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DAL PASSATO

Post n°888 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da atapo
 

 

IN FONDO AL CASSETTO DEL TEMPO

 

Quando è andata via mia suocera ho ripreso possesso della sua (mia) camera e, dopo tanto tempo, ho riaperto un cassetto in cui avevo sistemato foto e documenti della mia mamma. Mi è capitata tra le mani una busta che avevo completamente dimenticato: l'avevo riempita io con una spilla che lei portava spesso negli ultimi anni e con alcune foto degli anni del dopoguerra: mia cugina R bambina, poi ragazzina... Io e mio fratello avevamo deciso di regalargliele, visto quanto lei fosse affezionata ai miei genitori, io avevo preparato tutto appena prima che mia suocera si rifugiasse da noi tre anni fa, poi lo sconvolgimento del periodo successivo mi aveva fatto dimenticare e solo ora ho rimesso le mani in quel cassetto. Mi sentivo di aver trascurato un impegno importante che avevo preso con me stessa, così ho telefonato subito a R.: negli ultimi trent'anni ci sentiamo al telefono una o due volte all'anno, altrettante volte ci siamo incontrate a casa di mia mamma, l'ultima volta al suo funerale, sempre dicendoci : “Bisogna vedersi qualche volta di più”, ma si sa come vanno le cose nelle famiglie...

Stavolta non volevo rinviare nulla, ci siamo date appuntamento per ieri mattina, alla stazione centrale di Bologna. Lei mi ha detto poi che aveva capito dalla mia voce che mi premeva incontrarla presto per darle...al telefono non le avevo svelato di più, quindi era anche curiosa della sorpresa. Io l'ho riconosciuta bene, non è cambiata molto: ha 12 anni più di me, ma conserva i lineamenti freschi e la figura slanciata come era la mia mamma (è figlia di uno dei suoi sette fratelli). Lei mi ha detto che guardandomi le è sembrato di rivedere la zia e questo mi ha colpito perchè ultimamente diverse persone mi dicono che nel viso tendo ad assomigliare sempre di più alla mia mamma...

Poi la giornata è scivolata via come si può immaginare: l'autobus che ci ha condotto a casa sua, in estrema periferia, mi ha fatto fare un giro turistico tra i quartieri di Bologna che hanno visto tutte le età dei miei primi 30 anni, tra riconoscimenti, ricordi e sorprese per il nuovo inevitabile della città che cambia,

L'incontro anche con suo marito, che ha dieci anni più di lei, portati benissimo forse per merito del suo hobby di scultore che lo appassiona,

il pranzo insieme, con i tortellini al posto d'onore,

tante cose da dirci, su di noi, sui figli e sui nipoti da ammirare nelle foto che entrambe avevamo preparato...

Mia cugina è molto allegra e loquace e gli argomenti di conversazione non mancavano...

Quando le ho dato la spilla è rimasta molto contenta, quando ha guardato le foto è rimasta a bocca aperta, esclamando: “Oh, che begli anni quelli con i tuoi genitori...in quel meraviglioso giardino!”

Perchè nella sua infanzia...

Il suo papà, mio zio, richiamato in guerra e destinato al fronte africano, lasciò qui la moglie con tre bambini, mia cugina aveva tre anni ed era la maggiore. La nave fu affondata, lui dato per disperso. In realtà era stato catturato dagli Inglesi e passò in India sette anni di prigionia. Questo però si scoprì solo alla fine della guerra, prima non era riuscito a far sapere nulla ai familiari, che si può immaginare come abbiano passato quegli anni...tanto che la moglie morì giusto nel 1945 lasciando soli i tre bambini. I due più piccoli furono tenuti dagli zii materni, R venne quasi adottata dai miei genitori che non avevano ancora figli e rimase con loro due anni, quegli anni che mia cugina ricorda ancora con gioia e che l'hanno così legata a noi. Quando il padre tornò e seppe della tragedia della moglie non riuscì però a gestire i figli, i piccoli rimasero dagli zii. I miei genitori non volevano più tenere R per timore che si affezionasse troppo a loro e non al papà che quasi non conosceva: lei allora passò alcuni anni in collegio (che comunque ricorda positivamente), con rientri ogni tanto per qualche giorno dai miei o dal suo papà, finchè non andò definitivamente con lui. Ecco perchè quando io ero piccola ricordo che questa cugina molto più grande di me ogni tanto passava per casa nostra o veniva al mare con noi...

La mia mamma, che proprio con R aveva imparato a “fare la mamma” mi raccontava con affetto ed emozione qualche volta dei particolari di questa triste vicenda ed io ieri avrei voluto parlarne con R per chiarire alcuni punti, delle date che non conoscevo...

Però mi sono accorta che lei era a disagio dopo essersi lasciata sfuggire un “ Ah, una famiglia rovinata e fatta a pezzi dalla guerra!”, mi è sembrato addirittura di saperne più io di lei, perchè io conosco la storia da mia mamma adulta, lei ha vissuto tutto da bambina molto piccola, forse qualcosa le era stato pietosamente nascosto o lei ha voluto seppellirlo. Diceva brevemente che il suo papà non le aveva mai parlato di quegli anni, nemmeno ai nipoti. Così mi sono fermata. Ci sono segreti di famiglia che non ha più senso indagare, non direbbero nulla di più utile alle nuove generazioni.

Nel pomeriggio siamo andate a fare una lunga passeggiata in un bellissimo parco pubblico vicino casa sua: è tenuto un po'...naturale, quasi selvaggio, come piace a me. I colori dell'autunno padano ormai si stendono sulle foglie, c'era una leggera foschia e il sole pallido...risentivo le sensazioni dei tanti mesi di ottobre passati a Bologna nella prima parte della mia vita. Peccato avessi lasciato in casa da R la borsa con la macchina fotografica. Vicino alla stazione, prima di salutarci, le ho scattato alcune foto che le ho già mandato, spero che siano per lei un ricordo gradito di questo incontro che vorremmo ripetere, ci siamo dette, magari a Firenze la prossima volta.

E durante il viaggio di ritorno ho avuto tutto il tempo di ripercorrere le sensazioni e le emozioni della giornata, oltre che leggermi una metà del libro che avevo con me...perchè il treno ha avuto un ritardo di 70 minuti!

 

Bologna, parco dei Cedri

 
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