Lasciatelo stare!

jorginho

Le ultime partite dell’Italia sono state deludenti, questo è ineccepibile.

Dà però fastidio vedere che in molti, sui social e no, hanno già trovato un capro espiatorio: Jorginho.

Nelle ultime gare è emerso qualcosa che preoccupante è dire poco: l’Italia fatica a tirare in porta. Contro l’Irlanda poi, di interventi l’estremo difensore avversario non ne ha proprio fatti, l’occasione più ghiotta l’hanno avuta senza dubbio gli irlandesi e la parata più impegnativa l’ha fatta Donnarumma.

Non tiriamo più in porta. Forse anche perché pare che nessuno voglia assumersi questa responsabilità. Si indugia, si passa il pallone, ma nessuno tira, quasi a dire “Tiri qualcun altro perché io non mi prendo una responsabilità del genere”.

Ora, di fronte a questo, con chi se la prende il popolo bue? Con l’unico che, piaccia o meno, questa responsabilità se l’è voluta prendere (sbagliando, ma almeno se l’è presa). Certo, pure noi nel vederlo tirare alto quel rigore contro la Svizzera, abbiamo esclamato a botta calda: “Ne hai già sbagliati due, non potevi lasciar tirare un altro?”.

Poi però vediamo gli altri che piuttosto di tirare in porta passano la palla al raccattapalle e allora diciamo che tutto sommato, almeno lui ha mostrato un gran coraggio. Sapeva che se sbagliava sarebbe stato massacrato mediaticamente, ma si è dimostrato un uomo con le palle.

Dunque Jorginho probabilmente non vincerà più il pallone d’oro, ma non merita neanche il “Pallone di Merda” che qualcuno vorrebbe donargli.

Per noi Jorginho è e resta un signor centrocampista, che si è vinto da protagonista una Champions e un Europeo nel medesimo anno, scusate se è poco. L’Europeo poi, lo ha giocato sontuosamente, anche nella partita più sofferta della manifestazione (quella contro la Spagna, squadra che dal punto di vista del gioco ci aveva messo sotto), sebbene le difficoltà, non ha mai perso la bussola e ha dispensato raziocinio in mezzo al campo.

L’idea di fargli fare il capro espiatorio la rigettiamo senza se e senza ma.

Italia-Spagna da due a dieci

I voti (in breve) a quelli che, a nostro avviso, sono stati i principali protagonisti della partita di eri tra Italia-Spagna, incidendo.

10

LUIS ENRIQUE Le dichiarazioni che rilascia a fine partita dimostrano il signore che è. Inoltre, bisogna dirgli anche bravo per come ha “letto” la partita. La mossa del “falso nueve” non ha dato riferimenti all’Italia, in più ha dato più forza al centrocampo spagnolo, limitando quello italiano (che in quest’Europeo ha fatto faville).  Perde, ma con molto, molto onore.

9

FEDERICO CHIESA Che goal! Che perla! La dirigenza della Juve ha fatto degli sbagli negli ultimi anni, come abbiamo avuto modo di scrivere sul nostro blog, non certo ad acquistare lui però.

UEFA per la decisione di ricordare Raffaella Carrà diffondendo nello stadio, durante il riscaldamento “A far l’amore comincia tu”. Ogni tanto qualcosa di giusto lo fanno anche loro.

8

GIGIO DONNARUMMA Sbaglia un’uscita nel secondo tempo e sarebbe potuta costare cara, ma nel primo tempo compie un prodigio su Dani Olmo e sui rigori, fa il suo dovere.

JORGINHO Come abbiamo scritto, il suo raggio d’azione è stato limitato molto bene dagli spagnoli, in compenso ci regala il rigore decisivo, tirato con una freddezza degna di Borg in un tie-break.

PEDRI Signori, a diciott’anni esibire una personalità del genere in un match così importante non è normale. Complimenti a lui e al Barcellona che ci punta sopra (se le premesse sono queste, ne ha ben donde).

7

GIORGIO CHIELLINI La solita roccia. Purtroppo lui e Bonucci si fanno tagliare fuori nell’azione che porta gli spagnoli al pareggio, ma va anche detto che quando il pallone ce l’ha spesso la squadra avversaria, fare il difensore diventa tremendamente difficile per chiunque.

DANI OLMO Insieme a Pedri il migliore degli spagnoli. Autentica spina nel fianco degli azzurri, alla fine tira un rigore “Ad Minchiam” e per questo da 8 che meritava passa a 7.

ROBERTO MANCINI Forse, se vogliamo essere onesti, Luis Enrique legge ed imposta meglio di lui il match, ma alla fine dimostra di aver dato alla Nazionale anche un gran carattere e una grande compattezza, qualità necessarie per superare  i momenti di difficoltà (e ieri ce ne sono stati indubbiamente). Una squadra per essere grande ha anche bisogno di tutto questo.

6

CIRO IMMOBILE Tutti che gli danno addosso, ma non è facile fare il centravanti quando il pallone ce l’ha sempre la squadra avversaria. Inoltre, sulla perla di Chiesa, è lui che, appena avuto un po’ di spazio, fa partire l’azione. Poi naturalmente, a criticare tutti fenomeni.

ALVARO MORATA Purtroppo per noi entra bene, come meglio non potrebbe, segnando il goal del pareggio. Pesa però su di lui il rigore tirato, per nostra fortuna,  “Ad Minchiam”.

FEDERICO BERNARDESCHI 6 di stima. Dopo mesi di insulti (alcuni veramente beceri) da parte dei suoi tifosi, di critiche, bisognava  avere una grande forza interiore per sentirsela di presentarsi sul dischetto del rigore, diamogliene atto. Considerando che non se la sentì uno come Falcao, ha avuto un gran coraggio.

2

MIKEL OYARZABAL Se sbagli un goal come lui ieri sera, in terza categoria sei già fortunato se non ti tirano frutta e verdura in testa. Noi ci lamentiamo di Immobile…