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Messaggi di Marzo 2016

CASANOVELA

Post n°1325 pubblicato il 31 Marzo 2016 da atapo
 

UN ANNO

Un anno fa avevamo appena lasciato la nostra vecchia casa...

L'affanno dello sgombero, degli scatoloni dappertutto, tutto nel deposito tranne il minimo indispensabile che ci aveva seguito nel camper per un soggiorno previsto di pochi giorni e durato invece più di due mesi...

... per poi approdare non in una nuova casa, ma in un CANTIERE, come sa chi mi ha seguito con pazienza ed affetto.

Già un anno! Un anno faticosissimo, logorante, in cui briciole di normalità ho dovuto e voluto cercarle con impegno.

Un anno sulle montagne russe: ogni piccola conquista mi faceva volare in alto per poi ripiombare giù al succedersi di inconvenienti, difficoltà, delusioni... e non solo a causa di questa ristrutturazione, la vita comprende anche altro e tutto si somma.

Ora è stato fatto molto, ci sono parti della casa quasi "normali", soprattutto internamente, altre ancora caotiche, altre... da soprassedere perchè, come ho già detto, i quattrini stanno finendo e dobbiamo attendere lo sblocco delle questioni ereditarie che speravamo avvenissero in questo mese, ma naturalmente ritardano.

A breve i muratori dovrebbero tornare, quando saranno arrivate le piastrelle per pavimentare il portico, già ordinate.

Da adesso in poi si cambierà musica: molti dei lavori che restano, meno impegnativi, ha intenzione di farli mio marito.

Il quale è bravissimo, non si discute, ma i suoi difetti genetici faranno sì che questi lavori rischiano di andare all'infinito: perchè lui inizia, poi lascia a mezzo per fare altro o iniziarne un altro più urgente, "seminando" attrezzi, fili, spostando qua e là secondo le sue esigenze: a volte non si sa dove mettere i piedi e a volte nemmeno le mani ...

E una persona che non si muove quasi mai e che all'improvviso si butta in queste attività frenetiche... ecco il mal di schiena! Già arrivato nei giorni scorsi, così per qualche giorno è tutto bloccato, poi appena passa riprende con grande foga... e così via! Naturalmente si riduce stanchissimo, intrattabile, non c'è quasi per niente altro che faccia parte di una vita "normale"... mi sembra di essere ritornati a quei periodi in cui voleva studiare per gli esami universitari!

Io continuo a chiedermi come lui possa cercare sempre di complicarsi la vita, di affaticarsi allo spasimo, di "farsi del male" perchè gli anni ormai ci sono abbondanti e la salute non è delle migliori, avremmo potuto vivere meglio... Già basterebbero le batoste e i problemi che ci presenta il destino, andarsene a cercare altri mi pare masochismo... o forse è quel famoso KARMA a cui non si riesce a sfuggire?

 


 

L'ultima zona che sarà sistemata (quando avremo soldi) è il giardino: per ora ha solo terra e due alberi (però sul melograno spuntano già bellissime gemme), spero di seminare tra poco almeno l'erba, per quanto riguarda fiori o altre piante... ho già capito che ci sarà da discutere tra noi due, ancora prima di poterci permettere il giardiniere.

Intanto questo grande spazio vuoto, anche se squallido, invita a grandi corse e lanci di palla... e Martino, Damiano e Diletta, dopo una passeggiata di 10 minuti da casa loro, se lo godono tutto!

 
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CASANOVELA

Post n°1324 pubblicato il 28 Marzo 2016 da atapo
 

CHANTILLY



 

Arrivò il momento di decidere il colore per i muri esterni della casa.

Io avrei voluto un celestino chiarissimo, era una sfumatura che mi era venuta involontariamente in una foto, causata dalla luce, mi era sembrata gradevole e riposante.

-Giammai!- aveva detto il marito scandalizzato, - non è un colore caratteristico della nostra zona, che è considerata centro storico minore, anche nei colori non si possono fare scelte diverse da una certa fascia standard, in modo che si armonizzino nel complesso, bla bla... -

Così sentenziava il marito. E quali sarebbero i colori che armonizzano?

Lui sosteneva i gialli in tutte le loro sfumature, dal pallidissimo all'ocra: -Guarda TUTTE le case qui attorno...-

In realtà io ne vedevo anche diverse bianche, o rosa, o verdoline, una arancione squillante, non ci trovavo niente di strano nella mia sfumatura di celeste... ma effettivamente il giallo è dominante.

-Sceglilo tu allora il giallo che preferisci, basta che non sembri una polenta, io non ho preferenze.-

Quando mio marito mi fece vedere dal pantone il giallo che aveva scelto, io gli gettai un'occhiata appena e lo dimenticai subito: non era color polenta, mi sarebbe andato bene di certo.

Quando gli imbianchini ebbero finito la prima parete, quella senza finestre, quella che io vedo subito arrivando dalla strada del bus... e quel giorno arrivai proprio che l'avevano appena finita...

-Cos'è quella parete CHANTILLY?!- Chiesi a mio marito appena entrata in casa.

Perchè aveva un colore chiarissimo, mi faceva l'effetto "torta di crema chantilly"! Il colore che avevo visto sul pantone non mi pareva così.

-Effettivamente è più chiaro di come lo ricordassi, rispose lui, ma vedrai che si tratta della prima mano, quando daranno la seconda il colore cambierà...-

IL COLORE NON E' CAMBIATO!!!

Non abbiamo idea di cosa sia successo: il colore visto sul catalogo forse faceva un effetto diverso, o forse mio marito ha sbagliato qualcosa, o forse gli imbianchini... Sta di fatto che con un minimo di fantasia mi sembra di entrare in una enorme torta anzichè in una casa! Non è affatto brutto, è solo, a mio parere, molto... di pasticceria!

Per rincarare la dose, ci sono alcune parti del muro sotto il portico e lungo il giardino per cui il "color chantilly" non è stato sufficiente. L'imbianchino ci ha detto:- Se volete, da un altro lavoro mi è avanzata della tinta, è chiara, mi sembra ci stia bene, ve la regalo...-

A caval donato non si guarda in bocca (soprattutto ora, se si può risparmiare qualcosa...).

Questo secondo colore è un "albicocca" chiarissimo: certo col primo ci sta bene, rafforza quell'effetto pasticceria!

Il giorno di Pasqua, quando mia nuora ha portato il tavola il suo tiramisù alla crema chantilly con le fragole e il loro sughetto, ho esclamato ridendo:-Guarda, sembrano i muri di casa nostra!-

Occhiatacce del marito!

In effetti, se torni a casa un po' affamato, viene la voglia di immergerci un cucchiaino (nel muro, non nel marito)...

 
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SPERANZA

Post n°1323 pubblicato il 26 Marzo 2016 da atapo
 

 

BUONA  PASQUA


 

Sono passata per lasciare un augurio a quelli che capiteranno a leggere nelle prossime ore...

E' una Pasqua un po' malinconica, di luci e di ombre, di cose in sospeso nella mia vita di tutti i giorni, che non mi aiutano a riconoscere e a godere le positività che indubbiamente mi passano accanto... è un'angoscia sottile e subdola per la realtà del mondo e della storia di questo periodo...

o forse è soltanto una enorme stanchezza che mi avvolge ormai da tanto... l'attesa di qualcosa che non ho ben chiaro nemmeno io, spesso non mi ritrovo più nelle mie sensazioni.

La colomba è segno di pace, che sia dunque PACE in questa Pasqua, nell'animo di ogni persona e fuori per ogni terra...

La colomba di Picasso... mi piace molto, nella sua semplicità ed essenzialità delle linee, la vedo come un invito alla ricerca dell'essenzialità e delle linee fondamentali affinchè la realtà e la vita siano positive e degne per tutti gli uomini...

 
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VERSO LA PASQUA

Post n°1322 pubblicato il 24 Marzo 2016 da atapo
 

SOLE   E  SOLA


il pero fiorito del vicino di casa

Una bella giornata di sole oggi, finalmente meno fredda dei giorni scorsi, i muratori che lavorano alacremente per affrontare la pavimentazione degli spazi esterni, mio marito che fa altri lavori nelle stanze e per questo da alcuni giorni ha sparpagliato per casa attrezzi, fili, scatole... come è sua abitudine in questi frangenti e la casa nuova da sistemare aggrava la situazione.

Non ci si muove nè dentro nè fuori e stamattina è venuto mio figlio con Riccardo già in vacanza da scuola. Mio figlio ha preso due giorni di ferie per stare con lui e ne approfitta per vari lavori in sospeso, oggi toccava al tagliando dell'auto. Così alle 9 stamattina erano da noi, ma la casa non è adatta ora per un nipotino, allora dopo aver fatto provvista di libri da prendere in prestito nella biblioteca della nonna e di qualche gadget pasquale siamo andati a casa da mia figlia, dagli altri tre cuginetti.

In altre occasioni io sarei scappata a farmi un giro in centro a Firenze, ma oggi per stare con mio figlio e Riccardo, visto che ci vediamo pochissimo, avevo accantonato qualsiasi impegno e ben volentieri mi sono aggregata a loro in visita da mia figlia, anche se gli altri tre li avevo abbondantemente frequentati come babysitter giusto martedì pomeriggio.

Meglio i quattro nipotini piuttosto che i muratori più il marito al bricolage!

Nel loro piccolo giardino ci siamo goduti il sole, i bambini giocavano tranquilli, Martino faceva con me un po' di moltiplicazioni, il gatto scroccava carezze e grattini. Mia figlia ne ha approfittato per uscire e andare in banca, noi abbiamo passato così il resto della mattinata.

giochi al sole

Nel pomeriggio sono rimasta a casa da sola perchè mio marito aveva impegni al sindacato e in parrocchia. Ho riflettuto che ultimamente non mi capita spesso di avere delle ore così tutte per me senza imprevisti: mio marito è sempre a casa più o meno a lavorare per la casa o al PC, oggi invece potevo scegliere liberamente in quale stanza stare, cosa fare, sicura che non avrei dovuto cambiare improvvisamente programma per qualcosa di urgente e improrogabile... ah! Ogni tanto ci vuole! Che poi in queste occasioni mi accorgo che vorrei fare tante cose e subentra l'imbarazzo della scelta... stavolta mi sono letta qualche rivista un po' in arretrato, ho preparato le prime fragole della stagione, ho stirato ...sì, a me stirare piace, mi concilia la meditazione...

Ho ripensato alla serenità del mattino coi bimbi, ma ho anche riflettuto a ciò che sta accadendo in questi giorni attorno a noi, alla grande angoscia per gli attentati, a questa mancanza di pace e di sicurezza, alla vulnerabilità di ognuno di noi, all'Italia che finora non è stata colpita, ma non vi è affatto certezza... che mondo triste e difficile stiamo offrendo a questi piccoli!

 

 
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IN ANTICIPO

Post n°1321 pubblicato il 20 Marzo 2016 da atapo
 
Tag: cronaca

PRIMAVERA


Monet, Primavera

 

Pare che quest'anno la primavera sia cominciata oggi, con un giorno di anticipo sulla "tradizione"... e pare che sarà così anche per i prossimi anni.

Eh, non ci sono più le primavere di una volta!

Gli ultimi giorni sono stati davvero primaverili, un po' ventosi qui a Firenze, ma in complesso gradevoli.

Col tempo bello io comincio a sentire voglia di uscire, di fare qualcosa FUORI di casa. Questo mi consola, vuol dire che riesco a reagire ai momenti depressi che continuo a sentire. Allora sono partita giovedì sera, ho raggiunto a Bologna un'amica e la mattina dopo siamo andate a Padova ad un convegno sulla scuola e l'intercultura.

E' stato interessante il convegno, anche vivace perchè avevamo scelto un laboratorio molto operativo: lavoro a gruppi e performance di animazione teatrale guidata dalla conduttrice del laboratorio. Così il tempo è volato e ho fatto provvista di idee che porterò al Cidi nella prossima riunione sull'intercultura.

Ma al di là del convegno il viaggio in sè mi ha soddisfatta: godere dell'amicizia, respirare nuova aria, vedere nuovi panorami ed entrare in nuovi ambienti...

E anche ieri sono uscita, per la presentazione di un libro all'Istituto Francese: altre conoscenze, incontri con altri amici. E fuori anche oggi, stavolta col marito: in questi fine settimane, tra manifestazioni e sagre primaverili, c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Alla casa, i lavori per ora si fermano: molto è stato fatto, c'è qualche dettaglio da completare con calma in ciò che è stato fatto. Manca ancora parecchio, ma... il denaro comincia a scarseggiare. Mio marito contava sull'eredità che ancora non si sblocca, così... dobbiamo bloccarci noi!

Tutte le macerie e ciò che ingombrava il giardino è stato tolto, la terra è pareggiata: ora è una distesa marrone di solo terreno, spostata e rivoltata non ha più un filo d'erba, è uno squallore in confronto agli altri giardini che ormai traboccano di fiori.

Anche se in questo momento non possiamo permetterci di fare progetti col giardiniere, almeno vorrei seminare erba... Aspetterò qualche giorno per essere sicura che i muratori o il marito non abbiano ripensamenti lavorativi, poi procederò.

Intanto stasera ha ricominciato a piovere.

 
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LA MIA FRANCIA 3

Post n°1320 pubblicato il 17 Marzo 2016 da atapo
 
Tag: Francia

VESOUL



 

Quando ho messo la foto e il nome VESOUL come località francese nel box di marzo scommetto che qualche lettore avrà pensato: -Dov'è questo luogo sconosciuto?- e di conseguenza fosse un po' curioso di saperne di più da un mio racconto.

Però il mese di marzo finora è stato un po' frenetico e non mi ha concesso la calma necessaria per parlare di questo... per ricordare e per riorganizzare i ricordi...

VESOUL è una cittadina nell'est della Francia, capoluogo del dipartimento della Haute-Saone, nella regione Franche-Comté, la cui città principale è Besançon: è più chiaro adesso dove si trova?



 

La zona è a sud della più famosa Alsazia, al confine con la Svizzera, è montuosa, ci sono i Vosgi e il Jura, monti non molto alti, ma che le danno la sua principale caratteristica: una regione VERDE! Dunque bellissima dal punto di vista naturalistico: boschi, fiumi, laghi ideali per vacanze riposanti, anche se il clima continentale regala "un mese di caldo infernale e undici mesi di freddo", come diceva la mia amica conosciuta là. E' certo un po' esagerato, ma posso confermare che gli sbalzi termici sono notevoli: anche in estate si può passare in poche ore dalla canottiera al giaccone.

Vesoul è una città piacevole e tranquilla, ha un bel centro storico in stile "renaissance" con edifici in pietra chiara,

 

ha dato i natali al pittore Jean-Léon Gérome (1824-1904) di cui si vedono opere nel museo locale.

Jean-Léon Gérome, autoritratto

Principalmente questa città è conosciuta per LA MOTTE, la collina che si vede nella foto, dalla cima il panorama sul territorio è ampio, ci sono una cappella e i ruderi di un castello: lì sorse il primo nucleo della città, perchè la pianura in basso era paludosa. Molto più di recente per imbrigliare le acque fu creato il lago che si vede nella foto, al limite della città, il lago di Vaivre.


 

Anche questo è un'attrattiva naturalistica, è molto bello, ricco di vegetazione e di uccelli acquatici, vi si pratica la vela. Sulle rive del lago c'è una piccola frazione, Vaivre appunto, quasi tutta costituita da villette mono o bifamiliari attorno ai pochi edifici rurali delle origini.


E come ci sono finita, io, lassù?

Non per vacanza, ma per lavoro!

Il progetto Comenius che ho guidato per tre anni nella mia scuola aveva tra i partners la scuola primaria di Vaivre, che si chiamava "Les Goelands" (iI Gabbiani), in onore non di personaggi famosi, ma dei numerosissimi gabbiani che abitano le rive del lago. Quindi ecco il mio primo viaggio di esplorazione e conoscenza, con altri due colleghi italiani. Lì conobbi A. Che divenne subito mia grande amica, oltre che principale referente nel progetto. Infatti A. è di origini italiane, emigrò lassù a due anni mantenendo l'amore per l'Italia e coltivando la conoscenza della lingua.

Il progetto che attuammo insieme fu bellissimo, ma qui non devo parlare di scuola... però la scuola c'entra sempre perchè l'anno dopo partii in giugno e andai a insegnare due settimane nella scuola di Vaivre.

Cosa insegnavo? Ma l'Italia! Facevo conoscere ad ogni classe il nostro paese, adeguando naturalmente alle diverse età, luoghi, canti, storie, parole... così da rendere familiare il mondo dei bambini italiani ai piccoli francesi con cui erano in corrispondenza. E c'erano da preparare le settimane in cui i bambini italiani sarebbero andati in visita a Vaivre...

In quei quindici giorni con l'aiuto di A. e dei suoi gentilissimi colleghi conobbi al meglio luoghi, storie e persone e... come prevedibile mi ci affezionai moltissimo!

Cosicchè quando nell'anno ancora successivo tornai per la prima volta con le classi... arrivati alla stazione di Vesoul vidi i bambini e i loro genitori che ci aspettavano sul marciapiede, battevano le mani e sventolavano una grande bandiera italiana trovata in soffitta... io mi sentii veramente a casa, come poche volte mi era capitato!

In quei mesi era accaduta a Vaivre e a Vesoul una cosa bellissima: le mie lezioni di "Italia" avevano mosso qualcosa: i bambini le riportavano in famiglia e molti scoprivano che dei loro avi erano di origini italiane, perchè molti migranti in passato, soprattutto nel periodo fascista e del dopoguerra, si erano fermati lì, appena passato il confine svizzero. E mi fu detto che qualche bambino, dispiaciuto per non avere origini italiane, andava chiedendo ai vicini di casa se per caso erano di antica immigrazione, per non essere da meno dei compagni! Così a Vesoul fu riscoperta una parte della storia cittadina, si aprirono corsi di italiano e la mia amica ne fu insegnante, credo lo sia ancora anche se è già in pensione...

Ecco perchè questa piccola città, sconosciuta ai più, è per me così importante e degna di stare ai primi posti tra le MIE città francesi.

Per chi volesse saperne di più e magari organizzare una bella vacanza... qui.

E c'è anche una canzone intitolata VESOUL...canta Jacques Brel...


 
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SOGNO

Post n°1319 pubblicato il 15 Marzo 2016 da atapo
 

CASA  DI  SOGNO

Magritte

Io e il marito andiamo in auto nel paesino di montagna dove c'è la casetta dei miei suoceri, ora contesa nell'eredità.

Arrivati, la piccola corte d'ingresso ha di nuovo i vasi fioriti di gerani, come quando era viva ed abitata. Ci accoglie sulla porta mia suocera, contenta di vederci ci invita ad entrare: - Venite a vedere come ho restaurato tutto, era inutile tenere i soldi in banca, li ho usati per sistemare questa casa!-

Infatti dentro le pareti sono imbiancate di fresco, nel grande soggiorno-cucina si aprono due porte che prima non c'erano: una è di un piccolo bagno, l'altra è una stanza da letto. Per farle ha inglobato stanze dalla casa accanto.

-Questa camerina è per me, così sopra ci state voi.- ci spiega lei.

Saliamo le scale di legno, anche sopra è tutto bello rinnovato, il bagno rifatto più moderno... mentre ammiriamo dal secondo piano scendono mio figlio e sua moglie:

-Noi ci siamo già sistemati di sopra, ora c'è spazio per tutti! Manca solo che arrivi mia sorella con la sua famiglia, ma si sa che lei è sempre in ritardo!-

Mentalmente conteggio che sì... c'è una stanza per ogni famiglia: che bello, torneranno le estati tutti insieme lassù e...

...mi sveglio, con una grande contentezza addosso!

E la prima volta che sogno mia suocera da quando è morta, è bello averla rivista in una situazione così.

Meno bello il fatto che dopo quattro anni quella casa sia ancora molto in forse e continui ad essere oggetto del contendere in quella eredità.

 
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NEWS

Post n°1318 pubblicato il 12 Marzo 2016 da atapo
 

 

MIGRAZIONI



 

Dopo l'impresa teatrale speravo di avere una settimana un po' più calma, invece non è stato proprio così...

Intanto c'erano da smaltire arretrati casalinghi dai giorni di “studio matto e disperatissimo” per dirla alla maniera Leopardiana, non posso contare sull'aiuto del marito che deve controllare a vista il lavoro dei muratori e viene spesso chiamato da loro per vari motivi. Nonostante che questo ci scombini orari e abitudini e mi tolga un aiuto in casa, sopporto stoicamente il loro darsi da fare, anche se la pioggia gli ha fatto venire qualche malanno e c'è stata qualche assenza: questo non sapere se vengono o no ci impedisce di programmare i nostri impegni... Io adesso se alle 10 di mattina ancora non si sono né visti né sentiti comincio a brontolare finchè mio marito non si decide a telefonargli, almeno per zittirmi. La capiranno o no che sarebbe cortesia avvisarci delle loro intenzioni quotidiane?

Dovevamo andare alla ASL per il cambio del medico (la nostra è andata in pensione), avevo appuntamenti con persone per vendere oggetti dell'eredità-suoceri, i bambini di mia figlia continuano ad ammalarsi e ho dato una mano per risparmiare un po' sulla baby sitter, sperando che i loro “virus” poi non passino alla nonna vecchietta mettendola KO!

Ho sempre gli incontri per i miei teatri “annuali”, di cui una buona volta dovrò decidermi a parlare, e la ginnastica in piscina per evitare lo scatenarsi del mal di schiena che ogni tanto fa capolino... e tutto sommato non mi lamento, visto che da due anni non si fa una vacanza al mare e al caldo e per fortuna l'inverno è stato mite, ma le ultime piogge sono una minaccia grossa per i miei malanni!

Avevo preso l'impegno, per ieri e oggi, di andare ad un convegno per insegnanti di lingue straniere organizzato da un'associazione di cui ho fatto parte in passato: volontariato di segretaria, registrare le presenze, dare il materiale, preparare e consegnare gli attestati... Così ho rivisto antichi colleghi, mi sono un po' aggiornata sulle ultime novità scolastiche purtroppo non molto rincuoranti...

Il convegno era a livello nazionale, i partecipanti provenivano da tutta Italia. Un fenomeno importante ci è saltato agli occhi: le MIGRAZIONI degli insegnanti. Un'altissima percentuale originari dal sud Italia insegnano qui in Toscana o più a nord... Già questo era venuto fuori in un corso di aggiornamento a cui avevo partecipato col CIDI tempo fa, un grosso spostamento di gente che torna a casa se va bene a fine settimana, qualcuno molto più di rado. Sarebbe un fenomeno da studiare, temo che possa creare difficoltà nelle vite delle persone, ricordo certe situazioni quando ancora insegnavo, quando il fenomeno non era così rilevante... Se si aggiunge il fatto che questi MIGRANTI cambiano sede spesso ogni anno, anche da una regione all'altra...E' una vita faticosa che rende più difficile anche l'ambientarsi nel lavoro e nell'aggiornamento.

Il discorso mi cade nel personale: l'insegnante di matematica di Martino (quella di cui si era “innamorato”) purtroppo si è ammalata tanto da assentarsi fino alla fine dell'anno scolastico. E' arrivata una supplente da molto lontano... Mi è stato detto che è una donna abbastanza anziana, che non riesce assolutamente a gestire la classe, si sa che quella classe è problematica in partenza e avrebbe bisogno di persone con nervi saldi ed esperienza didattica. Lei usa metodi antiquati, paginate di copiature, compiti a casa (mentre in quel tempo pieno quasi mai li danno). Ma c'è di peggio: ho visto con i miei occhi su un quaderno di Martino dei grossolani errori in definizioni di scienze, che non sono dovuti al bambino, ma...

Mia figlia si chiede come farà ad insegnare la matematica che c'è in programma... Io ho notato anche che da quando c'è lei il quaderno è più disordinato e con più pasticci, come accade quando il lavoro in classe non è tranquillo.

Un bel problema: temo che le famiglie dovranno affrontarlo con l'altra insegnante di classe, anche parlarne alla dirigente... ma non è detto che riescano ad ottenere risultati, ci si trascinerà fino a giugno... e il danno sarà tutto sui bambini!

 
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PRONTO ?

Post n°1317 pubblicato il 08 Marzo 2016 da atapo
 

PICCOLA DONNA



 

A Diletta piace molto giocare a telefonare: con qualsiasi oggetto vagamente somigliante a un cellulare (può essere un telecomando, un telefono giocattolo, ma anche una scatolina o un oggetto vagamente assomigliante...) lei telefona. Lo porta all'orecchio, ascolta alzando gli occhi al cielo, a tratti parla, si muove per la stanza o si ferma davanti alla finestra mentre "telefona" proprio come fanno gli adulti di casa sua, è una vera scimmietta!

Qualche giorno fa io stavo telefonando alla sua mamma, lei era vicina allora la mamma le ha porto il telefono dicendole: "Saluta la nonna!"

La bimba però dopo un CIAO iniziale non ha più parlato, io continuavo a farle domande: "Come stai? Vai all'asilo? Come sta Ciccio Bello?" che ora è il suo preferito, è un pupazzo senza gambe distrutte dai fratelli maggiori, molto datato perchè fu già giocattolo di mia figlia.

Lei, silenzio. Mi ha detto dopo la sua mamma che rideva poi guardava lo schermo, mentre mia figlia la invitava ad ascoltare e a rispondere, a tenere il telefono all'orecchio, non davanti al naso che tanto la nonna non si vedeva... "Di' ciao" le ha ripetuto più volte, ma senza risultati.

Il giorno dopo ho ricevuto un SMS di mia figlia, ecco cosa diceva:

-Sappi che Diletta ti sta telefonando...

"Nonna? Ponto? Ci ciao ciono silo, Diletta? Dopo? Ciao ciao! Ciccio Bello? Ci!"...e passa il telefono a Ciccio Bello esortandolo a parlare: "Dai! Ci ciao!"

Traduzione, più o meno:"Nonna? Pronto? Sì ciao sono all'asilo, Diletta? Ciao ciao! Ciccio Bello? Sì!"

E' chiaro che immaginava che io le chiedessi di parlare col pupazzo, perchè lo invitava a parlarmi: "Dai! Di' ciao!"

Praticamente ripeteva la scena del giorno precedente...

Questa piccola storia è il mio contributo all'8 marzo, giornata internazionale della donna, che quest'anno voglio dedicare proprio a lei, alla mia cuccioletta, che fra quattro giorni compirà due anni.

 
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CARISSIMI PADRI

Post n°1316 pubblicato il 06 Marzo 2016 da atapo
 

INTROIBO FIORENTINO

"Lasciate ogni paura o voi ch'entrate"



 

Rieccomi, alla fine di tutto, di otto giorni di fuoco.

Quando lessi sul sito del teatro della Pergola che per un'iniziativa a livello cittadino cercavano 150 persone, anche senza nessuna esperienza, che volessero partecipare ad un atelier teatrale insieme con gli attori che stavano preparando uno spettacolo, la faccenda mi stuzzicò parecchio e dopo qualche esitazione mi iscrissi. La tematica era interessante: la belle epoque, soprattutto a Firenze (le riviste, il futurismo) e ciò che aveva portato alla tragedia della prima guerra mondiale.

Mi dicevo che tanto in 150 avremmo fatto senz'altro le comparse, avremmo forse dovuto applaudire, gridare "Viva questo o quello", fare da contorno al lavoro degli attori. In ogni caso l'esperienza era al teatro Niccolini, un gioiello appena riaperto dopo molti anni di restauri, ne valeva la pena solo per questo.

Le prove c'erano sabato 27 pomeriggio e tutta domenica 28 febbraio: lì abbiamo scoperto cosa ci toccava!

Macchè comparse!

La compagnia di attori, una decina tutti abbastanza giovani, proviene dall'Emilia Romagna e si chiama "Carissimi padri": studiano soprattutto il periodo storico dell'inizio '900 e su questo preparano spettacoli, arricchendoli con la storia locale delle città in cui vanno a lavorare, per esempio hanno già fatto Modena e Cesena.

Il lavoro a Firenze è in collaborazione con l'Ente Teatro della Toscana.

Bene, a Firenze si portava in scena la stagione delle riviste e dell'avvento dei Futuristi con i loro "spettacoli" nei teatri cittadini.

Noi 150, anzi 180 perchè a tal numero erano arrivate le adesioni tutte accettate, siamo stati divisi in quattro gruppi, ognuno dei quali, guidato da uno o due degli attori, aveva la responsabilità di preparare una parte dello spettacolo, oltre ad altri momenti in comune. Questo ha significato che ognuno di noi aveva delle battute "personali" che doveva dire da solo e altre che doveva dire in coro a gruppi piccoli o grandi. Non è affatto facile parlare tutti insieme, con lo stesso ritmo, senza poter cambiare una parola se non si ricorda, e così chiaramente che il pubblico riesca a capire! E' quasi più difficile che recitare da soli!


primi momenti di prove

C'erano anche ragazzi di classi di alcune scuole superiori con cui in questo periodo gli attori della compagnia svolgono laboratori teatrali nelle scuole, c'era fra noi gente di tutte le età, anche molto anziani, ed anche "affezionati" a questo progetto teatrale che seguono la compagnia nelle varie città per continuare a lavorare insieme. Insomma, un mondo molto vario!

Io per caso sono capitata nel gruppo che si occupava proprio delle contestazioni teatrali e degli spettacoli futuristi, compreso un concerto suonato con gli strumenti più improbabili che potessimo trovare, io una maracas africana e un campanaccio da pecora. Ho davvero gradito ciò che mi è toccato in sorte, mi sono divertita ad interpretare in maniera "futurista" una delle mie battute personali e questo è piaciuto molto al nostro attore-maestro cosicchè ha adottato anche lui la mia interpretazione in certe sue battute: "Marine-tti-tti-tti-tti".

Dopo il weekend di prove ero già sfinita, ma poi per conto nostro dovevamo studiare e studiare, per imparare tutto in cinque giorni, perchè venerdì 4 marzo c'era lo spettacolo.

Io in così poco tempo non ce la faccio, allora per sicurezza avevo preparato i bigliettini delle frasi più complicate  (come nei compiti in classe) da tenere in tasca e sbirciare durante lo spettacolo...

-Ottimo!- mi ha detto il maestro, bisogna arrangiarsi!- Lui ci sosteneva durante la settimana inviandoci per mail il copione definitivo, la descrizione degli spostamenti, il video e la base musicale della canzone conclusiva che dovevamo cantare tutti insieme...

Venerdì ancora due prove insieme nel pomeriggio e alla sera lo spettacolo... che è andato bene, nonostante la complessità e le nostre ansie. Il teatro era gremito e gli applausi sono stati calorosi.


gli applausi finali, io sto nel gruppo in piedi, con vestiti neri e blu

 

Ho conosciuto in particolare alcune signore simpatiche con cui spero di continuare i contatti, una carinissima ragazza cinese che studia teatro a Bologna, oltre naturalmente al vulcanico attore-maestro che alla cena dopo lo spettacolo mi ha spiegato i suoi studi all'Accademia Silvio D'Amico e i loro progetti.

Questa cena l'abbiamo fatta nientemeno che nello storico locale fiorentino "Le giubbe rosse", che fu proprio la sede dei Futuristi: io, in tanti anni che sto a Firenze, non ci avevo mai messo piede! Una cena molto allegra a cui ha partecipato anche mio marito, terminata così tardi che poi per tornare alla macchina parcheggiata, manco a dirlo, lontanissima, abbiamo attraversato in piena notte tutto il centro di Firenze arrivando a buttarci a letto sfiniti che erano già le 3.

E ieri pomeriggio siamo tornati ad incontrare i "Carissimi Padri"che facevano uno spettacolo "concerto e letture" sulle musiche di inizio '900, perchè nel gruppo c'è anche una bravissima suonatrice di fisarmonica.

Per ora ci siamo salutati. Ci terremo in contatto tramite Facebook, ma ci hanno preannunciato che sono già in programma degli aperitivi-concerto... sarà piacevole partecipare, anche solo da spettatori.

 

 
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CASANOVELA e altro

Post n°1315 pubblicato il 01 Marzo 2016 da atapo
 
Tag: cronaca

VORTICE

Giorgione, La tempesta

Dopo i passati giorni piovosissimi il tentativo di sole di stamattina ci ha riportato i muratori che hanno lavorato alacremente fino ad ora per mettere il tetto al casotto e rifiniranno domani altrettanto alacremente, prima che, come pare, torni acqua e acqua ancora... Le lastre del tetto ci erano state portate e appoggiate nel giardino, pardon, deposito, qualche giorno fa, sotto la pioggia battente.

Nel frattempo io mi sono ritrovata coinvolta in un'esperienza teatrale breve, ma molto intensa, che durerà ancora alcuni giorni: forse qualcuno ricorda che ne avevo accennato (post 1308)... un'esperienza cittadina... mi ero iscritta... era un po' misteriosa...

Ora non c'è più mistero, ma è più dura di quanto pensassi.

Bene, una sfida! Ma devo studiare e molto!

Per non farsi mancare niente, è ammalato un nipotino e mia figlia annaspa tra permessi, baby sitter e nonna che però in questi giorni avrebbe ben altro da fare...

Credo che ritornerò quando il vortice sarà concluso.

 

 
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