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« LUNEDi' 30 SETTEMBRE - MODALA MIA LONDRA 2 »

LA MIA LONDRA 1

Post n°1017 pubblicato il 03 Ottobre 2013 da atapo
 

 

RICORDI DI VIAGGIO

Vi porterò da oggi indietro nel tempo, ho deciso di raccontare del mio viaggio giorno per giorno, come un diario, stavolta...

Partenza per Londra...

12 settembre, pomeriggio

Durante il volo in aereo mi viene in mente un “compito” che davo ai miei scolari quando partivamo per i viaggi-scambio con le classi francesi: ogni giorno dovevano imparare (e scrivere) una parola nuova che li aveva colpiti. Sorrido e mi dico che, con la mia scarsa conoscenza dell'inglese, stavolta potrei assegnarlo a me questo compito, almeno qualcosa di nuovo imparerò...

I primi passi sul suolo britannico in realtà non sono facili... Senza una sterlina né un penny in contanti, nella confusione dell'aereoporto ci  dimentichiamo di prelevare, ci torna in mente quando ormai, dopo una lunga passeggiata tra i meandri di Heathrow, dobbiamo entrare nel metrò. Così utilizziamo uno strano sportello di prelievo self-service che DOPO mio marito ha capito essere uno sportello di cambio e quelle banconote e monetine le abbiamo “pagate” carissime. La Piccadilly line ci porta a Londra attraverso dei sobborghi così simili alla mia Normandia di ormai molti anni fa. Scesi a King's Cross, mio marito mi lascia con le valigie, lui esce dalla metropolitana e va a cercare l'ufficio per fare le tesserine e gli abbonamenti per i trasporti pubblici (io avevo già le foto pronte, lui no).

Lo aspetto lì in piedi tra i bagagli più di un'ora, “godendomi” la varietà umana londinese delle 5 del pomeriggio, poi delle 6... già passano le prime donne in abito da cena elegante... e la mia inquietudine aumenta...perchè quel ritardo? E se si avvicinasse qualcuno parlandomi in inglese? O un poliziotto insospettito? Panico...

Finalmente torna con le tessere e i biglietti...Mi racconta che per fare le sue foto, dopo il primo passaggio dall'ufficio, era dovuto uscire per cercare la macchinetta, poi dopo, con tutto fatto, non aveva più trovato la strada per tornare da me, aveva girato a lungo tra i corridoi di quella grande stazione fino a decidersi di rivolgersi ad una guardia, ma non sapeva nemmeno spiegargli bene dov'ero...lui l'ha accompagnato un po' in giro finchè non ha ritrovato il luogo giusto...

Poi, scaricati dalla metropolitana in Caledonian Road, dove è il nostro albergo, prendiamo a piedi la direzione sbagliata e dobbiamo tornare indietro...

All'hotel scopriamo che è senza ascensore e la nostra camera sta al terzo piano! Il portiere, forse commosso dai nostri aspetti distrutti, ci dice che il giorno dopo si sarebbe liberata una stanza al primo piano e ci avrebbe spostato...

A questo punto io mi butterei a dormire, ma mio marito ha fame e tramite il navigatore scopre che nel quartiere, a poche centinaia di metri, c'è un ristorante etiopico, il più vicino. E vai! La cameriera etiope parla un inglese strano che quasi capisco meglio io di mio marito, i piatti etiopi io un po' li conosco, quel minimo che mi permette di evitare la loro salsa piccantissima. Mangiamo bene... con le mani, perchè ci ha detto che per essere in atmosfera lo spezzatino e le sue salse andavano raccolte non con la forchetta, ma con pezzi di inghira, il loro pane tipo piadina.

Finalmente a letto, dormo pochissimo, tormentata dai crampi ai polpacci, per lo stress. Cominciamo bene! Penso. Ma ce la dovrò fare!

E credo che basti come inizio londinese.

Ah, le parole che mi sono restare in mente di questo giorno: senz'altro TO WAIT, aspettare: l'ho chiesta al marito prima che sparisse nei meandri del metrò, per farfugliare qualcosa nel caso di un interrogatorio (e credo che non la dimenticherò facilmente).

Ma anche ARE YOU SURE? Ce lo chiede la cameriera etiope ad ogni piatto che scegliamo e ci mette in crisi: perchè? Cosa c'è sotto? Chissà di che cosa si tratta...

13 settembre

Da dove cominciare la nostra conquista di Londra? Decidiamo per il Victoria and Albert (V&A) Museum: interessa a entrambi, era rimasto in sospeso dalla visita di diciotto anni fa. In questo museo lavora una mia amica di blog, dalle mail scambiate la settimana prima so che oggi è in servizio, mi piacerebbe incontrarla... Il mio spirito investigativo si attiva e, facendo parlare mio marito, da un usciere all'altro, ad un addetto alle informazioni, ad un tizio che...non ricordo chi sia nel museo ma pare che conosca bene la mia amica...riesco a sapere che orari fa e in quale sala!

Cominciamo a girare: il V&A è enorme, contiene un po' di tutto, è necessario scegliere... Un po' di scultura (quanto proviene dall'Italia!), oggettistica varia preziosissima, vetrate, gioielli dove però arriveremo quasi alla chiusura lasciandomi a metà soddisfatta tra tutte quelle meraviglie...


 

Perfino il ristorante i e lavandini nelle toilets sono monumentali.


 

Ci sono anche installazioni contemporanee, siamo in una settimana un po' speciale, c'è il London Design Festival e si vedono in giro cose strane... quelle che sconvolgono normalmente mio marito, che qui è già sconvolto per l'enorme trasformazione della sua Londra che ricordava pre-sessantotto.

 


 

All'ora giusta e nel posto giusto incontriamo mrsgarrick, che si stupisce un po' di essere stata beccata in quel numero interminabile di stanze, ma non sa le mie capacità... Devo proprio ringraziarla: è molto piacevole parlare insieme (non c'erano tanti visitatori in quella zona) e ci racconta molto della vita londinese, vista con gli occhi di un'italiana, anzi bolognese, il che ce la fa sentire ancora più vicina. Con i suoi aggiornamenti riesce a tranquillizzare mio marito, soprattutto assicurandogli che la cucina inglese è molto migliorata ultimamente!

Il museo è bellissimo e anche comodo, pieno di panche per ammirare comodamente seduti, ci restiamo fin quasi all'ora di chiusura.

 

 

Intanto è già da diverse ore che ha cominciato a piovere e all'uscita affrontiamo la nostra prima pioggia serale londinese, vestiti un po' leggerini in verità. Ma i prossimi giorni provvederemo... E ceniamo in una rumorosa e tenebrosa steack house, con buona soddisfazione direi.

 


 

Le parole di oggi: BOAR AND BEAR: cinghiale e orso, che vengono cacciati in questo bellissimo arazzo medievale visto al museo

STILL WATER: acqua naturale, non frizzante, parole indispensabili nei miei rapporti coi camerieri.

 

 
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