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Monito per tutti i giovani che pensano di essere grandi con un bicchiere in mano.
Post n°144 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da ladestracalolzio
Voglio parlare oggi del mistero della morte di colui che ritengo uno dei più grandi uomini-mito che siano mai esistiti: Alessandro Magno, per il quale nutro una passione come per pochi altri "grandi" della storia. Premetto che le mie conclusioni, sempre opinabili, sono frutto di considerazioni del tutto personali, derivanti da passionevoli letture, ricerche e analisi, della vita, del carattere e delle imprese di colui che fu uno dei più grandi condottieri dell'umanità, la cui morte rimane avvolta nel mistero. Neppure Flavio Arriano, storico di Nicomedia, vissuto dal 95 al 175 d.C. ed eminente autore di una biografia di Alessandro, seppur dettata sulle testimonianze di Tolomeo, un fedelessimo testimone delle imprese del grande condottiero, in quanto suo generale, riuscì a chiarire i reali motivi della sua scomparsa. Forse, conclude lo storico, Alessandro fu avvelenato per ordine di Antipatro, uno dei generali rimasti in Macedonia, contrario ai costumi filo persiani del suo re e timoroso del suo ritorno a Pella, la capitale della Macedonia. In altri testi, autori diversi citano come causa della morte, febbri di varia natura dovute a malaria, malattia venerea, o (la più plausibile) ulcera perforante. Non morì di cirrosi epatica, ma più probabilmente di ulcera perforante, dopo una esagerata bevuta di vino passito fortissimo, che gli provocò un'indigestione e febbri da cavallo, che lo portarono alla morte. Tutto è lasciato, certamente, all'immaginazione, poiché nessuno dei suoi coevi ha avuto il coraggio di tracciare – probabilmente per non tramandarlo ai posteri e alla storia – un ritratto distorto del grande macedone, che avrebbe sminuito la grandezza dei suoi meriti. Alessandro, in effetti, era un re giovane, bellissimo, forte e coraggioso. Geniale e potente, che comandava l'esercito migliore della terra, lasciatogli in eredità da suo padre: Filippo II, assassinato proprio sotto i suoi occhi. Iniziò quasi per gioco, sfidando i suoi generali in bevute spropositate, per dimostrare la sua immunità agli effetti nefasti dell'alcool. Finché giovanissimo il suo fisico ben sopportò le angherie a cui veniva sottoposto. Approssimandosi però ai trentanni, la sua psiche più che altro, cominciò a risentirne. Le gare di bevute con i suoi generali diventarono, infine, gare con sé stesso, fino al tragico epilogo causato dal vizio. I motivi per cui Alessandro si ridusse in quelle condizioni, sarebbero da analizzare attentamente. Di certo v'è che le cose precipitarono dopo la morte di Efestione, considerato dallo stesso Alessandro il suo alter ego e dagli storici del tempo e successivi, quello che Patroclo rappresentò per Achille, l'eroe greco con il quale Alessandro amava identificarsi. Dopo la morte di Efestione, a sua volta in seguito a strane febbri malariche, il suo stato peggiorò, tanto da far giustiziare il medico che non era riuscito a salvarlo. Alessandro beveva continuamente, giorno e notte; ai banchetti o a stomaco vuoto; in compagnia o in solitudine. Ogni occasione diventava buona per bere. Finché una sera – secondo alcune fonti – si sfidarono in bevute lui e il Medio, uno dei suoi uomini più fidati. Altre fonti sostengono che, addirittura, banchettarono allegramente fin quasi all'alba. Comunque andarono le cose, quella volta Alessandro bevve ininterrottamente per quasi dodici ore. Prima d'incontrare il Medio stava infatti tornando dai bagordi con amici e generali, coi quali si era già profuso in spasmodiche bevute. Tuttavia, neppure quella volta riuscì a rifiutarsi un'altra occasione per bere (nel caso la sua morte fu dovuta ad avvelenamento, sicuramente lo fu in quel frangente per mano di uno dei suoi fedeli, quindi). Cominciò subito dopo quell'episodio a stare male e ad avere febbri alte che, nel giro di pochi giorni posero fine a tutto. Negli ultimi tre anni Alessandro aveva minato le basi di quello che aveva fatto, costruito, ed intrapreso. Soffocando le sue angosce nell'alcool si era consolato dalle incomprensioni dei suoi accoliti, dai tradimenti dei suoi vassalli, dai lutti di persone care, dalla solitudine, fino all'autodistruzione. In occasioni in cui ci trovavamo a discutere e filosofare, ricordo le parole di un amico che amava dire: "Una buona bottiglia non ti tradisce mai". Non so chi avesse ragione. Ma so che sono entrambi morti alcolizzati! |
Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
- John Clarke
Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
- Achille Tournier
- Charles De Gaulle
Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).
E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.
E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.
Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.
Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili
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