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LA DESTRA CALOLZIO

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La Sanità è da togliere alle regioni?

Post n°31 pubblicato il 02 Settembre 2008 da ladestracalolzio
 

Dopo aver letto il caso descritto nel blog  di schiavo.elena, nel mio piccolissimo spazio, tenterò di rendere più edotta la popolazione italiana in merito al funzionamente del nostro Servizio Sanitario, ex Nazionale, adesso in mano alle regioni, pubblicando un post di Maurizio Blondet, a proposito dello scandalo Sanità in Abruzzo, venuto alla ribalta un mesetto fa, così come lui lo ha scritto, in quanto non ritengo giusto copiarne degli stralci o facendolo mio. Non credo che il bravissimo giornalista, che oggi dirige il giornale EFFEdiEFFE.com, che gli italiani dovrebbero leggere tutti i giorni, se ne risentirà per questo. Come suo ammiratore, mi dispiacerebbe visto che lo seguo da anni e mi stampo sempre suoi articoli cruciali da mostrare a chi mi capita davanti che parla o addirittura scrive senza sapere di cosa sta parlando o di cosa sta scrivendo. Inoltre, pur condividendo appieno il suo pensiero sul fatto che ci vorrebbe un Angelini per ogni regione italiana, allo stesso modo penso che ci vorrebbero più Blondet in Italia. La gente avrebbe forse meno baggianate nella testa e più verità. Ma questo è soltanto un mio parere personale. Adesso passiamo all’articolo: Ottaviano Del Turco (nella foto) è cotto e cucinato a puntino, con prove schiaccianti, pre-costituite accuratamente dallo stesso che gli versava le mazzette. Questo personaggio, Vincenzo Angelini, proprietario di cliniche private (nate apposta per lucrare sulla Sanità), un bel giorno del 2007, esegue le seguenti operazioni: chiede al Banco di Roma, di cui è cliente, di ritirare 200 mila euro in contanti; conserva l’estratto conto del prelievo; con una fotocamera digitale fotografa i numeri di serie delle banconote e persino le fascette che legavano le mazzette di soldi, poi parte in auto per la casa di Del Turco con il sacchetto da shopping pieno di banconote. Dice al suo autista che dovrà ricordare questo viaggio, anzi, si fa fotografare da lui mentre entra in casa Del Turco e quando ne esce, sempre con il sacchetto, vuoto delle mazzette e riempito con quattro mele; infine, Angelini si autodenuncia. Lo fa perchè nemmeno le convenzioni di favore che le sue cliniche hanno con la Regione, e le prestazioni gonfiate che addebita, sono riusciti a salvarlo; soprattutto perchè la Regione Abruzzo, i suoi debiti verso di lui, li lascia accumulare e non li onora.
  Ormai perduto, il faccendiere trascina con sè i Del Turco e i suoi complici, ai quali ha pagato fra i 6 e i 15 milioni di euro, sempre in contanti, a botte di centinaia di migliaia di euro, sperando di ricavarne benefici per 80-150 milioni di euro. Un confronto: la Regione Abruzzo, per la sanità, ha un disavanzo di 328 milioni, che la dice lunga.
  Inanzitutto, provate voi a chiedere alla vostra banca di prelevare non 200 mila, ma 20 mila euro in contanti, soldi vostri, e vedrete che la banca cercherà in tutti i modi di non scucirli. Come minimo, vi farà aspettare una settimana («Non abbiamo quella cifra in cassa»), e naturalmente avvertirà la Guardia di Finanza. Voi, comune cittadino, piccolo artigiano, dovete tenere due conti distinti, privato e aziendale; dovete pagare sempre con assegni, che siano "non trasferibili", ed adempiere a tutte le altre cervellotiche punitive norme "anti-evasione" escogitate da Visco per farvi la radiografia fiscale. Non potete pagare o ricevere in contanti nemmeno cento euro e se siete salumiere, dovete battere lo scontrino anche per il panino al salame che date al vostro nipotino. Bene, giusto: «Lotta agli evasori!», come strillano i media di sinistra. Invece, per le tangenti ai politici, tutto cambia. Nessun obbligo contabile, nessuna girata obbligatoria, nessun cervellotico «adempimento» anti-evasione, anti-riciclaggio e anti-nero. La banca vi scuce 200 mila euro, in banconote da grosso taglio senza fiatare: Abituata alla cosa (è chiaro che sono mazzette, anche perchè i prelievi sono periodici e costanti), non avvisa nemmeno le Fiamme Gialle (chissà come farà); il corrotto non vi dà nessuna ricevuta, ma vi passa convenzioni e contratti gonfiati a spese dei contribuenti e niente tasse, dichiarazioni, o spese inutili. Come d’incanto, tutta la burocrazia e l’esazione che ci schiaccia ed ostacola, s'è volatilizzata. Tutto avviene con un’efficienza e una facilità da paese-modello, ma in nero. Nero assoluto e tutti prendono, di destra o di sinistra che siano, in piena concordia. Se Del Turco è di «sinistra», fra gli arrestati c’è l’ex direttore dell’ASL di Chieti, tale Luigi Conga, nominato dal centro-destra. A lui Angelini dice di aver versato in varie riprese 6 milioni di euro, 12 miliardi in vecchie lire, sempre in contanti, nel giro di 18 mesi. Infatti, gli agenti hanno trovato sulla Porsche Cayenne di Conga una valigia con 110 mila euro in contanti, e anche questo la dice lunga, perchè risolve un mistero che mi assillava da tempo: chi compra tante Porsche Cayenne, che vedo circolare anche qui a Viterbo, anzi a Viterbo più che a Milano? Assurdi gipponi da 490 cavalli, 100 mila euro di costo medio, 5 chilometri con un litro. Chi c’è a bordo? Un notaio, un famoso chirurgo plastico o un imprenditore di successo? Ora lo sappiamo: c’è un pubblico funzionario della ASL, con valigetta porta-liquidi sul sedile posteriore. Istruttiva anche l’insaziabilità dei corrotti per le cifre enormi che pretendevano, astronomiche rispetto alle finanze modeste e indebitatissime di una regione piccola come l’Abruzzo.
  Qui non si tratta più di «tangenti», di scremature rispetto all’attività principale (che sarebbe, a ben ricordare, dare cure e servizi sanitari alla gente); qui l’attività principale della Sanità consiste proprio nelle mazzette, e per i letti d’ospedale e gli ambulatori, solo le briciole. Anzi, nemmeno le briciole: il disavanzo si lascia crescere, nemmeno i privati corrotti vengono pagati per i servizi che bene o male (male) forniscono, tanto poi lo pagherà lo Stato centrale, ossia i soliti contribuenti. Che se ne fanno di tanti soldi, 30 miliardi in nero, miracolosamente sottratti alle occhiute regole anti-evasione di Visco?
  Del Turco me lo ricordo accanto a Craxi, ma passava per la faccia pulita del PSI, tanto che fu miracolato da Tangentopoli e potè dirigere il partito dei ladri, finché non fu liquidato dagli elettori. Ora, si dice che Del Turco raccoglieva tutto quel denaro per «un progetto politico». Un progetto politico, finalmente! Ciò che all’Italia manca! Ecco uno scopo degno di tanto costo! pensandoci bene anche Giulio Cesare intascò molte tangenti, ma lo faceva per uno scopo politico grandioso: doveva  togliere il potere all’oligarchia senatoria che s’era accaparrata le ricchezze di Roma, falsando la democrazia, e fondare l’impero popolare. Ma qual era lo scopo politico di Del Turco? Doveva essere altrettanto grandioso, visti i soldi che gli servivano. Invece, leggiamo la deposizione di Angelini: «Del Turco aveva bisogno di tanti soldi per mettere in difficoltà Boselli e portare con sè 8 senatori dello SDI nel PD». Ecco: era la lotta del potere per un partito microscopico, e praticamente estinto. Per comprare otto senatori dello SDI di Boselli e portarli a Veltroni come cacciagione. Fra l’altro, otto senatori otto, lo SDI non ne ha mai avuti e mai li avrà.
  Ci vorrebbe una punizione speciale per politici che hanno scopi politici così piccini e meschini, di fatto, riducibili a ripicche e invidie fra un «segretario» di un partitino molecolare e inutile e un assessore di una regionella rurale. Da questa faccenda, non possiamo trarre che una conclusione: i senatori sono in vendita. Poveretti, non ce la fanno con i 300 mila euro che gli pagano milioni di contribuenti che guadagnano 15 mila euro annui. Perciò sono pronti a passare all’altro campo, gli servono un paio di milioni di euro, la vita è rincarata anche per loro. Non chiedono nemmeno qual è il progetto: gli basta vedere i contanti nella valigetta, con le fascette della banca.
  La devastazione della sanità, i posti letto mancanti e carissimi, i pazienti morti ammazzati, gli assunti fancazzisti ma tesserati, la mancata assistenza a milioni di anziani poveri, sono il prezzo che ci fanno pagare. Senza il minimo di scrupolo. Altro che «teorema», come ha detto Berlusconi. Siamo dunque alla «nuova tangentopoli»? Ha ragione Di Pietro? Temo proprio di no. E’ certo che queste cose avvengono non solo in Abruzzo. Che in ogni Regione, la Sanità è la più grossa e regolare fonte di mazzette, di passaggi di pacchi di contanti a 200 mila a botta, per acquistare un posto di primario, per ottenere una «convenzione» per una clinica privata fatta nascere apposta per succhiare. Questo è sicuro. Se questo avviene in Abruzzo, pensate a cosa avviene in Campania, dove tutti i pubblici funzionari hanno la faccia inconfondibile del pregiudicato camorrista; o in Lazio; o in Emilia, dove dominano le COOP ammanicate alla Regione, o in Lombardia, dove si accaparra tutto la Compagnia delle Opere, da ben 15 anni. Il fatto è che solo in Abruzzo c’è stato un imprenditore che si è autodenunciato, che per di più, sapendo come vanno le cose in Italia, si è precostituito le prove a carico dei corrotti, fotografando il denaro, tenendo i documenti contabili del prelievo, facendosi riprendere mentre andava a pagare Del Turco. Ha fatto tutto lui, Angelini, che poi è andato a mettere sul piatto del Gip la sua preda, già cucinata, col rosmarino nel didietro e la mela in bocca. Tutte le azioni d’inchiesta fatte poi dagli inquirenti sono stati solo «riscontri» dei fatti denunciati. Persino le intercettazioni telefoniche a tappeto sono servite a poco o nulla; infatti, non servono a incastrare i corrotti, ma gli scemi che parlano al telefono delle loro performances sessuali.  I magistrati hanno avuto la pappa fatta. Ora, è chiaro che uno del giro, e che dal giro guadagna, che si auto-denunci, è un caso più che raro: è  unico. Ci vorrebbe un Angelini per ogni Regione. Ma ovviamente non c’è e in ogni regione, le intercettazioni a tappeto, senza un Angelini, non portano mai a nulla come le indagini ordinate dai procuratori. In quanto alle irruzioni delle Fiamme Gialle servono solo a punire artigianelli, benzinai, panettieri. Non facciamo del moralismo. Una corruzione così totale, non dipende nemmeno più dalla disonestà dei singoli. E’ il sistema stesso che è stato congegnato per il furto totale del denaro pubblico.
  La Sanità costituisce il 90% del bilancio delle regioni, e offre infinite occasioni discrezionali di gestione. Inoltre, è gestita da consigli d’amministrazione dove loschi affaristi con cliniche si mescolano e inciuciano con deputati trombati, amici degli amici da sistemare. Ai più giovani, bisogna ricordare che non è sempre stato così. C’è stato un tempo in cui grandi enti pubblici previdenziali - dall’INPS all’INAIL alle mutue sanitarie, per non parlare dell’IRI - erano enti «tecnici», gestiti da competenti del settore. Ci sono voluti decenni per trasformare questi istituti onesti e neutrali in cosche. La politica non aveva la gestione di questi enti; dava solo le direttive generali; finchè, ha voluto gestirli, cambiare le regole, inserendo sempre più amici suoi nei vertici, nei gradi intermedi, nelle ASL, dappertutto: sindacalisti, ex deputati, parenti e ballerine. I mascalzoni hanno stravolto tutto a loro vantaggio. Persino i rimedi escogitati, le cosiddette «iniezioni di privato» nel pubblico servizio, sono serviti  solo ad aumentare il potere indebito, a scavalcare le norme sui concorsi pubblici e sulle pubbliche aste, a rendere possibili conflitti d’interesse a beneficio della Casta. Il rimedio è chiaro. Una riforma che renda il servizio sanitario «nazionale», invece che regionale, in modo da ridurre al minimo i centri di malversazione. Ristatalizzarlo insomma, affidandolo a tecnocrazie competenti, come succedeva una volta, il cui posto e stipendio non dipenda dai politici.
  Creare paratie stagne fra «la politica» e l’amministrazione che serve alla salute dei cittadini. Istituire ferme incompatibilità fra le cariche «politiche»  e quelle gestionali.Tutto ciò esisteva. La democrazia ereditò dal fascismo queso tipo di amministrazione, dove la ruberia era inattuabile, almeno in queste proporzioni e per qualche anno, non molti, è durato, ma è tornare a quella onestà che è utopico. La riforma necessaria, la devono fare i «politici», ossia i beneficiari del malcostume. Il sistema dovrebbe riformare se stesso e non è mai accaduto nella storia.

 
 
 
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Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
- John Clarke

Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
- Achille Tournier

 

La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici.
- Charles De Gaulle

 

Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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