Creato da ladestracalolzio il 16/08/2008

LA DESTRA CALOLZIO

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Su con la vita!

Post n°34 pubblicato il 08 Settembre 2008 da ladestracalolzio
 

Le vacanze sono finite e con il rientro al lavoro (per chi ha la fortuna di ritrovarne uno) mi sembra di notare nella gente, un certo ritorno al clima di sempre, ai problemi di tutti i giorni; allo stress lavorativo; allo stress da disoccupazione, incombente o reale; al pensiero di arrivare alla fine del mese, senza dover ricorrere a un prestito di emergenza. Insomma, per un normale cittadino, il ritorno ad una vita “normale” di questi ultimi tempi, con la politica relegata in secondo piano, o meglio, in nessun piano. Forse con la mente sgombra e più rilassata dal clima ferragostano nella gente mi sembrava si fosse ridestato un pochino più di interesse per ciò che la circondava, in senso più generale; sembrava riuscire in disquisizioni, che nel resto dell’anno apparivano impossibili, lanciandosi in tematiche, diverse dalle solite, della solita routine. Adesso, invece, sembra ritornato l’interesse per il particolare: la lotta con la vita di tutti i giorni, per il proprio orticello e, in molti (?) casi, la sopravvivenza. Forse il segreto dei politici è proprio questo: tenere la testa dei cittadini occupata il più possibile con problemi, spesso reali, il più delle volte, fittizi, soprattutto, con paure, seppur di volta in volta paure diverse: dei fascisti; dei comunisti; dei mussulmani o islamici; dei rumeni; della disoccupazione; dell’inflazione; dell’euro; della crisi; del rincaro dei prezzi; dell’aumento della benzina; del…del…del! Fatto sta che con il mese di settembre nessuno sembra più voler parlare di politica, quantomeno, avere voglia di tornare a interessarsi alla politica, indipendentemente dalla questione del calcio, ormai in procinto di prendersi tutta la scena; seguito a ruota dal ritorno di alcuni programmi televisivi “spappola cervello”, adesso che vorrebbero far passare il messaggio che per tenere accesso questultimo bisogna correre a comprare la S. E. (e non sta per Sua Eminenza). A dire il vero, per molti cervelli sarebbe già un bel passo, un buon allenamento. Ma torniamo a monte.
  I commenti più diffusi che mi tocca ascoltare in merito ai politici e alla politica, sono: “Tanto, sono tutti d’accordo...come i ladri di Brescia: di giorno fingono di litigare, e di notte sono compari di tresca”.
 “
Non c’è differenza fra destra e sinistra, maggioranza e opposizione: sono tutti della stessa risma”.
  "Noi siamo qua a lavorare e a guadagnarci la pagnotta, e loro sono là  a fare la bella vita e a spassarsela con le donne più belle, nei ristoranti di lusso, con gli yacht, facendo la bella vita (neanche fossero i nobili prima della Rivoluzione Francese n.d.r)”.
  “Perché prendersela? Tanto fanno sempre quello che vogliono. Quelli sono poteri che noi neppure c’immaginiamo”. Tanto per citare alcune espressioni delle meno colorite, ma fra le più educate. Lo sconforto più totale quindi, con nessuno che si vuole impegnare per qualcosa, come la politica, che sembra davvero essere cosa d’altri, in prevalenza ricchi, avvocati, professionisti, imprenditori e condannati in via definitiva (questo per la maggioranza del Parlamento), con l‘eccezione di qualche ex operaio o lavoratrice tessile: tre in tutto. Bella rappresentanza democratica! E poi si lamenta il fatto che un quarto(25%) degli aventi diritto non abbia votato. E ancora:
“Adesso poi che non c’è neppure la preferenza cosa vuoi votare? Di chi ti devi fidare? Se pesti i piedi alla persona sbagliata, sei finito”.
  “Ti devi adeguare. Chi comanda veramente in Italia oggi è uno solo (almeno, in apparenza), quindi o ti adegui o sei fuori” altri commenti diffusi a livelli meno populistici. Sembra di stare agli anni settanta, al tempo in cui, se facevi parte di uno schieramento politico, non entravi a lavorare in certe aziende e se eri dell’altro schieramento non entravi in altre. Anche prima della guerra se non avevi la tessere del partito non lavoravi (anche se qualcuno ci giocava, per non fare un bel niente).
  "Adesso però non conta più tanto l’appartenenza: se c’è da sbatterti in mezzo alla strada, ti ci sbattono e arrivederci a mai più. Sono affari tuoi, tanto l’Italia è un paese ricco, dove tutto va bene, tutti stanno bene e la crisi esiste soltanto per i disfattisti". Forse è proprio così. Anzi è così! Non a caso, però, si vedono strani accostamenti in internet o su alcuni giornaletti (di bassa lega, d’accordo) fra Berlusconi e Mussolini; Berlusconi e Castro; Berlusconi e Bush, addirittura Berlusconi e Napoleone,  non in rappresentanza di una fede politica, ma del potere assoluto, il potere dei poteri.
 
Ho letto anni e anni fa (più di venti) che i suoi compagni di scuola (di Berlusconi) mi sembra dai Salesiani, lo definirono già all’età adolescenziale un ragazzo di ambizioni smisurate, fra queste quella di diventare Presidente della Repubblica Italiana (visto che quella di presidente del mondo non si può. Ci hanno provato Alessandro Magno e Napoleone, ma sappiamo tutti che fine hanno fatto). A parte gli scherzi, già allora, preconizzai una sua ambiziosa salita allo scanno presidenziale, però non come previsto dalla nostra Costituzione, ma con un sistema di tipo americano, ancora meglio quello francese, con il mandato settennale rinnovabile, che porterebbe Berlusconi all’apoteosi. Nulla da eccepire, secondo il mio modesto parere, sul sistema presidenziale, che però dovrebbe vedere il coinvolgimento diretto dei cittadini nel voto.
  Ma, c’è un ma… che per i grandi detentori del potere assoluto del passato, e contemporanei, non c’era, dicono gli elettori fedeli a Bossi: la Lega. Qualcuno dice: ”Se non faranno niente, e non vedremo ancora niente, non voteremo più Lega. Questa è l’ultima occasione (frasi ribadite anche da alcuni degli intervistati all’annuale raduno di Pontida)”. Altri: ”La Lega non può continuare a dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Potrebbe costarle caro…molto caro. Sono passati 15 anni da tangentopoli e non hanno ancora portato a casa niente, se non le poltrone per Bossi e soci. È finito il tempo delle scuse”. Un po’ pesante come sintesi, ma non del tutto errata. Altri ancora, pur dichiarandosi leghisti a vita sono convinti che se Berlusconi continua a farsi gli affari suoi e dei suoi amici e a gestire l’Italia come una sua azienda (emblematico in campagna elettorale nel marzo 2008, il lapsus a Porta a Porta: “Dopo le elezioni, al primo consiglio di amministrazione…”, disse, invece di consiglio dei ministri lo corresse Vespa, perché lui non se n’era neppure accorto) la Lega farà cadere il governo entro la fine dell’anno, se non passerà il Federalismo fiscale, in primis.
  Per la fine dell’anno mi sembra un po’ presto, comunque nel computo dei cinque anni della legislatura sono tante le proposte e le riforme sbandierate dalla Lega negli ultimi 15 anni, che andranno realizzate. Dalla sicurezza; al lavoro; alla questione immigrazione (inutile fare le leggi se gli immigrati clandestini arrivano a frotte tutti gli anni, e poi chissà perché clandestini solo qua da noi e non si guarda cosa fanno gli USA ai clandestini, visto che vengono presi a modello); ai diritti dei cittadini italiani, calpestati a favore di qualsiasi diseredato che giunga nel nostro paese e altri ancora. Il rischio, ma sono soltanto pareri personali, è che la legge
elettorale da loro stessa varata, la famosa legge porcata di Calderoli, riduca il PDL e La LEGA NORD alla stregua della coalizione di sinistra alle ultime elezioni, quando 4 partiti portarono a casa il 3% dei voti. Fra cinque anni il rapporto potrebbe ribaltarsi, e potremo vedremo 3/4 partiti, oggi al governo (diventeranno due a marzo 2009), portare a casa il 4% dei voti. Rimangono quindi poche alternative: o salvare questo paese che va a catafascio, o rassegnarsi alla sparizione (nelle migliori delle ipotesi, alla minoranza perenne): questo è il bipolarismo o il bipartitismo all’americana. Sempre che Berlusconi non s’inventi qualcosa di diverso, tipo il discorso del 3° gennaio 1925 del nostro capo del governo di allora e gli italiani, come allora, se ne staranno zitti e tranquilli a scannarsi per il Milan o la Juventus o la Roma o il Canicattì, basta che ci sia un pallone di mezzo. È sempre andata così e, senza l’aiuto dello straniero vincitore, andrà ancora così. Scartando questa bizzarra ipotesi, arriveremo alle elezioni del 2013, con le uniche vere alternative, rappresentate proprio dai partiti esclusi dal Parlamento nella tornata elettorale del 2008, che avranno saputo mantenere la loro identità, un loro programma, una loro coerenza e dignità, come La DESTRA di Storace, che dovrà farsi trovare pronta e lavorare dal basso per arrivare in alto, partendo da uno sviluppo capillare sul territorio, nelle realtà locali, facendo opera di proselitismo, rendendosi umilmente conto che si è praticamente ancora all'anno zero, senza perdersi in mille rivoli e correnti all'interno delle varie tendenze o facendosi annullare dai poteri forti. Dall'altra parte, in alternativa, potrebbe sorgere qualche coalizione sinistroide non ben definita, ma forse più illuminata del PD che continuerà  a vivacchiare e sonnecchiare nei lussi di palazzo senza altra speranza che un 15-20% al max, ringraziando qualcuno della maggioranza per avergli permesso di non sprofondare nei debiti. (Qui l’ho sparata grossa, perché il partito al tracollo con 200 milioni di euro di debiti era il PDS di Botteghe oscure e si vocifera che sia intervenuto qualcuno di molto vicino a Fini a toglierli dagli impicci, acquistando gran parte del loro patrimonio immobiliare. Ma questi sono soltanto pettegolezzi).

 
 
 
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Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
- John Clarke

Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
- Achille Tournier

 

La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici.
- Charles De Gaulle

 

Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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