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LA DESTRA CALOLZIO

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CHE NE E' DELLA CREDIBILITA' ? 

Post n°19 pubblicato il 20 Agosto 2008 da ladestracalolzio
 

Quello che seguirà è un discorso di M…ussolini. Ovviamente, non riferito al grande conducator, vissuto nel secolo scorso, ma alla famosa nipote della Sofia (Loren) nazionale. A ben pensarci anche il nome dovrebbe evocarmi ricordi gloriosi del mitico e più grande Magno della storia: Alessandro. Forse i genitori, accomunando i nomi di due, ciascuno a suo modo, fondatori di imperi, speravano ne sortisse chissà quale valchiria; invece, niente! Solo chiacchiere e “distintivo”.

      Brevemente: nel vederla fin dai suoi esordi in politica, il mio primo pensiero andò al nonno: “Si rivolterà nella tomba”, confidai a qualche amico.

Nessuno della famiglia aveva più voluto cimentarsi nell’agone politico, dopo il disastroso epilogo della II guerra mondiale; ma lei no, portava un nome importante, un viatico sicuro verso gli scanni di Montecitorio, e bisognava sfruttarlo, deve aver pensato, dopo alcuni tentativi falliti nello spettacolo e altre apparizioni in film osé o, al massimo, di serie B. Insomma, il nonno aveva fondata Cinecittà e la nipote c’aveva messo il suo impegno (seppur minimo) per sprofondarla. La sua decisione di fare il grande salto e buttarsi in politica, era probabilmente maturata dopo il fallimento in altri campi. Le prime apparizioni televisive di una giovanissima nipote della famosa Sofia nazionale, bastarono per indurmi pensare che il nonno non solo si stesse rigirando nella tomba ma si stesse facendo dei bei giri completi. Pensavo che forse lei non si rendeva conto del peso e della valenza del nome che portava. Nel suo piccolo, a tratti, dimostrava comunque un bel carattere e di avere “le palle”, che manterrà fino al “pronatismo[1]” degli ultimi tempi.

Aggressività da vendere, sproloqui a go-go, scontri verbali al limite della rissa con tutti l’hanno sempre contraddistinta (mai però con i potenti di turno, specialmente politici).

Luoghi delle sue carnascialate, non gli scanni del Parlamento, bensì gli studi televisivi, in programmi di varia natura, che spesso con la politica avevano poco o nulla a che vedere; sempre da gran signora (sic!) e intanto, pensavo: “Il nonno dev’essere diventato una trivella, altro che rigirarsi nella tomba”.

Finché, AN né ha avuto abbastanza e né ha fatto volentieri a meno. Lei, allora, ha cercato di fondare un suo partito, tanto per non perdere lo scanno, ma è stata “trombata” (brutta definizione, soprattutto riferita ad una donna), sprofondando con lo stesso. Dopo ha pensato di denunciare il ns. Storace trascinandolo nel “Laziogate[2] dimostrandosi una volta di più solo chiacchiere e “distintivo”.  Per la famosa nipote della Sofia nazionale è stata comunque la fine, il canto del cigno.

In seguito, la sua vita pubblica l’ha passata prevalentemente in televisione, più come donna immagine, che altro, dimostrandosi come al solito signora (sic!), coinvolgendo l’interlocutore di turno in liti e sproloqui, pur di accaparrarsi l’attenzione; che si trattasse del parvenu di turno o Sgarbi, o Brunetta, che tacciava di servire a testa bassa il suo padrone, mentre lei non doveva rispondergli, perché non aveva padroni, poco importa, anche se si trovava al Maurizio Costanzo Show, e passava sulle tre reti del Cavaliere anche due volte al giorno. Infatti, non molto tempo dopo anche lei diventerà sua dipendente a tutti gli effetti, dopo aver percepito un’esclusiva di 750.000 euro (ho sentito) dire, per traghettarsi nel Pdl. Sarà vero? Se lo fosse, come biasimarla? Come condannare la sua scelta, seppur scelta obbligata? Come rinfacciarle tutto il blaterare la sua indipendenza da Berlusconi, se il prezzo della resa al Capo è stato quell’appannaggio, più un posto in Parlamento a 15.000 euro al mese, più i bonus, più i privilegi, più la notorietà garantita, più…più…più. Io credo, e badate bene sono sempre opinioni mie personali, che chiunque di noi, o comunque molti di noi sarebbero stati ben contenti di trovarsi al suo posto. Avremmo accettato senza troppe crisi di coscienza. Un’attenuante però c’è: noi non portiamo il nome di Mussolini.

      Arrivati a questo punto, quello che, tuttavia, non capisco, è come possano alcuni giornali, locali e non, scrivere ancora suoi pareri, o conferme di notizie o apparentamenti o altro, quando tutti sanno che la sua credibilità è finita sotto i piedi; quando ormai tutti sanno dell’inattendibilità di quella persona, ritenuta una di Destra con le palle (insieme alla Santanchè), che si è alla fine pronata, anche se ad un ottimo prezzo, per entrare nel supermercato del PDL, come ebbe a definirlo, in campagna elettorale la Daniela Garnero, che adesso sembra a sua volta in procinto di ritirare il carrello della spesa dal piazzale.

      Sappiamo tutti come in politica la credibilità sia un optional, ma forse molti non riescono a capire che è come la verginità: una volta perduta non la riacquisti più. Come la verginità, puoi tenerla a lungo e stringere i denti fino all’ultimo, ma se vuoi godere devi mollarla e dopo un attimo non ce l’hai più. Oggi però con una bella plastica la verginità te la rifai, mentre per la credibilità, hai voglia di plastica. Inoltre nel perdere la verginità perdi una piccola membrana, mentre con la credibilità, in politica soprattutto, spesso significa perdere la coerenza, la fiducia degli altri, il rispetto dei valori, quando non i valori stessi; la dignità e a volte anche l’anima. Ultimamente poi sembra normale vedere sparire tutto nell’arco di un week-end, fra i palazzi del potere. Dopotutto, quello della credibilità, è sempre stato un annoso problema del Bel Paese; forse, riguardo a questo, all’orgoglio nazionale, alla fedeltà e ad altri valori, la famosa nipote della Loren, dovrebbe studiarsi  meglio la storia di suo nonno: avrebbe molto da imparare e capirebbe tante cose, fra le altre, che non è stato il male assoluto.

      Ma questi sono soltanto pareri miei, personali.

[1] Qualche anno fa venne definito in questo modo, da un giovane scrittore, l’usanza di piegarsi davanti ai potenti, specialmente  quelli che in grado di rendere favori personali (gergo = leccare il culo, pesantemente)

[2] Storace è sospettato di avere utilizzato investigatori privati dell'agenzia milanese Ssi e degli operatori informatici della società regionale "Laziomatica" per violare l'Anagrafe comunale di Roma per scoprire dati riservati sui suoi avversari politici per le Elezioni regionali 2005. In particolare, secondo le accuse Storace avrebbe inteso controllare i dati dei sottoscrittori delle liste di Alternativa Sociale il partito di Alessandra Mussolini e preparare dossier fasulli su Piero Marrazzo. In seguito a tali vicende ed alla conseguente indagine della magistratura sulla presunta attività di spionaggio politico ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo, Francesco Storace il 10 marzo rassegna le sue dimissioni da ministro. Da tali accuse verrà tuttavia prosciolto nel giugno 2007.

 
 
 
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Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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