Aggiornamento in Ematologia: Linfoma primitivo del sistema nervoso centrale

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Aggiornamento in Medicina

Radioterapia o trapianto autologo di cellule staminali per linfoma primitivo del sistema nervoso centrale nei pazienti di età pari o inferiore a 60 anni: studio PRECIS

In precedenza sono stati riportati i risultati di uno studio randomizzato di fase II in pazienti con linfoma primitivo del sistema nervoso centrale di nuova diagnosi ( età 18-60 anni ).
I pazienti sono stati trattati con chemioterapia di induzione a base di Metotrexato ad alte dosi seguita da radioterapia dell’intero cervello ( WBRT ) o chemioterapia ad alte dosi ( Tiotepa-Busulfan-Ciclofosfamide ) con trapianto autologo di cellule staminali ( ASCT ).
Il follow-up mediano è stato di 33 mesi.
Sono stati forniti dati a lungo termine ( follow-up mediano, 8 anni ) riguardanti gli esiti e le tossicità.
53 e 44 pazienti hanno ricevuto rispettivamente la chemioterapia di induzione seguita da radioterapia dell’intero cervello o trapianto autologo di cellule staminali.
La sopravvivenza libera da eventi a 8 anni dall’assegnazione casuale è stata rispettivamente del 67% e del 39% nei bracci trapianto autologo di cellule staminali e radioterapia dell’intero cervello ( P=0.03 ), con un rischio significativamente inferiore di recidiva dopo trapianto autologo di cellule staminali ( hazard ratio, HR=0.13; P minore di 0.001 ).
Un terzo dei pazienti che ha presentato una ricaduta dopo radioterapia dell’intero cervello erano vivi dopo il trattamento di salvataggio.
5 e 4 pazienti sono deceduti rispettivamente per tossicità correlate a trapianto autologo di cellule staminali e radioterapia dell’intero cervello. [ CONTINUA: https://mediexplorer.it/articolo/radioterapia-o-trapianto-autologo-di-cellule-staminali-per-linfoma-primitivo-del-sistema-nervoso-centrale-nei-pazienti-di-et-pari-o-inferiore-a-60-anni-studio-precis ]

 

Ematologia.net

Forum Ematologico – Studio ELARA: Kymriah nel trattamento del linfoma follicolare recidivante o refrattario

Novartis Oncology

Terapia CAR-T: Kymriah per i pazienti con linfoma follicolare recidivante o refrattario

ELARA è uno studio multicentrico, a braccio singolo, in aperto, che ha valutato Tisagenlecleucel ( Kymriah ), una terapia CAR-T diretto contro CD19, nei pazienti adulti refrattari o recidivanti entro 6 mesi dal completamento di due o più linee di terapia sistemica ( tra cui, un anticorpo anti-CD20 e un agente alchilante ) o recidiva dopo trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche.

Dopo la chemioterapia linfodepletiva, Tisagenlecleucel è stato somministrato come singola infusione endovenosa con una dose target da 0.6 a 6.0 x 10(8) cellule T vitali CAR-positive.

Le principali misure di efficacia erano il tasso di risposta globale ( ORR ) e la durata della risposta ( DOR ) come determinato da un Comitato di revisione indipendente. Tra i 90 pazienti nell’analisi di efficacia primaria, il tasso ORR era dell’86% ( IC 95%: 77, 92 ) con un tasso di risposta completa ( CR ) del 68% ( IC 95%: 57, 77 ).

La durata mediana della risposta non è stata raggiunta, con il 75% ( IC 95%: 63, 84 ) dei responder ancora in risposta a 9 mesi. 

Per tutti i pazienti sottoposti a leucoaferesi ( n=98 ), il tasso di risposta globale è stato dell’86% ( IC 95%: 77, 92 ) con un tasso di risposta completa del 67% ( IC 95%: 57, 76 ).

Le reazioni avverse più comuni ( superiori al 20% ) verificatesi nei pazienti sono state: sindrome da rilascio di citochine, infezioni, affaticamento, dolore muscoloscheletrico, mal di testa e diarrea.

AGGIORNAMENTO DEI DATI DELLO STUDIO ELARA a 12 mesi

A) Il 68% dei pazienti che hanno ricevuto Kymriah nello studio ELARA ha avuto una risposta completa, con un tasso di risposta complessivo dell’86%, con un profilo di sicurezza

B ) Benefici clinici sostenuti dal trattamento Kymriah: tra i pazienti che hanno ottenuto una risposta completa, l’85% era ancora in risposta a 12 mesi

C) Kymriah può essere somministrato in regime ambulatoriale, offrendo una maggiore flessibilità e riducendo potenzialmente l’onere della terapia per i pazienti e i loro team di assistenza

D) Kymriah è ora approvato in tre indicazioni e rimane l’unica terapia cellulare CAR-T approvata sia per l’adulto che nel setting pediatrico

Kymriah è indicato per il trattamento di:

• Pazienti pediatrici e giovani adulti fino a 25 anni di età inclusi con leucemia linfoblastica acuta

( LLA ) a cellule B che è refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o ulteriore recidiva;

• Pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) in recidiva o refrattario dopo

due o più linee di terapia sistemica;

• Pazienti adulti con linfoma follicolare (LF) in recidiva o refrattario dopo due o più linee di

terapia sistemica

ENGLISH VERSION

a) 68% of patients receiving Kymriah in the ELARA trial experienced complete response, with an 86% overall response rate, along with a remarkable safety profile

b) Sustained clinical benefit from Kymriah treatment demonstrated – of patients who achieved a complete response, 85% were still in response at 12 months

c) Kymriah can be administered in the outpatient setting, offering increased flexibility and potentially reducing the burden of therapy for patients and their care teams

d ) Kymriah is now approved in three indications and remains the only CAR-T cell therapy approved in both adult and pediatric settings

NOTIZIE SU Kymriah Tisagenlecleucel – FARMAEXPLORER.IT by XAGENA 

 

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Forum Ematologico: Trattamento dei linfomi: i coniugati ADC e gli anticorpi bispecifici – L’opinione di Zelenetz del Memorial Sloan Kettering Cancer Center

Linfoma PPLC

Gli anticorpi bispecifici, la terapia CAR-T e i coniugati ADC offrono una varietà di opzioni di trattamento nel linfoma, ma le domande rimangono

Andrew D. Zelenetz, Memorial Sloan Kettering Cancer Center in New York. Presentazione durante il 2022 Pan Pacific Lymphoma Conference

L’introduzione degli anticorpi bispecifici ( BiTE ), delle terapie con linfociti CAR-T e i coniugati anticorpo-farmaco ( ADC ) ha rivoluzionato il trattamento delle neoplasie ematologiche.

Coniugati ADC

Gli ADC hanno dimostrato efficacia nel linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivante o refrattario, nel mieloma multiplo, nei linfomi di Hodgkin e nella leucemia linfoblastica acuta ( ALL ) da precursori delle cellule B.

L’anticorpo ADC ideale deve avere un’elevata espressione dell’antigene bersaglio, nessuna dispersione dell’antigene dopo il legame dell’anticorpo, essere adatto all’internalizzazione del carico utile, avere una stechiometria favorevole e una bassa immunogenicità. I linker per il composto devono essere stabili, facilmente scindibili e non alterare il legame dell’anticorpo. Inoltre, il farmaco coniugato deve essere altamente potente a bassa concentrazione, migliorare il margine terapeutico rispetto al farmaco libero ed essere solubile in soluzioni acquose.

Riguardo all’espressione degli antigeni di superficie nei tumori maligni, il CD20 si blocca e rimane sulla superficie cellulare. Probabilmente non va bene per un ADC che ha l’obiettivo di entrare nella cellula. CD22 e CD19, invece, si interiorizzano rapidamente.

Ad esempio, un ADC mirato contro CD22, Inotuzumab ozogamicin ( Besponsa ), è stato approvato nel 2017 per il trattamento degli adulti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria.

I ricercatori dello studio di fase 3 INO-VATE ALL ( INotuzumab Ozogamicin trial to inVestigAte Tolerability and Efficacy ) hanno assegnato in modo casuale pazienti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria con cromosoma Philadelphia ( Ph )-negativo o Ph-positivo con almeno il 5% di blasti del midollo osseo a Inotuzumab ozogamicin ( n = 164 ) o alla chemioterapia scelta dallo sperimentatore ( n = 162 ). Il tasso di remissione completa è stato del 35.8% con Inotuzumab ozogamicin che ha avuto una remissione completa ( CR ) con una durata mediana della risposta di 8 mesi rispetto al tasso di risposta completa del 17.4% per una mediana di 4.9 mesi con la chemioterapia. La negatività della malattia minima residua è stata raggiunta rispettivamente dall’89.7% e dal 31.6% dei pazienti.

I carichi utili dell’ADC sono in gran parte agenti chemioterapici con un indice terapeutico negativo; la somministrazione mirata consente l’efficacia sul tumore con limitazione della tossicità.

Studi prospettici randomizzati hanno dimostrato che gli ADC si combinano bene con la chemioimmunoterapia convenzionale.

Ad esempio, l’aggiunta dell’ADC CD79b-diretto Polatuzumab vedotin ( Polivy ) a Rituximab ( MabThera ), Ciclofosfamide, Doxorubicina e Prednisone ( Pola-R-CHP ) ha dimostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione rispetto a R-CHOP ( Rituximab, Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina e Prednisone ). A 2 anni, nello studio POLARIX, è emerso che il tasso di sopravvivenza libera da progressione è stato del 76.7% ( IC al 95%, 72.7-80.8% ) contro il 70.2% ( IC al 95%, 65.8-74.6% ) rispettivamente nel braccio sperimentale e di controllo ( HR, 0.73; 95 % CI, 0.57-0.95; P = 0.02 ).

Questi agenti possono potenzialmente essere combinati con i BiTE e la chemioterapia può essere inclusa se non è tossica per i linfociti T.

C’è meno supporto per la combinazione di ADC con la terapia con cellule CAR-T e sono necessari più dati preclinici per supportare questo approccio.

Gli ADC sono stati valutati in modo inadeguato nel linfoma follicolare, nel linfoma della zona marginale, nel linfoma mantellare e nella leucemia linfatica cronica.

Anticorpi bispecifici ( BiTE )

Un agente con efficacia dimostrata è Epcoritamab, un anticorpo CD3xCD20. Tra i pazienti con linfoma a grandi cellule B altamente refrattario, compresi quelli precedentemente trattati con terapia a cellule CAR-T, Epcoritamab ha dimostrato risposte profonde e durature: tasso di risposta globale del 63% con un tasso di risposta completa del 39% secondo i dati della sperimentazione clinica di fase 2 EPCORE NHL-1.

 

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