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Amore...

Post n°133 pubblicato il 09 Agosto 2007 da guerrierlumiere

Per amore si cambia. Sono il primo che mi sono stupito perchè non lo ritenevo possibile. Così mi sono ritrovato a scrivere poesie, cosa di cui ero convinto di non averne le capacità. Mi sono ritrovato a fare cose che se qualcuno me l’avesse detto solo un anno fa l’avrei preso per pazzo. Mi sono ritrovato a provare sentimenti così forti nel bene e nel male che pensavo mi avrebbero squarciato l’anima da quanto erano intensi. E così ho cominciato a cambiare per essere degno della persona che amavo. Ho imparato a lottare con la mia timidezza, ho mostrato lati intimi di fragilità che non avevo mai mostrato nessuno, ho imparato a non tenere le persone “appese” e a parlare con chiarezza riguardo ai sentimenti che provavo per loro. E sono sicuro che tutti questi cambiamenti saranno definitivi, perché ottenuti con sacrificio e con amore. Perché Il Gianluigi di adesso mi piace molto di più di quello di prima.

Oltre alla voglia di cambiare nel mio percorso di “crescita” mi sono imbattuto nelle problematiche legate ai disturbi alimentari. Per saperne di più mi ero comprato un libro di psicologia. E il mio stupore era stato notevole nel rendermi conto che parlava d’amore. Si. Proprio d’amore.
C’erano alcuni passi che mi avevano colpito. Il primo era questo: l’amore è dare all’altro quello che non si ha. Infatti dare all’altro quello che si ha è piuttosto semplice, soprattutto quando ciò che si dà è posseduto in abbondanza e non priva il soggetto che lo offre. Per questo la domanda d’amore è aldilà del registro dell’avere. Perché chi desidera amore non si accontenta che le venga dato solamente ciò che l’altro ha. E’ una richiesta speciale. Che l’altro le doni la sua mancanza. L’amore non entra nella logica del consumo; non è una merce che si compra, non è un bene disponibile sul mercato. E’ di una semplicità dirompente. E’ per questo che l’amore non è orgoglioso. Perché ci costringe a inventarci un dono di qualcosa che non fa parte di noi. Che ci costringe a non pensare al nostro bene ma al bene dell’altro, cosa che in condizioni normali sarebbe impensabile.

L’altro passo è quello che parla della complessità del sentimento d’amore. Una complessità che porta l’odio ad essere costantemente l’altra faccia dell’amore e non come si potrebbe pensare a qualcosa che è alternativo all’amore. Tale ambivalenza non è in effetti un disturbo della vita affettiva, ma una sua paradossale condizione di fondo. Può così accadere che un oggetto che inizialmente si odiava , che provocava ripulsa o avversione, diventi in seguito un oggetto d’amore, un oggetto che attrae. Ma si può all’inverso constatare come alla fine di un rapporto d’amore, l’oggetto che è stato profondamente amato possa diventare di colpo massimamente odiato. Questo torsioni dell’ambivalenza indicano che lo scambio continuo tra la dimensione dell’odio e quella dell’amore non è una patologia dei sentimenti, ma la loro struttura profonda.

Ma c’è di più. Cosa può spingere una persona a farsi torturare dal suo amante, dal suo oggetto amato? E’ evidente che quando parliamo di odio e di amore e del loro “impasto pulsionale”, come direbbe Freud ci inoltriamo in un campo oscuro che la psicoanalisi definisce “al di là del principio di piacere”. Perché ciò che governa l’essere umano non è, diversamente da quanto accade per gli animali, la pura ricerca del proprio bene, del proprio piacere, del proprio benessere.  Si potrebbe dire, esagerando un po’, che per tutti gli esseri umani l’esperienza naturale del piacere come equilibrio e armonia è impossibile. Perché gli esseri umani ricercano il godimento al di là del principio di piacere. E nel godimento non ci sono né armonia né equilibrio, bensì eccesso. Il godimento è qualcosa che mescola il piacere e la sofferenza.
Se la nostra mente rispondesse a una logica di istinto animale, di fronte a un legame che provocasse sofferenza e tormento un soggetto non ci penserebbe due volte a cambiare partner con la stessa reazione istintuale che  avrebbe nell’allontanare la mano da un carbone ardente. Ma le cose psichiche non rispondono al principio utilitaristico di piacere. L’essere umano tende ad indugiare, a lasciare la propria mano sul carbone ardente e il proprio cuore in balia di un partner che fa soffrire. Anzi: l’essere umano tende a scegliere il carbone ardente non sebbene esso provochi dolore, ma proprio perché esso è in grado di provocarlo.

Vi rendete conto adesso di quanto siamo complicati? Per cui non abbiate mai paura di soffrire perché in questo c’è l’essenza stessa dell’amore per quanto paradossale possa sembrare.

 
 
 
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INFO


Un blog di: guerrierlumiere
Data di creazione: 09/10/2006
 
 

AREA PERSONALE

 

IL TEMPO NON HA LIMITI

Anche se non sento dentro me “Amore”
Ritorno sempre là
A quelle immagini
Ai giorni liberi
Pieno di entusiasmo sembrerò
Solo a chi non saprà comprendere
il vuoto dentro me
E rimangono le lacrime in bilico
Dietro gli angoli degli occhi che sorridono
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai
dimentica il tempo tra di noi
Il ricordo inafferrabile lo so
Che male più non fa
Ma se ti incontrerò
io non mi salverò
Cresce dentro l’anima
La voglia che ho di te
Distanze fragili ci uniscono di più
E non trovo le parole
per spiegarmelo
Perché quelli che si cercano poi
si perdono
Il tempo non ha limiti
Non basta per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Ci sono attimi che non ritornano più
- Vivrò pensando a te -
Il tempo è un alibi per non amarti più
- Vivrò pensando te -
Ti sento accanto a me come se fossi qui
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Il tempo tra di noi…
 

QUELLO CHE VORREI FARE:

“Molte persone temono la felicità. Per tali persone, essere contenti nella vita significa cambiare molte delle loro abitudini - e perdere il loro senso di identità. Spesso siamo scontrosi verso le cose buone che ci accadono. Non le accettiamo, perché ci farebbero sentire in debito nei confronti di Dio. Pensiamo: ‘Meglio non bere dal calice della felicità, perché, quando sarà vuoto, soffriremo immensamente.’ Per questa paura di rimpicciolirci, non riusciamo a crescere. Per la paura di piangere, non riusciamo a ridere.”
 

PENSIERO DEL GIORNO

Dice il maestro: “Oggi è un bel giorno per fare qualcosa fuori dall’ordinario. Potremmo, per esempio, ballare per la strada mentre andiamo al lavoro. Guardare direttamente negli occhi di uno sconosciuto, e parlare di amore a prima vista. Dare al capo un’idea che può sembrare ridicola, un’idea che non avevamo mai menzionato prima. I Guerrieri della Luce si permettono tali giorni. Oggi, potremmo piangere su antiche ingiustizie difficili da accettare. Potremmo telefonare a qualcuno a cui avevamo giurato di non parlare mai più (ma da cui avremmo desiderato ricevere un messaggio sulla segreteria telefonica). Oggi potrebbe essere considerato un giorno aldilà della sceneggiatura che scriviamo quotidianamente. Oggi, ogni colpa sarà permessa e perdonata. Oggi è un giorno per godere la vita.” 
 

LA MIA POESIA

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
 

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