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Messaggi di Febbraio 2010

HANNO DETTO, HANNO SCRITTO

Post n°503 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da atapo
 

AMORE

Keith Haring, Cuore

 

“Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi.

E amore. Tutto l'amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato.

(…)

Capisci che l'unica cosa che conta nella vita è l'amore che puoi dare a chi te lo chiede, che siano i figli, i nonni o la prima persona che incontri per strada. Che essere gentili e pazienti conviene, perchè quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso: tempo, divertimento, riposo.

Ti illudi che ora che l'hai capito passerai il resto della vita ad amare gli altri.

Forse lo farai. Forse no.”

Daria Bignardi, “Non vi lascerò orfani”, pag.9-10


 

 
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AVATAR

Post n°502 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da atapo
 

Chi ne dice bene, chi ne dice male, chi così così...

Chi ha trovato tutti i saccheggi possibili e immaginabili...

A me sono venuti in mente strani paesaggi di Magritte...

il Piccolo Principe e la sua volpe da addomesticare...

Apocalipse now...

Pocahontas...

gli Yanomani e le multinazionali...

tanti altri echi e riferimenti...

ma tutto questo non mi ha infastidito, anzi,


 

perchè stavolta mi sono lasciata andare solo e completamente alla FANTASIA, e mi sono goduta questa storia, queste invenzioni, questo spettacolo, questo film...uno dei più suggestivi che ricordo.

Ogni tanto la FANTASIA e basta fa solo bene!

E mi è tornato in mente che quando ero piccola uno dei miei passatempi preferiti e solitari era di immaginare nuovi mondi...e lotte...ed eroi...storie e storie fantastiche...

 

 
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IL TEMPO PASSA...

Post n°501 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da atapo
 

...E  SEI  QUI  CON  NOI...

Mary Cassatt

Quando apro il mio blog, nel box amori di nonna vedo subito Martino: il bimbetto che ho scelto gli assomiglia e sembra proprio quando mi corre incontro sorridendo e traballando ancora un pochino sulle gambette nanerottole e sempre in movimento. Poi, sotto, c'è Riccardo in quel suo “baccello” che sembra una comoda poltroncina da viaggio...sempre più vicina al suo “traguardo”.

Mi sono resa conto di quanto si avvicini l'approdo ufficiale in quella casetta, nel suo lettino già pronto, peluches compresi...poco più di un mese!

Però è già così presente tra noi, in famiglia...Quella meraviglia che è l'ecografia ce lo rende concreto, ci sembra di conoscerlo meglio!

Mio figlio, cioè suo padre, da vero padre emozionato per il primogenito, con la telecamera ha ripreso le ecografie, così quando siamo andati da loro abbiamo assistito agli sgambettamenti, alle flessioni, alle piccole dita che sembrava ci salutassero...

Mio marito, cioè il nonno, non vuol vedere niente, è contrario a tutte queste diavolerie moderne. Io invece ne sono affascinata e sono tanto contenta di spiare già il mio nuovo nipotino, del quale la ginecologa ha detto che “ha un bel profilo”.

Ieri sera, a cena da loro per il compleanno di mio figlio (con conseguente squisita Torta di Marco e chi non la conosce la può trovare nei post di due anni fa più o meno ...), abbiamo visto le immagini più recenti di Riccardo: ormai è grandino, ha poco spazio per agitarsi. All'inizio è veramente difficile capirci qualcosa, ma poi con l'aiuto dei genitori che ormai hanno visto e rivisto quelle immagini, ecco che tutto diventa più chiaro...come è messo...che sta facendo...

E a un tratto, all'improvviso, si è girato verso di noi e per un attimo ho visto nitidissimo il suo visetto, tutto tondo, con due belle guanciotte paffute...come la sua mamma, ma anche il suo babbo era così, da piccolo, poi si è affilato...

Un'emozione immensa, quel faccino mi si è stampato nella mente e nel cuore e aspetta di essere sostituito fra poco più di un mese dal vero faccino tutto da accarezzare …

E il nonno che se ne stava al computer nell'altra stanza, tanto non gli interessava!

 

 
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GATTITUDINE

Post n°500 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da atapo
 

Lui non lo sa che oggi è la sua festa...

o forse sì...intuisce, capta, percepisce...cose che noi umani nemmeno...

...ma il GATTO è unico, è SOLO LUI !

E allora voglio divertirmi un po' e dedicargli qualcosa di artistico.

Comincio da lontano, da tempi remoti, da quando era un dio e ne conserva ancora una istintiva memoria...

 

I giochi più pazzerelli che si possano inventare, nel corso dei secoli...

Henriette Ronner-Knip

 

un feeling tra gatti e bambini

Pierre  Auguste Renoir

 

Pochi segni per dare l'idea, in fondo un gatto è un animale semplice

Pablo Picasso

 

e cos'avrà mai un gatto per la testa quando ci guarda così enigmatico?

Paul Klee

 

aperti ad ogni sfumatura della modernità (forse)

Andy Warhol

 

MA IL PIU' BELLO, IL  SUPER GATTO  E'  CERTAMENTE  LUI:

il  mio BETO  part-time.

 
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OGGI...

Post n°499 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da atapo
 

SAN  VALENTINO

una fuga d'amore

Sì, siamo fuggiti...io e mio marito...noi due soli...

abbiamo lasciato a casa la suocera e ce ne siamo andati per le montagne intorno a Firenze, a pranzo in un ristorantino...al BARCO  REALE  di Carmignano (lo consiglio vivamente: cibo buono, tipico toscano-fiorentino, prezzi modici)

Ce le meritiamo, queste poche ore in cui abbiamo parlato di tutto e di niente senza un altro paio di orecchie ad ascoltarci o senza doverci chiudere in camera...

C'era un terribile vento di tramontana, gli olivi nei campi attorno si scuotevano, ma sotto il loro verde-grigio-argento l'erba era verdissima e brillante, metteva allegria...

Non ho sentito il freddo, avrei voluto passeggiare lassù ancora per chissà quanto tempo...

...bello questo nostro quarantunesimo San Valentino!




 

E belli anche noi in questa vecchia foto...

COME  ERAVAMO,

nel giardino dei Finti Contini,

all'inizio della nostra lunga storia.

 
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ANCORA TEATRO

Post n°498 pubblicato il 13 Febbraio 2010 da atapo
 

TEATRO VERO, STAVOLTA !

Ho assistito ad uno spettacolo teatrale, questo:

“NEMICO DI CLASSE” di Nigel Williams


Voglio presentarlo con alcune parole che ho trovato in internet, nel sito www.nonsolocinema.com:

“...Si tratta di un testo messo in scena per la prima volta in Italia nel 1983 al Teatro dell’Elfo da Elio De Capitani (con dei giovanissimi Claudio Bisio, Paolo Rossi, Antonio Catania, Riccardo Bini, Sebastiano Filocamo e lo stesso De Capitani) e che oggi Massimo Chiesa e sette giovani attori della The Kitchen Company cercano di riproporre e riattualizzare.

Nemico di Classe racconta alcune ore di sei ragazzi chiusi dentro un’aula di una scuola di periferia di una grande città. Sono abbandonati, sono isolati dal mondo, sono soli, in attesa dell’arrivo di qualcuno che li possa salvare e introdurre nella vita… ma sono anche loro stessi che vogliono emarginarsi. Sono sei ragazzi isolati in uno spazio ben delimitato che fa emergere con forza le tensioni, le urla, la cattiveria, la violenza unita a una profonda umanità. Questi sei giovani sono i ragazzi della 5 C: indomabile, teppistica, violenta, distruttiva, annoiata, con un’evidente compiacimento per questa loro condizione; una classe dove i banchi rovesciati creano delle barricate, i muri imbrattati, un luogo all’interno del quale nessun professore ha potuto resistere. La scuola, al di fuori di quest’aula, prosegue nella sua normalità mentre la 5 C resta abbandonata a se stessa in attesa di un insegnate che, probabilmente, non arriverà mai: l’azione si svolge in questa attesa. I ragazzi aspettano qualcuno che porti loro la conoscenza di cui hanno bisogno, che non è soltanto quella dei libri, prestabilita, è qualcosa di più e di diverso. È in questa attesa che decidono di organizzarsi e autogestirsi provando a insegnarsi da soli qualcosa che gli sia utile, qualcosa che sia loro.

Uno spettacolo denso che emerge per la sua violenza, per la sua crudezza di linguaggio e di gesto, per i suoi significati ma soprattutto per i suoi rimandi a una realtà talmente contemporanea da rendere questo spettacolo quanto mai attuale. Ma questa pièce non comprende solo violenza e rabbia il tutto è velato da sarcasmo e umorismo capace di far ridere e sorridere lo spettatore; uno spettacolo ricco in grado di creare momenti di tensione, momenti di vuoto, momenti comici e poetici. Uno spettacolo che divertirà il pubblico lasciandolo alla fine senza respiro...”

Ora è stato messo in scena dalla compagnia The Kitchen Company, nei giorni prossimi sarà a Roma.

Mentre vedevo le “imprese” ed ascoltavo le parole e le parolacce su quel palcoscenico, man mano che la storia procedeva mi tornavano in mente tante situazioni scolastiche che ho vissuto nella mia vita da insegnante, ho rivisto in quegli attori altri alunni che ho conosciuto, con (o contro?) i quali ho dovuto combattere, chi faceva sudare sette camicie perchè nella scuola portava il suo mondo difficile, i suoi grossi problemi familiari, il suo disagio che gli impediva di adeguarsi al gruppo, alla disciplina, alle richieste di ordine e di impegno tranquillo e costante.

Anche se ho lavorato nella scuola elementare, non crediate che fossero molto diverse certe manifestazioni di irriverenza, di insubordinazione, di ribellione e di violenza a cui ho dovuto assistere ed alle quali ho dovuto far fronte, in qualche modo. E non sempre uscendone vincente, almeno sul momento. Ma questi elementi hanno lo stesso bisogno di una scuola per loro, bisogno di una guida e di qualcuno che li accetti e riesca, anche se con enorme fatica, a partire dal loro mondo per costruire qualcosa insieme: spesso la scuola non basta, ci sono altri enti che dovrebbero lavorare in sinergia per aiutare le situazioni difficili e purtroppo ciò avviene raramente.

Però, riuscire a far vivere ad un ragazzo con disagio delle soddisfazioni nella scuola, insieme ai suoi coetanei e ad adulti che scommettano su di lui e gli diano fiducia...è una crescita importante e positiva per lui e per noi insegnanti una gioia che non ha prezzo!

Pensavo soprattutto ad una classe terribile che ebbi dalla terza alla quinta, forse la peggiore della mia carriera...il direttore quando me la presentò disse “Non farei questo regalo al mio peggior nemico”...dove, anche se gli scolari avevano “solo” otto-nove anni, si svolgevano scene simili a quelle rappresentate sul palcoscenico...ma allora io c'ero in mezzo...e bisognava resistere...e in tre anni io e il collega, molto uniti tra noi, riuscimmo davvero a costruire qualcosa...

Ecco perchè durante lo spettacolo mi sentivo dentro un dolore quando il personaggio-prof diceva “Noi non sappiamo più cosa fare, vi consideriamo perduti” NO, nessuno deve essere considerato perduto, la scuola ha il compito di cercare strade adatte, dignitose e soddisfacenti anche per lui...

E mi commuovevo quando uno dei ragazzacci sulla porta spiava con ansia se finalmente sarebbe arrivato un insegnante anche per loro, magari l'avrebbero trattato malissimo, ma se lui avesse dimostrato di tenerci a loro, di considerarli importanti, non la solita feccia...

Poi mi arrabbiavo dentro di me, pensando a quanto ancora questi discorsi, questo teatro sia attuale, a come più o meno subdolamente la scuola in Italia voglia ritornare ad essere sempre più selettiva ed escludente, tagliando fondi, personale, materie, laboratori in una parola le opportunità educative che servono a tutti, ma soprattutto a quei ragazzi che non hanno nulla (e non mi riferisco solo ai beni materiali...)

Insomma, chi sta a Roma lo vada a vedere, ugualmente se arriverà in altre città...

e chi lo vede ne parli...

esiste anche il testo teatrale originario, pubblicato da Einaudi...potrebbe servire per rifletterci sopra nelle scuole, anche tra i ragazzi...

 

 

 

 
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TEATRO NUOVO

Post n°497 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da atapo
 

SI RIALZA IL SIPARIO

Albrecht Duerer, Rinoceronte

Una professoressa di francese che lavora con me al CIDI, appassionata di teatro, si è data da fare nei mesi scorsi ed è riuscita ad organizzare un corso di teatro in francese per adulti appassionati, ottenendo la collaborazione dell'Istituto Francese di Firenze, che ci fornisce l'insegnante e la possibilità di lavorare proprio nel teatro dell'istituto, in un antico palazzo di Firenze con una sala-teatro credo del '700.

Così anche per me...si è rialzato il sipario, con mia grande gioia!

Gli incontri sono iniziati alla fine di gennaio, al venerdì pomeriggio. Siamo una ventina, di tutte le età: alcuni studenti universitari, diversi insegnanti di francese più o meno giovani, altri non insegnanti ma appassionati della lingua, qualche pensionato (uno era mio compagno anche nel gruppo di teatro degli anni scorsi). Per una volta tanto, il numero dei maschietti non è troppo sparuto...

Il nostro maestro- regista-animatore insegna all'istituto francese, viene dal Quebec, è un baldo giovane e ci fa passare quelle due ore settimanali molto piacevolmente, fra giochi, improvvisazioni, attività per scoprire le nostre possibilità di usare il corpo, la voce, lo spazio... per amalgamare il gruppo e far sentire a proprio agio anche i più timidi e impacciati...

Non è importante la lingua che usiamo: dovrebbe essere il francese, ma visto i differenti livelli di padronanza è consentito anche l'italiano così spesso vengono fuori mescolanze curiose e neologismi divertenti.

Abbiamo un progetto ambizioso:

per l'anno di Ionesco, vorremmo mettere in scena LE RHINOCEROS (o qualcosa che ci assomigli...).

Io non conoscevo affatto né l'opera né l'autore ed è stata una piacevole scoperta, pare che la volta prossima si cominci a discutere l'assegnazione dei personaggi e vedremo cosa mi toccherà...

Quelle due ore del venerdì mi fanno meglio di una seduta di psicoterapia: mi diverto proprio tanto, solo il salire sul palcoscenico a fare anche due gesti e una battuta ...e già mi sento diversa, come se si svegliasse qualcosa di me che di solito resta imbavagliato...come se lì potessi permettermi di tutto...e non mi vergogno se sbaglio, ci rido insieme agli altri...

Credo che anche l'uso di una lingua che non è l'italiano mi faccia sentire così...differente, proprio un'altra persona...

Anche guardare i compagni, quando tocca a loro esibirsi, è divertente: tanti piccoli spettacoli che mi coinvolgono e mi “alleggeriscono” lo spirito.

Insomma, anche quest'anno ce l'ho fatta a salire sul palcoscenico, sarà una sfida più difficile, ma farò di tutto perchè mi dia soddisfazione!

 

 
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IN MUGELLO

Post n°496 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da atapo
 

LEPRINO  DI  SANT' AGATA

Una dolce vallata a nord di Firenze, che sa di castagneti e di storia, tra i castelli dei Medici...

...il Mugello


 

Un minuscolo paesino da presepio, sulla collina è arroccato il suo centro antico e un po' misterioso: portoni incorniciati pesantemente dalla pietra con antichi simboli incisi che nascondono significati segreti agli scarsi turisti...

 

La sua antichissima chiesa, la cui facciata volta le spalle alle viuzze del borgo per affacciarsi sulla vallata, dedicata a Sant'Agata dei Goti, a memoria di tempi terribili e di una santa che partì come devozione dalla Sicilia e fu portata in tutta Italia dai Goti conquistatori agli inizi del Medioevo...

E' il paese di Sant'Agata nel Mugello,

pieno di aria buona e di silenzio, che si anima quando c'è la festa della sua Santa (il 7 febbraio) e quando fanno chiasso lungo le sue viuzze le scolaresche arrivate dalle città vicine per incontrare Leprino e il suo piccolo mondo. Anch'io vi ho accompagnato tutte le mie classi...

Leprino oggi ha 89 anni, ma non è affatto cambiato da quando l'avevo visto l'ultima volta, ormai diversi anni fa: è una di quelle persone che ad un certo punto non invecchiano più...

Perchè è così famoso?

Da tanti anni sta facendo una ricostruzione del paese, della vita, dei mestieri di quando lui era bambino, con modellini ed automi che si muovono e rappresentano le attività nelle case, i lavori dei campi, le scenette paesane...

Il borgo è ricostruito fedelmente: angoli tipici, negozi ora scomparsi o cambiati, personaggi e macchiette dell'epoca...tutto in miniatura, con una fedeltà e una precisione che ha dell'incredibile.

E nelle ore di apertura Leprino è sempre là tra le sue creature, a spiegare, a intrattenere adulti e bambini, con i quali ha un feeling particolare, come un nonno che racconta instancabile...

Oggi siamo saliti lassù, io, mio marito e mia suocera, a goderci un po' di sole, d'aria buona e di bancarelle della festa e per l'ennesima volta ho visitato il mondo di Leprino, scoprendo ancora nuovi personaggi, creati da poco...

E ho sentito il bisogno di scambiare quattro parole con questo signore, di raccontargli quante volte sono stata da lui con le mie classi per le sue bellissime “lezioni”, di ringraziarlo per il suo lavoro di “memoria”, di chiedergli come sta, a quell'età.

“Eh, mi ha risposto, sto bene: quando c'è la testa, anche gli acciacchi in qualche modo si riesce a superarli!”

Che lezione di ottimismo! Già, quando c'è la testa...

Questo è davvero un invecchiare bene!

Naturalmente, da lui non si potevano scattare foto, ma per fortuna su internet si possono trovare notizie su di lui e sui suoi lavori, per esempio qui...vi invito a cercarle e ad andare a trovarlo in un viaggio nel Mugello, una dolce vallata bella in tutte le stagioni.

 

 

 

 

 
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DOLCISSIMO WEEK END

Post n°495 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da atapo
 

CHOCOLAT

A chi sta a Firenze e dintorni!

A chi ha voglia di fare un giretto a Firenze...

...in questo week-end, fino a domenica:

oltre ai musei, alle opere d'arte, alla storia, alla geografia e alle scienze,

perchè no, una dolce immersione nella CIOCCOLATA!

In piazza Santa Croce da ieri c'è la fiera del cioccolato artigianale, cioccolatieri da tutta Italia, Spagna, Belgio e Francia, presentano le loro meraviglie, le vendono e...se arrivate al momento giusto le fanno assaggiare gratuitamente!


Cioccolato, biscotti, dolci e dolcetti... un profumo che riempie la piazza e le strade vicine...anche Dante, dal suo monumento, ne è colpito e probabilmente prima di domenica sera scenderà e si farà una passeggiata tra gli stands!

Io sono già andata...a cercare là rimedio alla depressione e funziona, almeno per qualche ora...se poi si riporta a casa qualche sacchettino con qualche ghiottoneria l'effetto dura di più!


Unico cruccio: svampita come sono in questo periodo, ho lasciato a casa la macchina fotografica, così non ho potuto documentare e qui metto immagini prese da internet.

Tranne l'ultima: "fontana del cioccolato":

 

 

 

un dolce ricordo,

era nel ristorante del mio albergo a Gran Canaria,

per farci la fonduta di frutta, o per metterla sul gelato, sulla panna...

la fantasia dei turisti non aveva limiti!

 

 

 

BUON  WEEK-END  CIOCCOLATOSO !!!

 
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FRANCESE PER CUCCIOLI

Post n°494 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da atapo
 

PICCOLI

PRINCIPI

SENZA REGGIA

 


Travolta dagli avvenimenti familiari di questi ultimi mesi, mi sfuggono e mi passano velocemente nelle giornate altri impegni, altri argomenti, che per me sono molto importanti e che purtroppo faccio fatica a vivere positivamente, come sarebbe mio desiderio.

Il francese per cuccioli...chi mi conosce sa quanto ci tenga a questo impegno che mi tiene ancora legata alla scuola ed in particolare alla MIA scuola, quella dove ho insegnato per oltre venticinque anni prima di andare in pensione. Ma oltre alla situazione personale ci si mettono anche altre novità in ambito scolastico ad aumentare le difficoltà, quest'anno...

Tutto pareva iniziato, a metà ottobre, nel migliore dei modi. Dato che era passato alla scuola media il numeroso gruppo dei miei ex-alunni che frequentavano il mio corso di francese per il legame con me oltre che per interesse linguistico, io credevo che le iscrizioni sarebbero calate. Invece erano iscritti ben 22 bambini, la maggior parte piccoli, di seconda e terza classe. Un po' troppi a dire il vero, per un'ora e un quarto di lezione settimanale dalle 16,45 alle 18, quando ormai, dopo otto ore di scuola, hanno già dato abbastanza come attenzione e impegno. Però...chi escludere?

Alla fine li avevo tenuti tutti, proponendomi di imbastire un progetto “souple”: molto gioco, canto, movimento...

Me lo potevo permettere, perchè non saremmo più stati “accampati” nella biblioteca, ma finalmente avevano allestito un'aula per le lingue straniere, bella e grande, dove oltre a me durante la settimana ci avrebbe lavorato chi insegnava inglese o italiano ai bambini immigrati, o altre lingue, per esempio cinese o arabo come rinforzo delle lingue madri. Ogni “lingua” avrebbe appeso i suoi cartelloni, i suoi lavori, c'era lo spazio per una piccola biblioteca di lingue straniere...un bellissimo spazio interculturale sarebbe diventato!

E c'era lo spazio per i banchi ed anche quello per fare drammatizzazioni o giochi di movimento. Infatti i miei alunni erano felicissimi, soprattutto quelli che già frequentavano gli anni scorsi: “Bello! dicevano, qui è molto meglio che nella biblioteca” Ed io già imbastivo progetti ambiziosi.

jeu de la sorcière (gioco della strega) nell'aula grande

Ma era troppo bello...dopo alcune lezioni FELICI e SPAZIOSE, l'insegnante di una classe si è lamentata di avere un'aula troppo piccola, ne hanno discusso in riunione ed ha ottenuto lo scambio: la sua classe nell'aula destinata alle lingue, noi al suo posto. Subito io e l'insegnante di inglese abbiamo protestato: una classe che sta a scuola otto ore ha diritto ad avere uno spazio adeguato, ma anche l'insegnamento delle lingue straniere a bambini piccoli ha bisogno di spazio: perchè non spostare le lingue nell'aula dove ora c'è la religione, che è grande e sempre semivuota, visto che non c'è mai una classe intera a far religione?

Prima la collaboratrice del dirigente ha preso tempo, dicendo che il trasloco degli arredi l'avevano fatto i genitori, ma l'aula piccola era provvisoria, solo fino a Natale, poi durante le vacanze si sarebbe fatto lo scambio con religione mettendo all'opera il personale ausiliario della scuola.

Conoscendo quelle persone io non ero ottimista, infatti quando sono tornata il 20 gennaio tutto era ancora nell'aula piccola e mi è stato detto che ormai...per qualche lezione (notare che io dovrei finire a fine marzo, ma alcuni genitori chiedono che continui anche ad aprile)...possiamo adattarci...ma che per l'anno prossimo si sistemeranno le cose.

Io ho espresso “il più elegantemente possibile” tutto il mio disappunto, la stessa cosa ha fatto l'insegnante di inglese, i bambini hanno brontolato non poco, ho spiegato ai genitori la nostra difficoltà...

Insomma, ora siamo in uno spazio in cui, quando ho sistemato venti banchi tutti attaccati, mi rimangono pochi metri quadrati davanti al tavolo-cattedra, che ho addossato al muro per recuperare spazio; ho provato altre combinazioni di banchi, ma non se ne esce, addirittura devo stare attenta che durante il lavoro non si spostino troppo certi banchi dal muro, altrimenti non si apre più la porta.

Ma si può far “vivere” una lingua straniera in questo modo a dei bambini? Per forza bisogna rivolgersi a proposte di lavoro più sedentarie ed è un problema anche raccogliere colle e colori che cadono a terra! Sono arrivata al punto di vedere con sollievo che qualcuno non frequenta più (è fisiologico avere questi “pentimenti”): mi dispiace, ma almeno stiamo più larghi!

E dire che il gruppo è simpatico, i nuovi piccoletti sono vispi, i “vecchi” ricordano molto dall'anno scorso, tutti hanno voglia di fare...è un peccato questa situazione!

Io sto cominciando ad esternare, con noncuranza, qualche riflessione sul fatto che l'anno prossimo, se non ci saranno condizioni logistiche più adeguate, questo corso di francese probabilmente non lo farò più...oppure potrei andarlo a fare da un'altra parte, per esempio...nell'Istituto Comprensivo rivale, quello confinante, di cui conosco molto bene il dirigente, che lavora con me al CIDI...

Vedremo come andrà a finire.

 

 
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DA FIRENZE A PADOVA, NON SOLO PER L'ARTE

Post n°493 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da atapo
 

DA SAN GIOVANNI   A  SANT' ANTONIO

Il massimo dell'organizzazione: ventiquattro ore per mettere insieme da mezza Italia sei signore molto bloggers e molto amanti dell'arte e pianificare una giornata a Padova ieri, per visitare all'ultimo tuffo (ultimo giorno di apertura) la mostra di Telemaco Signorini (e naturalmente per passare una giornata in compagnia...).

Potenza degli SMS e delle prenotazioni on line!

Fra quelle sei c'ero anch'io. Quando ho detto in casa che sarei andata a Padova a mia suocera brillavano gli occhi (sì, lei è sempre qui...e quelle sarebbero le sue terre d'origine), tanto che ho temuto che mi chiedesse di venire anche lei, mentre io volevo godere di un giorno di libertà. Invece mi ha solo suggerito: “Andate alla basilica di Sant'Antonio, che è importante...”

Le ho risposto che ancora non sapevo bene i tempi, avremmo deciso dopo la visita prenotata.

Durante il viaggio in treno questo era il panorama dal finestrino:

quasi una tempesta di neve...e qualche timore mi è venuto, forse non era il giorno più adatto per viaggiare...

Lo spettacolo della nevicata è stato bello da guardare, per fortuna Padova aveva già dato e lassù non nevicava più, solo freddo pungente, ma sopportabile, soprattutto se in compagnia: la conversazione riscalda il cuore, un dolce e un caffè al bar aiutano a riscaldare il resto.

Siamo rimaste molto soddisfatte dalla mostra, sia dalle opere esposte, sia dall'allestimento, ben disposto, ben illuminato, con un sistema di didascalie e pannelli informativi una volta tanto originali, chiari e comprensibili anche da chi non è “del mestiere”. Fra noi, chi è “del mestiere” ha aiutato le altre a capire meglio, ci soffermavamo molto sui quadri che rappresentavano angoli di una Firenze scomparsa, commentando i cambiamenti, visto che più della metà del gruppo abita o ha abitato a Firenze...

Da profana, il quadro che mi è rimasto più impresso è questa PRIMAVERA.


Purtroppo l'immagine riprodotta falsa terribilmente i colori, questa è la meraviglia del vedere le opere dal vero.

Non ci sono il solito cielo azzurro, fiorellini, ecc...qui le nuvole sono gonfie e forse pioverà, la bambina è ben coperta perchè tira vento, la terra scura dà l'idea di essere umida, però si sta riempiendo di erba e piantine nuove, i bambini stanno sul prato e sono contenti di essere all'aperto finalmente, anche se torneranno a casa con gli abiti e le scarpe infangati, forse è una giornata di marzo, il buio arriva più tardi, ma l'inverno sta ancora contrastando l'arrivo della bella stagione...è più che altro un desiderio di primavera...Quante volte ho sentito anch'io questa atmosfera, mi sono identificata in quella bambina!

Guidate dall'amica padovana doc, dopo la mostra c'è stato un giretto turistico per la città e l'indispensabile sosta al ristorante, non cinese come nelle abitudini bolognesi, ma tipicamente padovano, visto che i prezzi sono più accessibili rispetto ai ristoranti tipici bolognesi...

C'era il tempo per un' ultima tappa prima del ritorno: Sant'Antonio o Giotto?

Noi avevamo deciso per il secondo, ma è andata a finire che l'ultima tappa è stata alla polizia ferroviaria per denunciare che in tram una di noi era stata “alleggerita” dal portafoglio. Per fortuna un danno non troppo grave: un po' di euro spariti, la carta di credito subito bloccata, qualche tessera da rifare.

E visto che in compagnia anche le disgrazie si sopportano meglio, alla polizia riusciva perfino a scapparci qualche risata ascoltando il linguaggio burocratico e formale di chi stava in divisa che si “scontrava” con quello colorito, quasi da descrizione su una pagina di rotocalco, della nostra amica che raccontava il fatto...in modo molto femminile!

Ma...caro Sant'Antonio, il santo delle cose perse, non è che ti sei offeso perchè avevamo preferito Giotto, così per un attimo hai distolto lo sguardo da quel tram?


 

 

 
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