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PROGETTI

Post n°1903 pubblicato il 21 Gennaio 2024 da atapo
 

HO STUDIATO


H.Matisse

Come se fossi tornata all'Università, o a quei terribili concorsi per entrare di ruolo, per l'abilitazione, per insegnare il francese... mi sono data allo studio "matto e disperatissimo", come diceva il buon Giacomo Leopardi.

Non di un nuovo copione stavolta, ma studio sui libri, ricerca, note, sintesi ecc. ecc. e poichè a me le cose accadono sempre complicate, due erano gli argomenti in contemporanea su cui ho lavorato.

Intanto il CIDI, l'associazione per l'aggiornamento degli insegnanti di cui faccio ancora parte, benchè in pensione, nel settore dell'intercultura. Ogni tanto medito di uscirne, dopo tanti anni che non entro più in un'aula, ma finora sono riuscita a dare contributi, anche minimi. Ora nel nostro gruppo siamo quasi tutti già pensionati, quest'anno vorremmo esaminare dei documenti per poi fare uscire una pubblicazione didattica che possa essere d'aiuto ai colleghi che lavorano nelle classi.

Il professore che coordina ci ha mandato una serie di testi e libri on line su cui ognuno ha scelto un argomento di interesse e in dicembre-inizio gennaio doveva iniziare a relazionare e a produrre schede di sintesi.

Con tutti gli impegni natalizi per me non è proprio il periodo migliore per questo tipo di impegno e, come uno studente poco solerte, mi sono ridotta all'ultimo a produrre qualcosa, senza neppure arrivare in fondo al lavoro. Bello, interessante, ma faticoso parecchio, dato che da molti anni non tratto più questi argomenti, inoltre non mi trovo bene a lavorare su documenti on line, a far scorrere le pagine sullo schermo, a fare e sistemare i copia-incolla. Ci riuniamo sempre su Zoom e simili, anche questo mi complica la vita, perchè col mio computer ho spesso problemi di collegamento, non so perchè, forse sono le "molte" innovazioni che ci fa mio marito, e ho dovuto più volte restare in collegamento o solo con l'audio, senza vedere nessuno, o addirittura col cellulare come telefonata. Ma perchè non si fa in presenza? L'ho già chiesto, ma così è più comodo per interagire sui documenti... almeno per chi può. Mah! Il risultato per me è che non solo mi agita il lavoro di ricerca, ma ancora di più quando siamo on line in riunione, col timore di "sparire" da un momento all'altro.

L'altro studio è stato più intrigante e riguarda il teatro. Mi pare di aver già accennato che tra gli "over 65" alcuni di noi siamo poco soddisfatti delle ultime proposte della nostra giovane regista e vorremmo dedicarci a produzioni che riguardino la città, il quartiere, il nostro passato, qualcosa insomma che trasmetta storie e valori, stimoli a riflettere: così ci piace fare teatro, già trattammo dell'alluvione, dell'Alzaimer, delle trecciaiole, quest'ultimo sstava andando in tournée in vari teatri della zona, quando ci bloccò il Covid.

Nel 2024 c'è una ricorrenza importante: Firenze fu liberata l'11 agosto del 1944, ma la nostra zona, la pianura a nord della città, fu liberata il 2 settembre: cosa accadde in quei giorni? Sono passati 80 anni, vorremmo celebrarla col teatro. Ne avevo accennato ad alcuni colleghi, poi la voce era arrivata ad altri, tutti erano favorevoli, come partire? Ho saputo che una ventina di anni fa la scuola media di zona aveva fatto una serie di interviste agli anziani, poi erano state raccolte altre testimonianze e l'associazione che finanzia anche il nostro teatro ne aveva fatto uscire un libro: "Brozzi 1944". Sono riuscita ad averlo, l'ho letto in pochissimi giorni, c'era tutto già lì! Ho scelto, ho sottolineato, ho sintetizzato le tematiche, ho trovato passi già pronti per il palcoscenico, mentre leggevo mi venivano tante idee da regista! Ma la regista non sarei io...

Ne ho parlato con le più fidate delle colleghe over 65 e abbiamo deciso di proporlo alla regista, nel primo incontro dopo le vacanze: io ero un po' in ansia, come avrebbe reagito? Per caso aveva già altre idee in mente? Forse non aveva voglia di un lavoro così impegnativo e ancora tutto da costruire, visto che ora segue tanti gruppi di scuole di teatro, lei campa di quello e per sua economia fisica e mentale ultimamente propina un po' a tutti gli stessi copioni.

Invece ne è stata contenta, come gli altri nostri colleghi; io le ho dato il mio libro tutto segnato e i fogli con gli appunti che avevo scritto... se vuole può partire da lì, una traccia l'ho già fatta, noi poi siamo disposte a lavorare insieme anche per costruire la sceneggiatura, come fu soprattutto per gli spettacoli sull'alluvione e le trecciaiole.

A fine mese andremo in scena con quello che stiamo preparando ora, la storia del mito di Babbo Natale, poi via con questo nuovo lavoro.

A vedere l'entusiasmo che la proposta ha suscitato, io mi stavo per commuovere, ero tanto contenta che l'idea funzionasse...

La regista ha detto: - Ma vi rendete conto che uno spettacolo del genere interesserà a molti, dovremo portarlo in giro per i teatri e i circoli della zona, come accadde con le trecciaiole?-

-Certo! - abbiamo risposto – è proprio quello che vogliamo, che la storia venga conosciuta e diffusa! -

 

 
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IN MONTAGNA

Post n°1902 pubblicato il 06 Gennaio 2024 da atapo
 
Tag: viaggi

E LE ORTENSIE…?


 

Le ortensie in città mi lasciano indifferente, anzi spesso nei giardini non le noto nemmeno. In montagna però, non so perché, mi piacciono moltissimo: quei cespugli fitti, che ornano spesso le vecchie case di pietra nei paesini, d’estate si riempiono di fiori, formano grossi palloni colorati e hanno colori così diversi. Nelle frequentazioni appenniniche di questi ultimi anni ho visto una grande varietà di colori che prima non avevo mai immaginato, non solo le classiche rosa e azzurre, ma vanno dal bianco al verdolino, alle tonalità del celeste e del color lavanda, a certune rosse e perfino bordeaux. Pare sia la composizione del terreno a provocare i diversi colori e questa faccenda mi incuriosisce: come concimare per avere un certo colore? Ripenso alle poche nozioni di chimica studiate a scuola…

Poi mi affascina vedere come sono resistenti al caldo, al freddo, alla neve, alle gelate… perché lassù sopravvivono anche accanto a quelle case che vengono aperte e abitate solo nella stagione estiva, le ritrovo intatte, anzi cresciute, da un anno all’altro.

Così, da quando abbiamo la casa in montagna, ho cominciato a proporre al marito di mettere qualche ortensia nel terreno attorno all’edificio, i nostri vicini sulla strada ne tengono dei vasi pieni.

Lui non ne voleva sapere.

-Veniamo qui così poco! Non le curiamo. -

Non si convinceva se gli ripetevo che secondo me sarebbero sopravvissute da sole se le piantavamo in terra e non in vaso.

Due estati fa, un’altra vicina mi invitò in casa sua e mi mostrò il suo giardino, terrazzato sul fianco del monte: lei e il marito ci abitano molti mesi all’anno, lui ha fatto i terrazzamenti, ci ha messo un sacco di piante, dalle aromatiche a vari alberi da frutta, e tante ortensie dalle bellissime sfumature di blu e di azzurro, colore ottenuto, diceva lei, seppellendo nel terreno i coperchi metallici dei vasetti dei sottaceti. Io le raccontavo le mie idee e quelle di mio marito, lei mi promise che avrebbe tagliato qualche rametto, fatto radicare e me l’avrebbe dato.

Infatti l’agosto scorso mi ha donato cinque piccoli vasi con cinque piantine di ortensia, alte circa una dozzina di centimetri. Io, che in tanti mesi avevo dimenticato la sua promessa, ne sono stata molto felice. Poichè a caval donato ecc. ecc… mio marito stavolta non ha detto niente.

Avevo già pensato dagli anni precedenti dove collocarle: di fianco alla casa c’è un piccolo prato dove parcheggiamo l’auto, oltre il prato c’è il casotto degli attrezzi, ecco, lungo il muro del casotto sarebbero state benissimo, protette dal vento, e avrei goduto la loro vista appena uscita di casa. Così tre le abbiamo piantate lì, tutte e cinque ci sembrava che stessero troppo fitte, una quarta messa più sul retro, dove inizia il versante boscoso del monte; la quinta l’abbiamo regalata a mio figlio per il suo giardino.

Il trapianto andava bene, le foglioline aumentavano. Prima di tornare a Firenze, con le pietre tolte nel dissodare il terreno, avevo fatto un piccolo recinto attorno alle ortensie del casotto: una protezione più che altro simbolica, come a dire: “Attenzione, vorremmo che crescessero indenni...”

Contavo di tornare in settembre, magari di transennare meglio, invece causa la fisioterapia si sa come finì. Quando in ottobre mio marito stette lassù una settimana per fare qualche lavoro, gli chiesi subito notizie delle ortensie e lui mi rassicurò: crescevano, tutto a posto.

E arriviamo a mercoledì 3 gennaio. Da tempo volevamo salire in montagna, dovevamo riportare delle cose, dare una controllatina generale, ma c’era sempre qualche contrattempo che faceva saltare tutte le date, rimanda rimanda… o si andava mercoledì o chissà, visto che pare stia per arrivare il vero freddo e la neve.

Mercoledì è stata una bellissima giornata di sole, nemmeno dentro casa era troppo umido, quando arrivo lassù mi pare di respirare meglio, ci sto così bene, a malincuore dobbiamo scendere prima che faccia buio, dato che non c’è il riscaldamento. Ora, in inverno, il ruscello accanto alla casa è pieno d’acqua che scende dal monte e, dopo aver attraversato l’orto, si getta nel torrente molto più in basso.

Tutto a posto lassù? Quasi: le ortensie sono sparite!!!

Il prato-parcheggio tosato, il recinto di pietre abbattuto, le tre piantine… capitozzate, solo piccoli pezzi di gambo spuntano dal terreno! Ho avuto un tuffo al cuore e una gran rabbia: probabilmente è stato il Comune a tagliare l’erba senza guardare troppo per il sottile, ma possibile che le pietre a recinto e le piantine già alte non suggerissero di avere un po’ di attenzione? Guardando meglio, ho scoperto che per fortuna in cima ai rametti rimasti ci sono alcune foglioline che si stanno aprendo: ce la faranno a sopravvivere, se il freddo aumenterà? Mio marito ha detto che avremmo dovuto mettere un cartello “Proprietà privata”, perché in effetti così è quel pezzo di terreno.

Erba e arbusti sono stati tagliati anche sul versante e lì la quarta ortensia non siamo riusciti a ritrovarla, forse è nascosta dai lunghi steli di erba secca, speriamo di vederne qualcosa a primavera. Se è nascosta almeno resterà protetta dal gelo. Riuscirò ad avere l’estate prossima i miei cespugli di ortensie? Sto già mettendo da parte i coperchi di metallo...

Che dire? La bella giornata in montagna rovinata da questo dispiacere.

 

 
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2 GENNAIO 2024

Post n°1901 pubblicato il 02 Gennaio 2024 da atapo
 

BILANCI e PROGETTI



Se ripenso al 2023, posso giudicarlo un anno discreto. La salute, sia a me che al marito, ha fatto un po’ arrabbiare, ma tutto sommato i problemi sono stati risolvibili anche se con la pazienza di sopportare i disservizi del sistema sanitario nazionale: lui ha gli occhi nuovi (operazione alla cataratta), io ho rinforzato la caviglia destra e ora faccio a casa un po’ di ginnastica, senza ripetere la tortura della fisioterapia di settembre. Andiamo insieme in piscina e questa è stata una conquista, visto che lui l’aveva sempre rifiutato, anche se adesso ci siamo presi un mese di sosta, perché il marito deve guarire dalla contusione alla costola.

Il teatro non mi ha soddisfatto molto quest’anno: col gruppo degli anziani gli ultimi spettacoli sono stati “leggeri”, la regista non sta continuando il filone di ricerca su tematiche storiche locali, io e altri del gruppo invece vorremmo riprenderlo.

Nella compagnia del Camerino Volante, come ho già detto più volte, i testi in vernacolo non mi permettono di inserirmi, ultimamente abbiamo iniziato a lavorare su una nuova commedia in cui ci sono anch’io, ma certo sono “tornata indietro” rispetto ai ruoli avuti negli scomparsi “Spostati” e un po’ mi dispiace, mi consolo pensando che il minore impegno mi permetterà di avere più tempo per altro. Feci una buona prova come supplente in una delle loro commedie storiche, ma cambiarono diverse battute per far entrare la mia bolognesità e questo all’inizio mi disturbava un po’, poi mi abituai

Avevo quasi pensato di lasciare col teatro, ma credo che poi mi mancherebbe troppo ed è un modo per avere contatti con delle persone, i colleghi registi e attori, dato che in famiglia abbiamo così pochi rapporti sociali. Purtroppo in questi due gruppi mio marito è proprio al di fuori, non come prima che la regista lo utilizzava negli “Spostati” come tecnico delle luci e del suono, così veniva alle prove, stava in compagnia e partecipava alle serate in pizzeria.

Ecco, posso dire che quest’anno ho conosciuto diverse persone: nuovi colleghi di teatro, un’insegnante scrittrice come me e attraverso le presentazioni dei miei libri è stato bello parlare con chi era venuto, abitanti del quartiere che prima vedevo soltanto per strada.

La mia speranza per il 2024 è di riuscire a fare altre presentazioni e sarebbe il massimo farne anche a Bologna, il luogo in cui si svolge la storia che racconto: ho raccolto alcune indicazioni per tentare contatti, appena finite le vacanze mi muoverò in questo senso, spero di farcela, con l’aiuto di alcune mie antiche compagne di scuola e del mio amico psicologo di Bologna. Ma anche qui ci vorrà fortuna per trovare la strada giusta.

Mi pare che sia stata la scrittura quest’anno a darmi le maggiori soddisfazioni, ciò mi spinge a curarla di più, a dedicarci più tempo. Vuoi mettere la gioia dei premi e delle menzioni che ho guadagnato? Dalla primavera in poi è stato un continuo, su e giù per l’Italia: oltre al protagonismo nelle varie cerimonie, mi ha permesso di raggiungere, conoscere e apprezzare tanti luoghi d’Italia dove non avrei messo piede.

E’ stato bello, mi auguro che i successi letterari continuino nel 2024, anche se sto pensando che sarebbe meglio partecipare a meno concorsi e dedicarmi più assiduamente alla scrittura di qualcosa che ho in mente da tempo, che vorrei far diventare un secondo libro...

Perché le giornate hanno solo 24 ore e dentro ci vorrei far stare tanto, forse troppo.

Un’altra cosa bella del 2023 sono state le nozze d’oro, averle raggiunte e festeggiate, sentire intorno una famiglia in cui c’è serenità e affetto, posso dire che siamo fortunati. La famiglia spero che continui così, la salute e l’amore sono inestimabili.

I miei progetti più impegnativi per l’anno nuovo si fermano qui. Per il resto, vada come vada: viaggi, esperienze, amicizie, sono disponibile a tutto questo, mi auguro che non mancheranno.


 

 
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