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Natural book crossing

Post n°255 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da esperiMente

 

Quando tutto era più semplice, la buona fede era la regola e i furbetti l'eccezione, l'Italia era un piccolo mondo fatto di gente più civile e più ingenua di adesso e non era ancora stata inventata la legge sulla privacy, che serve a complicare la vita a chi lavora e a tutelare chi ha qualcosa da nascondere, andavi in biblioteca a prendere un libro e ci trovavi in fondo, incollata dentro la copertina, una taschina di cartoncino giallo in cui era custodito l'elenco delle persone che avevano preso in prestito quel libro prima di te. 

Il paese non era molto grande, sovente capitava di conoscere, anche soltanto di vista, gran parte delle persone i cui nomi stavano elencati lì in fondo, con a fianco la data del prestito e quella della restituzione.
In tempi in cui vanno di moda le liste, mi è venuto in mente quanto mi piacesse leggere quella, e pensare a quante e quali mani avevano sfogliato le stesse pagine che stavo toccando io, e immaginare volti conosciuti, occhialuti come il mio o no, immersi nella lettura, e fantasticare su menti intente ad accarezzare le stesse parole o affascinate dai percorsi narrativi o rapite dalle medesime storie.
Sbirciare in quella lista era la prima cosa che facevo una volta portato a casa il libro. Mi faceva stare bene, quella condivisione a distanza. Che poi mica lo sapevo se il libro era piaciuto o no. Magari non l'avevano neanche letto, o l'avevano abbandonato a metà, però lo stesso io percepivo sulla copertina, pur avendola lavata, il tepore di altre mani, e la cosa mi teneva compagnia.

Sentivo con quei nomi e cognomi una sorta di apparentamento, vagamente somigliante a quello di cui parla Javier Marias in "Domani nella battaglia pensa a me", che unisce tutti gli uomini che hanno amato carnalmente la stessa donna. Io mi sentivo così, intrecciata in una ragnatela invisibile con le persone che avevano amato i miei stessi scritti.

Certe volte, incontrandone una per strada, mi veniva voglia di chiederle un parere sul libro che stavo leggendo. O mi capitava di sorridere, scoprendo ricorrenze che indicavano il comune apprezzamento per un genere, o un autore.
Quando vedevo che il volume era rimasto a lungo sullo scaffale della biblioteca, ero quasi contenta per avergli movimentato la vita. 

Ma erano altri tempi. Ancora ci si salutava per strada, senza conoscersi.
Ora tutto mi pare più freddo, asettico, lontano. O forse sono soltanto cresciuta, acquistando cinismo e sciocche nostalgie, e perdendo spontaneità.

Ora le identità dei lettori pregressi galleggiano al riparo da occhi curiosi dentro enormi data base. La discrezione apparente protegge i nostri segreti più banali e l'insicurezza mina alla base la nostra voglia di condividere.
Non conosco quasi più nessuno, al mio paese.

E ho quasi smesso di frequentare la biblioteca. I libri li compro. Mi piace averli.  Son diventata un po' più schizzinosa e un po' meno povera.
Ogni tanto però mi capita ancora; non sapere chi ha preso in prestito un libro prima di me non mi cambia la vita, mi rende soltanto un tantino più sola.

 

 

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Commenti al Post:
only4words
only4words il 07/12/10 alle 00:02 via WEB
come ti capisco. sai una cosa che ancora oggi adoro fare?? prestare i miei libri. solo a persone cui tengo molto. prestare un libro per me ha più valore che regalarlo.. un abbraccio.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 00:03 via WEB
A me piace regalare i libri miei. E viceversa.
(Rispondi)
artchoker
artchoker il 07/12/10 alle 00:04 via WEB
Tesoro, tu parli di un piccolo mondo antico...oggi se in biblioteca mettono sul libro la lista delle persone che l'hanno letto, come minimo mettono in galera il direttore della biblioteca stessa, noto comunista, e poi si scopre pure cha ha un'amante. Il tutto pubblicato sul giornale cittadino, beninteso, con tanto di foto.
Che si salutava per strada la gente che non conoscevi, questo è vero, ora delle volte manco si saluta chi conosci...
Bello questo post, sempre molto incisiva, la Esper...:o)
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 00:07 via WEB
Vuoi dire che sono antica?
Pazienza. Più che incisiva, a volte mi sento canina. Bau.
(Rispondi)
 
 
artchoker
artchoker il 07/12/10 alle 00:17 via WEB
Non mi sarei mai permesso. So benissimo che una vena varicosa non vuol dir nulla...ihihihi....:o)
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 09:14 via WEB
Ma guarda questo.
Non so neanche cosa sia, una vena varicosa. Tsk. Però a dire il vero ho le rughe.
Nel gomito sinistro.
(Rispondi)
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 07/12/10 alle 08:43 via WEB
Adesso anche le biblioteche dei paesi più insignificanti ci hanno tutte il piccì. e poi sono consorziate, nei sistemi di prestito inter-qualche cosa. Per cui hai la tua tesserina e tutto si immagazzina lì dentro. Anche io leggevo la lista di chi aveva letto i libri prima di me e mi ricordo di aver fatto una partaccia a un mio amico perché lo aveva tenuto troppo e io avevo dovuto aspettare due settimane di più per averlo. Non so che libro fosse, so che ci tenevo.
Una piccola madeleinette, questo tuo post per me.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 09:22 via WEB
Eh, lo so bene...quando ero una ragazzina, sognavo il momento in cui avrei compilato anch'io quelle schedine. Poi è finita che ho lavorato davvero in biblioteca, ma in un periodo in cui era chiusa al pubblico per ristrutturazione. Mi sarebbe piaciuto tanto catalogare, anche, ma passavo tutto il giorno a riordinare schedari...grazie, sandali.
(Rispondi)
PSICOALCHIMIE
PSICOALCHIMIE il 07/12/10 alle 09:01 via WEB
che bellissima questa immagine, sai a me capita qualcosa del genere quando vado a correre al mattino e sorrido e saluto le persone che come me corrono anche se magari non le conosco, una strana rete di fili invisibili ci tiene legati a correre sbirciando il vesuvio addormentato sull'acqua...
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 09:28 via WEB
Gli atteggiamenti di socializzazione, spontanei e forse un po' provinciali, ma genuini, sono quasi estinti, ormai. Resistono in ambiti ristretti, all'interno di categorie di persone accomunate da una stessa passione o uno stesso sport. Si saluta anche chi cammina in montagna, ad esempio. E lo fanno i motociclisti vecchia maniera.
(Rispondi)
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 07/12/10 alle 09:09 via WEB
Dire buongiorno alla gente per strada è esattamente la stessa cosa che salutare le cellule del nostro corpo. Bisognerebbe vincere la timidezza (e la paura) per poterlo fare. Ciao espe, ciao pelo.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 09:33 via WEB
Buongiorno, alfredo. Buongiorno, unghia incarnita.
(Rispondi)
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 07/12/10 alle 12:51 via WEB
E'un problema tuo, ciccia.
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 18:14 via WEB
E chi t'ha chiesto niente, ciccio. Però, che memoria lunga hai, alfredo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 07/12/10 alle 19:44 via WEB
Rebus sic stantibus, credo che trattasi di memoria pelosa.
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 22:52 via WEB
dove l'hai comprata, che m'interessa?
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 08/12/10 alle 08:05 via WEB
La "memoria pelosa" puoi trovarla da s_carogne nello stesso scaffale "unghie incarnite", reparto cellulare. Buon giorno espe, buon giorno sara, buon giorno verruche.
(Rispondi)
agata90
agata90 il 07/12/10 alle 09:48 via WEB
Io pure sbircio i fatidici cartoncini, che nella mia biblioteca in qualche libro ci sono ancora. E quando li trovo non li butto, li conservo in un cassetto in barba alla privacy. Da addetta ai lavori però devo dire che l'utilizzo del computer e l'essere in rete con molte biblioteche italiane consente una diffusione della conoscenza mai sperimentata prima. La catalogazione su base dati nazionale, poi, consente la condivisione del lavoro con un numero imprecisato di colleghi, e i dati inseriti per esempio in Sardegna vanno bene anche per me (quando chi cataloga, che è un lavoro che richiede conoscenze specialistiche, lo fa con cognizione di causa.) Dalla piccola biblioteca in cui lavoro ho potuto confrontarmi con colleghi della Nazionale centrale di Firenze, ed anche della FATIDICA LOC di Washington. E' stato a dir poco emozionante. Per finire, credo si possano utilizzare tutte le tecnologie a disposizione, pur non perdendo la nostra propensione al sorriso o al saluto verso gli altri.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 10:01 via WEB
Certo, come ho detto nel post, la mia è soltanto una sciocca nostalgia. Ben venga il progresso, e non metto in dubbio che la catalogazione vada fatta da personale specializzato. Pur avendo studiato biblioteconomia e il sistema Dewey, non sarei stata certamente all'altezza. La tecnologia e i sorrisi possono convivere benissimo. L'una non è certo la causa dell'estinzione degli altri, il mio era soltanto un confronto di tempi.
(Rispondi)
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 07/12/10 alle 17:40 via WEB
Anche io ho studiato biblioteconomia e la Dewey. Ci ho fatto persin la tesi! Poi son finita a far tutt'altro nella mia vita. Ma un significato in utto questo lo troverò, prima o poi.
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 18:17 via WEB
Ah, ma io li ho studiati a livello mooooolto più basilare. Da farci al massimo una tiritera a un concorso.
Io nella vita faccio proprio quello per cui ho studiato. Purtroppo.
(Rispondi)
almaplaena
almaplaena il 07/12/10 alle 13:13 via WEB
Un post nostalgico, con tutti gli ingredienti necessari per esaltare il sapore dei bei tempi andati....
Mica mi stai invecchiando Esperì?
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 18:18 via WEB
Un post knorr, praticamente.
Ma scherzi? Tra poco compio 21 anni e mezzo.
Per narice.
(Rispondi)
 
 
almaplaena
almaplaena il 07/12/10 alle 23:17 via WEB
eh, una volta si diceva per gamba....
se non l'hai detto, mi fai pensare... Quante gambe hai?
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 23:19 via WEB
Due, non si vede dalla foto su in alto?
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
almaplaena
almaplaena il 08/12/10 alle 11:43 via WEB
Vero...avevo visto solo due mani...
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 08/12/10 alle 11:44 via WEB
Ma la gallina non ha le mani. Quelle sono le zampe!!
(Rispondi)
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 08/12/10 alle 11:45 via WEB
ho capito...le manine...ahahah
(Rispondi)
mia_euridice
mia_euridice il 07/12/10 alle 14:03 via WEB
Bel post.
A furia di tutelarci stiamo finendo per rinnegarci. Il grande Bauman (se puoi, leggilo!) spiega che da una civiltà di guardiaboschi siamo diventati una civiltà di giardinieri. Non lasciamo che nulla nasca o cresca spontaneamente e con i suoi tempi, vogliamo che tutto risponda ai nostri gusti e alle nostre esigenze. Viziandoci (in senso negativo).
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 22:54 via WEB
Il paradosso della nostra epoca è che, cercando di tenere sempre più cose sotto controllo, perdiamo quello di noi stessi e delle nostre esigenze più elementari.
(Rispondi)
JON.L
JON.L il 07/12/10 alle 14:22 via WEB
Comprendo. Mi è accaduto di pubblicare, per caso, un libro,e, su di un sito di lettura: "aNobii", condividere una copia, su di una catena di lettura. Quel libro ha percorso l'Italia, con qualche puntatina appena fuori. Girando per circa 18 mesi dalla sicilia alla sardegna e su è giù per il continente, poi, un giorno, non ci son state più richieste e il possessore me l'ha inviato... E' ritornato a casa da un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, nel quale ha attraversato esperienze, mondi, situazioni sconosciute, un libro che ha vissuto, e nel vivere ha ricevuto qualcosa da ognuno che ha incontrato: un pensiero, una condivisione, un post, un segnalibro con una frase, qualche sottolineatura, qualche evideziazione... Cicatrici di vita vissuta. Davvero emozionante!
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 22:55 via WEB
Che bello! Un libro viaggiatore che ritorna a casa.
(Rispondi)
lidermax.mv
lidermax.mv il 07/12/10 alle 14:59 via WEB
Mai amato il book-crossing. Un pò perchè pur essendo aperto ad ogni tipo di lettura ho gusti barbari e molto impulsivi nonchè quasi mai modaioli. Un pò perchè il libro deve essere mio, deve poter decantare, essere riaperto riletto rivisitato se necessario ed il prestito mal s'adatta alla necessità istantanea. Infine, nei rari casi, ho sempre trovato libri usati male, sottolineati (abominio), con le orecchie (anatema) o con appunti (scomunica). Non mi interessa chi ha letto il libro prima di me, se mi interessa chi lo leggerà dopo, gliene regalo una copia. I libri dati in prestito non mi sono mai tornati indietro e son troppo signore per chiederli. Che libro mi presti?
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 23:02 via WEB
Quanto sei difficile! Ti presterei "Le braci" di sandor marai, se non l'avessi già prestato a qualcuno che non ricordo e non me l'ha restituito. In genere io prendo in biblioteca i libri quando dubito che mi piacciano.
Ho un amico bibliotecario che me li porta a domicilio in ufficio. Tempo fa me ne ha portato uno talmente rosicchiato da un qualche parente di Firmino che non ce l'ho fatta a portarlo a casa. Gliel'ho restituito per così dire "intonso". Ultimamente preferisco comprarli, anche se poi non so più dove metterli.
(Rispondi)
 
 
lidermax.mv
lidermax.mv il 08/12/10 alle 08:12 via WEB
Ah, se parliamo di libri che invadono lo spazio umano, ti inviterei a casa mia per farti capire la portata del problema...
(Rispondi)
Odette292
Odette292 il 07/12/10 alle 15:49 via WEB
Ma privacy "de che" poi? In un paese di esibizionisti per giunta...
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 22:57 via WEB
Beh, molta gente avrebbe ragione a vergognarsi, sapendo che il suo nome sta dentro la copertina di un libro di Moccia.
(Rispondi)
ilvate2008
ilvate2008 il 07/12/10 alle 16:33 via WEB
Sono cresciuto in una famiglia perbene,ma non molto acculturata.Ho visto crescere in me l'amore per la lettura negli anni del liceo,e sono stato un formidabile autodidatta:ho azzeccato i titoli giusti,senza che nessuno me li consigliasse.Non ho mai parlato di un libro con mio padre o mia madre,o i miei fratelli..non capirebbero quanto io li ami.Per me ancora oggi la lettura è un momento da vivere in totale solitudine,anche se davvero solo non sono:c'è tutto un universo che mi aspetta,pagina dopo pagina.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 23:15 via WEB
Ciao vate!! Io invece sono cresciuta in una famiglia modesta ma molto amante dei libri. A quattro anni avevo già la tessera della biblioteca. A dodici ne avevo letto, alcuni volumi più volte, tutta la raccolta per ragazzi. Ricordo ancora il mio primo libro, che mi regalò quando ne avevo cinque il bibliotecario in persona, che era un signore burbero, ma mi voleva bene. Era uno di quei libri prescolari con tante figure, le parole da completare e gli esercizi divertenti. Ora i bambini ne hanno a quintali, allora per me fu un dono splendido! Ricordo precisamente com'era fatto, anche se è andato distrutto in un incendio qualche anno dopo. I miei genitori leggono ancora molto, ma abbiamo preferenze molto diverse, anche se capita a volte di confrontarsi su titoli, storie ed emozioni, e di scambiarsi qualcosa.
Il periodo di minor contatto con la lettura "mia" l'ho passato dopo il matrimonio e la nascita delle bambine. Per anni ho vissuto solo per loro e letto unicamente fiabe e filastrocche.
(Rispondi)
 
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 23:16 via WEB
Subito dopo è arrivato De Carlo, ma poi son cresciuta i miei gusti sono cambiati ancora.
(Rispondi)
sham.rock
sham.rock il 07/12/10 alle 20:23 via WEB
Ormai anche in libreria si incontra poca gente.. tutti comprano on line per non perdere tempo. Dove vivo ora c'è una piccola libreria/edicola con testi antiquati in altre lingue.. devo ancora scoprire dove comprare e questo mi rende felice.. ammetto di avere già idee e una gran scorta di libri portati dall'Italia.. :)
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 07/12/10 alle 23:18 via WEB
Ciao. Bello risentirti!! E' vero. Anche io sono pigra e spesso compro on line. Buona esplorazione!
(Rispondi)
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C_ARTIGLI

"L'amore non possiede né vuole essere posseduto."

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"L'amore non possiede né vuole essere posseduto. Parla per te."

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Promuovere scambi gutturali

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FISIONOMIA DI UN AMICO

 

 

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NON SEI LA ESPE SE

 

Non maledici l'antinfiammatorio perché l'hai preso da un'ora e non fa effetto, poi vedi il pastiglione sul tavolo.

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 ESPE CONSIGLIA 

Il nuovo libro di non.sono.io

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ANGELO VASSALLO
Sindaco di Pollica (SA)

ucciso il 5 settembre 2010


Uccidendo Vassallo, la mafia non ha voluto solo difendere le attività legate al narcotraffico e all'edilizia. Ha ucciso un profeta. Un eletto dal popolo che affrontava con intensità e coraggio le disfunzioni più evidenti ella società contemporanea.

Alain Faure - direttore di ricerca Istituto di studi politici di Grenoble - LE MONDE 

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A PEPPINO IMPASTATO   
UOMO LIBERO

 LORO NON AVEVANO LA SCORTA

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Grazie, magica b0!

 
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