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Messaggi di Maggio 2014

SPAZIO PARALLELO

Post n°1113 pubblicato il 29 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: cronaca

 

CON UN GIORNO DI ANTICIPO

 

La settimana scorsa Ody ha lanciato una nuova proposta:

dedicare il post del venerdì alla presentazione di un blog che amiamo seguire, preferibilmente non su Libero, per allargare gli orizzonti e diffondere cose belle tra i lettori.

Carina come idea... peccato che io ormai da parecchio non riesca a dedicare molto tempo alla “caccia” di nuovi blog, anzi non riesco nemmeno più a seguire quelli miei amici su Libero e di ciò sono davvero dispiaciuta. Così non mi è semplice entrare nel gioco, anzi temo che esaurirò gli argomenti molto in fretta...

Inoltre domani, venerdì, sarò super indaffarata, c'è lo spettacolo del gruppo di teatro in francese: pomeriggio e sera fuori casa, al mattino il controllo abiti e trucchi di scena insieme ad un ennesimo incontro con l'agenzia immobiliare...

Di tutte queste vicende ancora qui non ho raccontato quasi niente, i giorni e gli accadimenti si sono così affollati e passano in fretta! Vuol dire che cercherò di rimediare più in là, sperando in un ritorno alla vita più calma...

Allora vi presento oggi in anticipo un blog in cui scrivono persone che conosco realmente, di cui seguo anche le interessanti attività che svolgono.

Si chiama SPAZIO PARALLELO, parla della bellezza dell'incontrarsi, dell'infanzia, ma soprattutto di intercultura.

Racconta di un luogo (è una ludoteca) in cui si fanno cose con i bambini, con le donne, con le classi, con chiunque abbia voglia di mettersi in gioco su queste tematiche. Anni fa, quando insegnavo, insieme ai miei alunni ho lavorato anch'io con queste splendide persone che trasmettono messaggi di partecipazione, di tolleranza, di pace e che si propongono non solo nel loro SPAZIO, ma anche in occasioni di festa e incontro, per esempio nei quartieri, nelle scuole, o in tutti i momenti che si possono inventare.

Mi piace ogni tanto gettare un'occhiata alle loro proposte e iniziative, vi si respira un'aria di amicizia e di compartecipazione che lascia un senso di star bene insieme e l'idea che un mondo migliore è possibile...


foto presa dal blog SPAZIO PARALLELO

 
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CIME TEMPESTOSE

Post n°1112 pubblicato il 26 Maggio 2014 da atapo
 

 

SEMPRE PIU' IN SALITA

 


 

Domenica scorsa, mentre io facevo la mercantessa, mio marito a casa cominciava a rimettere al loro posto i mobili (vuoti) spostati per il lavoro degli imbianchini.

Lui che normalmente come unica attività fisica fa le scale di casa e si sposta dal divano alla sedia davanti al pc... e che, chissà perchè, negli ultimi anni quando prima dei viaggi si è mosso per fare dei lavori dentro il camper poi gli è SEMPRE venuto mal di schiena così che le partenze erano rinviate...

... insomma, da lunedì scorso è immobilizzato tra letto e divano con dolori fortissimi alla schiena e alle gambe!

Una settimana d'inferno: lui che stava male, telefonate e visite della dottoressa, code in farmacia...

Naturalmente anche i compiti della routine quotidiana casalinga che nella suddivisione familiare toccano a lui ora devo farli io, a slalom tra i mobili ancora in mezzo e i sacchi ancora da svuotare e risistemare.

Quelli dell'agenzia immobiliare premono che ci sono persone interessate ad acquistare la nostra casa, bisogna fissare gli appuntamenti e riceverli col sorriso sulle labbra, anche per neutralizzare un po' l'effetto disordine...

A causa delle elezioni le scuole materne sono chiuse e i nipotini hanno avuto bisogno di ospitalità e babysitteraggio d'emergenza...

Venerdì e sabato prossimi avrò ben due spettacoli teatrali: quest'anno sia il gruppo di teatro in francese, sia quello in italiano si concludono insieme (io speravo che il secondo proseguisse fino a metà giugno come l'anno scorso...) e le "prime" capitano così in due giorni consecutivi. La settimana scorsa c'è stata in entrambi i gruppi la scelta degli abiti di scena, ho dovuto buttare un po' all'aria il mio guardaroba (come se non ci fosse abbastanza scompiglio in casa) e provare qualche abbinamento alla ricerca di ciò che poteva essere interessante... Abbiamo avuto prove supplementari ed altre ce ne saranno nei prossimi giorni. E dovrei studiare anche a casa: non è semplice portare avanti contemporaneamente due copioni, per fortuna uno è in italiano e uno in francese e questo sento che mi aiuta, è come un bilinguismo che divide la mia testa in due settori che non si intrecciano. Ma il tempo e la calma per studiare dove li trovo? Anche perchè un coinquilino che normalmente non ha un carattere facile non è che ammalandosi migliori...

Questo lunedì appena iniziato non presenta evoluzioni in positivo...

Ora la smetto, mi sono lamentata anche troppo... o perderò i pochi lettori ancora fedeli.

Avrei solo voglia di dormire, o di andare lontano lontano... ma passerà.

 
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SANTA RITA

Post n°1111 pubblicato il 22 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: memoria

TENEREZZA DEL RICORDO



 

Da una pagina di facebook dedicata a Bologna, mi è arrivata la nota che oggi, 22 maggio, è Santa Rita e a Bologna è il "giorno delle rose", perchè le rose ricordano un miracolo della santa che fece fiorire questi fiori in inverno, nella neve.

A Bologna è una santa molto popolare, il suo culto è molto vivo, è detta "la santa degli impossibili" perchè si dice che abbia concesso grazie e soluzioni miracolose a chi si trovava in angosce e situazioni impossibili da risolvere. Ha un altare in una chiesa, diventata il suo santuario, che "condivide" con San Giacomo Maggiore; non so il perchè di questo "condominio", sarebbe interessante scoprirlo...

Mi è tornato in mente che la mia mamma ne era molto devota, teneva il santino nella borsetta, raccontava che se io ero nata lo doveva proprio a santa Rita, diceva che aveva continuato ad invocarla nei momenti più difficili della sua vita e che la santa l'aveva sempre aiutata a prendere le decisioni migliori... Negli ultimi giorni di maggio faceva sempre una scappata in centro città, ad accendere una candela davanti all'altare di Santa Rita, ne riportava una rosa benedetta e le rose fiorite in quei giorni nel nostro giardino (mi pare fossero rosse, non molto grandi ma che si aprivano moltissimo) ripeteva che erano le rose della Santa.

Un anno, abitavo già a Firenze da diverso tempo, tornai a Bologna con i miei figli per una giornata in visita alla nonna. Eravamo vicino al 22 maggio, i miei due ragazzi avevano entrambi gli esami quell'anno, nel giro turistico per la città che come al solito facevamo prima di arrivare a casa della nonna, passammo al santuario di santa Rita per chiedere una ... raccomandazione speciale... perchè, essendo la chiesa vicino all'università, è considerata anche la protettrice degli studenti ( ... per le promozioni impossibili, probabilmente!). E chiesi anch'io, quella volta, ciò che pareva impossibile nella situazione di quel momento: che io riuscissi a finire l'università, a laurearmi finalmente, dopo tanti anni! Perchè quella situazione stava diventando ingestibile in famiglia... Posso dire che mi ha aiutato, ce l'ho fatta...

Ecco, mi è tornato in mente tutto questo proprio oggi, la sua festa...

Forse non mi farebbe male ricordarla un po' di più Santa Rita, in certi periodi ingarbugliati...

Forse è un suggerimento della mia mamma... attraverso facebook...

Ah, dimenticavo: il mio secondo nome è Rita...

 

le rose benedette di Santa Rita

 
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SVUOTA LA CANTINA

Post n°1110 pubblicato il 19 Maggio 2014 da atapo
 

 

DA COSA NASCE COSA

Qualche settimana fa su facebook mi iscrissi a alcuni gruppi: “Compro, rivendo ecc...”

La solita filosofia del NON SI SA MAI, per cui mio marito mi prende in giro.

Un giorno vi trovai l'annuncio di una ragazza di Sesto Fiorentino che chiedeva stoffe di qualsiasi tipo. Avevo ancora stoffe dall'eredità di mia mamma, avanzi, ritagli... ora con i lavori in casa e in previsione di un eventuale futuro trasloco... chissà se...

Così mi misi in contatto con questa persona e, tra un messaggio e l'altro sempre su facebook, scoprii che avrebbe partecipato alla manifestazione “Svuota la cantina” del 18 maggio. Anni fa avevo pubblicato qui sul blog la cronaca di un mio pomeriggio a questo mercato come compratrice, era la prima volta che ne sentivo parlare e apprezzavo che finalmente anche da noi partissero queste iniziative che in Francia sono all'ordine del giorno in ogni città e paese e permettono di liberarsi di cose che non servono più, trovando magari ciò che ci piace o che ci serve da altri privati che come noi espongono un po' di tutto su stuoie e banchetti improvvisati. A Sesto l'iniziativa è riservata ai residenti nel comune e questo non mi ha mai permesso di parteciparvi per tentare di riciclare un po' di cose mie e, soprattutto, i resti dell'eredità di mia mamma.

Allora mi venne l'idea e, scusandomi per la mia sfacciataggine, chiesi a questa nuova amica se nella sua esposizione a “Svuota la cantina” avessi potuto mettere anche qualche oggetto mio, visto che ufficialmente non potevo comparire essendo straniera...

Lei acconsentì e un pomeriggio della settimana scorsa andai a casa sua a portarle le mie stoffe, a conoscerla di persona, a concordare per domenica 18 maggio.

Così ho scoperto che è una ragazza sulla quarantina, molto aperta, esuberante, bravissima nei lavori di artigianato tipo piccoli gioielli, decorazioni, ecc., che i suoi genitori sono poco più anziani di me: il babbo fa artigianato intagliando il legno e di falegnameria, la mamma con stoffe, filati, nastri, è abilissima a confezionare borse, pupazzi, cose all'uncinetto e tutto ciò che la fantasia può suggerire. Per vendere i loro lavori frequentano i vari mercati di artigianato di cui vengono a conoscenza e sono attrezzati con il banco, il gazebo, i ganci per appendere... Quindi ieri avrebbero esposto non solo robe di cui volevano disfarsi, ma anche le loro creazioni.

A questo punto mi ero un po' vergognata della mia sfacciataggine, forse non era il caso... invece S. ha insistito che si poteva fare, le ho elencato ciò che pensavo di portare e ci siamo date appuntamento domenica mattina, cioè ieri, alla postazione che le avevano assegnato... Lei e i suoi genitori sono stati molto cordiali e gentili: mi hanno lasciato quasi un terzo dello spazio, mi hanno prestato i ganci che non avevo, S mi ha dato suggerimenti da esperta per sistemare gli oggetti in modo da attirare la gente. Alle 9 sono arrivata, trascinandomi una valigiona e uno zaino pieni, accompagnata da mio marito che portava una cassetta con oggetti fragili e un altro zaino. Lui è fuggito subito a godersi una domenica senza moglie, ma alle prese con le risistemazioni dei mobili, io ho passato là, a fare la venditrice, tutta la giornata fino alle 19,30 quando è ritornato a prendermi mentre stavamo smobilitando e impacchettando tutto.

Un'esperienza nuova...(a parte vendere i dolci di cui parlai qui poco tempo fa)

 

il nostro banco, proprio al palazzo comunale: che onore!

Un po' faticoso restare tutto il giorno con solo un panino preso al bar, però mi è piaciuto incontrare tutta quella gente, parlare, cercar di capire se e cosa poteva interessare, contrattare... Lì le contrattazioni sono liberissime, mi sono accorta che proponevo il prezzo seguendo anche l'istinto e l'impressione che mi faceva la persona che avevo davanti...

Si fanno incontri che poi restano impressi:

L'uomo che cercava cartoline vecchie dei luoghi in cui aveva viaggiato da giovane (le ha controllate tutte, ma io purtroppo non me avevo),

La ragazza che si è “provata” una bella borsa rossa che fu di mia suocera come se fosse un vestito, girellando con la borsa sul fianco, poi a tracolla, e guardandosi allo specchio: era così buffa che gliel'ho venduta a qualche euro di meno rispetto al prezzo iniziale, era tornata indietro apposta perché l'aveva già vista e continuava a pensarci (succede anche a me!). Poi i giovani non hanno mai tanti soldi in tasca...

Invece la signora che trasudava quattrini e si era innamorata di un mio grande foulard di lana a disegni indiani e mi diceva che ne avrebbe fatto un poncho... ecco, a lei ho chiesto prezzo pieno e anche qualcosa di più! Ha accettato senza fiatare!

Un uomo marocchino frugava a lungo in un mio sacco di giocattolini: aveva l'aspetto molto dimesso, aveva già comprato vestiti da poco che teneva stipati in una borsa, mi dava l'idea che cercasse qualcosa da portare a un suo bambino... ha preso in mano un cavallino nero e un altro pupazzetto, li rigirava, non sapeva decidersi... finalmente mi ha chiesto timidamente: “Quanto?” Gli ho detto “Cinquanta centesimi in tutto”, allora si è come rasserenato e li ha comprati... Mi ha fatto pena, ma pensavo a quel bambino che gli avrebbe chiesto:Baba, mi hai portato qualcosa?” e sarebbe stato contento.

L'incontro più bello è stato con una coppia poco più giovane di me, attirati da un mio vecchio corso di cinese presentato in inglese e da un frasario minimo per la conversazione in cinese (residui di quando nelle scuole arrivò la prima ondata di immigrati cinesi). Mi hanno raccontato con entusiasmo le loro esperienze multiculturali, lui ha un passato di dieci anni di lavoro a Bologna, lei lavora nel sociale, il loro sogno è di andare a conoscere la Cina... In pochi minuti di conversazione, quante belle affinità ci siamo trovati! Così sono stata molto contenta di vendergli quei libri, chissà se li aiuterò a realizzare un loro sogno!

Insomma, ieri sera ero stanca, ma anche contenta. Ho venduto, ho ricavato qualche euro, ho incontrato gente e la soddisfazione di far contento qualcuno è importante. S mi ha detto che mi terrà informata su altre manifestazioni simili in paesi non troppo scomodi, magari in estate in luoghi di villeggiatura... allora potremmo andare col camper... chissà... da cosa nasce cosa...

al banco

 

Potevano mancare alcuni cappelli?

Così faccio spazio per i nuovi...

 
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GIARDINO

Post n°1109 pubblicato il 16 Maggio 2014 da atapo
 

 

RESPIRO...

Se ne sono andati, hanno finito! E come al passaggio di un ciclone hanno lasciato tracce evidenti...

Le pareti sono belle, ma si devono asciugare del tutto e i mobili restano spostati verso il centro delle stanze... pian piano andranno rimessi a posto, poi riempiti di nuovo...

L'unica nota positiva dello svuotamento è stata che qualcosa è stato buttato, ma mica tanto...

Ieri, per "respirare" un poco, me ne sono andata a visitare un bellissimo giardino in centro. Appartiene alla famiglia Corsini, privato dunque, lo aprono al pubblico solo poche volte durante l'anno, ora ospita una mostra di artigianato di lusso, extralusso, inavvicinabile per le mie tasche, però guardare le cose belle e artistiche non costa nulla e mi rende contenta. Se poi aggiungo anche il bellissimo giardino con le sue fioriture primaverili... viene voglia di scattare foto...

Ve ne dono qualcuna, perchè possiate goderne anche voi...





 
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RISTRUTTURARE & C.

Post n°1108 pubblicato il 11 Maggio 2014 da atapo
 

 

L' INVASIONE

 

G. Caillebotte, Les rabouteurs des parquets

 

Siamo quasi pronti. Mi riposo scrivendo un poco, poi riprenderò a svuotare gli ultimi ripiani. Nell'unica stanza che non verrà toccata dai lavori si stanno allineando sacchi e cassette, ce ne sono anche nei corridoi... Penso a quando poi si dovrà risistemare tutto e mi viene un brivido... cerco di pensare ad altro...

Mi tornano però in mente le grandi manovre per i lavori che abbiamo dovuto fare nel corso della mia vita fiorentina...

perché quando comperammo questa casa, nel 1980, era poco più di un rudere, di sano aveva solo i muri esterni, ma era l'unica che ci potessimo permettere, eravamo giovani e con due figli piccoli e dovevamo spostarci da Bologna a Firenze il prima possibile.

In un anno, prima che entrassimo, fu fatto l'indispensabile: il riscaldamento, un bagno agibile, alcuni pavimenti, dei muri interni che si erano sbriciolati al primo buco per rifare in sicurezza l'impianto elettrico. Lavorarono alcuni muratori, poi mio marito e i suoi fratelli terminarono in qualche fine settimana.

I primi anni a Firenze passarono così, avevamo finito i risparmi. I miei figli ancora piccoli avevano a disposizione il terzo piano, un'alta soffitta molto...rustica (leggasi: in disfacimento) che non avevamo toccato e per loro era un regno di giochi fantastico. Però non ci potevano dormire, a volte pioveva pure dentro, dovevano stringersi in una mini cameretta col letto a castello e l'armadio comperati da Emmaus...

Un giorno mio cognato da Pordenone telefonò per un'occasione unica: un mobilificio chiudeva e vendeva a prezzi stracciati: finalmente si potevano comperare i mobili per le future camere dei nostri due figli! Così da Pordenone arrivarono tavole su tavole, scaffali, ante, moduli di mobiletti... che però finirono accatastate nel soggiorno e in ogni buco rimasto vuoto in casa. Cominciò il mio incubo di convivere in qualcosa che non sentivo nemmeno più una casa, ma un magazzino, le mie scarse doti di casalinga si annientarono completamente...perchè ancora non avevamo abbastanza rimpinguato i risparmi abbastanza per farle, queste benedette due camere, al piano superiore. Quando ci decidemmo, alla fine degli anni '80, i lavori durarono diversi anni: prima c'era da rifare il tetto, poi da creare finalmente all'ultimo piano le due camere e il bagno; per fare ciò occorreva liberare completamente lo spazio della grande soffitta da ciò che ci tenevamo, spostandolo ai piani inferiori.

Ma non era finito: anche il piano di mezzo era da restaurare: rifare il pavimento (ha le travi di legno, c'erano fessure tra una trave e l'altra), risuddividere le stanze. Così per questa parte di lavori abbiamo dovuto spostare TUTTO, dico TUTTO, al piano superiore stavolta e liberare completamente il piano di mezzo: si viveva tra pianterreno e ultimo piano. Finalmente, dopo circa due anni, era tutto a posto, ogni figlio aveva la sua camera e il TUTTO è stato ridistribuito nelle stanze in modo definitivo. Due anni di scompiglio, di polvere, di gente per casa, di accampamenti, di spostamenti, di abiti e oggetti accatastati... io tante cose non ricordavo nemmeno più dove fossero finite. Ero sempre raffreddata per la polvere, mi vennero perfino delle verruche, io che allora non ero mai andata in piscina, forse era la polvere, forse era lo stress.

Qualche anno dopo ci fu SOLO un bagno da rifare, roba da ridere in confronto a ciò che avevamo già passato, ma i muratori usarono alcuni miei lenzuoli per ripulire il loro sudicio, lenzuoli che io dovevo ripiegare e mi ero incautamente dimenticata alla loro portata...

Gli ultimi lavori, cioè la sabbiatura dei soffitti ( che ora sono davvero belli, di antiche travi o di pietra) e la sistemazione di alcune pareti interne sono stati eternati anche in questo blog, nel settembre-ottobre 2008, quando per lasciare “mano libera” ai muratori io e il marito vivemmo un mese nel camper parcheggiato accanto a casa.

E domani l'invasione di operai, attrezzi, rumore, confusione ecc. ricomincia...

Stavolta dovrebbero essere lavori rapidi e indolori, per cui non abbiamo previsto di rifugiarci nel camper, speriamo lo siano davvero! Intanto questo rinvio di una settimana ha già cominciato a farmi andare la faccenda di traverso e a buttare all'aria diverse organizzazioni familiari e personali... Ormai credo di avere la sindrome da muratori per casa, solo l'idea mi fa venire il nervoso e il mal di pancia...

E il perché di questo nuovo intervento... lo racconterò un'altra volta, per oggi la mia ricreazione è finita, mi aspettano gli ultimi scaffali... e devo anche studiare per il teatro...

 

 
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Post n°1107 pubblicato il 09 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: cronaca

 

IN UN SOFFIO

 

In un soffio è volata, ieri, la giornata del mio compleanno, non me ne sono quasi accorta... ed era già il giorno dopo.

Non ho avuto il tempo di meditare sugli anni che passano e forse questo non è male...

Una mattinata trascorsa in agenzia immobiliare, tra progetti di case in costruzione, poi in visita ad una casa che... sì, un po' fa sognare, ma...

A pranzo mi sono inventata il dolce, visto che nessuno era andato a comprare qualcosa... Ho preso l'ultima fetta di una torta meringata COOP che aspettava nel congelatore e l'ho ricoperta di fragole al limone col loro sughetto: BUONA!

Al pomeriggio invasione di mia figlia e nipotini che venivano a portare gli auguri, la varicella e molto scompiglio di giocattoli e preparativi (miei) della merenda con pane e marmellata.

Alla sera sfruttamento di un vecchio buono sconto del 10% in un ristorante toscano-francese nel centro di Firenze: nell'arredamento e nel menù illusione di aver fatto un salto in Provenza...

...e mi ritrovo un anno di più!

Ieri ho scoperto in internet un articolo in francese che celebrava la data dell'8 maggio come la fine della seconda guerra mondiale per tutta l'Europa. Io questo l'ho imparato molto tardi, ai miei tempi a scuola si studiava la storia quasi soltanto italiana, c'era il 25 aprile e basta.

Quando ne venni a conoscenza di questa coincidenza, e soprattutto da quando a Dunquerke in uno scambio di classi fummo inseriti nelle importanti celebrazioni per l'8 e il 9 maggio (nascita dell'Europa) ... la mia data di nascita la sento anche più importante! 

Parigi, 8 maggio 1945, ballo improvvisato in una strada

 
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CASA DOLCE CASA

Post n°1106 pubblicato il 06 Maggio 2014 da atapo
 

 

STAMATTINA...

Stanotte siamo rientrati da Siena dopo l'una... alle 7 avevamo messo la sveglia. Di solito muratori e affini sono molto puntuali, li aspettavamo per le 8, forse anche prima...

ore 8,05 nessun muratore-imbianchino in vista. Commento scherzosamente: “Strano, sono in ritardo!”

Mio marito replica: “Forse avevano detto alle 8,10. O forse fra le 8 e le 9.” Da notare che gli accordi telefonici li aveva presi lui.

Ore 8,30 ancora nulla.

Ore 9 idem: protesto e dico di telefonare...

Ore 9,20: LUI si decide a telefonare, in un'altra stanza. Torna e dice: “Ci siamo capiti male, vengono lunedì prossimo.”

Che avreste fatto? Io mi sono UN PO' arrabbiata: avevamo passato il fine settimana soleggiato, il primo bello dopo tanto, bello per gite o passeggiate, chiusi in casa a sistemare cose e mobili per affrontare questi lavori, ho dovuto imballare cose mie pensando che sarebbe stato per pochi giorni, invece bisogna lasciare tutto in attesa fino a lunedì e di seguito ancora...

LUI se l'è presa perché mi sono arrabbiata, io ho deciso che era meglio andare a fare un giro in centro e tornare per l'ora di pranzo... avevo istinti quasi omicidi.

Mettiamo anche questo nel conto … della vecchiaia? Della cialtroneria? Della distrazione? Io sto facendo sempre più fatica a stargli dietro nelle iniziative che comincia poi dimentica o lascia a mezzo...

Mentre io ero in centro lui ha meditato su questi “lavoretti” di sistemazione, arrivando alla conclusione che per lunedì bisogna svuotare e spostare due mobili in più, per sistemare anche quelle pareti, finora non previste.

Naturalmente in quei mobili c'è roba mia e ciò ha fornito un nuovo spunto per litigare, perché io compro troppa roba, non si sa più dove metterla ecc... E ci aggiunge il fatto che dice che io sono poco collaborativa per questa iniziativa della vendita della casa...

Io sono sempre più stanca.


 
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NEWS

Post n°1105 pubblicato il 05 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: cronaca

 

ACCELERAZIONE


Balla. Velocità d'automobile

 

Qualche giorno dopo che il suo braccio è stato dichiarato ufficialmente guarito, a Martino è venuta la varicella.

Oggi è il terzo compleanno di Damiano, gli porteremo fra poco il regalo, ma i festeggiameni sono rinviati perchè è il fratello che gli ha fatto il primo regalo: gli ha passato la varicella, che ha annunciato proprio ieri il suo arrivo.

Nemmeno io sono molto in forma, i malanni di aprile non si decidono a lasciarmi del tutto, il maltempo che c'è stato non aiuta di certo, consumo propoli e vitamina C a tutto spiano.

Nel primo pomeriggio parto, destinazione Siena, il marito è l'autista per me e gli altri due attori: questa sera avremo la replica dell'Histoire du soldat, al conservatorio. La prima è andata bene (ne riparlerò...), speriamo anche questa.

L'unico neo di questa trasferta è che dovremo tornare a notte fonda e...

...domattina alle 8 casa nostra sarà invasa dai muratori, per alcuni "ritocchi" e tinteggiature...(anche questo sarà un futuro argomento di meditazioni...) e si sa che quando arrivano questi personaggi le giornate e le stanze vengono sconvolte.

Pare anche che dovrò staccare il computer, durante alcuni lavori.

Si avvicinano nuove scadenze riguardanti la "lotta" per l'eredità dei miei suoceri.

La vita ha preso un'accelerazione non del tutto semplice, ultimamente.

Ed io non mi sento molto preparata, anzi piuttosto stanca...

 

 
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FOTO... FINALMENTE !

Post n°1104 pubblicato il 03 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: teatro

MEGLIO TARDI CHE MAI !

Torniamo allo spettacolo del 15 aprile, finalmente posso mettere qualche foto (e solo foto, la cronaca si legge qui).

LUI le ha finalmente scaricate sul SUO computer, ma visto che in questo periodo sta cambiando sistema operativo, il SUO non è più collegato con il MIO, quindi restano da lui.

Ma dico, visto che sono foto riguardanti i miei spettacoli, non poteva scaricarle direttamente nella cartella TEATRO del mio PC?

Oggi lui era uscito, ho potuto lavorare un bel po' sul suo PC, tranquillamente, salvo qualche difficoltà per il nuovo sistema operativo che ancora non padroneggio... Ma ora ci siamo, ecco...

 

leggi giuste per le donne al parlamento, da Aristofane

 

coro da Shakespeare

 

Enrico IV da Pirandello

 

valzer di Strauss

 

alla fine... via le maschere!

 
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1° MAGGIO

Post n°1103 pubblicato il 01 Maggio 2014 da atapo
 
Tag: memoria

 

IL LAVORO STRANO



Questa mattina sonnecchiavo ancora senza decidere di alzarmi (dopo lo spettacolo di ieri sera e un assaggio di Notte Bianca fiorentina...). Ascoltavo dalla implacabile radio sveglia il programma “Il ruggito del coniglio”: i conduttori avevano chiesto interventi telefonici su “Qual è il lavoro più strano che tu abbia mai fatto?” e se ne sentivano delle belle: chi aveva raddrizzato gli ostacoli che i cavalli abbattevano durante le gare (stando attento a schivare i cavalli che sopraggiungevano al galoppo), chi aveva inventato un percorso olfattivo per gruppi organizzati,che annusavano l'aria profumata del suo orto di piante officinali...

La fantasia non ha limite...

Mi è venuto in mente che anch'io una volta feci un lavoro...

Erano i miei anni più difficili, appena dopo la morte di papà, quando sbarcare il lunario in famiglia era un'impresa, io tentavo di frequentare l'università, cercavo lavoretti che me lo permettessero, davo lezioni private a più non posso, d'estate lavoravo nelle colonie...perchè il posto come maestra era ancora un sogno.

Una volta, in settembre, risposi a un annuncio: cercavano ragazzi per vendere... dolci! Già la merce si prospettava interessante...

Funzionava così: eravamo un gruppetto di ragazzi disperati quasi come me, studenti o disoccupati, il luogo di ritrovo era la casa del “padrone”, che ci caricava su un pulmino e ci accompagnava in certi quartieri periferici che io conoscevo appena. Ci distribuiva lungo le strade, meglio quelle costeggiate da enormi palazzoni a molti piani delle case popolari, a ciascuno assegnava una “zona” e un borsone pieno di confezioni di dolciumi assortiti: ogni pacco conteneva merendine, pasticceria secca e simili. Noi dovevamo suonare a tutti i campanelli e tentare di vendere le nostre prelibatezze. Nel caso, fortunato, in cui svuotassimo il borsone ci fermavamo sulla strada: il pulmino ripassava ogni tanto e ci avrebbe rifornito. Dopo il primo giorno in cui venni affidata ad un ragazzo più esperto per apprendere il mestiere, partii da sola.

In fondo questo lavoro mi era simpatico: vedevo tante persone, tante situazioni, mi sentivo stimolata a trovare la strategia migliore di vendita ad ogni porta che si apriva e io dovevo in pochi secondi intuire che personaggio mi stava davanti... e vendevo! Forse aiutava essere una ragazza così acqua e sapone, forse per un po' di compassione, forse il fatto che quel prodotto era facilmente utilizzabile: in quale famiglia non si fa colazione o merenda? Qualche confezione la vendevamo anche fuori orario di lavoro, ad amici e parenti, per... incrementare: i prodotti erano buoni, la speranza era che ce ne avrebbero richieste altre...

Indubbiamente un lavoro con qualche rischio... ma cercavo di non pensarci, o meglio, ci pensavo e speravo che quell'intuito di cui ho parlato mi aiutasse. Il padrone comunque ci controllava anche in questo senso, voleva che ogni tanto ci facessimo vedere non per il rifornimento, ma per sapere che tutto era a posto. Era un brav'uomo, lui e sua moglie che stava a casa a organizzare il … lavoro di segreteria, erano persone con cui mi trovavo a mio agio. Così come con i ragazzi che lavoravano con me, ogni giorno era quasi un'avventura.

Venivamo pagati a cottimo naturalmente, alla fine della settimana. La prima settimana si considerava “di prova”, pagata regolarmente comunque. Ma alla mia mamma non piaceva che io continuassi, temeva per me e considerava quel tipo di lavoro non adatto per una “signorina di buona famiglia” come voleva che fossi... che magari faceva la fame, ma davanti agli altri doveva mantenere un certo decoro... La sua mentalità, la sua continua illusione di una vita che la morte di mio padre aveva tragicamente cambiato...

Così, nel ritirare la paga alla fine della prima settimana, dissi che non avrei continuato. I padroni erano dispiaciuti perché ero stata fra quelli che avevano venduto di più.

Io, era settembre, ricominciavo la ricerca di ripetizioni, doposcuola e simili... e intanto studiavo...

Eccolo il mio lavoro strano... lo dedico a questo primo maggio e a tutti i ragazzi che stanno cercando lavoro e che trovano oggi così tante difficoltà e disillusioni...

(forse vi aspettavate che parlassi dello spettacolo di ieri... c'è tempo e vorrei avere anche qualche foto, finalmente!)

 
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