espe dixit
pensieri, parole, opere, o_missioni di un bipede« regalo | . » |
La espe presenta un atteggiamento un po' infantile, in alcune situazioni.
Qualcuno forse se n'è accorto?
Beh, io sì, e devo dire che la cosa mi procura non poco imbarazzo.
Uno dei frangenti in cui dimostra la stessa maturità di quando faceva le boccacce alla suora cattiva dell'asilo che voleva farla mangiare col cucchiaio, è il giorno del suo compleanno.
Avendo la scellerata necessità di emanare i suoi stati d'animo, allegri o tristi che siano (proprio un'egocentrica della peggior razza, tsk), quel mattino già si sveglia con l'occhietto sbirulino, che le rimane tutto il santo giorno, a fare marameo da dietro il fondo di bottiglia.
Perché la espe ADORA il suo compleanno. Non può farne a meno. Anche se è passata una caterva di anni da quando il mondo ebbe il buon gusto di invitarla ad accomodarsi, lei è felice lo stesso.
Non gliene importa un fico d'India dell'età. Anzi il 43 è sempre stato il suo numero preferito, per cui quest'anno doppia festa, tiè.
Quello che le piace tanto è proprio quella data lì, persino il rumore che fa "quindici dicembre", e vorrebbe dirlo a tutti. Ma tutti tutti.
Se potesse andrebbe in giro con un cartello attaccato addosso, tipo donna-sanguis (questa traduzione piemontese di sandwich mi ha sempre fatta sganasciare dalle risate, roba che il cane-caldo gli fa una pippa).
Non per ricevere gli auguri, che quelli le fanno piacere, sì, ma non sono il suo scopo. Lei, piuttosto, è una tossica della comunicazione. Non lo fa apposta. E' trasparente. Permeabile al contrario. La gioia e il dolore le si leggono in faccia, nelle mani, le trasudano attraverso i vestiti. Anche se sta zitta. Soprattutto se sta zitta.
Se non può comunicare, la sua felicità rimane costretta allo stato embrionale e picchia pugni dentro dappertutto, e la sofferenza, al contrario, sembra lievitare insopportabilmente. Indi per cui, comunica.
Da qualche tempo, però, ha imparato che le brave signorine si trattengono e dominano i propri istinti e allora si è adeguata. Tranne in alcuni casi, tipo quando, in un simpatico convivio davanti alla macchinetta del caffè, scoprì che una collega era nata il suo stesso giorno e si commossero e si abbracciarono (dev'essere un problemuccio dei nati in quel giorno lì...), mentre le altre si guardavano di traverso e facevano toc toc col dito indice sulle tempie.
Guarda caso però succede sempre qualcosa che la costringe a mollare il freno, e ad allargare la boccaccia.
Ieri mattina la espe è uscita di casa farcita di buoni propositi. Intendeva fermamente mantenere il riserbo. Fare come le persone serie, che nel giorno del proprio compleanno stanno zitte e cucite, aspettano che qualcuno si ricordi, e si rosicchiano le unghie dell'anima nell'attesa ma non proferiscono verbo, e quando a te viene in mente (tre giorni dopo) e rimani mortificato per esserti dimenticato, ti rivolgono certi sguardi da cane bastonato da farti andare per traverso il panino che hai trangugiato davanti al pc.
Che poi, a una certa età, una dovrebbe anche fare l'offesa, quel giorno lì. Una che abbia un po' di giudizio. Appunto.
Ieri, dunque, appena scesa dall'auto, la espe ha visto venirle incontro un tizio che le gridava "AUGURI!", ed è rimasta incementata sul loco con lo sguardo ebete d'ordinanza.
Era impossibile che quel tipo sapesse che era il suo compleanno.
Lui si è avvicinato tutto sorridente e le ha ripetuto "AUGURI!".
Immaginatevi il marasma nel povero cervellino pigro della espe. Il tizio, ormai convinto di parlare con un merluzzo surgelato (e vista la temperatura, ci stava), le diceva "Non mi riconosci? Sono Iltaldeitalicheabitadalletueparti".
E lei, schiodatasi "Sì, certo che ti riconosco! Non sono mica idiota del tutto, anche se si direbbe. Ma tu come fai a sapere che è il mio compleanno?"
"Non lo sapevo, infatti. Gli auguri erano per Natale. Sai, io lavoro in banca, e lì siamo abituati a fare gli auguri a tutti fin dai primi del mese".
"Ah... Ma io non sono cliente della tua banca".
"Non importa. AUGURI DOPPI ALLORA!"
Questo post si conclude con una domanda:
"Chi dei due è più deficiente?"
Ad ogni risposta esatta si vince un tiro con il mio fucile "ANTI BABBI MINCHIA APPESI AI BALCONI" .
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C_ARTIGLI
"L'amore non possiede né vuole essere posseduto."
K. Gibran
"L'amore non possiede né vuole essere posseduto. Parla per te."
Espe
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qual è il colmo per un assessor alla cultura della Lega Nord?
Promuovere scambi gutturali
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FISIONOMIA DI UN AMICO
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ANGELO VASSALLO
Sindaco di Pollica (SA)
ucciso il 5 settembre 2010
Uccidendo Vassallo, la mafia non ha voluto solo difendere le attività legate al narcotraffico e all'edilizia. Ha ucciso un profeta. Un eletto dal popolo che affrontava con intensità e coraggio le disfunzioni più evidenti ella società contemporanea.
Alain Faure - direttore di ricerca Istituto di studi politici di Grenoble - LE MONDE
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A PEPPINO IMPASTATO
UOMO LIBERO
LORO NON AVEVANO LA SCORTA
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