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Messaggi di Febbraio 2024

FUORI USO

Post n°1907 pubblicato il 29 Febbraio 2024 da atapo
 
Tag: cronaca

GIORNO  IN  PIÙ


 

Oggi 29 febbraio, un giorno in più che per me è stato completamente inutile.
Da martedì ho la schiena bloccata: al mattino, seduta sul letto, che è basso, mi ero piegata ad allacciarmi le scarpe e ho sentito un piccolo dolore alla schiena. Poi nel resto della mattinata ho cercato di muovermi normalmente, avevamo alcuni impegni, io e il marito, siamo stati in giro in auto e a piedi… la mia schiena peggiorava sempre e dal pomeriggio sono stata KO.
Pomata antinfiammatoria a dosi massicce, ieri non riuscivo quasi a muovermi, oggi sta migliorando, molto leggermente.
Sono in casa, non devo muovermi a lungo, né stare a lungo ferma, in piedi o seduta o sdraiata a letto… è un patire per calibrare i movimenti. Qualsiasi cosa inizi a fare, non dura perché devo cambiare posizione e non riesco a concentrarmi in niente; ieri pomeriggio ho fatto lunghe telefonate ad amici, per passare il tempo, così potevo stare seduta o girellare col cellulare in una mano e quell’altra ad appoggiarmi qua e là per le stanze.
Salto le prove del teatro stasera e penso anche domani.
Aspetto con timore il peggioramento del tempo previsto nel fine settimana, perché credo che tutto sia nato dall’umidità accumulata durante i precedenti giorni di pioggia forte, che pare torneranno: l’età certo non aiuta, anzi aggrava.
Spero di rimettermi in condizioni decenti per lunedì, avrei la prossima settimana così piena di impegni...

 
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PROGETTI

Post n°1906 pubblicato il 25 Febbraio 2024 da atapo
 

TORNARE A SCUOLA


L'insegnante con cui ho appuntamento mi aspetta sulla soglia e mi fa strada attraverso i corridoi fino alla sua classe. Sono quasi le 17, i bambini sono usciti, la scuola è silenziosa, una bidella fa le pulizie, dalle porte aperte delle aule intravedo passando insegnanti al lavoro: è pomeriggio di programmazione.

Entriamo in aula.

- Accomodati, se hai pazienza qualche minuto, stiamo finendo gli orari per gli incontri con la persona del Centro per l'italiano ai bambini stranieri.-

Mi accomodo sulla seggiolina, dietro a un banco, su cui dispongo il quaderno per gli appunti e l'agenda, poi mi guardo intorno.

L'aula è allegra, alle pareti ci sono i disegni dei bambini, i promemoria sull'ortografia (è una seconda), i cartelloni che riassumono e illustrano alcune esperienze interessanti vissute dalla classe, in un tavolino sotto la finestra i vasi con le piantine in crescita.

Mi piace, mi ritrovo, potrebbe essere la mia classe... di ormai tanti anni fa! Provo una lieve malinconia, molto di ciò che vedo mi fa tornare in mente esperienze lontane, percepisco il clima di impegno, di amicizia e apertura verso gli altri, di interesse per i piccoli, di sollecitudine per il loro benessere e la loro crescita equilibrata e positiva. Non conosco ancora personalmente le insegnanti, ma ho la speranza che sarà bello lavorare con loro.

Ora hanno finito l'incontro precedente e iniziamo a parlare insieme: vogliono conoscermi meglio, cosa facevo quando insegnavo, cosa faccio ora (una di loro mi ha vista recitare); io chiedo se hanno già delle idee su ciò che si potrà organizzare...

Lavoreremo sul mio libro "Neretta", ci sarà lo spazio anche per qualcosa di "quasi" teatrale. Una classe conosce già la storia, altre non ancora.

La mia prima impressione è confermata: le idee e le parole nascono e filano lisce, come se ci conoscessimo da tempo, c'è una bella sintonia. Alla fine mi sento contenta, è stato un incontro piacevole e produttivo, esco dalla scuola anche un po' emozionata per l'esperienza che mi aspetta in quelle classi: sarà bello, è sempre bello stare con i bambini, dal fondo del cuore mi ritorna lo spirito da insegnante, che accantono, ma non ho ancora completamente perso.

L'appuntamento è per la seconda metà di marzo.

 

 
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LEGGENDO

Post n°1905 pubblicato il 18 Febbraio 2024 da atapo
 

SUSCITARE MEMORIE



- Ciao, ho cominciato a leggere il tuo libro. -

Una mia conoscente, una signora di qualche anno più giovane di me, mi ferma all’uscita dalla messa.

- Mi piace, è scorrevole, si legge bene. Sai, mentre lo leggo mi viene da pensare alla mia infanzia, mi tornano in mente tante cose… Degli episodi, delle persone… che credevo di avere dimenticato e invece… Mi sono resa conto che la nostra vita passata è importante, che bisognerebbe davvero lasciare i nostri ricordi ai figli e ai nipoti, in qualche modo: i tempi cambiano, le esperienze che abbiamo fatto noi è bello che passino a loro… -

Le rivelo che queste considerazioni me le hanno dette anche altri lettori del mio libro “L’aria buona del giardino”, quelli che hanno già superato gli “anta”; i più giovani invece lo sentono come… un libro di storia, come era la vita una volta e come adesso sia diversa.

Sono contenta che le mie pagine stiano suscitando queste reazioni e queste meditazioni: sono una testimonianza di un passato comune alle generazioni mie coetanee e se sono riuscita a ricrearne l’atmosfera, a farvi immergere i miei lettori, suscitandone ricordi, forse rimpianti, forse nostalgie…

... beh, penso che il mio lavoro non sia inutile.

 

 
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VIAGGETTO INVERNALE

Post n°1904 pubblicato il 07 Febbraio 2024 da atapo
 
Tag: viaggi

NEL MILANESE

Lodi, Santuario dell'Incoronata

Un’ennesima premiazione mi ha portato, stavolta, nel milanese, per un fine settimana.

Abbiamo trovato un bel nebbione in alcune zone durante il viaggio, ma per fortuna la maggior parte del tempo, quello passato girando a piedi, c’è stato il sole o appena un po’ di grigio, anche se il freddo si faceva davvero sentire; io comunque mi ero ben attrezzata con abbigliamento a cipolla e non ho preso nemmeno un raffreddore.

Non mi piacciono quei posti, mi fanno girare la testa tutti quegli intrecci di strade, svincoli e autostrade, e tutti quei paesotti tutti uguali: poche vecchie palazzine o cascine ristrutturate semisepolte da palazzoni enormi con una media di dieci piani ciascuno. Insomma, non ci abiterei mai, ho sopportato a stento quei pochi giorni. Non sono andata a Milano città, ma non farò qui i nomi dei paesi in cui mi sono fermata, perché tanto sono tutti simili e non vorrei che qualcuno si sentisse offeso…

Inoltre, essendo di fine settimana, mi sono parsi desolatamente vuoti, la domenica tutti i negozi chiusi, poche persone in giro, la maggior parte anziani a stazionare in vecchi caffè che hanno visto tempi migliori. Ci è stato detto che per trovare “vita” e anche molti dei servizi per la gente, bisogna arrivare a Milano, è scomodo. Il caos di auto c’è solo attorno agli enormi centri commerciali.

Un po’ di movimento c’era nel paese in cui si è svolta la premiazione, era l’avvenimento ad attirare gli abitanti, oltre naturalmente i premiati e gli accompagnatori venuti da fuori. Ero tra i finalisti e tale sono rimasta, stavolta non sono arrivata al podio, la cerimonia è stata simpatica, perché ogni racconto veniva presentato e commentato da un membro della giuria, ma solo dei primi tre ne è stato anche letto l’incipit. Oltre ai premi principali, a tutti è stata data in ricordo una buffa statuina di materiale biologico che si illumina al buio, si chiama Corradino e rappresenta uno scrittore con una enorme penna che gli grava sulle spalle, un po’ umoristico…

Stavolta non siamo andati né in camper né in albergo: in un altro paese della cintura milanese abitano ancora dei parenti di mio marito, che non vediamo da tantissimo, così ci ha ospitato una sua vecchia zia, di 92 anni. E’ sorprendente come si mantenga bene, lucida e arzilla, con qualche problema di salute legato all’età, ma del tutto gestibile.

Abbiamo passato due notti da lei, con le cene e… tante chiacchiere! Ci siamo raccontati molto, soprattutto storie di famiglia, ci ha mostrato album di foto antiche, di nonni e bisnonni, di cerimonie familiari in cui si radunavano i parenti ed erano quasi le uniche occasioni per scattare fotografie, ho visto mio marito quando aveva pochissimi anni, poi più grandicello… non l’avevo mai visto così. Provavo strane sensazioni, mi sentivo “dentro” la famiglia e nello stesso tempo guardavo con occhi da estranea, facevo confronti: io dov’ero, che facevo a quel tempo? Mi sarebbe piaciuto averne qualcuna di quelle foto, ma non le ho chieste, magari quando la zia non ci sarà più…

Mi pare sia stata molto contenta di averci avuto ospiti, a farle un po’ compagnia.

Una cugina di mio marito ci ha invitato a pranzo a casa sua, in un altro ancora di quei paesi, per arrivarci ci siamo persi nell’immensa pianura, perché il navigatore ha improvvisamente smesso di funzionare, siamo dovuti ricorrere al buon vecchio atlante stradale del Touring, ma è stata un’impresa, soprattutto negli svincoli delle superstrade, dove se sbagli poi per chilometri devi arrivare chissà dove.

Altra dose di parenti non incontrati da anni! Altre chiacchiere, altri aggiornamenti. Ecco, questi incontri sono stati la parte più bella del viaggio.

Come le altre volte, prima di rientrare a Firenze abbiamo voluto visitare qualcosa di nuovo e di bello nei dintorni, dato che in quei paesi di bello c’era proprio poco. Dapprima avevo pensato a Monza, ma il prolungarsi delle ore in famiglia ci lasciava poco tempo, allora abbiamo deciso per Lodi, verso sud, già sulla via del ritorno. Lodi ci è piaciuta molto, ha una piazza principale tutta porticata che è una meraviglia, “la più bella che abbia mai visto”, dice mio marito. Siamo riusciti anche a vedere l’interno del Santuario dell’Incoronata, a pianta ottagonale decorato e affrescato sontuosamente, gioiello del rinascimento lombardo. Peccato che a questi luoghi nuovi ci sia stato possibile dedicare solo il tempo di un giro rapido e di un ristorante, ma averla conosciuta ci fa considerare Lodi una tappa da eventualmente ritrovare e approfondire in altri viaggi, magari in una stagione più mite, meno nebbiosa, con più calma e… continuando ad evitare il caos attorno a Milano!

 

 

 
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