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Miracolo di Natale

Post n°175 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da guerrierlumiere


Era l'inverno del 1914. Nella regione belga di Ypres gli eserciti inglese e tedesco si erano affrontati ferocemente. Corpi mutilati giacevano nella terra di nessuno, cinquanta metri di terra delimitata da filo spinato che divideva le due trincee. Ma nessuno aveva il coraggio di uscire allo scoperto per dargli degna sepoltura. Si aspettava che arrivassero rincalzi e gli uomini attendevano rintanati nelle loro trincee tremanti e impauriti, preoccupati che vennisse sferrato dall'altro esercito un attacco pesante di artiglieria. Pioveva da giorni e il fango faceva affondare, sporcava qualunque cosa, risucchiava gli scarponi impedendo i movimenti . La gelata del mattino era stata dunque accolta quasi con giubilo perchè aveva indurito la terra. Un tiepido sole aveva illuminato i campi imbiancati dalla brina e il soldato Tom si sorprese di avere ancora la sensibilità per rimanerne ammirato. Era la vigilia di Natale. Se n'erano quasi scordati. La giornata continuò con il solito scambio di fucileria. Poi la sera improvvisamente calò il silenzio. Era la prima volta che accadeva da mesi. Tom pensò che sarebbe stato bello se quel silenzio avesse resistito per tutta la durata del Natale. Il pensiero fu interrotto dall'ordine del capitano di tenere gli occhi aperti. Era sicuramente un trucco per coglierli di sorpresa. Se ne andò comunque verso il suo buco per riposare e vinto dalla stanchezza si addormentò.
Fu svegliato dalle urla del suo amico John:" Ehi Tom, vieni a vedere cosa fanno i tedeschi". Tom sospirò pensando che anche quella notte si sarebbe sparato. Si affacciò con circospezione oltre i sacchetti si sabbia della trincea e fu allora che le vide. Migliaia di piccole luci si perdevano per tutta la lunghezza della trincea tedesca brillando di un chiarore che emozionava.
"Ma cosa diavolo sono?" esclamò. "Sono alberi di Natale" rispose sorridente ed incredulo John. I due giovani non potevano credere ai loro occhi. Poi all'improvviso sentirono un suono. Era una melodia sconosciuta. Si potevano sentire nitidamente le voci dei tedeschi che cantavano. John che conosceva il tedesco capì dalle parole che si trattava di un canto di Natale. Intanto attirati da quel suono melodioso tutti gli inglesi si erano affacciati al bordo della trincea. Dopo pochi minuti il canto finì e il silenzio fu interrotto dagli applausi sinceri dei giovani.
Era una cosa inaudita. Degli inglesi che applaudivano dei tedeschi! Eppure in modo naturale tutto questo stava accadendo. Peter che era stonato come una campana, iniziò allora d'impulso a intonare un canto natalizio inglese. Tom pensò che era la cosa più sgradevole che avesse mai sentito. ma si unì al suo canto divertito e così fecero tutti i suoi compagni. Il risultato finale non fu certo all'altezza di quello dei tedeschi ma ricevettero lo stesso l'applauso convinto di questi. Poi un tedesco intonò un canto in latino, "Adeste Fidelis", e quello scenario di guerra si trasformò in un enorme coro gospel cantato con gioia da tutti. Alla fine del canto le grida di giubilo e sincero divertimento si sprecavano sui due fronti.
Il bene è un cosa contagiosa. Basta lasciargli aperto un piccolo spiraglio e quello ti inonda prima che tu te ne sia reso conto.
Un tedesco urlò:" Inglesi, venire fuori, noi non spara". Gli inglesi si guardarono stupiti poi Peter rispose per scherzo:"Venire fuori voi e noi non spara!!!" E una fragorosa risata generale seguì quell'affermazione. Così Tom non credette ai suoi occhi quando vide due figure che scavalcavano il filo spinato e si dirigevano verso di lui. Uno di loro disse:"mandate ufficiale per parlamentare". John puntò subito il fucile verso di loro ma il capitano urlò: "Non sparate" e incredibilmente uscì anche lui dalla trincea per incontrarsi nella terra di nessuno a metà strada con i tedeschi.
La tensione si tagliava a fette. A un tratto videro il capitano tornare indietro. Aveva un sigaro tedesco tra le labbra e sorridente esclamò:"abbiamo concordato una tregua fino alla mezzanotte di domani, ma le sentinelle stiano in guardia".
Ma era troppo tardi per spezzare quella magia. A gruppi di tre, quattro persone per volta i tedeschi cominciarono ad uscire e ad incontrarsi a metà strada con i loro nemici inglesi. Ben presto la situazione degenerò. Tutti i giovani furono ben presto nella terra di nessuno a stringersi le mani, a scambiarsi regali, fotografie, giornali. Fu fattò un falò e si sedettero tutti intorno. Poco lontano qualcuno tirò fuori un pallone da calcio e fu improvvisata una partita. Era una cosa sorprendente. Degli uomini che fino a poche ore prima si erano sparati, erano lì a parlarsi dei loro affetti, delle loro passioni, dei loro sogni.
Tom si mise a parlare con un soldato tedesco che sapeva l'inglese. L'aveva imparato facendo il camerier a Londra, "forse ti ho pure servito" disse, "può darsi" rispose Tom divertito. Poi gli disse che la sua ragazza viveva ancora a Londra e che a causa della guerra non aveva potuto sposarla. Tom lo rassicurò che la guerra sarebbe presto finita e promise di mandarle una cartolina. Un altro tedesco gli mostrò le foto di sua sorella, una bella ragazza mora con gli occhi celesti. Tom gli disse che gli sarebbe piaciuto conoscerla e quello raggiante gli diede il suo indirizzo. I festeggiamenti continuarono fino a tardi tra balli, canti, cioccolata, birra e whisky.
A notte fonda Tom stava per rientrare nella propria trincea quando fu preso per un braccio da un tedesco anziano che gli sussurrò:"Dio, perchè non possiamo fare la pace e tornare a casa?" Tom gli rispose senza cattiveria:"domandalo al tuo Imperatore". Il teesco ebbe un istante di esitazione, poi rispose:"forse, ma dovremmo invece chiederlo al nostro cuore".
La cosiddetta tregua di Natale ebbe inizio la vigilia di Natale del 1914, durante la prima guerra mondiale, quando i soldati tedeschi iniziarono a decorare la zona attorno alle loro trincee, nella regionedi Ypres (Belgio), per il Natale.
Cominciarono mettendo delle candele sugli alberi, quindi continuarono le celebrazioni cantando canzoni natalizie. I soldati britannici nelle trincee sull'altro lato del fronte risposero intonando canzoni natalizie in inglese.
L'artiglieria nella regione restò muta quella notte. La tregua permise inoltre il recupero delle salme dei soldati caduti. Si svolsero delle vere e proprie cerimonie di sepoltura, nelle quali soldati di entrambe le parti piansero assieme i compagni morti. In un funerale nella "terra di nessuno", soldati tedeschi e britannici si riunirono assieme per leggere un passo del Salmo 23:
Il Signore è il mio pastore, non mi fa mancare nulla. Su prati verdi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Il Signore mi dona nuova forza, mi consola, mi rinfranca. Su sentieri diritti mi guida, per amore del suo nome. Anche se andassi per una valle oscura non temerei alcun male perchè tu sei con me.
La tregua si estese ad altre zone del fronte, ed esiste anche la storia di un incontro di calcio tra soldati scozzesi e sassoni, che terminò quando la palla andò ad urtare un tratto di filo spinato sgonfiandosi.
Durante la tregua i soldati scoprirono che nelle trincee nemiche si trovavano uomini esattamente come loro, e che anzi avevano molto più in comune con questi soldati, rintanati in trincee umide e pericolanti come le loro, che non con i loro più alti superiori.
I comandanti britannici
John French e Horace Smith-Dorrien diedero ordine che una tale tregua non si ripetesse mai più. In tutti gli anni di guerra che seguirono, vennero ordinati bombardamenti di artiglieria alla vigilia di Natale per assicurarsi che non si verificassero più interruzioni nei combattimenti. Inoltre le truppe vennero fatte ruotare in diversi settori del fronte per impedire che familiarizzassero apertamente con il nemico.

 
 
 
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Un blog di: guerrierlumiere
Data di creazione: 09/10/2006
 
 

AREA PERSONALE

 

IL TEMPO NON HA LIMITI

Anche se non sento dentro me “Amore”
Ritorno sempre là
A quelle immagini
Ai giorni liberi
Pieno di entusiasmo sembrerò
Solo a chi non saprà comprendere
il vuoto dentro me
E rimangono le lacrime in bilico
Dietro gli angoli degli occhi che sorridono
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai
dimentica il tempo tra di noi
Il ricordo inafferrabile lo so
Che male più non fa
Ma se ti incontrerò
io non mi salverò
Cresce dentro l’anima
La voglia che ho di te
Distanze fragili ci uniscono di più
E non trovo le parole
per spiegarmelo
Perché quelli che si cercano poi
si perdono
Il tempo non ha limiti
Non basta per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Ci sono attimi che non ritornano più
- Vivrò pensando a te -
Il tempo è un alibi per non amarti più
- Vivrò pensando te -
Ti sento accanto a me come se fossi qui
Il tempo non ha limiti
Non passa per dividerci
È un pretesto sai che non basta mai
per difenderci
Il tempo cura i lividi
Difende dai pericoli
Di un amore che mai dimentica noi
Il tempo tra di noi…
 

QUELLO CHE VORREI FARE:

“Molte persone temono la felicità. Per tali persone, essere contenti nella vita significa cambiare molte delle loro abitudini - e perdere il loro senso di identità. Spesso siamo scontrosi verso le cose buone che ci accadono. Non le accettiamo, perché ci farebbero sentire in debito nei confronti di Dio. Pensiamo: ‘Meglio non bere dal calice della felicità, perché, quando sarà vuoto, soffriremo immensamente.’ Per questa paura di rimpicciolirci, non riusciamo a crescere. Per la paura di piangere, non riusciamo a ridere.”
 

PENSIERO DEL GIORNO

Dice il maestro: “Oggi è un bel giorno per fare qualcosa fuori dall’ordinario. Potremmo, per esempio, ballare per la strada mentre andiamo al lavoro. Guardare direttamente negli occhi di uno sconosciuto, e parlare di amore a prima vista. Dare al capo un’idea che può sembrare ridicola, un’idea che non avevamo mai menzionato prima. I Guerrieri della Luce si permettono tali giorni. Oggi, potremmo piangere su antiche ingiustizie difficili da accettare. Potremmo telefonare a qualcuno a cui avevamo giurato di non parlare mai più (ma da cui avremmo desiderato ricevere un messaggio sulla segreteria telefonica). Oggi potrebbe essere considerato un giorno aldilà della sceneggiatura che scriviamo quotidianamente. Oggi, ogni colpa sarà permessa e perdonata. Oggi è un giorno per godere la vita.” 
 

LA MIA POESIA

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
 

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