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« IN UMBRIAW LA FRANCE ! »

UN GIOIELLO NASCOSTO

Post n°858 pubblicato il 12 Luglio 2012 da atapo
 

 

VISSO

 

Nel nostro girovagare per le strade del Parco dei monti Sibillini, sconfinando per qualche chilometro dall'Umbria nelle Marche, sempre alla ricerca delle aree di sosta con rifornimento d'acqua ( sono le necessità della vita in camper a dirigerci), siamo arrivati ad un paese di cui ignoravamo l'esistenza, con questo strano nome: VISSO.

E' stata una bella sorpresa: innanzitutto l'area di sosta è appena dietro le ultime case, lungo una strada incassata in una gola e accanto ad una parete scoscesa piena di alberi: tenendo conto del giro del sole riuscivamo ad essere all'ombra per tutto il giorno e a goderci del venticello e del fresco della vegetazione.

Il paese è molto grazioso: tranne piccole zone moderne di periferia, per la maggior parte ha ancora strade, case e palazzi del medioevo e del rinascimento, ma tutto è perfettamente conservato, non vi sono tracce di abbandono e disfacimento come in tanti altri paesi antichi che mi è capitato di visitare. Vi sono i negozi e i servizi della vita di oggi, ma inseriti con molto garbo in questa architettura del passato e il tutto non dà fastidio, ma sembra molto naturale che debba essere così.


 

Si esce da questo centro storico attraverso diverse porte “d'epoca”, vi sono anche piccoli parchi e zone verdi deliziose, una è alla confluenza dei due fiumi, Nera e Ussita, quasi nel centro del paese. Andate a vederlo, merita davvero! Per noi è stato, per alcuni giorni, la base dove tornare a dormire dopo le esplorazioni giornaliere Ci sono vari ristoranti, quasi sulla piazza centrale c'è una semplicissima pizzeria-trattoria, Wanted si chiama, dove abbiamo pranzato e cenato con molta soddisfazione e poca spesa...


 

Ma questo paese, già così bello di suo, possiede un vero tesoro nascosto: nella chiesa sconsacrata di Sant'Agostino (la casetta nella foto) c'è un museo pinacoteca, con quadri di scuola marchigiana, umbra e laziale (anche un Orazio Gentileschi), con statue lignee di Madonne con Bambino, una più bella dell'altra e...udite udite! ...un discreto numero di manoscritti di Giacomo Leopardi, lettere, idilli, sonetti, esposti e spiegati con tutto l'onore che meritano! Come sono finiti qui, in questo luogo semisconosciuto? Fu un sindaco poco dopo l'unità d'Italia ad acquistarli da un tale Prospero Viani, che li aveva conservati con cura da quando Leopardi li aveva portati in tipografia per stamparli...Una storia curiosa ben raccontata nei pannelli esplicativi.

Quando nella guida lessi di questo museo, dissi subito a mio marito che volevo visitarlo: a lui non interessano i “reperti” della vita degli artisti e mi ha accompagnato solo per cortesia, magari per vedere i quadri. Io davanti a quei foglietti ingialliti, a quella calligrafia minuta, a quelle correzioni, ho ripensato a tutto ciò che sapevo di Leopardi, a quegli angoli di Recanati diventati eterni attraverso le sue parole, a tutti i sentimenti e le angosce che ha saputo esprimere in modo così universale...e mi sentivo come un brivido di emozione, di fronte a qualcosa di un valore immenso...

Mio marito guardava e taceva, non faceva lo spiritoso, come fa troppe volte...

Mi pareva che fossimo come in un tempo sospeso che comprendeva molti altri tempi e altri luoghi e altre sensazioni...

Poi siamo usciti ed è stato il ritorno alla realtà e al sole abbagliante della tarda mattinata.

Poco dopo mio marito mi ha confessato: “Sai, ho provato una strana cosa dentro di me mentre leggevo quei manoscritti, soprattutto l'Infinito...non credevo di emozionarmi tanto...”


(ho fotografato la cartolina comprata come ricordo,

naturalmente fotografare l'originale era PROIBITISSIMO !)

 
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