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SPESSO RITORNANO

Post n°1622 pubblicato il 31 Luglio 2019 da atapo
 

LA  TRIBU'

 


 

Il fatto che i miei nipotini (tutti meno uno) si siano trasferiti da vicino casa mia a un paese fuori Firenze mi faceva temere che li avrei visti più di rado.
Almeno per ora non è stato così.
I loro genitori hanno ancora diverse faccende burocratiche e organizzative da sistemare, inoltre vorrebbero completare l'arredamento spendendo meno possibile, cioè rincorrono le occasioni a poco prezzo o in dono nei vari siti on-line e lì bisogna davvero afferrarle al volo! E queste occasioni quasi sempre sono fuori Firenze, anche parecchio lontane...
Così ultimamente i genitori partono e i quattro bambini vengono "appoggiati" a casa nostra per molte ore, pasti compresi. A volte era deciso già da qualche giorno, in modo che io potessi organizzarmi per fare la spesa e altro, a volte è arrivata la telefonata poche ore prima e allora è stato un arrampicarsi sugli specchi per rivedere i piani della giornata e fare il punto sulle provviste: sfamare quattro pargoli non è una passeggiata. Inoltre Cesare è nella fase "proviamo a lasciare il pannolino", ma ancora con frequenti incidenti a cui occorre far fronte e bisogna ricordarsi ogni mezz'ora di invitarlo ad un preventivo passaggio in bagno...
In più sono sempre sola, perchè mio marito adesso lavora in montagna intensivamente, sale tutti i giorni, si è accorto che va più a rilento di quanto pensasse quindi la casa ancora non è godibile, si è innervosito per questo... e forse è meglio averlo intorno meno possibile.
I quattro pargoli arrivano baldanzosi e felici, cerco di "dirigerli" ai giochi vari per non farli parcheggiare troppo davanti alla televisione, annaffiano tutti i vasi con le piante (e anche quelli senza piante), giocano con l'acqua in giardino, riempiono album da colorare o con adesivi da incollare, i maschi hanno a disposizione una marea di macchinine e costruzioni, tutti fanno giochi di società, fanno giochi di logica in un piccolo computer a pila per bambini che si litigano spesso, tanto che abbiamo deciso di mettere il contaminuti per decidere quando va passato da un bambino all'altro. Peccato che non amino disegnare... I cartoni animati sono riservati al primo pomeriggio, quando il piccolo Cesare dorme, almeno stanno quieti e non lo svegliano.
All'ora del pasto apparecchiano la tavola, ognuno si sceglie le proprie posate e bicchieri: ne ho di diversi tipi, più o meno colorati, più o meno infrangibili, ognuno ha i preferiti, oppure trova qualcosa di nuovo frugando nei cassetti. Ultimamente amano tagliare a pezzetti la baguette, mi pare che il permesso di maneggiare il lungo coltello da pane li gratifichi molto...
Si stupiscono ancora che "questo piatto è diverso da come lo fa la mamma", ma dovranno farci l'abitudine. Del resto, è quello che passa il convento ed è già estenuante cercare di evitare tutto ciò che a loro non piace, per non passare da nonni troppo cattivi!
Finora siamo tutti sopravvissuti... la nonna in fondo si diverte, anche se quando se ne vanno si ritrova avanzi da finire, montagne di pentole e piatti da lavare (benedetta sia la lavapiatti) e si accorge di essere molto stanca.

 
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VITA MONTANARA

Post n°1621 pubblicato il 26 Luglio 2019 da atapo
 

 LAMPONI

 


 

Due o tre volte la settimana salgo con mio marito alla casa in montagna. Se qui a Firenze si arriva a 38-40 gradi, lassù si sta un po' meglio, anche se negli ultimi giorni si sono superati i 30° nelle ore centrali della giornata.
Mio marito è affaccendato all'impianto elettrico e agli spostamenti dei pezzi di mobili, a seconda delle esigenze del suddetto impianto, io raschio via l'intonaco dalle pareti che dobbiamo imbiancare e lo aiuto un po' negli spostamenti necessari. Però mi sono dovuta arrendere: ora mi fa male il braccio destro, il polso che ha postumi di una frattura giovanile e il gomito, potrebbe essere il gomito del tennista, ma io non ho mai giocato a tennis.
Così ultimamente lavoro poco e faccio piccole passeggiate per il paese, per ambientarmi: ho scoperto che in certi giorni ci sono una pesca di beneficenza e un mercatino dell'usato, gestito da alcune signore anziane con cui ho fatto conoscenza e qualche chiacchiera.
Mi fanno tornare in mente mia suocera, che gestiva con altre la pesca parrocchiale estiva nel paese della montagna modenese dove avevano la casa. Quando eravamo là in estate, mia figlia si divertiva molto ad “aiutare” la nonna alla pesca, poi la nonna “pilotava” un po' i biglietti che la bimba prendeva e, ma che fortuna, riusciva a farle vincere i giocattolini che le piacevano di più! Quanto tempo è passato… Ecco, quando gli anni prossimi andremo in montagna, potrei aiutare queste signore, in fondo di mercatini sono esperta!
La nostra casa è come “abbracciata” dal pendio del monte, tutto boscoso. A fianco della casa la discesa ripida arriva fin sulla strada. Anche una parte di questa zona, dietro e di lato, fa parte della nostra proprietà, pur senza recinzioni particolari. Avevo già notato dalla strada che stavano maturando molti lamponi e, più acerbi però, i frutti del sambuco.
La settimana scorsa avevo cominciato la raccolta dei lamponi, con grande difficoltà, perché portavo i sandali quindi non potevo salire nemmeno un po' lungo il versante, ma soprattutto perché davanti alle piante di lamponi c'era un muro di ortiche, alte anche più di un metro. Le avevo sfidate e la raccolta di un pugnetto di lamponi mi era costata una bruciatura da ortica sul braccio che mi ha tormentato poi fino alla mattina dopo.
Allora mi sono attrezzata meglio e ieri, nel tardo pomeriggio se no sarei morta di caldo, ho messo pantaloni lunghi, scarpe chiuse e una giacchetta impermeabile che mi faceva sentire dentro un sudario. Ho portato con me le forbici da giardiniere: avrei tagliato le ortiche per aprirmi il passaggio.
Ma qualcuno aveva già provveduto: le ortiche erano abbattute per la larghezza di un metro, i fusti dei lamponi, dietro e più in alto, anche loro erano stati tirati tutti verso il basso e la strada. Di lamponi… ce n'erano sui rami meno di quanti me ne aspettavo. Se da un lato ho risparmiato il lavoro con le forbici, dall'altro pensavo che qualcuno, magari di sera, era passato sulla strada, aveva fatto spazio e raccolto i lamponi prima di me e questo un po' mi scocciava soprattutto perché aveva sciupato molte piante, piegandole verso il basso. Però, con qualche sforzo e attaccandomi ai rami più robusti, sono riuscita a salire qualche metro lungo il pendio ripido e a mettere un po' di lamponi nella ciotola che avevo portato con me. Sono piccoli, selvatici, ma saporiti; vedo che molti sono secchi, ho paura sia per il caldo, anche nel giardino di Firenze quest'anno ne abbiamo avuti pochi, per il troppo caldo seccavano subito senza maturare.
Mentre ero impegnata nella raccolta è passata una signora col cane al guinzaglio. Come si usa in montagna, ci siamo salutate, mi ha chiesto: - Ce ne sono?-
Io: - Qualcuno…-
Lei ha aggiunto, allontanandosi: - Eh, un bel disastro le hanno fatto i cinghiali!-
Cinghiali! Ecco chi ha abbattuto tutto! In effetti, se guardavo nel bosco sopra la zona a lamponi, c'era traccia di un passaggio che aveva spostato foglie e tracciato come una pista terrosa. Non mi sono meravigliata, lo so che dobbiamo convivere con questi ed altri inquilini del bosco, in fondo non è stato un grosso danno.
Dato che avevo le forbici, ho tagliato ortiche per aprire un passaggio in un altro punto che si era salvato dai cinghiali, per raggiungere qualche altro lampone, ma soprattutto in previsione della raccolta dei frutti del sambuco, che stavano proprio sopra la mia testa. Sperimenterò la preparazione della marmellata di sambuco, che adoro.
E per fare pratica stamattina i lamponi che ho raccolto li ho trasformati in marmellata, pochissima ne è venuta, basterà per una o due colazioni, però mi pare buona e intanto mi alleno.

 
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DOV' ERO ?

Post n°1620 pubblicato il 20 Luglio 2019 da atapo
 
Tag: memoria

SULLA  LUNA

 


 

Il mondo era incollato agli schermi della televisione (ancora in bianco e nero) oppure alle parole della radio, io ero incollata ai libri su cui stavo ripassando forsennatamente, cinquanta anni fa.
Ora si celebra questo anniversario importante per la storia e per la scienza, io continuo a restare scettica: con tutti i problemi da risolvere sulla Terra per assicurare ai popoli una vita dignitosa e “umana”, la conquista della Luna e dello spazio non mi pare ancora di primaria importanza.
Cinquanta anni fa non era affatto il mio interesse principale in quel momento: tre giorni dopo era fissata la mia prova orale all'esame di maturità, erano le ultime ore disponibili per gli ultimi sforzi… e dopo?
Dopo c'erano il buio e l'angoscia, mio padre stava morendo, sapevo che appena finito l'esame avrei dovuto intensificare i miei turni di assistenza al capezzale di papà, per sollevare un poco l'impegno della mamma, che aveva voluto fino ad allora lasciarmi studiare il più tranquilla possibile, se di tranquillità si poteva parlare in casa mia.
L'uomo scese sulla Luna, io stavo per scendere precipitosamente dal mondo sereno dell'infanzia e dell'adolescenza, per me sarebbe cambiato tutto e non in meglio.
Non avevo nemmeno la televisione, imparai la notizia e la cronaca dai giornali radio del giorno dopo, non stavo certo sveglia di notte per quello.
Oggi, per la mia vita personale, non è un bel ricordo.

 
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VIAGGI VIRTUALI

Post n°1619 pubblicato il 13 Luglio 2019 da atapo
 
Tag: viaggi

DOVE  VADO  IN  VACANZA ?

 

E.Hopper

Pesanti sono queste giornate, anche se il caldo è un po' calato, ma ormai il fisico non ne può più e non riesce a godere di quella manciata di gradi in meno. Solo di sera ci si accorge del venticello che adesso, a volte, arriva.
Questa settimana è stato tutto un viaggiare per ambulatori medici: è stato necessario fare esami per quella nevralgia che da mesi mi sta tormentando, tra alti e bassi. Per fortuna finora ho avuto gli appuntamenti in pochi giorni e in luoghi non troppo distanti, ma non è finita: lunedì dovrò recarmi in un ospedale ai limiti della provincia, un viaggetto, altrimenti dovevo aspettare fino a febbraio prossimo...
Naturalmente quest'anno non si parla affatto di partire per viaggi estivi: i viaggi ora hanno sempre per destinazione la casa in montagna. E non sarebbe un male, l'abbiamo comperata per questo. È che ci si va solo per lavorare, per renderla abitabile.

Mio marito va più di me, come al solito decide all'ultimo, la sera prima o la mattina stessa se salirà oppure no, dipende da tante variabili: è stanco? Ha altri impegni qui in città? Deve cercare dei materiali? Ha i materiali necessari per ciò che vuole fare?
Insomma, non si programma niente, non è semplice neanche fare la spesa, riempire o no il frigo perchè non si sa quando e quanti mangiano a casa. Io, tolte le giornate degli impegni medici o coi nipoti, l'ho accompagnato e lassù mi stanco moltissimo, perchè i lavori di manovalanza non sono per le mie (scarse) forze. Però almeno fa più fresco.
Vorrei che si sistemasse e si mettesse in funzione al più presto almeno la cucina, così potremmo prepararci là qualcosa per pranzo, non essere costretti ad andare sempre in trattoria, dove si mangia bene, è vero, ma è così difficile resistere a quelle buone cosine che, a lungo andare, diventano troppo impegnative e caloriche.
Insomma, mi sa che per un pezzo andrà avanti così.
Allora mi accontento di... viaggi virtuali.
Vado in Tunisia.
C'è una giovane signora italiana, sposata con un tunisino, che vive a metà tra Italia e Tunisia, ama questo suo paese d'adozione e attraverso la sua pagina facebook lo fa conoscere e spera di farlo amare anche ai suoi lettori. Ecco, io la seguo con interesse e affetto, quel paese di cui ho un caro ricordo ora è come se lo stessi esplorando di nuovo insieme a lei, non solo dal punto di vista turistico, ma da abitante, che ne vive le speranze e le contraddizioni, Potrei anche partire davvero e fare uno dei tour che anche lei ha fatto, con imprese locali, col turismo sostenibile... beh, non è possibile in questo momento, ma è un sogno che non voglio abbandonare...
Vado negli Stati Uniti.

Elasti, che scrive sul settimanale D di Repubblica, che parla tutte le mattine a Cater Pillar A.M. (ora no, è in ferie, appunto in America) su facebook sta raccontando con video quotidiani le sue giornate nella cittadina della provincia americana di A. in Massachussett, dove passa le estati da diversi anni. Per me lì è un luogo sconosciuto e, in realtà, non sento nemmeno troppo il desiderio di andarci, però mi incuriosisce e mi diverte vedere come si vive, come vive laggiù una famiglia italiana: le case di legno enormi monofamiliari immerse nel verde, alberi ombrosi e giganteschi, lo scoiattolo che sfreccia davanti, i mercati, le feste estive, tutto insomma, e lo scoprire non tanto le differenze, quanto ciò che ci accomuna, a cominciare dalle strade con le crepe e le buche...
Ecco, in questa estate non troppo entusiasmante facebook è diventato il mio tour operator...

 
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PIU' LONTANI

Post n°1618 pubblicato il 05 Luglio 2019 da atapo
 

SE NE SONO ANDATI

 

castello di Usseau

 

E' tutto finito. Hanno traslocato.
Mia figlia, il marito e i quattro nipotini hanno definitivamente lasciato l'appartamentino a dieci minuti a piedi da casa mia e si sono spostati in una casa finalmente più grande in un paese  distante circa 20 chilometri.
Era assolutamente necessario fare questo passo, lo spazio precedente era diventato piccolo e invivibile, ormai da un anno cercavano qualcosa di più adeguato. Io avrei preferito che non si allontanassero di molto, noi nonni non facciamo tanto, ma averli a dieci minuti consentiva di intervenire in fretta nelle emergenze, di avere scambi comodi e frequenti, ormai il nipote più grande Martino veniva a casa nostra da solo, anzi, spesso telefonava: -Ci siete? Posso venire un po' da voi?- per vedersi un film o fare compiti e ricerche in pace, in uno spazio senza i fratellini vocianti attorno. Un'abitudine che non continuerà, ora ci vuole mezz'ora di corriera e la corriera passa ogni ora…
Nonostante che nel mio quartiere si trovino facilmente terratetti con giardino, abbastanza grandi e non troppo costosi, mia figlia invece ha sempre voluto spostarsi fuori Firenze, per cercare aria migliore, più tranquillità e per… allontanarsi dai suoceri. Ora dovrà darsi da fare anche per riorganizzare una rete di babysitter adeguata agli orari di lavoro e di scuola, perchè non tutte quelle che venivano da loro qui a Firenze sono disposte a spostarsi così tanto: speriamo in bene!
Nei mesi e nelle settimane passate, quando si facevano gli scatoloni e si organizzava il trasloco, io cercavo di non pensarci, di fare come se il problema non esistesse. Se ci pensavo, mi venivano in mente altri conoscenti “nonni” che hanno i nipotini lontani, alcuni addirittura all'estero e mi dicevo:- Faremo come loro, li andremo a trovare ogni tanto.-

Però questa idea mi rattristava subito, come mi rattrista quando penso all'altro nipotino, figlio di mio figlio, anche lui abitante in un paese a trenta chilometri da Firenze e che vediamo così poco. Perchè si sa, la vita è frenetica, combinare questi incontri non è sempre facile. E' invece così bella la confidenza che si crea col vedersi spesso, col tenere quel filo che rende partecipi della loro crescita, delle loro conquiste, delle esperienze importanti o buffe di cui si è subito informati…
Insomma, in questo momento mi sento un po' disorientata, la nuova lontananza mi è difficile da accettare.
Ieri mattina sono andata alla loro casa nuova a fare la babysitter per consentire alla mamma alcuni giri urgenti negli uffici comunali per pratiche di residenza. Ancora mi perdo sui loro tre piani, terrazze, cortile, un sacco di stanze, scatoloni aperti e disseminati dappertutto, come è logico che sia dopo una settimana dal trasloco: lo spazio ora non manca, è una casa storica del paese, ristrutturata e riammodernata, per questo è anche un po' strana come disposizione degli ambienti… ed è anche meno facile averli tutti e quattro sotto controllo!
In una delle terrazze, in un angolo, una coppia di piccioni ha fatto il nido e stanno covando due uova: una sorpresa che elettrizza i bambini, sono sempre a guardare dalle persiane cosa succede nel nido, sarebbe bello che vedessero nascere e crescere i pulcini, ma con la confusione che fanno chissà se andrà a buon fine questa esperienza! 
Tornata la loro mamma e arrivato anche il nonno, siamo andati tutti al mercato del paese, abbiamo comperato pollo, patatine e frutta e abbiamo pranzato tutti insieme.
Poi noi nonni siamo rientrati a Firenze, io sentivo la malinconia per averli lasciati e… mi mancavano già! Dovrò farci l'abitudine, ma sarà dura.

 
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