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Fini, che fine... da badogliano!

Post n°41 pubblicato il 15 Settembre 2008 da ladestracalolzio
 

Estratto da un vecchio articolo apparso tanti anni fa su Repubblica.

I vecchi missini lo chiamano il giovane Fini perchè ha 35 anni. Dimenticando, proprio loro, che Mussolini ne aveva 34 quando fu nominato presidente del Consiglio e che Almirante era appena trentatreenne, quando conquistò per la prima volta la segreteria del partito. Lui, Gianfranco Fini, è alto, magro, estroverso e ha la faccia pulita del bravo ragazzo: forse è anche per questo che Giorgio Almirante lo vorrebbe al suo posto. A Mirabello di Romagna, tre settimane fa, il segretario si lasciò sfuggire una frase importante: Rimarrò a collaborare con il giovane che mi sostituirà disse Almirante, forse ignorando che tra la folla che lo ascoltava c' era un inviato del Corriere. Una volta pubblicata, quella frase è stata interpretata come un' investitura. Nel suo studio al secondo piano della sede missina di via della Scrofa, seduto sotto un manifesto del duce con lo slogan Nazione, Stato, Lavoro Gianfranco Fini adesso nega: A Mirabello non c' è stata nessuna investitura, anche perchè Almirante non è un monarca e questo è un partito che il segretario lo elegge liberamente, al congresso. E quella storia della signora Almirante, di cui lei sarebbe il pupillo, come nasce? Piacerebbe saperlo anche a me. Guardi, negli ultimi due anni mi pare di essere stato invitato a casa Almirante due o tre volte, e sempre insieme ad altri amici del partito. Hanno scritto che fu lei a volermi alla guida del Fronte della Gioventù, eppure donna Assunta io l' ho conosciuta solo tre anni dopo. Quali sono i suoi rapporti con lei? Normali, direi. Nè amichevoli nè burrascosi. Una mia candidatura, se mai ci sarà, non avrà bisogno di balie. Onorevole Fini, come e perchè è diventato fascista, lei che è nato sette anni dopo la fine della guerra? Accadde quando avevo 16 anni, ed ero studente al liceo Galvani di Bologna. Cominciava il ' 68 e io partecipavo alle prime manifestazioni studentesche. Era un movimento spontaneo, all' inizio, che esprimeva il grande desiderio dei giovani di scrollarsi di dosso il vecchio conformismo. Ebbene, a me dava un gran fastidio che ai cortei spuntassero i comunisti e inalberassero le loro bandiere rosse, strumentalizzandoci tutti. Un giorno che i comunisti avevano occupato il liceo, io sfondai il picchetto ed entrai in classe. L' indomani, da un grande manifesto affisso all' ingresso della scuola, scoprii che ero stato etichettato come fascista. Poi accadde un' altra cosa. Sempre al liceo? No, davanti a un cinema. Davano Berretti verdi, che è stato forse l' unico vero film di propaganda americana per giustificare l' intervento in Vietnam. Beh, io e un mio amico volevamo vederlo. Ma quando arrivammo davanti al cinema i comunisti cominciarono a sputarci addosso, a gridarci: Fascisti!. Così, a 16 anni, fascista lo diventai per davvero. Quali furono le sue prime letture di destra? Leggevo quello che trovavo nella sede del Msi. Fu una lettura disordinata, famelica, di tutti i libri sul fascismo scritti da chi era stato fascista. Poi lessi Gentile, Pareto, Prezzolini.... Cosa l' ha portata a Roma? Il trasferimento di mio padre, nel 1970. Mi iscrissi all' università, e presi la laurea in Psicologia. Intanto continuavo a militare nella Giovane Italia, sezione di Monteverde Così si trovò dall' altra parte della barricata nel cuore degli anni di piombo. Era un picchiatore? Le ho date e le ho prese, come allora capitava a tutti. Quando un tenente dei carabinieri uccise davanti alla sezione di Acca Larentia uno dei nostri, Stefano Recchioni, io ero a due metri da lui: fui ferito da un candelotto alla gamba destra. Cosa ricorda, di quegli anni? Tutto. Per noi erano anni di grande tensione ideale: eravamo animati da una volontà ferrea di non mollare.... Poi, nel ' 77, lei diventò segretario del Fronte della Gioventù. Ci racconti come andò. Si fece a Roma un' assemblea di tutti i dirigenti locali, e io fui eletto nella direzione insieme ad altri sei. Il regolamento prevedeva che spettasse ad Almirante scegliere, tra noi sette, il segretario del Fronte. E lui scelse me. Conosceva già Almirante? Di vista, come qualsiasi altro militante. E cosa ha fatto, da segretario, in questi dieci anni? Senza falsa modestia posso dire di aver rimesso in piedi il Fronte. E sono orgoglioso di aver fatto il possibile per tenerlo fuori dalla galassia di gruppi extraparlamentari di destra. Cosa ha rappresentato, per lei, Giorgio Almirante? Per me è sempre stato un esempio. Ammiro il suo coraggio e la sua grande umanità, specie nei momenti più difficili. Non ci ha mai insegnato a odiare. Il suo partito si è battuto in passato per la pena di morte. Lei era d' accordo? Diciamo che mi rendevo conto che era un' inizativa simbolica. Allora, negli anni di piombo, quella richiesta aveva un senso che forse oggi non ha più. Non ne farei una bandiera. Che idea s' è fatta di Mussolini? Che è stato un grandissimo personaggio della storia mondiale. Lo considera un esempio? Un esempio di amore per la propria terra e per la propria gente. E qual è il suo giudizio sul fascismo? E' stato un grande tentativo, per molti aspetti incompiuto, di dare dignità alla nazione. Se lei diventasse segretario, onorevole Fini, come sarebbe il suo Msi? Cercherebbe di essere più presente nella società civile. Più movimentista? Anche, certo. Anche Rauti vorrebbe un partito così. Dice anche che bisogna sradicare il Msi dalla destra storica. Con Rauti sono d' accordo su molte cose, ma non su questo. Fare del Msi l' ennesimo partito di sinistra mi sembra privo di senso. - s. m.


"Appena mi ripiglio, posto un commento. Per adesso son sgomento".
Coordinatore de La Destra Calolziocorte e Val San Martino - Renato Bolis

 
 
 
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Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
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Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
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Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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