« è un mondo difficile. »

down thinking

Post n°232 pubblicato il 26 Settembre 2010 da esperiMente

La mezza giornata cittadina trasuda una sorgente di pensieri, di quelli che evaporano a fatica, e rimangono lì, a tenere banco per un po', a latere di quelli necessari.
Si comincia con la presentazione di un libro, in una cornice che, da sola, basterebbe a riempire occhi e animo di bellezza.
Si parla di una generazione smarrita e inconcludente, guarda caso la tua, di una vicenda che cavalca un filone che va alla grande, il noir,  seppur rinnegato con malcelato imbarazzo dall'autore.
L'etichetta è dura da digerire, baby, ma se non ti fa schifo stare nelle vetrine delle librerie, ingoi l'orgoglio e fai finta di niente.

Il tempo trascorre, nella sala troppo calda, senza che venga affrontato il tema dell'incontro "guadagnare meno per vivere meglio", tanto che il vicino della tua amica, un signore attempato, le chiede se per caso non sia cambiato il programma.

Quando, finalmente, si arriva a parlare dell'argomento principe, il cosiddetto "down shifting", un movimento di pensiero teso all'abbandono della carriera in favore di uno stile di vita più umano, rilassato e semplice, di cui l'autore è l'esponente italiano più illustre, smetti miracolosamente di sbadigliare e ascolti la platea farsi tesa e critica.

Siamo in Piemonte, ragazzi, mica ciccia. La terra di monsù Travet, dove sei guardato con sospetto anche soltanto se usi tutte le ferie cui hai diritto, dove l'attributo più lusinghiero che puoi ricevere è quello di "gran lavoratore".
Il vicino attempato si alza e lascia la sala. Giureresti di avergli visto spuntare dalla testa un fumetto con la scritta "PLANDRUN!".

L'argomento è affascinante. L'arrivismo non è nelle tue corde, ti rendi conto che il tuo stile di vita sta già ai margini del "down shifting", se non fosse che senza il lavoro non sapresti come sbarcare il lunario.
Nonostante tu condivida la scelta di combattere il consumismo esasperato dei nostri tempi, e provi ammirazione e un tantino d'invidia per chi ha avuto il coraggio di sfidare il sistema per rincorrere le proprie passioni, senti salire dentro una certa irritazione.
Sarà che sentire uno scrittore fighetto e di successo affermare che per vivere bastano cinque euro al giorno ti fa annebbiare un attimo la vista, ma cominci a produrre l'inizio di una serie di riflessioni:

  1.  Intanto trovo fastidioso l'utilizzo di termini inglesi, che fanno sembrare il più nobile dei movimenti una sterile moda. Perché "down shifting" e non "semplicità volontaria", che sarebbe molto più significativo?
  2. Il "down" presuppone che si parta da un "up". Trattasi pertanto di una scelta privilegiata. Se uno arriva a malapena a fine mese con lo stipendio da fame che si ritrova, tirando su tutto, come fa a scendere ancora?
  3. Chi gliela racconta questa cosa ai precari, e a tutti i disoccupati, mai così tanti, che darebbero un dito per un minimo di sicurezza economica per loro e per i loro figli?
  4. Non è offensivo fare certe affermazioni quando c'è gente che vive con cinque euro al giorno, e anche meno, non per sua scelta?
  5. Questo qui ha idea di quanto costa un apparecchio per i denti o un paio di occhiali?
  6. Mi licenzio e mi metto anch'io a girare tutto il mercato per cercare le bietole che costano meno, o forse potrei vivere di mozzarelle blu...
  7. Mi faccio l'orto, sconfiggo col principio dell'omeopatia il ribrezzo per i ragni e scrivo due post al giorno. Tutti sulla bontà delle melanzane autoprodotte.

Eccetera eccetera.
Ti piacerebbe sapere cosa ne pensano i tuoi amici. 

Il libro non lo compri. Che devi iniziare a risparmiare.  Se proprio ti piglia la voglia lo cercherai in biblioteca, tiè. 

Esci, e ti viene incontro una città lustra e innaffiata d'autunno.
Un toast velocissimo e ti dirigi a teatro, dove scopri che hai fatto bene a non volerti informare sullo spettacolo che avresti visto. I tuoi preconcetti ti avrebbero forse scoraggiata.
Il tema è insidioso. Su di esso si è scritto di tutto e di più, ma la voce di Erri De Luca sa far danzare le parole con passi nuovi sulle solite sette note.
La storia della gravidanza di Miriàm, madre di Gesù, cattura attenzione e smuove emozioni.

Tornando a casa, e rammaricandoti che sia così lontana, attraversi la grande piazza.
Sotto il portico della Prefettura una vecchina ha steso con puntiglio la sua coperta azzurra e si appresta a dormire, non appena finirà il concerto qualche metro più in là.
Ha la schiena appoggiata al muro freddo, pochi stracci accanto e ti sorride.
Le rimbalzi un sorriso sfuggente, colmo d'imbarazzo che non cerchi neanche di celare.
Pensi al down shifting e pensi a Miriàm.
Poi chiudi la diga e non pensi più, che sei stanca.

 
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"L'amore non possiede né vuole essere posseduto."

K. Gibran

"L'amore non possiede né vuole essere posseduto. Parla per te."

Espe

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FISIONOMIA DI UN AMICO

 

 

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NON SEI LA ESPE SE

 

Non maledici l'antinfiammatorio perché l'hai preso da un'ora e non fa effetto, poi vedi il pastiglione sul tavolo.

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 ESPE CONSIGLIA 

Il nuovo libro di non.sono.io

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ANGELO VASSALLO
Sindaco di Pollica (SA)

ucciso il 5 settembre 2010


Uccidendo Vassallo, la mafia non ha voluto solo difendere le attività legate al narcotraffico e all'edilizia. Ha ucciso un profeta. Un eletto dal popolo che affrontava con intensità e coraggio le disfunzioni più evidenti ella società contemporanea.

Alain Faure - direttore di ricerca Istituto di studi politici di Grenoble - LE MONDE 

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A PEPPINO IMPASTATO   
UOMO LIBERO

 LORO NON AVEVANO LA SCORTA

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...un sorriso tra l'ironico e il malinconico, un sorriso da pastore, gli passò per gli occhi.

 

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