Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« IN TRASFERTA | SCUOLA DISTRUTTA » |
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
come eravamo...(foto trovata qui, non è la classe della mia infanzia, ma ci assomiglia)
Lunedì era stata proprio una bella esperienza, laggiù in maremma...
Ma oltre all'entusiasmo e al coinvolgimento in questa iniziativa come dimenticare altre situazioni, altre impressioni...
Per esempio, la forte irrequietezza di molti bambini, certi atteggiamenti di vera maleducazione, i comportamenti “strani” di alcuni che, ci dicevano le maestre, avevano la necessità di un insegnante di sostegno. Un livello elevato di problematicità che rende difficile il lavoro...
Le colleghe ci raccontavano che è sempre più arduo farsi ascoltare e farsi ubbidire, che i genitori spesso non aiutano, ma prendono a priori le difese dei figli scusandoli e giustificandoli sempre e comunque, spesso mettono in discussione le scelte didattiche degli insegnanti come se fosse il loro mestiere e ci vuole niente perchè partano lamentele e proteste...
Mi dicevano che per la maggior parte delle famiglie più importanti della scuola e delle iniziative culturali sono i corsi di calcio e di danza moderna, su cui investono pomeriggi e weekend, trascurando i compiti e disertando le biblioteche, le ludoteche, le offerte di tipo musicale o artistico. Guarda un po', le stesse osservazioni che io facevo l'autunno scorso di fronte al calo di iscrizioni nei corsi del mio istituto...tutti ormai sono rivolti a future speranze di calciatori e veline!
Ieri, nel pomeriggio passato alla mia scuola tra biblioteca e francese, ho parlato con alcuni colleghi: anche qui poche luci e molte ombre...
Una mi mostrava sconsolata l'offerta di alcuni studenti di madrelingua inglese che farebbero animazione nelle classi, ma chiedono 8 euro all'ora per ogni bambino: mica poco! Ormai si va a teatro in matinée con quella cifra. E ogni altra iniziativa di arricchimento didattico, musica, preistoria, ecc. tutto è a pagamento: come si fa a chiedere in continuazione denaro alle famiglie, molte delle quali hanno problemi economici?
Un'altra collega, che insegna inglese dopo aver terminato il corso accelerato voluto dalla ministra, confessava che non si sente abbastanza pronta, anzi, nota che la mancanza di pratica nella lingua gliela sta facendo dimenticare: corsi di aggiornamento o di mantenimento il ministero non ne fa più, non ci sono più soldi. Mi chiedeva di borse di studio per l'estero di cui anch'io avevo usufruito molti anni fa, per cercare di arrangiarsi da sola, come tutti (cioè, tutti quelli con la coscienza che l'aggiornamento è necessario)...
Parlavamo della sua classe: mi ha detto che quest'anno, non avendo più nessuna compresenza, lei e la collega si “incrociano” solo sulla porta quando una entra e l'altra esce, si parlano durante le programmazioni (che non sono molto frequenti), poi ognuna fa per sé senza riuscire ad essere sufficientemente informata di cosa fa l'altra, senza avere un tempo per stare insieme con gli alunni e capirli insieme...come se si fosse alle scuole superiori, ma qui i bambini sono più piccoli, hanno necessità di rapporti diversi e più unitari tra gli insegnanti. E la possibilità di lavorare in gruppi, o di aiutare chi è più debole in momenti individualizzati, in questo modo non esiste più: chi resta indietro o ha necessità particolari deve arrangiarsi!
Tutti stanno facendo conti nel mio istituto e tremano pensando all'anno prossimo, perchè sono stati annunciati nuovi tagli e c'è il forte rischio di non riuscire più a mantenere il tempo pieno, che nella mia zona è richiesto da tutte le famiglie.
Ma poi, diciamoci la verità, che senso ha chiamarlo ancora TEMPO PIENO ?
Aveva un significato ben preciso, “dentro” ci stava un modello di scuola agli antipodi di ciò che hanno in testa la ministra e la classe dirigente attuale: se il tempo pieno doveva dare ad ognuno le stesse opportunità di sviluppo, quindi offrire di più a chi partiva svantaggiato, cosa ne è rimasto ormai?
Che difficoltà... che tristezza...che dispiacere...che rabbia...
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