'altro un'ottima trovata che realizzeremo anche noi) è stata l'occasione per due ore di piacevole conversazione e della scoperta per me sorprendente di una casa che mi è piaciuta moltissimo, dove avrei fatto la firma per poterci abitare.
Comincio a intravedere con più chiarezza come vorrei sistemare e colorare anche la nostra nuova casa...
Mio marito però si è mostrato colpito sì dall'originalità e dalla maestria del mio amico, ma un po' perplesso... credo che sorgeranno discussioni al momento in cui dovremo scegliere per noi...
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
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il 10/07/2024 alle 09:57
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il 23/03/2024 alle 19:21
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il 15/03/2024 alle 11:02
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