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bestie

Post n°162 pubblicato il 15 Marzo 2010 da esperiMente

Il caso vuole che la espe, attrice consumata (nel senso che soggiorna in un  cassonetto, in attesa di essere riciclata), desiderando ardentemente di trovarsi nell'ameno luogo di cui alla foto del post "l'angolo dello svago" (ma sì, già che ci sono la ripropongo, come fa quella mezza cartuccia del mio stomaco con i peperoni),

abbia deciso di cimentarsi nel tentativo di riprodurre le arti magiche della strega Sabrina, e si sia dunque affacciata alla finestra osservando intensamente il suo giardino, nell'intento di trasformarlo in una spiaggia tropicale con una strizzatina d'occhi e un piccolo scatto in avanti della bella testolina.
Nell'eventualità che  le scorte di spiagge tropicali fossero esaurite, si sarebbe accontentata di una distesa di sabbia salentina, o di un tombolo toscano, o finanche (seppur sull'orlo delle lacrime) di uno stabilimento balneare di Cesenatico.

Sarà stato un erroruccio  nella formula (ché la espe, anche nell'eseguire le ricette, va sempre a naso), sarà che non ha la coda nei capelli e non somiglia neppure lontanamente a una bionda, ma l'incantesimo è venuto un po' così, e l'aspirante streghetta si è ritrovata immersa dopo un  tuffo a bomba, invece che in acque trasparenti, in un dannato mare di faccende più o meno domestiche.

Una di queste, detestata con grande applicazione (ma non più delle altre), sapientemente imposta da quell'abile motivatore che di nome fa Frigo e di cognome Vuoto, è la spesa.
Il migliore dei propositi "prendo solo due cosine", diventa, per lei, un investimento a brevissimo termine di mezzo stipendio.

Fare la spesa con la espe è un vero divertimento. Chiedetelo alle sue figliole, che alla domanda "qualcuno viene con me al supermercato?" corrono a nascondersi negli armadi.
Quando va bene perde il carrello (se casualmente ce l'ha, perché di solito perde il cesto rosso, raccatta quello di qualcun altro, se ne accorge dopo averci messo dentro qualcosa, lo molla, ritrova il suo, lo riempie all'inverosimile e non riesce a portarlo fino alla cassa, così lo spinge con i piedi), corre di qua e di là, per poi rimanere dieci minuti in ammirazione davanti ai giochini per cani (espe non ha un cane), o deliziosamente indecisa di fronte a 325 tipi di gnocchi, sbircia disgustata nei carrelli degli altri (riuscisse almeno a dissimulare), cede con metodo a un capriccio sì e uno no dell'eventuale prole al seguito, compra ogni volta emerite cazzate di cui si pente troppo tardi, perde il turno al banco perché non ha voglia e tempo di aspettare lì ferma,  si mette in coda alla cassa dietro a uno che paga 48 euro in monetine da 5 centesimi.

Questa volta, però, il vero choc (se vogliamo tralasciare il momento di sfoderare il bancomat), l'ha ricevuto nel parcheggio.
Erano le tredici, per la precisione, e il sole, con tutta la violenza marzaiola di cui è capace, ghignava beffardo trasformando gli abitacoli in forni. La espe, con addosso troppi vestiti e l'affanno di una corsa sul porfido con il carrello pieno (esperienza esaltante che consiglio a tutti), si apprestava a portare fuori dal parcheggio la sua utilitaria da rally, per precipitarsi à la maison ad assemblare qualcosa che somigliasse a un pranzo, quando la sua attenzione venne attirata da qualcosa di luccicante all'interno dello station wagon scuro posteggiato a fianco.

Aguzzando la vista (il primo che ride si ritrova una scatola aperta di soffritto surgelato giù per il collo e due miniwurstel nel naso) individuava un chihuahua nero, con le zampine anteriori appoggiate al cruscotto, lo sguardo disperatamente inchiodato sull'ingresso del supermercato, con addosso una giacca a vento (sì, proprio una giacca a vento) viola con il cappuccio bordato di pelo e un collarino di brillanti.

Chiuso in auto, sotto un sole appuntito, chissà da quanto e per quanto ancora.

Peccato che alla espe, che ha la prontezza di riflessi di una marmotta in letargo, sia venuto in mente soltanto quand'era già a casa, che avrebbe potuto segnarsi la targa e andare a denunciare quella bestia del padrone.

 
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"L'amore non possiede né vuole essere posseduto."

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Non maledici l'antinfiammatorio perché l'hai preso da un'ora e non fa effetto, poi vedi il pastiglione sul tavolo.

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 ESPE CONSIGLIA 

Il nuovo libro di non.sono.io

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ANGELO VASSALLO
Sindaco di Pollica (SA)

ucciso il 5 settembre 2010


Uccidendo Vassallo, la mafia non ha voluto solo difendere le attività legate al narcotraffico e all'edilizia. Ha ucciso un profeta. Un eletto dal popolo che affrontava con intensità e coraggio le disfunzioni più evidenti ella società contemporanea.

Alain Faure - direttore di ricerca Istituto di studi politici di Grenoble - LE MONDE 

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A PEPPINO IMPASTATO   
UOMO LIBERO

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