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« La palude della delusion...Musica è.... »

Epilogo

Post n°73 pubblicato il 22 Marzo 2007 da guerrierlumiere

Trianot non avrebbe potuto raccontare a nessuno che strada avesse percorso, nè quanto avesse camminato,assorto com'era nei suoi pensieri. Fatto sta che il panorama che si stagliava intorno era ben diverso. Il passero non riusciva a rendersi conto di come vi fosse capitato, ma da qualunque parte guardasse era pieno di collinette verdi e fiorite di margherite, violette, ciclamini e tanti altri fiorellini di ogni colore e varietà. Il nero della palude si era come volatilizzato. A un tratto si ricordò le  parole di Gionatino e si rese conto di dove si trovasse: le colline del ricominciare. In mezzo alle colline serpeggiava un sentiero bianco che si stagliava nel bel verde dei prati. Trianot si incamminò. Dopo una buona mezz'ora di viaggio il sentiero si biforcava. Il passero prese la strada di sinistra, ma quale fu la sua sorpresa quando vide che dopo cento metri si biforcava  ancora e poi ancora e poi ancora fino a perdita  d'occhio. Trianot non si perse d'animo e decise di prendere sempre il sentiero di sinistra. Ma dopo una buona mezzora si accorse di essere esattamente da dove era partito. Quel posto si chiamava a buon conto colline del ricominciare, pensò Trianot. Pensano che mi spaventi l'idea di ricominciare ogni volta? Che dovrei dire di tutte le volte che pensavo di essermi fatto amico un passero e poi mi accorgevo che era solo un'illusione? Quante volte ho ricominciato da capo e ho avuto speranza in qualcuno, come se fosse il sentiero giusto…proprio come  adesso. Beh, se non lo era prendevo il sentiero di destra ricominciando a sorridere e a dare amore come se niente fosse. E cosi fece. Ad un tratto gli parve di vedere tremolante l'immagine di un castello. Correndo si avvicinò ma appena arrivato l'immagine scomparve. Subito però ne vide un'altro un pò più lontano, ma anche questo scomparve appena  vicino. La situazione si ripeteva continuamente. Appena Trianot si avvicinava al castello, questo scompariva e  riappariva  più avanti.  Probabilmente qualunque altra persona sarebbe tornata indietro scoraggiata, ma Trianot aveva fatto una  ragione  di vita del  ricominciare  da capo e per questo, cocciuto, continuava ad andare avanti nella speranza che avrebbe sicuramente trovato ciò che cercava. Scese la notte, ma il passero continuava ad andare avanti e  tutta la notte continuò ad inseguire fiaccole e castelli  illuminati, finchè alla luce dell'alba intravide una montagna con l'ennesimo castello. Si avvicinò, ma questo non scomparve.Da una finestra si irradiava una luce fortissima che formava un arcobaleno sopra il castello. Il ponte levatoio si abbassò senza che  nessuno l'avesse azionato, almeno cosi sembrò al  passero visto che non c'era nessuno. Una voce  anch'essa proveniente da chissà dove esclamò: Benvenuto Trianot, ti stavo aspettando. Chi sei? chiese il passero. Sono colui che stai cercando, l'eremita. Ti ho seguito per tutto questo tempo nella speranza che tu potessi giungere fino a me. Mi scusi signor eremita, interruppe Trianot, se aveva così tanta voglia di incontrarmi perché ha messo cosi tanti ostacoli fra me e lei? Mio caro amico, intanto non darmi del lei. Il lei si da in segno di rispetto, ma quando c'è dell'affetto tra due persone non ha più motivo di esistere e ti assicuro che per quanto ti voglio bene non puoi che darmi del tu. Per quanto riguarda gli ostacoli, avrei potuto benissimo farti giungere subito fino a me, ma non avresti mai imparato ad amare fino in fondo, ad amare cosi  tanto un ideale e quindi qualsiasi persona da essere disposto a sopportare la disperazione più nera, la delusione più cocente e il dover ricominciare sempre da capo. Non  avevo  alcun  dubbio che ci saresti riuscito. Trianot rimase silenzioso e sbigottito. Era vero, questo viaggio l'aveva ancor più fortificato nei sentimenti. Adesso si sentiva più sicuro  di se  e il suo problema per un attimo non  gli sembrò più tale. Vedi, riprese l'eremita, tu sei venuto a chiedermi perché tutti gli altri passeri ti evitano. Ti sei mai chiesto il perché di quella  macchia rossa sul tuo petto? Beh, quella macchia rossa rappresenta il tuo cuore. Tu fai parte di una razza speciale. Sei stato creato per diffondere amore dappertutto e gli altri passeri si rendono conto che sei diverso da loro ti evitano, perché non sono capaci di comprenderti di capire come tu possa sempre essere carino con loro nonostante il modo in cui ti trattano. Ma non ti preoccupare non sei solo. Come per incanto apparve  uno specchio e dentro vide tanti passeri con la  macchia rossa sparsi per tutto il mondo. Voi siete il sale della  terra, la gioia  di vivere. Non dimenticare mai la tua funzione. Trianot era felice, ma quale fu la sua gioia quando atterrò accanto a lui un passero con la macchia rossa e le ciglia lunghe. Vedi, ridacchiò l'eremita, non solo non sei solo, ma non lo sarai mai più. Trianot si innamorò a prima vista del passero e la stessa cosa avvenne al passero dalle ciglia lunghe. Andate figli miei e portate l'amore che vi ho insegnato nel mondo. I due passeri seguirono volentieri l'invito ben felici di essere finalmente insieme. 

 
 
 
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Un blog di: guerrierlumiere
Data di creazione: 09/10/2006
 
 

AREA PERSONALE

 

IL TEMPO NON HA LIMITI

Anche se non sento dentro me “Amore”
Ritorno sempre là
A quelle immagini
Ai giorni liberi
Pieno di entusiasmo sembrerò
Solo a chi non saprà comprendere
il vuoto dentro me
E rimangono le lacrime in bilico
Dietro gli angoli degli occhi che sorridono
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai
dimentica il tempo tra di noi
Il ricordo inafferrabile lo so
Che male più non fa
Ma se ti incontrerò
io non mi salverò
Cresce dentro l’anima
La voglia che ho di te
Distanze fragili ci uniscono di più
E non trovo le parole
per spiegarmelo
Perché quelli che si cercano poi
si perdono
Il tempo non ha limiti
Non basta per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Ci sono attimi che non ritornano più
- Vivrò pensando a te -
Il tempo è un alibi per non amarti più
- Vivrò pensando te -
Ti sento accanto a me come se fossi qui
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Il tempo tra di noi…
 

QUELLO CHE VORREI FARE:

“Molte persone temono la felicità. Per tali persone, essere contenti nella vita significa cambiare molte delle loro abitudini - e perdere il loro senso di identità. Spesso siamo scontrosi verso le cose buone che ci accadono. Non le accettiamo, perché ci farebbero sentire in debito nei confronti di Dio. Pensiamo: ‘Meglio non bere dal calice della felicità, perché, quando sarà vuoto, soffriremo immensamente.’ Per questa paura di rimpicciolirci, non riusciamo a crescere. Per la paura di piangere, non riusciamo a ridere.”
 

PENSIERO DEL GIORNO

Dice il maestro: “Oggi è un bel giorno per fare qualcosa fuori dall’ordinario. Potremmo, per esempio, ballare per la strada mentre andiamo al lavoro. Guardare direttamente negli occhi di uno sconosciuto, e parlare di amore a prima vista. Dare al capo un’idea che può sembrare ridicola, un’idea che non avevamo mai menzionato prima. I Guerrieri della Luce si permettono tali giorni. Oggi, potremmo piangere su antiche ingiustizie difficili da accettare. Potremmo telefonare a qualcuno a cui avevamo giurato di non parlare mai più (ma da cui avremmo desiderato ricevere un messaggio sulla segreteria telefonica). Oggi potrebbe essere considerato un giorno aldilà della sceneggiatura che scriviamo quotidianamente. Oggi, ogni colpa sarà permessa e perdonata. Oggi è un giorno per godere la vita.” 
 

LA MIA POESIA

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
 

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