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Post N° 134

Post n°134 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da atapo
 

Una cosa sono riuscita a fare: il compito per la prossima lezione di teatro.
Dovevo diventare la VOLPE di Pinocchio e raccontare la storia dal suo punto di vista.
Mi sono divertita a sentirmi "cattiva", ho potuto tirare fuori la parte "nera" di me...
A voi in anteprima....e spero che vi piacerà!

La
VOLPE di Pinocchio


Salve!Che piacere che siete venuti a
trovarmi!


Qui al ricovero per vecchi animali
delle fiabe è una noia...


Non ci sono più emozioni, non ci
sono più avventure...passiamo le giornate così, ad
ascoltare i nostri acciacchi e a ricordare le nostre storie lontane
nel tempo.


Io dico al Gatto: “Ti ricordi, era
andata così...”e lui invece: “No, ti sbagli, io mi ricordo
meglio...”


E un po' bisticciamo, un po' ci
consoliamo a vicenda.


Siamo tutti e due vecchi e un po'
malmessi: lui ora è davvero quasi cieco, io...Oh, l'artrosi mi
fa zoppicare davvero e la mia bella coda...chi la riconosce più!


Lo confesso: in gioventù ne
abbiamo combinate di cotte e di crude, poi con gli anni siamo
rinsaviti...giusto quel poco che ci ha permesso di non finire male
del tutto...in fondo qui si mangia e si beve e un tetto sulla testa
c'è...


Però da giovani...che rumba! E,
non per vantarmi, ma la mente di ogni impresa ero sempre io,
altrimenti che Volpe sarei?!


Quando poi conoscevo certi tipi che
solo a guardarli si capiva quanto erano tonti e creduloni...allora la
mia furbizia si scatenava e mi frullavano in mente piani
sopraffini...così, mi veniva spontaneo, non dovevo nemmeno
starci a pensare troppo...e mi divertivo pure...


Come quella volta, con quello strano
bambino un po' legnoso, Pinocchio si chiamava, se ricordo bene: solo
a vederlo per strada la prima volta, all'uscita dal teatro di
Mangiafuoco, già mi era venuta l'ispirazione e appena mi fece
vedere quelle sue cinque monete d'oro...no, me le aveva mostrate
spontaneamente, non l'avevo minacciato, si stava solo conversando...


Insomma, quelle monetine mi avevano
stuzzicato il cervello e l'ingegno e senza quasi accorgermene dalla
mia bocca uscì quella bella panzana dell'albero pieno di
monete che sarebbe cresciuto in una notte se lui avesse sotterrato
gli zecchini nel campo dei miracoli.


Una storia così ridicola che
quasi mi vergognavo a raccontarla...invece lui ci ha creduto!


Ed era così riconoscente del
nostro consiglio (perchè naturalmente il Gatto era con me,
abbiamo sempre viaggiato in coppia) che ci ha pure offerto un'ottima
cena e una stanza al Gambero Rosso...


Beh, offerta...in realtà noi due
avevamo fretta e ce ne siamo andati prima, quindi era logico che il
conto lo pagasse lui, visto che eravamo diventati così
amici...


Due giorni dopo ci siamo incontrati di
nuovo; baci e abbracci da vecchi amici: visto che non era arrabbiato
per aver lasciato uno zecchino all'Osteria?


Lì ci ha raccontato una strana
storia di due assassini che l'avrebbero inseguito e impiccato proprio
per rubargli le monete e mi pareva che sospettasse di noi...Noi?! Che
c'entravamo noi? Furbi e furfanti sì, ma violenti...mai!!!


Io odio la violenza....so che con le
buone maniere si ottiene...TUTTO!


Per non avere la tentazione di un'altra
cena e di un altro zecchino sfumato, questa volta siamo andati dritti
dritti al Campo dei Miracoli nella città di
Acchiappa-Citrulli.


Vi sembra uno strano nome per una
città? Perchè Chicago e Honolulu sono forse nomi meno
strani? Nella vita non bisogna meravigliarsi di niente, la realtà
a volte supera la fantasia...Dovevate vedere come si impegnava
Pinocchio a scavare la buca, poi a ricoprire le monete, poi a
innaffiare...pareva avesse fatto il contadino da una vita, si capiva
che il suo legno era di origini campagnole...


Poi se ne è andato
e...scherzetto! Gli zecchini sono finiti nelle nostre tasche...ma
abbiamo risistemato tutto per benino così quando è
tornato nel campo non riusciva nemmeno più a trovare il punto
preciso: il terreno mica l'abbiamo rovinato, non crescerà
l'albero degli zecchini, ma per un pero o un ciliegio è ancora
buono!


Siamo stati disonesti? Beh, questione
di punti di vista e di situazioni: lì eravamo nella città
di Acchiappa-Citrulli dove sono le persone oneste a finire in galera
quando vengono derubate e i furbi come me e il mio amico Gatto hanno
vita facile e comoda...


Ci siamo semplicemente adeguati alle
usanze....


Naturalmente, se fossimo stati in una
delle vostre città, le cose sarebbero andate diversamente...


O no?!...



 
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Commenti al Post:
twinmanu77
twinmanu77 il 10/02/08 alle 21:13 via WEB
che carina questa csa del teatro ed ancheil tuo racconto dal punto di vista della volpe!!insomma, ancora non sei al top della forma?? mi spiace!!ah, nel mio blog c'è una cosa per te:) un bacio
(Rispondi)
atapo
atapo il 11/02/08 alle 19:25 via WEB
Per i miei lettori insegnanti: far scrivere i ragazzi mettendosi "dal punto di vista di..." credo che sia piacevole per loro e interessante per noi, perchè si "rivelano" più facilmente.
(Rispondi)
to_revive
to_revive il 14/02/08 alle 13:44 via WEB
Lei scrive: "Salve!Che piacere che siete venuti a trovarmi" Scusi l'ardire...ma non si dovrebbe dire: Salve! che piacere che SIATE venuti a trovarmi. ? Oppure: Salve! Ho piacere che siate venuti a trovarmi. Ma forse sbaglio io...sono americana!
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 15/02/08 alle 21:40 via WEB
Grazie dell'osservazione, che mi ha permesso di rifletterci un po' sopra. Effettivamente in uno stile letterario credo sia più corretto usare il congiuntivo (SIATE), però in uno stile colloquiale e informale (come nel caso che volevo rendere io), considerando anche il fatto che l'uso del congiuntivo si va facendo più raro e che si tratta di un fatto realmente accaduto non di una ipotesi, speranza o supposizione...ecco, credo che sia concesso anche l'indicativo. Però mi piacerebbe confrontarmi anche con professori di lingua italiana, quindi invito i colleghi a risponderci! Ciao, a presto!
(Rispondi)
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