Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Ormai ci siamo: il 20 settembre è vicinissimo...mio figlio sta per sposarsi.
Da alcuni anni abita per conto suo, a 20 Km da noi, dovremmo avere già l'abitudine alla sua lontananza, ma...
...il matrimonio è qualcosa di più...definitivo.
I preparativi, a dir la verità, finora non ci avevano toccato più di tanto:
un po' la distanza, un po' il fatto che a lui piace arrangiarsi
un po' l'aver coinvolto molto di più la famiglia della sposa (anche a noi successe così nel matrimonio della figlia l'anno scorso, in questi casi mi pare che l'Italia sia molto "matriarcale"...), famiglia comunque più "allenata", visto che per loro è il terzo matrimonio, quindi sono ormai "navigati" e prodighi di suggerimenti e indirizzi giusti...
Noi, che manteniamo con nostro figlio soprattutto contatti telefonici ma ancor di più telematici, con frequenti scambi di e-mail, attraverso questo mezzo avevamo il compito di informazione e contatti con amici e parenti sparsi per l'Italia, compreso l'invio delle mappe per ritrovarci tutti al posto giusto e nei tempi giusti il fatidico 20 settembre...
Magari io davo a Marco qualche suggerimento, ma alle cose pratiche ci pensavano altri.
Ieri sera i futuri sposi hanno cenato da noi e abbiamo fatto il punto della situazione,
venerdì mio figlio starà con noi e insieme prepareremo (io quasi-artista del pennarello, lui e il padre quasi-artisti della grafica al computer) il cartellone per la sistemazione dei tavoli al ristorante: ci godremo nostro figlio ancora per qualche ora...
Ieri sera, per la prima volta, l'ho visto un po' emozionato, ha detto che ha l'ansia del perfezionista, che vorrebbe che tutto fosse perfetto...io mi sono quasi commossa a sentirlo parlare così...
LUI, il primo figlio e l'ultimo ad andare via di casa...
E' come un ciclo che si chiude, un periodo della vita, quello dell'essere genitori, che sabato terminerà...
LUI, il primo figlio, quello davanti al quale io mi sentivo inesperta, imbranata...non avevo mai avuto a che fare con piccolissimi e per me era quasi un piccolo marziano, pur desideratissimo e amatissimo...avevo sempre paura di sbagliare e qualche volta ho sbagliato...ma i bambini piccoli sono molto resistenti, per fortuna...
LUI, che nonostante me e le vicissitudini familiari è stato un bambino "facile", presto autonomo, quasi sempre allegro, amico di tutti e curioso di tutto, più maturo della sua età (dicevano gli insegnanti), che da grande si è un po' chiuso come carattere, ma è sensibile e generoso...
LUI, a cui dicevo "sei il mio bimbo preferito" e alla sorella "tu sei la mia bimba preferita", perchè ognuno dei due è unico e irripetibile e ognuno mi ha dato cose uguali e diverse, come sento uguale, ma diverso il mio amore per ognuno di loro...
LUI a cui pensavo commossa notti fa, quando mi ero svegliata all'improvviso e mi pareva di essere di nuovo in una notte di febbraio del 1976, nella penombra di una stanza di ospedale e guardavo affascinata nella culla un neonato biondissimo (l'avevo appena fatto io!!!) che invece di dormire o piangere stava silenzioso, con gli occhi spalancati e guardava di qua e di là, come a voler già conoscere tutto...e guardava anche me...e ci guardavamo in silenzio...io provavo un'emozione così forte che risento ancora adesso, quando ci penso...
Auguri, figlio mio...a te e alla tua Katia!
Da alcuni anni abita per conto suo, a 20 Km da noi, dovremmo avere già l'abitudine alla sua lontananza, ma...
...il matrimonio è qualcosa di più...definitivo.
I preparativi, a dir la verità, finora non ci avevano toccato più di tanto:
un po' la distanza, un po' il fatto che a lui piace arrangiarsi
un po' l'aver coinvolto molto di più la famiglia della sposa (anche a noi successe così nel matrimonio della figlia l'anno scorso, in questi casi mi pare che l'Italia sia molto "matriarcale"...), famiglia comunque più "allenata", visto che per loro è il terzo matrimonio, quindi sono ormai "navigati" e prodighi di suggerimenti e indirizzi giusti...
Noi, che manteniamo con nostro figlio soprattutto contatti telefonici ma ancor di più telematici, con frequenti scambi di e-mail, attraverso questo mezzo avevamo il compito di informazione e contatti con amici e parenti sparsi per l'Italia, compreso l'invio delle mappe per ritrovarci tutti al posto giusto e nei tempi giusti il fatidico 20 settembre...
Magari io davo a Marco qualche suggerimento, ma alle cose pratiche ci pensavano altri.
Ieri sera i futuri sposi hanno cenato da noi e abbiamo fatto il punto della situazione,
venerdì mio figlio starà con noi e insieme prepareremo (io quasi-artista del pennarello, lui e il padre quasi-artisti della grafica al computer) il cartellone per la sistemazione dei tavoli al ristorante: ci godremo nostro figlio ancora per qualche ora...
Ieri sera, per la prima volta, l'ho visto un po' emozionato, ha detto che ha l'ansia del perfezionista, che vorrebbe che tutto fosse perfetto...io mi sono quasi commossa a sentirlo parlare così...
LUI, il primo figlio e l'ultimo ad andare via di casa...
E' come un ciclo che si chiude, un periodo della vita, quello dell'essere genitori, che sabato terminerà...
LUI, il primo figlio, quello davanti al quale io mi sentivo inesperta, imbranata...non avevo mai avuto a che fare con piccolissimi e per me era quasi un piccolo marziano, pur desideratissimo e amatissimo...avevo sempre paura di sbagliare e qualche volta ho sbagliato...ma i bambini piccoli sono molto resistenti, per fortuna...
LUI, che nonostante me e le vicissitudini familiari è stato un bambino "facile", presto autonomo, quasi sempre allegro, amico di tutti e curioso di tutto, più maturo della sua età (dicevano gli insegnanti), che da grande si è un po' chiuso come carattere, ma è sensibile e generoso...
LUI, a cui dicevo "sei il mio bimbo preferito" e alla sorella "tu sei la mia bimba preferita", perchè ognuno dei due è unico e irripetibile e ognuno mi ha dato cose uguali e diverse, come sento uguale, ma diverso il mio amore per ognuno di loro...
LUI a cui pensavo commossa notti fa, quando mi ero svegliata all'improvviso e mi pareva di essere di nuovo in una notte di febbraio del 1976, nella penombra di una stanza di ospedale e guardavo affascinata nella culla un neonato biondissimo (l'avevo appena fatto io!!!) che invece di dormire o piangere stava silenzioso, con gli occhi spalancati e guardava di qua e di là, come a voler già conoscere tutto...e guardava anche me...e ci guardavamo in silenzio...io provavo un'emozione così forte che risento ancora adesso, quando ci penso...
Auguri, figlio mio...a te e alla tua Katia!
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