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MOMENTI DI CORA

Post n°852 pubblicato il 16 Giugno 2012 da atapo
 

 

PASSEGGIATA ROMANA

Il treno correva e Cora guardava dal finestrino i paesaggi delle colline e della campagna che si susseguivano veloci.


Che splendida giornata di primavera, tutto era luminoso, colori brillanti nel giallo delle distese di colza fiorita, nelle striature rosse dei papaveri e azzurrine dei fiordalisi, nei verdi chiari dei prati e dei campi col grano in crescita, nei verdi più scuri delle macchie e dei boschi nei punti più selvatici, dove la vegetazione spesso lasciava intravedere calanchi e dirupi improvvisi...Un paesaggio che cambiava continuamente, un paesaggio “scompigliato” come lo chiamava Cora, a cui piaceva moltissimo e forse lo avrebbe fotografato o dipinto, un giorno o l'altro, quando si sarebbe potuta fermare in una di quelle piccole stazioni. Oggi no: era stata ospite di lontani parenti in un paese tra i monti, un'occasione per salutarli prima di quell'importante appuntamento...a Roma! Perchè Cora si stava recando a Roma, doveva incontrare qualcuno, organizzare, c'era la possibilità di repliche per il suo spettacolo, un'occasione da non farsi scappare.

E quando aveva parlato per telefono al suo amore di questa opportunità...ecco un'altra meravigliosa notizia! Lui avrebbe fatto il possibile per essere a Roma in quel giorno, avrebbe combinato i suoi impegni di lavoro in modo da potersi incontrare almeno qualche ora. Non era facile riuscire a stare insieme, vite troppo diverse, giorni che volavano via organizzati da altri, imprevisti cambi di programma, ma ce l'aveva fatta e anche lui correva su un treno verso Roma, proveniva da un'altra direzione, guardava dal finestrino altri paesaggi, ma come lei aspettava con ansia l'incontro e sentiva il cuore battere più forte...

Ormai il treno attraversava la sterminata periferia, case e case e antenne e finestre spalancate in quella mattinata di sole e grandi insegne di supermercati...A Cora sembrava bello anche questo, da quanto si sentiva felice...e impaziente di arrivare.

Il suono di un sms la fece sobbalzare: “Sono già qui, ti aspetto in cima al binario”

Vai, treno, più veloce, divora quegli ultimi chilometri, entra in stazione!

Scese dal treno e lo cercò con lo sguardo: eccolo là, dove aveva detto, agitava nell'aria un giornale per farsi riconoscere, che non venisse sprecato neppure un minuto nella ricerca!

Ci fu il primo abbraccio e il primo bacio, poi quel guardarsi a lungo per ritrovarsi dopo tanto tempo, come un ripasso di ogni linea, di ogni colore, di ogni punto in quei tratti così amati...

Prima degli appuntamenti che entrambi avevano, per qualche ora Roma era tutta per loro, città poco conosciuta da entrambi. Decisero di passeggiare così, a caso, senza nemmeno guardare la mappa.



 

Era mattina, abbastanza presto, e in giro non c'erano ancora molti turisti, non c'era troppa confusione. Avevano tante cose da raccontarsi guardandosi finalmente negli occhi, non affidando le parole allo schermo di un computer o ad una linea telefonica, passavano per strade famose e ogni tanto si fermavano ad ammirare un palazzo, una statua, una decorazione, una fontana, passavano per stradine silenziose che collegavano un rione ad un altro e ogni tanto si fermavano per un nuovo bacio al riparo da occhi curiosi. Scoprirono un bellissimo giardino, con una fontana monumentale all'ombra e attorno sedili di pietra e di muschio. Si sedettero e si fermarono a lungo, una siepe di rose li separava dai turisti che visitavano il giardino sotto un sole che si faceva sempre più forte.



 

Cora amava ascoltare la voce di lui, calda ed affettuosa che le raccontava dei giorni passati lontano da lei, dei tempi in cui non si erano ancora incontrati, ma che ora diventavano anche suoi, le pareva di entrare in quelle storie e di aver annullato ogni distanza di tempo e di spazio. Le piaceva guardare i suoi capelli pettinati all'indietro, certe piccole rughe sulla fronte che lo facevano sembrare quasi severo, la sua pelle chiara, i suoi occhi scuri, il suo profilo e stampare tutto nella sua mente per quando lui non sarebbe più stato lì con lei...e le piaceva il suo naso. Sì, aveva un bel naso, di solito gli uomini non hanno nasi belli, ma un po' tozzi, oppure grossi, ingombranti... invece il suo... era proprio giusto. Che idee mi vengono in mente, pensava Cora e le sembrava di sognare ad essere finalmente insieme lì sotto l'arco di pietra di una fontana antica.



 

Certi momenti passano sempre troppo veloci, era l'ora di uscire da quel luogo delizioso, non restava più molto tempo...

Decisero di fermarsi a pranzo in una piccola trattoria, una salettina all'interno perchè fuori il sole ormai scottava, un tavolo con la tovaglia a quadri nell'angolo da cui si poteva vedere all'esterno il bel palazzo di fronte e il viavai dei turisti. In onore a Roma ordinarono un'amatriciana, in onore alla loro golosità una fetta di torta al limone e alla meringa, un po' dolce e un po' aspra come un amore difficile, come quell'amore...

Il tempo che passava rendeva Cora più silenziosa, lui le fece notare: “Ora lasci parlare sempre me.”

Lei gli rispose sorridendo: “Parlerò di più la prossima volta, tu prepara delle domande, come un'intervista alla grande attrice che diventerò, e vedrai quanto avrò da raccontarti!”

Dovevano andare, facevano appena in tempo a recarsi nel luogo in cui Cora aveva l'appuntamento. Lui l'accompagnò, era diventato silenzioso anche lui, ma le stringeva più forte la mano.

Davanti al portone si fermarono per un ultimo abbraccio e un ultimo bacio.

Lui chiese: “Che dobbiamo dire per salutarci?”

Che ci rivedremo presto!” dalle labbra di Cora queste parole uscirono d'impulso.

Certo!”e le mandò un bacio allontanandosi.

Cora restò qualche attimo sul portone a guardarlo andar via, finchè non svoltò l'angolo. Lui ogni tanto le diceva che l'aveva stregato, che era un po' strega: oh come le sarebbe piaciuto esserlo davvero per vedere nella sfera di cristallo quando sarebbe stato il loro prossimo incontro!

Ma no, forse era meglio così, restare nella speranza: non fosse mai che non ci sarebbero stati altri incontri... Cora ebbe un piccolo brivido ed entrò.

Si tolse il foulard leggero che aveva portato al collo fino ad allora, a causa di quel venticello romano che poteva dare qualche fastidio alla sua gola di attrice. Dalla stoffa srotolata improvvisamente emanò un profumo...il profumo del suo amore e di quelle ore in cui erano stati così vicini. Avere una scatolina e poterlo raccogliere e conservare come un bellissimo ricordo! Ma i profumi sono inafferrabili ed effimeri, purtroppo.

 



 
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