espe dixit

ALLA BUVETTE

"Ragazzi, abbiamo un problemino. Non succede niente di nuovo, qua si rischia che l'attenzione si focalizzi troppo sui fattacci di nera che finiranno per toccare da vicino qualcuno di noi, e sulla crisi, che si sente troppo. Poi, quei due coglioni di nano che si mettono a litigare, e quell'altro sellerone che non è mai contento, cribbio! Vi ricordo che fra poco è Natale, e noi abbiamo bisogno che la gente sia tranquilla e che spenda, spenda e spanda, senza preoccuparsi troppo.
Qualcuno tiri fuori una minchiata qualunque, ma grossa e innocua, che non stia nè in cielo nè in terra e faccia molto scalpore, così per qualche giorno possiamo vivere di rendita, forza, dai!"

"Io, io, io, ce n'ho io una grossa!"

"Anch'io, anch'io, io di più"

"BASTA! Robertino e Robertone, finitela. Dimmi Robertone, che hai parlato prima tu, cos'hai pensato?"

"Diciamo che i negri puzzano. Lo dico io, dai, non c'è mica problema"

"Non vale, l'avevo pensato prima io!"

"E BASTA, CRIBBIO! Finitela di dire cazzate, voi due. Lo so anch'io che i negri puzzano, ma non possiamo dirla, questa. Come la mettiamo poi col Barack, che già mi guarda male per via di quella gran figa della moglie, che si è invaghita di me. Paolo, dai, parla tu, che a inventare minchiate sei un esperto."

"Mah...potremmo dire, per esempio, qualcosa tipo che la pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l'armonia della giornata."

"Foorteeee, sei un mito, Paolino, questa è bellissima, stupida il giusto.  Chi la vuole dire?"

"Io, io, io"

"No, io, io"

"Io, dai, che è un sacco di tempo che non sparo minchiate"

"Ok, va bene. Dilla tu questa, Gianfranco. E tu stai buono Robertone, non fare il muso, che la prossima volta tocca a te, promesso."