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Messaggi di Marzo 2010

LO SPETTACOLO DEI PICCOLI PRINCIPI

Post n°514 pubblicato il 31 Marzo 2010 da atapo
 
Foto di atapo

IL BRUTTO ANATROCCOLO E' DIVENTATO CIGNO

 

E' la prima volta che mi succede, forse è la vecchiaia...

Ne avevo avuto sentore già la settimana scorsa, alla fine della lezione-prova, quando la lunga fila dei cigni in maglietta bianca "volava" tutt'intorno alle sedie del teatrino, ordinatissimi, quasi in punta di piedi, e altrettanto ordinatamente tornava sul palco ad aspettare l'allineamento degli altri personaggi, per l'inchino finale, appena spegnevo le note della "Primavera" di Vivaldi, colonna sonora del loro volo.

Troppo BRAVI!

Così ho rischiato di commuovermi alla fine dello spettacolo, quando dopo l'inchino e gli applausi ho detto le due parole di ringraziamento al pubblico, di auguri pasquali e di saluto a chi è in quinta e l'anno prossimo non sarà più al mio corso.

E' stato bello, soprattutto per l'impegno che tutti ci hanno messo, il rispetto del lavoro collettivo che ho sentito crescere man mano che si procedeva, la capacità di dominare la loro emozione che senz'altro oggi era grandissima, lo vedevo nelle loro faccine ad occhioni sbarrati, tutti seduti immobili nella POSIZIONE ZERO, come avevamo chiamato l'inizio dello spettacolo, mentre entravano gli spettatori...

Nella prova generale sono riuscita a scattare anche qualche foto...che sto sistemando. Avrei tanto da raccontare, ma ora sono stanca, non sto ancora bene, oggi sono andata solo perchè c'era lo spettacolo e guai a mancare, a rinviarlo...

Come feci l'anno scorso, vi metto il testo della scenetta, casomai fosse utile a qualche collega, il resto...alla prossima puntata!

 

A LA FERME DE GASTON

Bonjour messieurs-dames, je m'appelle Gaston et je vous présente une histoire qui s'est passée dans ma ferme.

Maman cane passe et regarde ses oeufs: Je suis très contente!

Les oeufs s'ouvrent. Maman cane caresse ses petits:

Ce sont mes bébés! Mon amour...mon petit chou...mon trésor...

Le cheval: Bonjour madame cane, comment ça va?

La cane: Bonjour monsieur cheval, ça va bien!

Le cheval: Félicitations! Comme ils sont jolis!

Le taureau: Bonjour madame cane, comment ça va?

La cane: Bonjour monsieur taureau, ça va bien!

Le taureau: Félicitations! Ils sont merveilleux!

Le chat: Bonjour madame cane, ils sont nés enfin!

Le chat regarde avec attention les petits et l'oeuf: Mais...et celui-là?

La cane: Je ne sais pas!

Le chat: Bon! Je reviendrai demain!

Le dernier oeuf s'ouvre.

La cane: Quel énorme caneton! Et...il est très different! Oh la la...il est affreux!

Attention mes enfants: répétez: coin-coin!

Chaque caneton répète “coin-coin” et maman: Bravo! Très bien!

Le dernier dit “pip-pip” et maman: Mal! Très mal! En rang! Nous allons visiter la ferme!

Les animaux: Ah! Ah! Ah! Comme tu es grand! Comme tu es vilain! Tu es affreux!

Les canetons: Va-t-en! Tu n'es pas comme nous!

Le petit canard est seul et triste.


C'est le printemps. Il fait beau. Arrive un oiseau et vole autour du caneton.

Le caneton: Qui es-tu?

L'oiseau: Je suis un oiseau. Viens avec moi... Ils jouent ensemble.

Le caneton heureux: Je suis un oiseau!

L'oiseau: Non, tu n'es pas un oiseau! Adieu.

Le caneton triste: Qui suis-je?


C'est l'été. Il fait chaud. Arrive une grenouille et saute autour du caneton.

Le caneton: Qui es-tu?

La grenouille: Je suis une grenouille. Viens nager avec moi! Ils nagent ensemble.

Le caneton heureux: Je suis une grenouille!

La grenouille: Non, tu n'es pas une grenouille! Adieu.

Le caneton triste: Qui suis-je?


C'est l'automne. Il fait froid. Arrive un écureuil.

Le caneton: Qui es-tu?

L'écureuil: Je suis un écureuil. Viens avec moi! Ils jouent ensemble.

Le caneton heureux: Je suis un écureuil!

L'écureuil: Non, tu n'es pas un écureuil! Adieu.

Le caneton triste: Qui suis-je?


C'est l'hiver. Il neige.

Le petit canard a froid, il est dans la neige, il est fatigué et malade.

Papa Noel: Petit Papa Noel quand tu descendras du ciel...Que de cadeaux! C'est lourd! (il pose son sac et voit le caneton) Oh, le maleureux! Il faut t'aider. Je connais une dame qui pourra t'aider.

Papa Noel frappe à la porte. Madame la fermière: Qui est-ce?

Papa Noel: C'est moi, Papa Noel.

Madame la fermière: Entrez!

Papa Noel: Pouvez-vous garder chez vous ce malheureux? Il est très malade, il faut lui donner du lait et du chocolat chaud.

Madame la fermière: Oui. Elle porte le caneton dans sa maison.


C'est de nouveau le printemps. Madame fait sortir le caneton: il a grandi, il est changé!

Des cygnes : Bonjour! Tu viens avec nous?

Le caneton: Mais qui suis-je alors?

Les cygnes: Tu es comme nous. Tu es un joli cygne. Viens, on y va! Ils partent ensemble.

Madame la fermière et Gaston: Au revoir! A bientot!

(d'après “Le vilain petit canard”)

 

 
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SOMATIZZAZIONE

Post n°513 pubblicato il 30 Marzo 2010 da atapo
 

 

Lorenzetti A., Effetti del buon governo

 

Sto male.

Anzi, sto peggio.

Da qualche tempo la situazione familiare mi ha fatto tornare, poi aumentare, quei disturbi di salute che da quando ero andata in pensione avevo cercato di tenere sotto controllo, riuscendoci abbastanza.

Colpa dello stress, in gran parte...

E da quando sono cominciati ad arrivare i risultati elettorali, i malanni li ho sentiti tutti insieme e si è aggiunto anche un fortissimo mal di pancia...

Sempre stress?  Pura coincidenza?  Oppure...

 

 
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GIORNATA DEL TEATRO

Post n°512 pubblicato il 29 Marzo 2010 da atapo
 

TRUCCO  E  PARRUCCO

Sabato era la Giornata Mondiale del Teatro, tutti l'avranno sentito dire dalla TV.

Esiste da vent'anni, ma solo ora l'Italia ha deciso di aderire. Che faccia tosta!

Proprio in questo periodo in cui tutto ciò che “odora” di culturale viene, nei fatti, da chi ha i grossi poteri considerato inutile spreco quindi...da tagliare senza pietà!

Infatti so che nei teatri, all'inizio degli spettacoli di sabato scorso, c'è stato un momento di riflessione attorno a questi problemi.

Io ho partecipato ad una iniziativa, diciamo così...collaterale. Insieme al marito e ad una coppia di amici venuti a trovarci da Bologna ci eravamo iscritti alle visite guidate offerte dalla Bottega FILISTRUCCHI, che a Firenze è un'istituzione nel campo teatrale.

Pensate, è nata nel 1720 e da allora è stata sempre in attività artigianale, tramandata da padre in figlio. A quell'epoca facevano le parrucche, che andavano di gran moda e tutti le portavano. Poi si è riciclata e l'attività si è rivolta principalmente al teatro, aggiungendo alla produzione delle parrucche anche quella dei trucchi di scena: nasi posticci, trasformazioni in zombi, sfregi e ferite finti, deformazioni varie. Negli spettacoli teatrali e cinematografici si occupano del trucco degli attori. E le tecniche non sono molto cambiate nel tempo: l'uso di resine e materiali sintetici adesso facilita, ma resta sempre un'attività di precisione e di pazienza, che noi “profani” non immaginavamo così.

L'erede attuale della ditta ci ha spiegato tutto questo, ci ha mostrato gli attrezzi del mestiere e ci ha dimostrato come lavora, raccontandoci in modo simpatico aneddoti e curiosità: per esempio che l'alluvione del 1966 inondò il pian terreno e metà del primo piano del laboratorio, trascinando via, oltre alle attrezzature, tutto l'archivio del lungo passato della ditta...tutto perduto! Dovettero ricominciare...

Se passate a Firenze in via Verdi, davanti a quella vetrina un po' strana, un po' misteriosa, sappiate che dentro c'è questa lunga e bella storia...che speriamo possa continuare per altri secoli!

Lì le foto si potevano fare, anzi, il padrone ne era contento, quindi non scrivo più ma vi lascio qualche immagine...

la bottega all'esterno

 

Gherardo Filistrucchi comincia ad annodare i capelli per fare la parrucca

 

esempi di parrucche teatrali

 

calchi e forme per preparare trucchi facciali

 

Non sono teste di Modigliani, ma i modelli su cui preparare le parrucche, per trovare il più adatto ad ogni tipo di testa: certi attori famosi hanno avuto il loro modello personalizzato!

 

 
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FRANCESE PER CUCCIOLI

Post n°511 pubblicato il 26 Marzo 2010 da atapo
 
Foto di atapo

CE LA FARANNO I NOSTRI EROI...?

Gli EROI in questione sono i miei piccoli principi e principesse, che hanno resistito (anche se non tutti) per questi mesi a tentare di imparare il francese in quel “buco” di aula in cui ci hanno costretti quest'anno.

CE LA FARANNO...A FARE COSA?

Ma il TEATRO naturalmente!

Nonostante tutto anche quest'anno mi sono fatta trascinare dall'antica passione...fare teatro con i bambini!

Veramente gli alunni che già frequentavano l'anno scorso e avevano messo in scena “Le rat de ville et le rat des champs” (per chi non c'era, vedere l'anno scorso verso il 13 maggio) ne erano così entusiasti che avevano raccontato meraviglie ai compagni nuovi di quest'anno e tutti non facevano che chiedermi: “Quando cominciamo il teatro? Che storia facciamo?”

Nella prima aula, quella grande, avevo cominciato con giochi propedeutici, ma nel “buco” attuale è impossibile muoversi e mi era passata la voglia...poi mi sono commossa davanti agli entusiasmi infantili, ho cercato di programmare gli spostamenti essenziali, ho preso tutto il coraggio possibile e...siamo partiti!

Quest'anno è più difficile perchè molti alunni sono piccoli, di 7-8 anni, dopo così poche ore di francese a stento e superando l'emozione ripetono solo pochissime parole...però la magia del teatro li ha contagiati! Altra difficoltà: alcuni, anche per problemi familiari, frequentano molto saltuariamente, quando vengono ogni 2-3 lezioni si vede che sono spiazzati, occorre però lo stesso prevedere dei ruoli anche per loro, per non farli sentire a disagio semmai fossero presenti, ma che siano ruoli non essenziali o sostituibili, semmai fossero assenti ...Insomma, una gran faticata!

Il testo è sempre da uno dei librettini della casa editrice ELI per le lingue straniere:

  LE VILAIN PETIT CANARD, cioè Il brutto anatroccolo.

Ai bambini piace molto: è una storia di crescita, dove c'è chi ti ama ed è gentile, chi non ti vuole bene ed è cattivo...Si inserisce nel mini-percorso che ho seguito quest'anno, perchè usando la lingua straniera abbiamo parlato del binomio buono-cattivo, soprattutto in personaggi cari ai bambini italiani e francesi, ora la storia da rappresentare ci fa conoscere parole gentili e parole cattive...

Abbiamo seguito il testo e abbiamo lavorato con la fantasia:

ci sono bambini-uova che si aprono,

animali di peluche,

le quattro stagioni,

cadrà addirittura della neve (...di bambagia),

gli animali del bosco saltelleranno qua e là,

ci sarà perfino Babbo Natale...

e una lunga fila di cigni bianchi (abile trasformismo da tee-shirts indossate al contrario) volerà fra il pubblico...

Ho scoperto che il nostro “Ballo del qua qua” in Francia è conosciuto e si chiama “La danse des canards”: sono riusciti ad impararne una strofa e il ritornello, così ci sarà anche il balletto!

Pure mia suocera è stata arruolata, le ho fatto cucire i vestiti delle stagioni, che sarebbero coppie di grandi foulards dalle fantasie adatte, appaiati e cuciti lasciando i buchi per indossarli tipo camici.

E ORMAI CI SIAMO!

La grande, inimitabile e...unica rappresentazione ci sarà mercoledì prossimo!

E poiché con i bambini le sorprese sono all'ordine del giorno...incrociamo le dita, molte dita!

Speriamo di non fare troppe figuracce, di divertirci, di divertire il pubblico generoso dei familiari e degli amici...

fattoria un po' sgangherata, come siamo noi...

 

questa l'ho trovata ora in rete, mi è sembrata deliziosa...

 
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PREPARATIVI

Post n°510 pubblicato il 23 Marzo 2010 da atapo
 

IL CORREDO


Hals F.(1620),  Balia e bambino

 

Sono arrivati, un pomeriggio, tutti e due, anzi tre, col TRE ancora nascosto nella pancia, ma sempre più ingombrante...

Sarebbe stato come un rito, lo aspettavo da mesi...

Dovevano scegliere per Riccardo i vestitini tra quelli che conservo io, quelli “di famiglia”, per intenderci. Per l'arrivo di Martino questo passaggio era saltato: erano appena stati fatti i grandi lavori in casa, mia mamma da Ferrara già da tempo mi aveva dato vestitini di famiglia a più riprese, ma tutto era suddiviso in pacchetti, valigie, nemmeno io sapevo esattamente cosa ci fosse...e molto si trovava in armadi inaccessibili in quei giorni. Qualcosa ero riuscita a dare a mia figlia, ma poi il tempo era passato... Martino è cresciuto...prima di riuscire a sistemare tutto.

In autunno però (appena prima dell'arrivo di mia suocera) avevo fatto il maxi riordino e ogni cosa adesso è al suo posto nei cassetti di un mobile ereditato dalla mia mamma.

E' stato un dolcissimo pomeriggio.

Di nuovo tra le mani quelle tutine, magliette, abitini...ci facevano ricordare tanti momenti, mio figlio riconosceva ciò che aveva visto indosso a sua sorella da piccina, io raccontavo qualche aneddoto quasi ad ogni abitino che prendevo in mano. Anche una macchia mai andata via, le ginocchia consumate di una tutina, il numero cucito dell'asilo nido... suscitavano ricordi.

Ci sono quelli confezionati a mano o ricamati dalla mia mamma...

Ci sono capi che abbiamo indossato io o mio fratello: certo ora non sono più di moda, però era bello raccontarne la storia...

Ci sono anche delle “cuscine” (i più anziani sapranno cosa sono): quando nacque mio figlio ancora si usavano, io e mio marito passavamo per i soliti rivoluzionari perchè le avevamo rifiutate. Ora fanno parte dei pezzi da museo...insieme alle “ghette” che mi facevano portare a tre-quattro anni e che io odiavo...

Mio figlio e sua moglie ascoltavano con curiosità, sorridevano, sceglievano...hanno preso diverse cosette...Riccardo indosserà così anche la storia della famiglia!

E per finire la serata insieme...una bella pizza fatta in casa, in quantità industriale, come non ne impastavo da tempo!

 

 
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LOVE

Post n°509 pubblicato il 21 Marzo 2010 da atapo
 

DICHIARAZIONE D' AMORE



Chagall,  Innamorati con la luna


Alcune sere fa, chiusi nella nostra camera io e mio marito per l'ennesima volta parlavamo della situazione di famiglia, delle prossime mosse ecc...

Alla fine della conversazione mio marito ha detto: “Ti ringrazio. Sei davvero tanto gentile con mia madre, considerando anche quello che era accaduto negli anni passati. Io da solo non ce l'avrei fatta...”

Tutto qui. Ma è una bellissima dichiarazione d'amore.

Che avrei tenuto come un tesoro solo nel mio cuore, però mi aveva commosso Cpc quando aveva raccontato della inaspettata “dichiarazione d'amore pubblica” di suo marito, allora ho pensato che è giusto parlare dei nostri uomini per dirne cose belle, quando accadono...

E mi viene in mente una frase da una poesia d'amore di Catullo, che traducevo ai tempi dell'università:

“O giorno da segnare con bianca pietruzza...”

 

 
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LABIRINTO 2

Post n°508 pubblicato il 18 Marzo 2010 da atapo
 

SCOPRIRE LE CARTE

Escher, Labirinto

Speravo, scrivendo, di sentirmi aiutata, un po' sollevata, come era già successo...

Invece stavolta no, tentare di mettere ordine in me scrivendo non è servito a nulla.

Forse più si va avanti più è difficile, forse gli sviluppi successivi della storia non hanno aiutato...

Insospettiti da certe frasi di mia suocera io e mio marito abbiamo ricontattato il centro antiviolenza, dove lei ha cominciato a colloquiare con una psicologa ed abbiamo avuto conferma di quello che temevamo. Ci hanno detto che allo stato attuale, dopo ciò che ha passato, lei non è assolutamente in grado di abitare per conto suo, ma deve sentirsi protetta e stare “in famiglia”, in una famiglia in cui lei si trovi a suo agio. Fino a quando...non si sa, non è prevedibile, dipende da come reagisce lei, ma i tempi si prevedono molto lunghi, forse...per sempre.

MA CON QUATTRO FIGLI, PERCHE' PROPRIO E SEMPRE DA NOI ?!

Io e mio marito ci eravamo già chiesti da tempo perchè avesse scelto proprio noi e perchè non abbia mai parlato di andare anche dagli altri figli e siamo d'accordo nel ritenere questo: come mio marito, primogenito, finchè non si è sposato è sempre stato per lei il confidente e l'aiuto con i fratelli più piccoli (quello che il padre non dava) , adesso è ancora da lui che si aspetta di essere accolta e aiutata.

Gli altri figli...poverini...hanno la loro vita...i loro problemi (parole di mia suocera, eh!).

Io al centro antiviolenza quel giorno ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro, di quarant'anni di “non rapporti” se non peggio, ho raccontato anche qualche fatto a riprova...insomma, il mio grosso disagio a pensare di passare così ancora chissà quanto tempo. E nemmeno mio marito, anche se per motivi diversi, vuole tenersi sua madre in casa in eterno.

La risposta del centro è stata: “Noi non c'entriamo con le vostre dinamiche familiari, dovete parlarne e vedervela tra voi, il nostro compito è solo di proporre soluzioni per far star meglio questa persona anziana così provata ecc.”

Del tipo: vi è toccata, tenetevela o arrangiatevi. Io, quella sera, molto arrabbiata, la vedevo così.

Nessuno dei miei cognati che in questi mesi ci abbia mai proposto di tenere la mamma un po' per ciascuno, nessuno che abbia mai proposto a lei: “Ma perchè stai sempre da...,siamo in quattro, vieni un po' anche da noi”  Lei non ha mai proposto di spostarsi da altri , tutto tace... è dato per scontato che le cose siano sistemate così.

A questo punto mio marito doveva proprio cercare di smuovere: ha detto come stanno le cose al fratello che si mostra più...collaborativo, chiedendo che anche gli altri prendano in considerazione il fatto di tenersi la mamma per qualche periodo  e aspettiamo le loro risposte.

Poi c'è stato il momento più difficile: parlare, io e lui, con mia suocera per cercare di capire cosa vuole lei e di farle capire come la pensiamo noi. E' successo ieri sera: una conversazione penosissima, dove si capiva che lei avrebbe voluto tergiversare, non dire, ma noi l'abbiamo messa alle strette...

Non racconto altro, i particolari non sono necessari: ora dovrebbe sapere come la pensiamo, io e mio marito insieme, su certe cose; a lei credo che purtroppo le siano vacillate certezze che dava per scontate, o su cui non voleva riflettere tanto, forse ora ci ritiene più “cattivi”, soprattutto mio marito (che io non fossi la moglie ideale l'aveva già deciso 40 anni fa...).

Ci saranno sviluppi, me lo auguro. Intanto il fatto di esserci detti del buono e del cattivo, ieri sera, fa sì che da oggi giochiamo tutti a carte scoperte, almeno in casa nostra...il momento dell'emergenza deve finire, si deve vivere tutti quanti così come siamo, con le nostre positività e negatività...

E ho deciso che qui sopra non scriverò più di questa storiaccia, finchè non sarà risolta...o finchè non ci saranno fatti rivoluzionari o cambiamenti epocali, speriamo verso il meglio: ci sono altri argomenti nella mia vita, di cui parlare con gli amici...

 

 
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POMERIGGIO DI DOMENICA

Post n°507 pubblicato il 14 Marzo 2010 da atapo
 

SOLE, finalmente !

Seurat G., Una domenica pomeriggio alla Grande-Jatte

Dopo che ieri avevamo avuto in mattinata una nebbia terrificante, rara dalle mie parti, che ci aveva riempiti di umidità fino alle ossa più nascoste, pian piano l'inverno è battuto in ritirata e oggi...

una giornata splendida!

Frescolina, certo, adatta a marzo, ma finalmente sole, sole, SOLE...e un venticello delicato come non si sentiva da mesi.

Roba da non crederci ...visto che fino a pochi giorni fa guardavamo scendere la neve!

I fiori che già tentano di sbocciare qua e là col sole erano diventati brillanti: oggi si facevano ammirare, quasi felici di esserci e che sì, finalmente era arrivato il loro tempo! Nei giorni scorsi erano come ingrigiti, sembravano fuori posto, da un momento all'altro te li aspettavi morti congelati o strapazzati dalla tramontana...

Gli alberi sono ancora con i rami spogli e neri: ma oggi era un vantaggio, la luce del sole si vedeva ancora meglio, l'azzurro del cielo era più completo e intenso.

E la gente...tutti fuori!

Sembrava un appuntamento per tutti all'aperto: lungo le strade, nel grande parco lungo il fiume, al mercato domenicale, in ogni piccolo giardino di quartiere. Dava l'impressione che le case si fossero completamente svuotate ed era tutto un vociare allegro lì fuori, tutti increduli e sorpresi per questo bel pomeriggio domenicale come non se ne vedeva da tempo.. Gente di ogni età e di ogni colore e tanti, tanti passeggini coi bebè ancora un po' imbaccuccati.

E tutti sembravano felici: non ho sentito discorsi insofferenti, capricci di bambini, nessuno ha voluto sciupare questa giornata. Ancora i giubbotti sono pesanti, ma tutti li portavano aperti e sotto spuntava un foulard allegro, una maglietta colorata...pochi intrepidi nel primo pomeriggio hanno messo le maniche corte...io ho scelto un cappellino più leggero e che sia di buon augurio!

Stasera al tramonto, dietro i rami spogli e neri degli alberi il cielo era rosato, solo qualche nuvola sfumava al viola...”rosso di sera buon tempo si spera”...e il rosa? Speriamo!

 

 

 
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LABIRINTO

Post n°506 pubblicato il 09 Marzo 2010 da atapo
 

IL PROBLEMA

Sarebbe bello se l'avessimo risolto...

Il fatto che io abbia scritto il post precedente ha forse suggerito a qualcuno che finalmente la faccenda si fosse conclusa, o per lo meno avviata alla conclusione, magari una felice conclusione, come nelle fiabe...e vissero tutti felici e contenti. Lo dico con amarezza: non è così.

Mi sono accorta che dal ritorno dalla vacanza qui non ho più toccato l'argomento...proprio non riuscivo, preferivo scrivere d'altro, di altri settori della mia vita. Ma questa scelta non mi faceva stare meglio...molte volte avrei voluto provarci, ma le idee mi scivolavano da un'altra parte...

Nemmeno il pensiero che vedere le parole lì, nero su bianco, me le avrebbe fatte “digerire”, come già successo in passato, mi dava la forza.

Insomma, potrebbe essere una telenovelas, o un drammone di quelli in cui più si va avanti più si ingarbuglia la vicenda...e non ti riesci ad immaginare un finale perchè temi colpi di scena che spiazzino tutto.

Nemmeno a Gran Canaria il PROBLEMA ci aveva lasciato tranquilli del tutto: le e-mail di mio cognato ci informavano delle “prodezze” di mio suocero, della sua fuga dall'ospedale in cui finalmente il suo medico era riuscito a farlo ricoverare: né i dottori avevano pensato di sorvegliarlo, né i carabinieri che l'avevano rintracciato l'avevano riportato in clinica, fidandosi delle sue promesse “Sì, ci torno da solo stasera”...e se ne è ben guardato dal farlo!

Dopo altre vicende, al momento attuale lui sta frequentando una psichiatra, prende le medicine prescritte, non tormenta più nessuno telefonicamente: sta facendo il “bravo bambino”, però tutti quelli che stanno in questa storia non credono affatto ad un rinsavimento, ma dall'esperienza del passato temono che faccia così solo per ottenere con la “buona condotta” il ritorno della moglie per poi ricominciare.

Alle Canarie ero riuscita finalmente a parlare con calma con mio marito, a raccontargli tutto il mio disagio, le mie perplessità sul fatto che la situazione in casa nostra mi pareva molto...statica: mia suocera non parlava mai di come sistemarsi per il futuro, di che intenzioni avesse (vari parenti suoi le avevano offerto di vivere insieme, lei non aveva mai dato un'opinione in merito): mi pareva che da noi si fosse proprio “installata” definitivamente e su questo nemmeno mio marito era favorevole. Così ci eravamo accordati che al ritorno ci saremmo rivolti noi due al centro antiviolenza dove già conoscono la storia, per farci consigliare su come affrontare questi discorsi con mia suocera.

Tre giorni dopo il rientro a Firenze, mia suocera era di nuovo a casa nostra: aveva telefonato immediatamente dicendoci il giorno del suo ritorno...

Ma da gennaio la musica è cambiata: io ho aumentato i miei impegni, Martino ha avuto più bisogno di me, ho ripreso la mia vita un po'...zingara (e mio marito pure) e poco casalinga, non l'ho più portata in giro per mercatini ecc., lei si è ritrovata in casa, da sola non usciva mai...e si è buttata sui “riordini universali” e di nuovo ci siamo ritrovati, un giorno, con stirato tutto, lo stirabile e il non stirabile! Quella volta si è arrabbiato pure mio marito, finalmente! Così sembra che l'abbia capito, che se noi lasciamo qualcosa in giro non è perchè lei debba sentirsi in dovere di sistemarla immediatamente a modo suo, già l'abbiamo lasciata rivoluzionare tutta la disposizione dei tegami in cucina...

Ma qualcos'altro mi dava ancor più fastidio.

Passavano le settimane dopo metà gennaio come se niente fosse, da nessuno in quella famiglia veniva affrontato l'argomento FUTURO: un appartamento in affitto, i modi per recuperare le cose di lei da quella casa a cui lui ha addirittura cambiato la serratura, principalmente riavere la documentazione medica che sarebbe indispensabile se le viene un malore, la necessità di cercare un legale per avere consigli, una separazione ufficiale che la garantirebbe legalmente, come muoverci anche per questioni burocratiche per le quali occorrono documenti che lei non ha con sé, un casino dietro l'altro...

Aspettiamo...vediamo...chissà...già, si dovrebbe...queste erano le risposte di mio marito quando tentavo di riparlarne e mi facevano andare in bestia: era ritornato il solito, dai tempi lunghi, l'eterno indeciso, l'eterno pigro, che aspetta che le cose si risolvano da sole o che qualcuno le faccia al suo posto. Ma in questa situazione non è possibile: addirittura due dei suoi fratelli in questa storia vogliono tenersi il più possibile al di fuori, perchè hanno già avuto abbastanza scontri col padre e se ne sentono molto segnati. Mio marito invece... pure! Però la mamma se la tiene in casa e le deve sbrogliare le rogne che saltano fuori.

Io ho cominciato a star male dal nervoso, non dormivo più, avevo le palpitazioni e la tachicardia: ho fatto una visita cardiologica, naturalmente molto è dovuto allo stress. Soluzioni proposte: psicologo e/o medicine.

Di frequentazioni con lo psicologo ne avrei abbastanza: l'ho già fatto in diversi momenti di crisi nella storia della mia coppia e famiglia, ho scoperto cose su di me che mi hanno permesso di essere, di solito, abbastanza equilibrata, tutti gli psicologi alla fine arrivavano alla conclusione che il più “difficile” era il mio partner : per me, non era che una conferma, lo immaginavo da prima!!!

Ora basta! Il mio tempo lo voglio impiegare in modo più soddisfacente per me: preferisco un'ora di teatro o di museo che un'ora dallo psicologo, finchè mi sarà possibile. Non ne ho voglia di chiacchierare della mia vita passata ad un nuovo “strizzacervelli” a causa anche dei problemi dei miei suoceri! Così stavolta ho accettato qualche blando tranquillante, che almeno mi faccia essere più rilassata...

Quando finalmente siamo stati, come d'accordo, al centro antiviolenza, anche lì hanno detto che si dovrebbe agire di più, su più fronti. Io ho usato il verbo IMPANTANARE per descrivere come mi sembrava la situazione, e pare sia stato un termine che rendeva benissimo l'idea. Lì mio marito ha chiesto lui una consulenza psicologica, per sé, perchè si è reso conto che ha paura di diventare come suo padre...io gli avevo suggerito da tempo che sarebbe stato meglio ne avesse parlato con esperti ed ha accolto il mio suggerimento, speriamo gli serva... Hanno sollecitato mio marito ad affrontare un dialogo con sua madre su come lei vedrebbe un suo futuro...ed io nei giorni successivi sono restata fuori casa il più possibile, in modo che trovassero il momento adatto, ma ce n'è passato del tempo!

Finalmente l'hanno fatto: non ho chiesto dettagli, a mio marito è parso che lei effettivamente non si ponesse la questione di doversi trovare un'altra sistemazione, le ha detto che finchè è una situazione d'emergenza lei può stare, ma per sempre noi non lo vorremmo, abbiamo le nostre abitudini che sono molto diverse dalle sue, tutti ci sentiremmo più liberi, ognuno a casa propria, anche abitando vicini.

Risultato: da quel giorno lei si è sentita che “disturbava”, si chiudeva in camera sua scendendo il minimo indispensabile per i pasti! Necessità di chiarirsi ancora...Ora da qualche giorno pare più equilibrata, ma io a volte mi sento allo sfinimento...Ah, ha accettato anche lei di fare quattro chiacchiere con la psicologa al centro antiviolenza, chissà non le diano più serenità e sicurezza.

Io mi sento così diversa da qualche mese fa, esattamente da prima del 15 novembre...molto, ma molto stanca...anche se sono contenta di tante cose che faccio ho sempre un sottofondo di tristezza, di ansia leggera, mi sento meno libera, meno tranquilla, come se una nuvola scura stesse per scendere all'improvviso a sciuparmi le luci nella mia vita e fatico a tenere lontane queste sensazioni negative...

Ecco, oggi ho preso il coraggio a quattro mani e ho raccontato. C'è probabilmente un po' di caos, ma la storia è un caos per conto suo. Anzi, forse è meglio chiamarlo un labirinto: quando riusciremo ad uscirne?

 

 
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8 MARZO

Post n°505 pubblicato il 07 Marzo 2010 da atapo
 

DEDICA


Matisse H., Mimosa

Scrivo ora perchè...del doman non c'è certezza, poi a dire il vero della festa dell' 8 marzo se ne è parlato tantissimo anche oggi, sui giornali, alla TV. Forse una festa sembra più festa se si vive di domenica anziché di lunedì...

Le tematiche...chi mi conosce e chi mi legge almeno da qualche mese sa quanto la mia famiglia sia toccata pesantemente da uno degli argomenti su cui si dibatte soprattutto in questi giorni,

QUINDI

mi perdonino tutte le altre donne,

ma quest'anno l' 8 marzo lo voglio dedicare a mia suocera:

che finalmente, a 84 anni, riesca a sentirsi una donna,

non sia più solo una moglie, una madre, una serva, una schiava, una vittima, un capro espiatorio

e riesca a prendere le decisioni che la facciano vivere finalmente in modo sereno e libero.

E chi di questo post non ci ha capito niente...pazienza! Non lo obbligo certo ad andarsi a leggere “le puntate precedenti”...

 

 
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SUI LIBRI

Post n°504 pubblicato il 04 Marzo 2010 da atapo
 

LEGGERE E RILEGGERE



Ebyl F. , Jeune fille lisante

In quasi tutti i libri che leggo, mi capita di incontrare una frase, o un paragrafo, che si incunea nella mia mente, mi colpisce...forse si riferisce ad esperienze che ho vissuto, forse è una “grande verità” che condivido, forse è una scoperta o una sensazione nuova...

Allora ogni tanto vado a rileggermi quelle parole, le assaporo e le godo di nuovo, mi sembra di farle più mie...

Poi capita magari di citarle, parlando con amici...per scambiarci opinioni...

Qui ci sono gli amici di blog, o quelli che passano per caso, a cui offro volentieri le mie parole.

E le mie letture.

Ecco perchè avevo deciso di creare il box “ultimi libri letti” e di offrire una mia brevissima interpretazione, molto personale che non sappia di critica né di giudizio, ma solo un piccolo e a volte ambiguo stimolo per chi volesse saperne di più...

Poi non mi è bastato: come metto qui sopra parti della mia vita, non mi sarebbe dispiaciuto trascrivere quelle parole che trovo nelle mie letture e che mi hanno colpito.

Senza nessun commento, stavolta. Ognuno le interpreta come vuole, se vuole  scrive come la pensa, vedo che magari le stesse parole suscitano altri punti di vista ed altre interpretazioni ... va bene così, come in una conversazione tra amici oltre il tempo e lo spazio.

E vedo con piacere che qualcuno è stimolato da queste citazioni che riporto ogni tanto.

Forse anche questi sono modi per far durare un libro oltre la parola “fine”.

E dopo averlo letto, se richiudo un libro nella mia biblioteca mi sento un po' egoista, anche se la storia era bellissima e proprio per questo non me ne separerò più.

I libri devono viaggiare, farsi conoscere, chiamarti e attirarti per essere letti, in qualsiasi modo: da una presentazione, da uno scaffale di libreria o di biblioteca, da un passaparola, da un banchetto di remainders o di una vendita di beneficenza.

Un libro non è mai perduto o dimenticato: è soltanto in attesa del suo prossimo lettore...

Così io i libri spesso li rivendo, o li lascio per beneficenze, ogni tanto anche mi diverto ad abbandonarne uno così, dove capita, qualcuno lo troverà, mi illudo che vorrà leggerlo…

L'ho fatto soprattutto in vacanza, a Tenerife ne lasciai uno sulle sedie di un ristorante italiano, quest'anno a Gran Canaria c'era addirittura nell'albergo uno scaffale apposta dove si trovavano libri lasciati dai turisti, in tante lingue...anch'io ho contribuito …

 

 

 
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