Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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FINE STAGIONE
Piove, anzi diluvia, come è d’abitudine in questi ultimi tempi. Siamo appena tornati dalla montagna. Già, partiti alla fine di luglio, praticamente tutto il mese di agosto l’abbiamo trascorso a Campo Tizzoro nella nostra casa in montagna, solo due “scappate” di pochissimi giorni a Firenze per incombenze non rimandabili.
Non benedirò mai abbastanza la decisione di acquistare quella casa a 800 metri: siamo stati bene, a una temperatura accettabile, quando scendevamo nella Firenze infuocata non vedevamo l’ora di tornare lassù. Mio marito ha lavorato sodo, sta ultimando l’impianto di illuminazione al secondo piano; io non gli ho mai chiesto di fare gite o andare a qualche manifestazione nei paesi vicini, l’ho lasciato tranquillo alle sue attività, chissà che non si riesca ad attrezzare in tempi ragionevoli qualche altra stanza, per qualche nipote in più…
Tanto anch’io avevo da lavorare, sono partita a esaminare i documenti e a iniziare la scrittura per un progetto di cui mi ha incaricato l’associazione 334 (quella del gruppo di teatro degli anziani): vorrebbero che scrivessi la storia dell’associazione, questa fiducia mi ha entusiasmato e inorgoglito, anche se non è un lavoro semplice, c’è da spulciare in pacchi di fogli, di documenti, da confrontare, da riordinare… poi da farli diventare una storia in modo che possa interessare i lettori. Nel pomeriggio mi sedevo alla scrivania della camerina e mi immergevo in quelle vicende del passato nel nostro quartiere. Là non ho il computer, così ho ripreso a scrivere a mano, in un quaderno-raccoglitore, all’inizio mi sembrava strano dopo anni che uso il computer per i miei racconti, poi via via ho ripreso la pratica, anche di fare correzioni, sostituzioni, rimandi… sarà come una malacopia che via via trasferirò “in bella” , poi manderò a chi mi ha commissionato il lavoro e speriamo che ne siano soddisfatti. Ma non è mica ancora finito eh! Ci sono altri fascicoli di documenti che mi aspettano, l’associazione esiste da circa 35 anni e ne ha organizzate di cose in tutto questo tempo! Però intanto ho iniziato e… ho visto che ci riesco, è già qualcosa.
Oltre a questo lavoro ho letto i miei soliti libri grossi di narrativa, che “faccio fuori” circa in una settimana, tra la meraviglia di mio marito che non si capacita della mia velocità di lettura; ecco i titoli di quest’anno: “Vai a posto” di Valentina Petri, “Il bordo vertiginoso delle cose” di Carofiglio, “Isole nella corrente” di Hemingway, “I migliori anni” di Cinzia Giorgio, fra tutti il meno bello, secondo me.
Quest’anno è stato diverso dall’anno scorso: ricordo che nel ‘23 ero insofferente, annoiata, inquieta, i problemi di salute miei e del marito mi tormentavano, mi pareva di non trovare pace nemmeno in montagna. Ora invece mi sentivo bene: la schiena e le gambe non sono a posto, però lassù sono migliorata, ho preso alcune decisioni su di me, su certe scelte e aspettative, ciò mi ha rasserenato, ho vissuto giorno per giorno con tranquillità, godendo di ciò che riuscivo a fare. E questo compito di scrittura mi ha coinvolto positivamente. Quando mi sono accorta di questo stato d’animo ne sono stata molto contenta.
E poi, finalmente, abbiamo avuto ospite uno dei nipoti, Riccardo, il figlio di mio figlio. E’ stato solo tre giorni, ma la sua presenza mi ha riempito di gioia. Ero un po’ preoccupata, non avevo mai fatto la nonna ospitante, lui ha 14 anni, non è un’età facile, non lo vediamo spesso e lui è molto timido e silenzioso. Mi pare che sia andata bene la convivenza, pian piano si “scioglieva” e parlava di più. Un buon inizio… che mi auguro continui…
Ora siamo tornati a Firenze, anche lassù ha cominciato a piovere e l’umidità aumenta, abbiamo qui qualche impegno, mio marito poi vorrebbe tornare su ancora qualche altra settimana, tanto da finire l’impianto elettrico. Lui sopporta meglio di me freddo e umidità, io penso che resterò qui, credo anche che ricomincerò il teatro, almeno come incontri organizzativi, e mi vorrei godere l’ inizio autunno a Firenze
Vedremo, intanto si naviga a vista ancora per un po’ , si riprende pian piano la vita cittadina, tra le lavatrici da fare, le provviste da ricostituire, le tante pere da mangiare, perché il pero del nostro giardino quest’anno ha una superproduzione, peccato che prima di noi spesso arrivino bachi e uccelli...
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