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Messaggi di Aprile 2022

ATTIVITA' FISICA

Post n°1819 pubblicato il 30 Aprile 2022 da atapo
 
Tag: cronaca

A PASSO LENTO

 


 

Ha ricominciato a uscire, ma si sente molto debole, le gambe sono fiacche. Da febbraio, ancora non ci siamo. E non c'entra il covid. Gli ho proposto di andare lui a fare la spesa nei supermercati vicini, in circa un quarto d'ora a piedi ci si arriva, sarebbe una passeggiatina quotidiana, un'attività fisica leggera, ma costante, lo aiuterebbe a rinforzarsi, respirerebbe anche un po' d'aria. Se si convincesse ad andare in piscina, o a un corso di ginnastica leggera per anziani, abbiamo una palestra per questo a pochi passi da casa... Macchè!

Questo è mio marito, in pochi mesi è invecchiato di un bel po', se prima si muoveva poco, ora anche meno.

In due fine settimana sono riuscita a trascinarlo in centro a Firenze. La prima volta a vedere una mostra di Ferragamo sui bellissimi foulard di seta e l'origine dei motivi ornamentali usati nella ditta: un'esposizione particolare, curiosa e soprattutto bella, molto bella.

La domenica successiva in piazza Santa Croce al mercatino francese, attirato dall'acquisto dei biscotti bretoni di cui siamo golosi.

In entrambe le occasioni c'è stata una breve passeggiata, tra le vie del centro e sui Lungarni. I pomeriggi erano caldi e soleggiati, un po' di folla di turisti in certi punti, ma conoscendo la città si riuscivano a trovare strade poco frequentate. In questa stagione è bello girare per la città così luminosa e tiepida, i palazzi, il fiume, le sue rive, gli scorci del paesaggio e delle costruzioni sono ancora più affascinanti.

Ma ora camminiamo lenti: io che prima faticavo a stargli dietro col passo ora non fatico più, anzi a volte lui si ferma ad ammirare qualcosa, o a notare angoli che non conosceva (non ama andare in giro per la città così solo per guardare e scoprire), io riesco a stargli a fianco senza fatica, credo che queste soste siano anche per riposarsi.

Così scopro questa sua debolezza e mi addolora: sento il tempo che passa inesorabile, accantono come tesori questi momenti di serenità tranquilla, vorrei che ce ne fossero più spesso...

Non so cosa e quanto ancora riusciremo a fare, non si parla quasi più di progettare viaggi, ci sono diversi motivi che ci scoraggiano, ormai quello che è fatto credo ci dovrà bastare o poco di più...

... e tutto questo mi mette un po' di malinconia.

 

 
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INTORNO A PASQUA

Post n°1818 pubblicato il 22 Aprile 2022 da atapo
 

ARIA di RELAX

 


 

Sono stati molto belli i giorni attorno Pasqua: innanzitutto il sole, il tepore e la primavera nel suo splendore.

Siamo stati tutti insieme la domenica, nonni, figli e nipoti. Il solito pranzo a cui tutti contribuiscono, io avevo il… pezzo forte, perché da Bologna avevo portato più di un chilo di tortellini, comperati nel negozio più famoso della città (e nemmeno il più caro!), si sa che i tortellini bolognesi non hanno uguali e tutti in famiglia li apprezziamo, ricordando la città da cui proveniamo.

Per tortellini così SUPER ci voleva un super brodo, cioè quello fatto da me, che mio marito dice sia migliore di quasi tutti quelli che si trovano nei ristoranti. Così ora, consumato il brodo, ho congelato diverse porzioni di lesso, lingua e polpettone per pasti frettolosi dell’ultimo minuto.

Peccato solo che il giorno di Pasqua ci fosse un vento molto forte: avevamo progettato di fare tutti insieme una passeggiata… digestiva in un giardino storico di Poggio a Caiano, ma il vento eccessivo ce l’ha impedito, ci siamo accontentati di chiacchiere e giochi nell’ampia terrazza di mia figlia, protetta dal vento.

Martedì sono andata al Museo Archeologico con mio nipote Damiano: lui è l’intellettuale della sua famiglia, sempre interessato a tutto ciò che è culturale e tempo fa mi aveva chiesto “cos’è un museo?”

Dentro di me ero un po’ scandalizzata che in dieci anni di vita né i genitori, né gli insegnanti l’avessero mai accompagnato a un museo. Firenze poi di musei ne ha in abbondanza!

Dopo qualche spiegazione gli ho proposto di accompagnarlo a visitare un museo, quello che preferiva, a sua scelta. Ha deciso per la sezione egizia del museo archeologico e l’ultima mattinata delle vacanze siamo andati. Gli è piaciuto moltissimo, interessato a tutto, ha scattato foto, ha riconosciuto cose che aveva studiato; passando alla ricerca delle sale giuste ha intravisto gli spazi degli Etruschi e dei Greci, rallentava e gettava occhiate qua e là. Ma più di un’ora di visita come prima volta era sufficiente, gli ho promesso che torneremo ancora a vedere altro che gli interessa. Non sarà semplice trovare i tempi, con gli impegni scolastici e altro, ma vorrei proprio riuscirci e chissà che poi non voglia aggregarsi anche qualche altro fratellino…

Prima di uscire l’ho invitato a scegliere, al book shop, qualcosa come ricordo della visita, fra poco ci sarà anche il suo compleanno… Così ha preso un gioco di carte a quiz sugli Egizi e, diceva mia figlia, ha passato con questo tutto il pomeriggio.

Ora ci si avvia all’ultima parte della primavera, con la mente rivolta a certi prossimi impegni che stanno riempiendo il mese di maggio… e si comincia a pensare di tornare in montagna, una giornata per cominciare, riaprire e controllare che tutto sia a posto, comperare in paese la buona salsa di pomodoro e l’ottima carne, respirare aria pulita.

Peccato che la meteo dia tempo pessimo almeno le prossime due settimane: è vero, l’acqua ci vuole, ma la primavera si sogna sempre col bel tempo!

Mi impegno comunque a non stancarmi più come negli ultimi mesi, voglio godermi un po’ la vita e tutto quello che arriverà giorno per giorno!

 
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CAMMINA CAMMINA

Post n°1817 pubblicato il 15 Aprile 2022 da atapo
 
Tag: viaggi

GIORNATA FRA PARENTESI

 


 

Ho necessità di un distacco, dai giorni passati, dalla fatica, dall’ansia, dal quotidiano incombente, da ciò che vorrei cambiare, da ciò che non riesco ad afferrare…

Allora che faccio? Mi prendo una giornata che sia diversa da quelle prima e da quelle dopo, come uno scrollone che mi ricarichi, o di energie fisiche o, soprattutto, di energie mentali a cui attingere per proseguire. Una “giornata fra parentesi”, ho coniato questa definizione a mio uso e consumo.

Il meglio è andare a Bologna. Ma da sola, in treno, un libro nella borsa, una piccola mappa che fra poco cadrà a pezzi da quanto l’ho usata (dovrei ricordarmi, a Bologna, di andare a prenderne una nuova all’ufficio del turismo, ma lo dimentico sempre…), la macchina fotografica, gli orari di qualche mostra del momento, la speranza che ci sia il sole.

E anche stavolta è andata così. Le mostre in questione erano due: Lucio Dalla e Pasolini. Il primo da me amatissimo, il secondo per me quasi sconosciuto. Quando era in vita Pasolini era molto lontano dal mio modo di vivere, non mi attirava, successivamente ne ho scoperto l’acume intellettuale, certe intuizioni sui cambiamenti della società e alcune sue poesie dense di sentimento e sofferenza.

In questa giornata ho trovato tutto ciò di cui sentivo il bisogno. E ho camminato, camminato tanto: a Bologna conosco bene le principali direttrici nel centro storico, ma quando mi inoltro in certi quartieri antichi, in certi vicoletti, allora mi perdo e devo usare la mappa, mi piacciono questi straniamenti, i passi che rimbombano sotto i portici, i negozietti a sorpresa, i colori brillanti dei vecchi muri ben restaurati, le volute e i mascheroni dei palazzi antichi, i parchi che si intravedono oltre le cancellate di ferro, i ciuffi di glicine che in questa stagione ogni tanto spuntano e strabordano da giardini segreti, oppure si arrampicano sui muri, il vocio e i profumi del Mercato Vecchio. Non mi pare mai di essere stanca, camminando a Bologna, è la gioia e l’amore per la città che mi fanno resistere, vorrei vedere tutto e impadronirmi sentimentalmente di tutto. Salvo crollare poi sui gradini di San Petronio, quasi affollati di persone sedute come me, poi abbracciare con lo sguardo tutta la bellissima piazza Maggiore… e pensare che a Firenze è proibito sostare seduti sulle gradinate delle chiese, si rischiano multe: anche qui si nota la differenza di ospitalità tra Bologna e Firenze.

Questa volta sono anche tornata in un luogo dove ero già stata qualche anno fa, ma una giornata molto piovosa mi aveva impedito di godermelo: l’Orto Botanico dell’Università, in realtà è un giardino aperto al pubblico fitto di alberi, cespugli, prati e fiori, un’isola di natura in mezzo alla città, dove le auto quasi non si sentono, ma tanti uccellini si lanciano richiami che paiono conversazioni. C’era un bellissimo sole, li ascoltavo seduta su una panchina, non me ne sarei più andata da lì. Intanto arrivavano bambini coi genitori, ragazzi giovani a chiacchierare sull’erba, tutto in pace, tranquillità, luce e tepore di primavera.

Prima di riprendere il treno sono passata da un famoso negozio di prodotti tipici alimentari: volevo comperare i tortellini per il pranzo di Pasqua, ma ero sedotta anche dai vari dolciumi bolognesi!

Non potevo prendere molto altro, oltre ai tortellini, avevo solo lo zaino e una borsa da spesa in più e non posso portare troppo peso… Che fare?

Ho dovuto scegliere, a malincuore: solo qualche raviola con la mostarda, due piccole ciambelle. Ho lasciato il cuore e l’acquolina nella crescenta coi ciccioli, nella torta di riso e in quella con le tagliatelline.

E’ finita la mia “giornata tra parentesi”, Bologna mi ha cullata con affetto anche stavolta, nonostante un po’ di nostalgia ora mi sento meglio, la cura continuerà nei prossimi giorni, mangiando a colazione le raviole e le ciambelle.

 
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ULTIMA VOLTA

Post n°1816 pubblicato il 11 Aprile 2022 da atapo
 
Tag: teatro

ADDIO, MAC !

 


 

Ce l'abbiamo fatta! Lo spettacolo è andato in porto, sabato sera la prima rappresentazione, ieri pomeriggio la seconda!!! E tutte e due sono andate benissimo, il pubblico non era molto numeroso, quest'anno il teatro che ci ospitava ha cambiato gestione e sta perdendo popolarità, non pubblicizza i suoi spettacoli... Comunque di amici presenti ne abbiamo avuti abbastanza e tutti si sono divertiti.

Ma che faticata! Le ultime due settimane prove tutte le sere e fino quasi alla fine erano continuate quelle assenze che complicavano tutto!

Mi accorgo che non ho mai rivelato di che storia si trattava: dissi all'inizio che non si poteva ancora svelare per questioni di diritti d'autore, poi... ho continuato il mistero, quindi anche il titolo qui sopra resta incomprensibile!

Ecco, si tratta di una rielaborazione dell'"Opera da tre soldi", di Bertold Brecht. L'avevamo già messa in scena nel 2016, ora è stata ulteriormente "aggiustata" per non incorrere nei rigori delle leggi, però il filo è rimasto, così come le canzoni più belle e più famose, che si possono ritrovare on line, da vecchie registrazioni di Milva e Modugno negli spettacoli diretti da Strelher. Il MAC del titolo è il protagonista.

Per me è stato uno degli spettacoli più belli in cui ho recitato, mi sarebbe immensamente dispiaciuto se non fossimo riusciti ad arrivare in fondo; da quando lessi il testo, sei anni fa, mi immedesimai subito nel mio personaggio, la perfida signora Pitchum, e ho sempre cercato di migliorarlo, ora è stato un divertimento interpretarlo e anche stavolta in certe scene il pubblico ha riso di gusto (oltre agli applausi naturalmente!).

Gli attori che si erano ammalati ultimamente di Covid hanno fatto in tempo a guarire, ma per sicurezza altri avevano imparato le loro parti, con spostamenti fra interpreti e ruoli. Così quando sono ritornati per certi personaggi avevamo ... attori doppi! Per "par condicio" allora ci sono state due versioni: sabato diciamo la versione no-covid, con gli attori originali, domenica quella "covid", con i cambi effettuati, così tutti sono stati valorizzati!

In tutti questi cambiamenti io mi sono trovata ad avere... due mariti, uno sabato e un altro domenica! E non è proprio semplice adeguare l'interpretazione a due persone diverse, comunque è andata bene.

Gli Spostati e i Camerini, come ci definiamo, nello sprint di prove intense finali, in cui tutti erano finalmente presenti, hanno cominciato a conoscersi meglio e ad affiatarsi; i Camerini sono ammirati dalla bellezza e ricchezza del lavoro che ne è uscito, noi Spostati... lo sapevamo già il valore della nostra regista, siamo entrati un po' più in sintonia con loro!

Con un po' di malinconia ora diciamo addio al nome Spostati. Non comparirà più, da oggi siamo definitivamente inglobati nella compagnia "Il Camerino Volante", per la nostra regista è stato l'ultimo spettacolo, andrà in pensione da questo che lavoro non è, ma per lei è una grandissima passione. E' anziana, ha situazioni familiari un po' delicate, sta per traslocare in un'altra città, dovrà andare ogni tanto all'estero dalla figlia... però seguirà con tanto affetto le prossime avventure teatrali. E per me rimarrà una cara amica.

Oggi, dopo aver riordinato con malinconia gli abiti di scena, inizio un piccolo periodo di riposo, ne ho un gran bisogno dopo tutto questo impegno; nel pomeriggio sono andata in piscina che avevo dovuto saltare per due settimane. Camminavo per strada e mi sentivo leggera... come se avessi tolto dai pensieri e dal corpo chili e chili di fatica, di battute, di scenari, di arrabbiature...

Ma già stasera notavo che l'agenda riporta diversi appuntamenti e impegni per i prossimi giorni...

Il Camerino Volante farà un'assemblea il 21 aprile: sapremo i prossimi progetti, sarà forse più chiara la situazione, capirò meglio di che tipo sarà, e se ci sarà per me un futuro teatrale con loro.

 
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REPLICHE

Post n°1815 pubblicato il 04 Aprile 2022 da atapo
 
Tag: teatro

L’ALFABETO come LE TRECCIAIOLE ?


 

Lo spettacolo ALFABETO AL FEMMINILE, che la mia regista giovane costruì nel marzo 2021 on line, che adattammo per essere recitato in presenza e debuttò nell’ottobre 2021, poi facemmo una replica in dicembre in altra sede… ora è andato in trasferta: l’abbiamo portato ieri pomeriggio a Montemurlo, in provincia di Prato! Ci è stato richiesto da una locale associazione contro la violenza sulle donne ed era un avvenimento, anche con la presenza del sindaco.

Un bel teatro vero, grande, con tanto di camerini!

E’ stato un po’ faticoso, almeno per me che sono tra gli attori più anziani: tutto si è svolto nel pomeriggio, due prove per adattare le scene agli spazi nuovi, poi la buona col pubblico. E’ andata bene, siamo riusciti ancora una volta ad emozionare e a commuovere i presenti. Gettiamo piccoli semi di riflessione, inviti alla partecipazione… e ne siamo molto contenti.

Siamo anche fiduciosi che la vita di questo spettacolo continuerà, in altre occasioni, per farlo conoscere a molte altre persone…

Io ripenso allo spettacolo sulle trecciaiole, prima del Covid, che riuscimmo a replicare una decina di volte, in varie sedi: sarà così anche per questo?

Me lo auguro, credo sia importante far conoscere storie e lasciare messaggi… Questo è il teatro che piace a me.

 

 
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