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« La fortuna è ciecaSull'amore »

La condanna

Post n°123 pubblicato il 16 Luglio 2007 da guerrierlumiere

Ciò che sembro non è ciò che sono. Questa è la mia condanna. Da sempre. Ricordo quando mi dicevano che sono una persona pacata, tranquilla, paziente. E mentre me lo dicevano dentro di me ribolliva il sangue.
Oppure quando mi dicevano che con quella faccia d'angelo che mi ritrovavo non si capacitavano di come riuscissi anche a fare degli errori. Secondo loro avrei dovuto essere impeccabile. Non avevano capito niente di me. Ma forse è più giusto dire che non ero riuscito io a far vedere veramente chi sono.

Timidezza: qualità, carattere di chi è timido; sensazione di disagio, imbarazzo quando si è in presenza di persone estranee (e talvolta anche di persone conosciute) e ciò per insicurezza, per pudore, per inesperienza, per timore o altro modo di comportarsi, di atteggiarsi con esagerata circospezione e con ingiustificata insicurezza.
Nascere timidi è una vera e propria patologia. Spesso si pensa che sia una semplice nota caratteriale. Non è così. E' una lotta continua per uscire dal guscio.
Mi ricordo che quando ero piccolo per me era un terrore persino andare a chiedere il pane dal fornaio. Avrei preferito di gran lunga buttarmi nel fuoco. Le prime esperienze amorose con amori mai capace di confessare. Mi ricordo che ero talmente chiuso in me stesso da apparire perfino brutto. Mi ricordo che una volta alle superiori le donne per scherzare fecero una classifica di bellezza. Io arrivai ultimo di venti compagni. E c'erano persone ben più brutte di me. Ma spesso nel giudicare le persone anche a livello di piacevolezza si viene influenzati dalla spigliatezza, dalla battuta pronta in qualsiasi frangente, dalla sicurezza.
Da sempre per me è un vero dolore non riuscire ad esprimere ciò che provo alle persone. Perchè le persone non stanno ad aspettarti. Non hanno voglia di scavare dentro.
Non riesco a piangere. Al funerale di mio padre non ho versato neanche una lacrima. Mia madre mi ha gridato in faccia che ero un insensibile. E invece dentro morivo. Cosa può esserci di più doloroso di non essere riusciti neanche a farsi capire dalla propria madre?
Non riesco a parole ad esprimere quello che provo. Spesso anche il mio viso e la mia espressività dicono una cosa e ne sto provando un altra. Sono stato accusato spesso di essere glaciale. E invece dentro in quel momento avevo il fuoco che mi divorava dall'interno. Ma non riuscivo ad esprimerlo.
In questo senso nel blog riesco davvero ad esprimere me stesso. Ma non si può vivere nel virtuale. Perchè se poi nella realtà non riesci a tirare fuori quello che hai dentro è tutta vanagloria.
Non so se guarirò mai. Ma ci sto provando e sto lottando disperatamente. Stamani sorridevo al barista che mi prepara il caffe tutti i giorni. Ero soddisfatto di aver costruito un rapporto cordiale con un "estraneo". Una sorta di vittoria personale. Poi sono entrati nel bar la segretaria del mio ufficio e il suo novello sposo per salutare a loro volta il barista. E in quel momento mi sono reso conto di cosa fosse davvero un rapporto cordiale. Non c'era davvero paragone con quello che avevo costruito io.
E la cosa che mi faceva più male era pensare che a loro tutto questo veniva naturale, mentre per me lottare centimetro dopo centimetro per il sorriso del barista era costato un bell'impegno.
Ho sempre ammirato le persone che entrano in un ristorante e arrivano a salutare i commensali chiedendo come si mangia come se fosse la cosa più naturale del mondo. Per loro non costa fatica. Per me è difficile da spiegare. Solo chi ha provato le stesse cose sa di cosa parlo. E' qualcosa che si spezza dentro e fa male. Un po' come in un sogno in cui sei inseguito da un mostro e le gambe non si muovono. E ti svegli per la paura. Un po' come se volessi gridare aiuto ma la voce non ti esce. E quello che ti esce è un flebile suono che nessuno sente...
Non cambia niente che l'abbia scritto. Però scrivere è sempre stato terapeutico per me. Avevo bisogno di tirarlo fuori per calmare questo dolore che mi attanaglia il cuore. Avevo bisogno di sperare e dire a me stesso che voglio guarire....

 
 
 
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INFO


Un blog di: guerrierlumiere
Data di creazione: 09/10/2006
 
 

AREA PERSONALE

 

IL TEMPO NON HA LIMITI

Anche se non sento dentro me “Amore”
Ritorno sempre là
A quelle immagini
Ai giorni liberi
Pieno di entusiasmo sembrerò
Solo a chi non saprà comprendere
il vuoto dentro me
E rimangono le lacrime in bilico
Dietro gli angoli degli occhi che sorridono
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai
dimentica il tempo tra di noi
Il ricordo inafferrabile lo so
Che male più non fa
Ma se ti incontrerò
io non mi salverò
Cresce dentro l’anima
La voglia che ho di te
Distanze fragili ci uniscono di più
E non trovo le parole
per spiegarmelo
Perché quelli che si cercano poi
si perdono
Il tempo non ha limiti
Non basta per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Ci sono attimi che non ritornano più
- Vivrò pensando a te -
Il tempo è un alibi per non amarti più
- Vivrò pensando te -
Ti sento accanto a me come se fossi qui
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Il tempo tra di noi…
 

QUELLO CHE VORREI FARE:

“Molte persone temono la felicità. Per tali persone, essere contenti nella vita significa cambiare molte delle loro abitudini - e perdere il loro senso di identità. Spesso siamo scontrosi verso le cose buone che ci accadono. Non le accettiamo, perché ci farebbero sentire in debito nei confronti di Dio. Pensiamo: ‘Meglio non bere dal calice della felicità, perché, quando sarà vuoto, soffriremo immensamente.’ Per questa paura di rimpicciolirci, non riusciamo a crescere. Per la paura di piangere, non riusciamo a ridere.”
 

PENSIERO DEL GIORNO

Dice il maestro: “Oggi è un bel giorno per fare qualcosa fuori dall’ordinario. Potremmo, per esempio, ballare per la strada mentre andiamo al lavoro. Guardare direttamente negli occhi di uno sconosciuto, e parlare di amore a prima vista. Dare al capo un’idea che può sembrare ridicola, un’idea che non avevamo mai menzionato prima. I Guerrieri della Luce si permettono tali giorni. Oggi, potremmo piangere su antiche ingiustizie difficili da accettare. Potremmo telefonare a qualcuno a cui avevamo giurato di non parlare mai più (ma da cui avremmo desiderato ricevere un messaggio sulla segreteria telefonica). Oggi potrebbe essere considerato un giorno aldilà della sceneggiatura che scriviamo quotidianamente. Oggi, ogni colpa sarà permessa e perdonata. Oggi è un giorno per godere la vita.” 
 

LA MIA POESIA

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
 

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