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RISTRUTTURARE

Post n°1159 pubblicato il 03 Ottobre 2014 da atapo
 

 

ECCITAZIONE

 


 

No, non provouna eccitazione di novità, di voglia di fare” per la casa nuova.

Questa domanda, a commento dell'ultimo post, ha toccato un tasto dolente, delle sensazioni su cui vado riflettendo in questo periodo.

Diceva la mia mamma, in vari momenti non sempre facili della nostra vita insieme: “si fa di necessità virtù” ed è questo che mi torna ora in mente.

Dissi già all'inizio dell'avventura che un solo motivo mi ha convinto, o meglio costretto, ad accettare questo cambio di casa: i tre piani che ora costringono a salire le scale e che in un futuro, visti i problemi motori miei e del marito, correvano il rischio di diventare complicati da gestire, con montascale e, nella peggiore delle ipotesi, anche carrozzine. Ora i piani sono due, le scale sono larghe e nella ristrutturazione teniamo ben presente di eliminare tutto ciò che potrà costituire una barriera architettonica.

Ci abbiamo guadagnato un giardino e questo, devo essere sincera, mi dà una ventata di gioia. Ma bisognerà sistemarlo, mantenerlo, noi due non abbiamo più le forze per lavori nella terra, mio marito ha già detto che non ha nessuna intenzione di fare il contadino e poi, pigro com'è... dovremo mettere in conto anche un giardiniere (Ma allora perché ha voluto a tutti i costi il giardino e non si è accontentato di una terrazza?).

Prevedo mesi pesanti quando si dovranno scegliere mattonelle, colori delle pareti, sanitari e quant'altro, per non parlare della sistemazione dei mobili ed eventuali acquisti nuovi. Perchè ecco, in queste cose io e il marito QUASI MAI ci troviamo d'accordo e nascono discussioni interminabili, le mie idee sono spesso definite “strampalate” e se sono coinvolti anche aspetti tecnici ecco la frase: “tu non ne capisci niente” a cui si contrappone però l'altra sua frase “ma io voglio che decidiamo insieme”.

Mi ha già fatto notare che l'ultima volta che ristrutturammo il bagno lasciò decidere a me i colori delle mattonelle (un bagno che io amo moltissimo proprio per i suoi colori e mi dispiace tanto lasciare), mentre a lui non piacevano, così ora sceglierà lui. All'epoca, in realtà mi pareva che fosse anche lui soddisfatto della scelta, ma non mi stupisce questo cambiamento di pensiero, è già avvenuto in altre occasioni...

Spero che forse la presenza e i pareri dell'architetto e del capocantiere potranno fare una certa mediazione.

Di tutti i passaggi organizzativi e burocratici che riempiono questi giorni non devo perderne neppure uno e segnare con scrupolo sull'agenda ogni impegno, ogni variazione ed ogni telefonata da fare... e ricordargliele... e chiedere poi i risultati e le novità... e segnare anche quelli perché lui si dimentica facilmente, non si segna mai nulla o se lo fa è su dei “pizzini” che si disperdono nel mare magnum delle scartoffie che ci sono in giro, nonostante gli abbia preparato un raccoglitore ad anelli con le buste trasparenti in cui dovrebbe essere raccolto tutto ciò che riguarda questa titanica impresa. A volte si mette a fare ricerche, misure sulla pianta o telefonate quando io sono fuori e magari al ritorno se ci sono novità si dimentica di dirmele, ma lui pensa di averle riferite e così più in là salta fuori “Ma come? Non sai di questo o quest'altro?” Oppure me le dice o mi chiede pareri in certi momentini in cui ho sto facendo tutt'altro o sono stanchissima e dovrei mollare tutto e starlo ad ascoltare.

Inoltre c'è l'aspetto finanziario: l'eredità che doveva arrivare rapidamente ora si è di nuovo arenata, sempre a causa della stessa persona che non firma un documento in modo da permettere di sbloccare tutti i liquidi...

Ciò mi mette in ansia, contiamo su quelli per i lavori!

E l'eredità comporta anche altre questioni: per farla breve questo fine settimana dobbiamo fare di nuovo un salto alla casa in montagna per altre misure, altre foto, altro prelievo di oggetti... tutto naturalmente deciso all'ultimo momento, anzi, ancora nemmeno deciso del tutto perché mio marito ieri si è dimenticato di fare una telefonata e non sappiamo ancora se avremo la chiave a disposizione per aprire quella casa: può darsi che salti questo giro, per il quale avevo dovuto rinunciare ad una interessante iniziativa, solo su prenotazione, dell'istituto francese.

Come sempre, ancora più di prima, in casa nostra fare programmi è impensabile!

Ecco perché la mia “voglia di fare” è molto ridimensionata!

 

 
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