Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Febbraio 2012

Oggi

Post n°562 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

David Foster Wallace è considerato da molti il più grande scrittore della sua generazione e oggi compirebbe cinquant’anni: ma si è suicidato nella sua casa in California la sera del 12 settembre 2008.

 

DFW

il Post gli ha dedicato una bella pagina 

 

 

 
 
 

4maggio

Post n°561 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Ho udito una voce dolce e compita mormorarmi all'orecchio queste parole soccorritrici:
"Tenga duro, signorina".
Nello stesso tempo mi sono sentita mettere nella mano rimasta libera un oggetto che aveva la rigidità di una sbarra d'acciaio e la morbidezza del velluto. L'ho afferrato convulsamente e pur stupita che quella ringhiera rimanesse tiepida malgrado la tramontana che soffiava come se fosse ancora inverno, ho potuto, grazie al suo aiuto, raggiungere sana e salva
il piano terra del dipartimento.
Meno male che ho trovato quell'appiglio improvviso (che poi è sparito come un'ombra in una folata di vento, tanto che non ho avuto nemmeno la prontezza di dire grazie). E meno male che quella sconosciuta collega aveva appena finito di inserire il testo del bando, con il mio fattivo contributo, prima che il monitor diventasse tutto nero e i neon dell'ufficio e del corridoio smettessero di ronzare tutti insieme e precipitassero l'intero edificio nel buio pesto come fossimo tornati alla civiltà preindustriale.
Io ho una tremenda paura del buio e questo blackout il primo giorno di lavoro è stato terribile, trovarmi da sola sulla scala esterna anti incendio, scendere a rottadicollo quei gradini scivolosi coi tacchi del dodici, il rischio di inciampare e di incrinarmi qualche osso indispensabile alla deambulazione, diventando storpia o peggio.
E meno male che avevo preso tutte quelle lezioni di inglese dallo zio Maurizio, che veramente zio biologico non è, ma conosce a menadito tutte le pieghe della lingua di Albione e me le ha infilate un po' dappertutto.
Così ho potuto fare una buona figura: io, un'umile stagista vergine - in quanto senza esperienza di lavoro, ho risolto un problema e di certo mi sono messa in mostra.
Chi l'avrebbe detto alla mattina, quando mi sono presentata in segreteria di facoltà? L'impiegata al bancone, una vecchia sulla trentina, faceva finta di non vedermi, io le spingevo sulla scrivania il foglio di assegnazione all'ufficio e lei ci metteva sopra altre pratiche, fotocopie, bigliettini gialli. Ho dovuto toccarle il braccio per farmi notare e lei è trasalita, ha avuto un fremito e mi ha guardata da sopra gli occhiali, come se mi vedesse per la prima volta.
"Cosa vuoi tu?" mi ha detto.
Le ho spiegato che ero lì per lo stage "Da stamattina alle otto e trenta, come indicato nel foglio di convocazione. Le risulta?"
Non le risultava.
Poi sono arrivate le altre ragazze, tutte precarie ma non vergini, chi alla seconda chi alla terza proroga. La mia capa signorina Rosanna, ovvero colei alla quale sono stata assegnata, è una contrattista annuale. Mi ha insegnato per prima cosa come funziona la macchina del caffé, illustrandomi l'uso della chiavetta ricaricabile assegnata solo agli impiegati assunti a tempo indeterminato e a un numero limitato di docenti.
Il criterio di assegnazione è un mistero. (Forse lo scoprirò presto. Se conquisterò la sua fiducia potrebbe anche dirmelo).
"Siediti lì e guarda tutto quello che faccio" mi ha detto.
"Devo andare in un posticino" le ho detto dopo sette ore. Lei non ha dato segni d'intesa. Ho aspettato, per un po', posando il peso da un piede all'altro. Niente.
Senza far rumore sono uscita dalla stanza. Sicuramente il cesso stava dietro una delle venti porte che si affacciavano sul corridoio. Oppure dietro l'angolo in fondo. O dietro l'altro angolo.
Stringendo le gambe mi avvicinavo a una porta e se era socchiusa sbirciavo dentro. Vuota. La seconda: vuota. Se era chiusa appoggiavo l'orecchio. Silenzio. Provavo la maniglia: chiusa. Poi vuota. Vuota. Poi l'orecchio: voci. Risate soffocate. Respiro affannato. Maschio: "Dai apri." Femmina: "No, da questa parte no." Maschio: "Su non fare tante storie." Femmina: "Ti ho detto di non entrare di lì."
Oh, eccolo. Pensavo che ci fossero gabinetti separati per i maschi e per le femmine e invece qui devono litigare per usare l'unico che c'è.
Stavo per mettere la mano sulla maniglia quando mi sono sentita toccare di dietro. Mi sono voltata di colpo e un tizio tutto rosso in faccia si è scostato, "cosa fa?" Mi ha fatto, mettendo le mani dietro alla schiena. "Cosa fa lei," gli ho fatto io. "Ha un appuntamento?" mi ha fatto ancora lui, guardandomi dalla testa ai piedi. "Per cosa?" ho detto io, premendomi il ventre con le mani. Cominciavo a spazientirmi per la burocrazia di questo ministero.
"Per vedere il dottore," ha soggiunto lui solennemente,  indicava col dito la porta.
Che dottore, ho pensato, per una pisciata? Ma non ho detto niente. Ho alzato il mento e l'ho guardato con aria sprezzante. Di solito funziona. Lui ha continuato a guardarmi con le sopracciglia corrugate. Io ho sostenuto lo sguardo. Si è aperto l'ascensore. Lui, camminando di fianco, senza staccare gli occhi da me è entrato. L'ascensore è partito.
Sono andata avanti. Una porta aperta e delle persone dentro. Non era il gabinetto. C'erano solo due scrivanie e due ragazze al computer. Sono entrata, forse lo sapevano loro dov'era. 
"E come lo traduco pecorino?" ha detto la bionda.
"Bo?" ha risposto la mora.
"Pecora si dice sheep, sarà little sheep?"
"No, no!" sono intervenuta io prontamente, "questa la so, si dice doggy style."
Le due hanno alzato la testa contemporaneamente.
"Sapete dov'è il cesso?" ho chiesto.
"Sei sicura?" ha detto la mora grattandosi dietro l'orecchio con una biro.
"Certo. È una delle parole che mi ha insegnato mio zio Maurizio, che è madrelingua. Mi diceva sempre take this cock in doggy style perché gli piaceva l'uovo col pecorino.
"Ah, grazie. Allora scrivi From sheep to Doggy Style, traceability of milk chain in Tuscany."
La bionda tippettava concentrata. La mora si grattava. Io saltellavo.
"Scusate, il cesso più vicino?"
"Fatto e salvato." Ha alzato la testa, mi ha vista che mi contorcevo piegata i due e mi ha indicato col dito una porta all'interno dell'ufficio.
Che sollievo ha avuto la mia anima (immortale), ancora un po’ e facevo una brutta figura.
Dopo l'operazione mi sono lavata le mani, mi sono guardata allo specchio, che bel cesso privato hanno queste due, chissà se sono a tempo indeterminato.
Sono rientrata in stanza, la mora tippettava e la bionda guardava. "Allora va bene così? Confermo e inserisco sul sito?"
"Vai!"
"Andata!" si sono date una pacca sulla mano e in quel momento si è spenta la luce.
 
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente caseario.

La citazione è ovviamente presa da Il diario intimo di Sally Mara di Raymond Queneau, Universale Economica Feltrinelli, pagina 11 e questo racconto ovviamente partecipa all'EDS Incipit o della citazione, come pure:


Hombre - Tutto quello che non sopporto
Dario - Avanti
Melusina - Una giornata qualunque
Lillina - Alter ego
Mario - Aefula
MaiMaturo - Quello che sono disposto a raccontarvi
Singlemamma - La voce - the voice
Melusina - bis - Ed essi andarono

 
 
 

EDS incipit, o della citazione

Post n°560 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Prendi un pezzo che ti è piaciuto e parti da lì. Non per forza un inizio, può essere una riga, due, tre, magari dieci ma non troppe, non siamo fiscali ma non approfittarne.
Quello sarà il tuo incipit, il principio della tua storia. Vai avanti come vuoi, potrà essere molto diversa dall'originale oppure simile, potrà essere come avresti voluto che fosse, potrà essere una svolta imprevista. L'importante è che cerchi il più possibile di imitare lo stile dell'autore che hai scelto. Tutti gli artisti per imparare hanno provato a copiare quelli più grandi di loro, o quelli che venivano prima di loro, è un buon esercizio e non c'è niente di male.

Regole:

1 - dichiara da dove viene la citazione, titolo, autore, edizione e pagina
2 - vieni qui ad avvisare come al solito
3 - facciamo tutto entro una settimanella, giovedì 23 febbraio a mezzanotte
4 - ah, se ti va metti un link agli altri partecipanti

Edit regole:

5 - Modalità di partecipazione: scrivere un post nel proprio blog e poi avvisare con un commento a questo post.


Pronto? Pronta?
Via!

Edit

Altro che pronti! Prontissimi! Tutti lì in agguato con le dita sulla tastiera e i piedi sui blocchi. Son contenta, si vede che oggi è un buon giorno per scrivere.
Ecco la prima lista provvisoria:

Hombre - Tutto quello che non sopporto
Dario - Avanti
Melusina - Una giornata qualunque
Lillina - Alter ego
Mario - Aefula
MaiMaturo - Quello che sono disposto a raccontarvi
Singlemamma - La voce - the voice
Melusina - bis - Ed essi andarono

(Mi frego le mani! questo EDS sta venendo su bene, i racconti postati sono di livello molto alto e mancano cinque giorni pieni alla fine! Scrivi, scrivi ancora: i bis sono graditi.)

 
 
 

Vittoria!

Post n°559 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

 

ho vinto

 

Ho vinto un premio di quelli che i blogger si danno uno con l'altro a catena e siccome comprende una serie corposa di regole, non so resistere alla tentazione di applicarle e infrangerle.

Regola 1
1. Nominare, ringraziare e linkare chi ti ha "consegnato" il premio


Questo lo faccio volentieri: si tratta di della Signora quasi per bene , che già solo per il nome potrebbe essere amica mia, senza contare il blog: Titilla la pupilla  (gli spazi sono miei) Non fa venire subito voglia di andare a vedere chi è e cosa fa? E quindi GRAZIE mia Signora, soprattutto per la motivazione che mi manda in sullucchero: "frizzante essere, curiosa della vita. Una rara eclettica, ancora appassionata." Oh, son soddisfazioni.


Regola 2
2. Dire 7 cose, fatti e notizie su se stessi


Che ci vuole? Ne ho scritte già parecchie di queste liste e potrei riciclare a piene mani ma non lo farò, o meglio, forse lo farò e forse no. Forse dirò la verità e forse no: indovina?

1 - Mi piacciono le risate, le stelle filanti, i piedi nudi in mezzo ai campi.
2 - Una volta ho fatto il periplo della Sardegna su un'Alpa S.
3 - Il fatto che ho accarezzato un cammello sulla testa è vero verissimo e non una leggenda.
4 - Un polipo o polpo non mi ha mai abbracciato uno stivale, questa è una storia inventata.
5 - Non sono mai stata a Molino Dorino in metropolitana, ma nemmeno in macchina o a piedi. Molino Dorino non esiste.
6 - Scrivere è il mio gioco preferito.
7 - D'estate vado in giro a fotografare nutrie in bicicletta. Di solito non ci riesco, le nutrie hanno le gambe corte e non arrivano ai pedali.

Regola 3
Girare a nostra volta l'award a 15 blog che si ritengono interessanti e che si seguono e fargli sapere che hanno vinto


Lo faccio subito, ma aggiungo un po' di regole:

Regola 4
Non è obbligatorio seguire tutte le regole.


Insomma, colgo l'occasione alla mia maniera, come al solito è tutta una scusa per spargere in giro i link dei miei amici.

e come Eleonora

effetti collaterali
il cielo sopra milano
invidio il vento
la carta
la linea d'hombre
le cose nascoste
mai maturo
poco mossi gli altri mari
ora qui
orsa bipolare
radio free mouth
senza stile
solo testo
sotto l'elmo di kisciotte
transmission

Regola 5
Non c'è una regola 5

 

 
 
 

Ma che carino

Post n°558 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

 

carino

 
 
 

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