LA DESTRA CALOLZIO

Meloni... di giornata!

Al Salone dello Studente la “minestra*” Meloni non ha perso l’occasione per dare prova della sua demagogica attitudine a sparare cazzate, denunciando l’ignoranza storiografica abissale in cui versa, dissertando anche di proposte vecchie, riguardo all’introduzione di regole o leggi e leggine per favorire i giovani nell’impresa o semplicemente per la loro introduzione nel mondo del lavoro, che esistono già da anni e in alcuni casi (non molti?), a livello imprenditoriale stanno dando i loro frutti. Lei la sentiamo parlare di prestiti d'onore, in Italia (gulp!). D’altronde, cosa si può pretendere da una ragazza di 31 anni che viene fatta “minestra”, per presiedere un inutile dicastero che sa tanto di “Gioventù del littorio” (almeno lo fosse), che prima parla di agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, poi si pronuncia a favore della legge Biagi: “Farò di tutto perché sia applicata fino in fondo”. A parte che la legge Biagi, a cui ho già rimandato in un post precedente e invito tutti i lavoratori a prenderne visione, è un crimine contro il mondo del lavoro (altrochè, stare a pensare alle leggi razziali del ‘38) e come tale andrebbe abolita in toto, in quanto foriera di una moderna schiavitù servile, causa di danni incredibili alla società e al mondo del lavoro, per ciò che concerne una stabile occupazione, la professionalità, l’affidabilità e la sicurezza sia economica, sia fisica dell’individuo, ottima soltanto per soddisfare gli interessi dei “padroni”. Ma non è questo l’argomento del post e, premetto, che non me ne frega un bel niente quello che dice questa “ragazzina” che presumo, non sappia neppure cosa significhi lavorare veramente, o abbia mai visto una fabbrica o un ufficio “fantozziano” poiché, sembra, che più che politica e università non abbia fatto, oltre a scuola di retorica, visto che sa parlare in pubblico. E qui veniamo al punto. Quello che mi disturba e mi fa inc..zz..re è l’arroganza e la superbia della “minestra” Meloni nel criticare le generazioni precedenti, affermando che “I giovani di oggi sono migliori, perché devono affrontare una realtà più difficile”, poi a sproposito cita come esempio lo scrittore Roberto Saviano. Ma cosa c’entra? Inoltre, secondo lei “I giovani sono migliori, perché devono fare più sforzi per avere un posto in società”. Ma dove sta scritto che lo scopo ultimo di un giovane sia quello di apparire in società? Ritengo queste sue affermazioni offensive per le generazioni che ci hanno preceduto, che hanno contribuito alla costruzione e ricostruzione di questo Paese, portandolo con le loro battaglie, fra i paesi più civilizzati e industrializzati.
  Devo dire che io non mi sono mai permesso di dire neanche a mio padre, che ero migliore di lui (come generazione), ma neppure a miei nonni, per i quali portavo rispetto; oppure giudicare coloro che hanno combattuto battaglie, giuste o sbagliate non è questo i punto, negli anni ’60. Era gente che aveva saputo sopravvivere a uno, o due, dico due, guerre mondiali, a fame, freddo, anche in tempo di pace, nessun diritto sul lavoro, ma solo doveri; gli ultimi erano figli della miseria del dopoguerra che hanno poi sfornati i giovani di oggi, sguarandosi di lavoro per farli studiare e non farli vivere delle privazioni di cui avevano vissuto loro, ma che oggi dicono di essere migliori, senza aver ancora fatto un emerito cazzo (a livello generazionale), se non un sacco di bla…bla…bla… o al massimo spellarsi la lingua a furia di leccare culi.
  Gente, le generazioni precedenti di govani che aveva saputo, comunque, tirare avanti una famiglia, quasi sempre numerosa, magari in giovane età. Molti di loro, in seguito alla morte del padre al soli 20 anni s'erano ritrovati madri e fratelli più piccoli sulle spalle. Avevano dovuto emigrare con le valigie di cartone e non come succede oggi con le carte di credito in tasca, magari con i soldi del paparino. Avevano dovuto abbandonare tutto, miseria compresa, per imbarcarsi sulle navi che solcavano mezzo mondo per trovare un minimo di pace e fortuna e non sto parlando di 60 anni fa, ma meno. Noi ci consideravamo soltanto diversi. Il mondo era cambiato e stava migliorando sotto tanti punti di vista, ma non per questo ci sognavamo di reputarci migliori di loro. Ma cosa ne sa la “minestra” Meloni? Non è colpa sua se è giovane e poca esperienza. Ma come diceva Mussolini “LA GIOVINEZZA È UNA MALATTIA DA CUI SI GUARISCE GIORNO PER GIORNO”.
  Dovrebbe comunque sapere, che  i giovani di oggi, che stanno in condizioni di miglior benessere, medico-sociali, di tutela dei diritti (soprattutto le donne), e in altri campi ancora, lo devono alle generazioni precedenti. Se sono, siamo, generazioni che hanno sempre avuto i tre pasti al giorno, lo dobbiamo a loro, quando invece, ai loro tempi, dovevano spesso accontentarsi di un pasto ogni tre giorni.
  Come sempre è accaduto, anche la vita dei nostri predecessori ha avuto luci ed ombre, ma questo fa parte della storia. Tuttavia, nel calderone della politica sembra essere in atto un processo che tende ad un nuovo ordine mondiale (si dice), e quindi è miglior cosa cancellare il passato, anche recente, dove i valori, quelli veri, della famiglia, dell’onestà, del lavoro, della rettitudine, della moralità imperavano; quando i sette vizi capitali non erano segni distintivi della personalità, ma marchi ignobili, da rifuggire. Quando i giovani (come generazione) non pensavano che lo scopo ultimo fosse quello di apparire, e la loro massima ambizione, un posto in società. O forse “la minestra” non voleva nemmeno dire questo. Allora, la sua scuola di retorica è stata una fregatura.