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« NONNA AL NIDOGRECIA, LA SECONDA VOLTA »

GRECIA, LA PRIMA VOLTA

Post n°701 pubblicato il 19 Giugno 2011 da atapo
 

ETTORE  e  ACHILLE



 

 

Una volta, da giovane, andai in Grecia.

In terza superiore verso la fine dell'anno scolastico fui convocata dal preside che mi annunciò, con la solennità del suo ruolo e della circostanza, che per le mie ottime pagelle avevo vinto un viaggio premio in Grecia, offerto da un'associazione a studenti meritevoli di tutt'Italia. Sarei andata in agosto, per una settimana. I genitori dovevano accettare, compilare documenti, firmare e così via.

Quello che per i nostri figli oggi sarebbe accettato ad occhi chiusi, e ben felici dell'opportunità offerta, a casa mia fu invece soppesato e valutato: la prima volta all'estero, senza genitori, una ragazza seria...mah! Poi si doveva rivedere il guardaroba, per non fare brutta figura...Finalmente il mio enorme desiderio la ebbe vinta e mio padre accettò, dopo aver parlato col preside per avere tutte le garanzie del caso, non ultima l'assicurazione, per mio padre essenziale, che si trattava di un gruppo tutto femminile, guidato da due professoresse. Mi comprarono la mia prima valigia, che conservo ancora, con l'adesivo dell'albergo di Atene, e che non darò via finchè campo...

Il ritrovo per l'imbarco era in un hotel a Brindisi, mio padre mi accompagnò in treno: Bologna-Brindisi, una giornata di viaggio. Anche lui era contento di farsi un giretto e di vedere una nuova città...

All'arrivo nell'hotel, grande confusione di famiglie, valigie, ragazzi provenienti da tutta Italia...sì, RAGAZZI, perchè io ero nel pullman tutto al femmilile con due professoresse, come d'accordo, ma insieme a noi in quel viaggio c'erano altri DUE pullmans, tutti di ragazzi, proprio MASCHI !

A mio padre quasi venne un colpo...ma ormai non si poteva tornare indietro e così mi lasciò, non so se più commosso, preoccupato o arrabbiato.

Una settimana da favola!!!

Naturalmente essendo noi i SECCHIONI D'ITALIA, come allegramente ci definivamo, tutto era molto culturale: visite ai musei, esplorazioni ad Atene, poi Delfi, Epidauro, Micene, il canale di Corinto...poi forse altro che non ricordo più. Tutti quei luoghi legati ai miei studi, visti solo sui libri, passavano davanti ai miei occhi: io ne ero affascinata... Riguardo ora le foto di quei giorni, molte scattate con una macchinetta che mi aveva prestato un parente, altre inviatemi poi da altri partecipanti: alle spalle monumenti famosi e in primo piano noi: soli, a gruppetti, a grupponi, ridenti coi capelli al vento...Amicizie nate subito tra compagne di camera, poi durante i trasferimenti in pullman, poi ancora...

Come avrete capito, la cultura non fu la sola attrazione di quel viaggio...pensate: un pullman di ragazze e due di ragazzi, in vacanza, in quell'età dell'adolescenza in cui tutto entra rapidamente in subbuglio...il ritrovarci poi insieme durante le escursioni, a pranzo (a cena no, gli alberghi erano diversi e dopo cena c'era il coprifuoco), in altri momenti come le lunghe ore della traversata in nave, fatte apposta per entrare in confidenza...si capisce insomma! Dico solo che per ogni ragazza c'erano due cavalieri!

Ed io, per restare nelle statistiche, proprio due corteggiatori avevo trovato.

Uno si chiamava E, era pugliese, nero di occhi e capelli, un ragazzo dolcissimo e galante, di quelli che ti corteggiano facendoti sentire regina, pieno di premure...sul ponte del canale di Corinto mi scattò e poi mi mandò una foto che per me è una delle più belle che mi abbiano mai fatto e non solo per l'età e la giovinezza...

L'altro si chiamava F, veniva dalle Marche, alto, magro, bruno anche lui, ma con gli occhi verdi (ho sempre avuto un debole per gli occhi chiari), di carattere completamente diverso. Di quelli che ...ti sfidano, ti punzecchiano, ti prendono in giro, alternano buffonate a discorsi seri, ma te li trovi sempre accanto...e io accettavo quelle sfide, gli tenevo testa, a volte lo stuzzicavo anch'io...quelle situazioni strane in cui ogni tanto nella vita sono riuscita a cacciarmi per poi dirmi: "Ma chi me lo fa fare?"

Dentro di me, ispirata dall'atmosfera, li chiamavo Ettore e Achille, perchè tra loro era una continua "lotta" per passare qualche ora al mio fianco in quei giorni: ognuno mi corteggiava a modo suo, io non avrei saputo quale scegliere perchè entrambi avevano qualcosa che mi attirava...ma in fondo mica era obbligatorio scegliere...

Naturalmente questi flirts nel gruppo aumentavano col passare dei giorni e i professori uomini strapparono a quel cerbero della nostra profe più anziana la concessione di...fare anche i pullman misti! Così la baldoria aumentò, come in tutte le gite scolastiche.

Erano tempi ben diversi, non esistevano serate in discoteca, solo l'ultima sera ad Atene un gruppo di noi ottenne dal "cerbero" il permesso di fare un giro nel malfamato quartiere della Plaka, accompagnati dai professori più giovani: naturalmente in quel gruppo c'ero anch'io...e non ero da sola...

Mi ricordo di aver sentito che la vecchia insegnante rimproverava la giovane perchè ci dava troppa confidenza...Poveretta, avrebbe voluto divertirsi anche lei, in fondo non aveva molti anni più di noi! Indubbiamente, visti i tempi, non era la loro una situazione facile.

Dell'ultimo giorno prima del rientro in Italia, passato in navigazione, conservo diverse foto: in piscina, sul ponte della nave...tutti allegri, nelle foto, ma dentro il cuore quello struggimento del sapere che tutto sarebbe finito presto, troppo presto...sì, tanti scambi di indirizzi, ma in fondo eravamo già consapevoli che difficilmente ci sarebbe stato un seguito, troppo diverse e lontane erano le vite di ognuno, sentivamo che quella settimana sarebbe stata irripetibile e piena di rimpianto, che ci avrebbe però accompagnato a lungo nei ricordi più belli della nostra vita.

Anche i prof , nonostante la loro severità, capivano la nostra malinconia in quelle ore e nell'ultima sera, in nave, spostarono il coprifuoco molto più tardi.

E così rimasi insieme ad E, nell'angolo più buio sul ponte della nave, sotto un cielo stellato e davanti al mare nero che scorreva via come il nostro tempo, per tutto il tempo breve che ci era stato regalato...

Rientrando in cabina, lungo il corridoio incrociai F, il suo sguardo non era sfrontato come al solito... mi disse: "Dov'eri? Ti ho cercata per tutta la sera..."

Il mattino dopo a Brindisi tutto finì. Sul molo c'erano i genitori di E, come tanti genitori di chi proveniva dalle terre vicine del sud. Mio padre non c'era. Io e tutti quelli che tornavano verso il nord ci avviammo alla stazione ferroviaria di Brindisi, vociando allegramente anche per mascherare una grande malinconia. Io mi sentivo molto diversa da una settimana prima, molto più grande...

Uno dei miei due corteggiatori l'ho ritrovato ora su Facebook: c'è la sua foto, ha lo stesso viso di allora, ma i capelli sono tutti bianchi. Pare che sia diventato abbastanza importante, nel suo campo...Naturalmente mi guarderò bene dal contattarlo...


 

 

 
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