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LA DESTRA CALOLZIO

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Conclusioni ALITALIA: i danni irreparabili non si possono più riparare. Speriamo che gli italiani non se lo scordino.

Post n°103 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da ladestracalolzio
 
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La lunga privatizzazione di Alitalia è costata 1,8 mld euro con l'aggravante di avere chiuso alla concorrenza il mercato italiano e non avere liberalizzato le rotte intercontinentali. Lo affermano i due economisti dell'Istituto Bruno Leoni, Andrea Giuricin e Roberto Melini, nel briefing paper "Alitalia riparte tra critiche e dubbi" . Scrivono Giuricin e Melini: "L'entrata del primo gruppo europeo Air France-Klm era inevitabile, come lo stesso Istituto Bruno Leoni affermava da mesi; i francesi saranno il primo azionista con il 25% della nuova Alitalia e tra pochi anni, la compagnia, sara' quasi certamente acquistata dal partner straniero, seguendo la logica di consolidamento in atto nel trasporto aereo. Nel complesso i soci italiani hanno messo un capitale pari a 850 mln euro, con i quali sono stati comprati gli asset della vecchia Alitalia per 1.052 mln e AirOne per oltre 790 milioni di euro; da questi due dati si comprende che la nuova Alitalia parte indebitata. La privatizzazione e' stato un lungo calvario iniziato 27 mesi or sono dal Governo Prodi durante i quali il Gruppo Alitalia ha bruciato 1,8 mld euro. Una privatizzazione all'italiana con un enorme spreco di denaro pubblico. Alitalia sta portando nel baratro tutto il settore aereo".
  "La nuova Alitalia -concludono i due economisti- sarà un piccolo vettore regionale trasportando circa 28 degli 850 milioni di passeggeri del mercato europeo. La debolezza di Cai potrebbe essere in realtà un vantaggio, se solamente si decidesse di aprire le rotte a lungo raggio. La legge 166 del 2008 inoltre chiude il mercato interno; delle prime 25 rotte italiane, ben 14 vedono la predominanza assoluta di Cai con una quota di mercato superiore all'80%. Esistono tuttavia delle soluzioni: la liberalizzazione delle rotte intercontinentali potrebbe portare ad un notevole incremento dei passeggeri come dimostra anche il caso britannico. La modifica della legge 166, anche via decreto, potrebbe ridare all'antitrust il potere di obbligare al rilascio immediato degli slot negli aeroporti dove la nuova Alitalia è monopolista. Chiudere Linate al solo Milano-Roma, dove Alitalia è monopolista, sarebbe un altro duro colpo per la concorrenza" Per Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl, "la vicenda della privatizzazione Alitalia è lo specchio di un'Italia incapace di cambiare. Si sono creati enormi sprechi pubblici a causa dell'ingerenza nel mercato di politica e sindacati".

“Non c'era molto che avesse ancora valore nella vecchia Alitalia. E quel poco i nuovi padroni della compagnia se lo sono dovuto ritagliare da una societa' che avrebbe dovuto essere portata davanti al giudice fallimentare“ scrive Die Welt in un articolo dal titolo "Il prezzo della bandiera". Per il quotidiano tedesco i nuovi proprietari di Alitalia si sono scelti gli aerei migliori, hanno preso il nome della societa', definito "altisonante", e i preziosi diritti di decollo e atterraggio, oltre alle uniformi del personale. Tutto questo "a spese della concorrenza". Per Die Welt nessun capo di Governo in Europa ha ostacolato in modo cosi' disinvolto le forze del mercato come Silvio Berlusconi e il quotidiano cita alcune rotte, come la Milano-Roma,in cui di fatto c'è ancora un solo operatore. "Si tratta", scrivono i tedeschi, "di un monopolio di fatto". Tutto quello che invece non aveva valore in Alitalia è stato posto in un'altra società, i cui conti verranno pagati dai contribuenti italiani. E Bruxelles, sostiene Die Welt, non e' intervenuta contro gli aiuti di Stato perchè non sarà la nuova Alitalia ad essere sovvenzionata. Il risultato finale, conclude il quotidiano, e' che poco cambierà con la partenza della nuova compagnia: "gli italiani dovranno sempre avere a che fare con la vecchia Alitalia", una società che era nota per "il cattivo servizio di un'impresa statale e gli alti prezzi di un monopolista".

Da parte sua il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati ha definito l'ipotesi di ridimensionamento di Linate "fuori logica" e non va preso in considerazione per avere qualche rotta intercontinentale in più a Malpensa" aggiungendo. Ironicamente. che oggi "nel nostro Paese non c'e' più un hub internazionale, l'unico hub italiano è Parigi Charles de Gaulle". Penati ha concluso invitando le istituzioni a lasciare almeno ai cittadini milanesi "la possibilità di raggiungere altri hub europei partendo da Linate".

E con questro chiudiamo l'argomento Alitalia. Adesso manca di riaprirne la quotazione in borsa, ma a questo proposito Spinetta (ad. Air France-KLM) ha dichiarato che i tempi non sono ancora maturi. Della serie "ho già spennato gli italiani abbastanza per riuscire a spennarli ancora a breve".
Speriamo che gli italioti non se lo scordino quando verrà il momento.

 
 
 
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Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
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Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
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Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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