Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
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"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« CONFESSIONE | SICILIA 10 » |
OMAGGIO AL RE DELL' ISOLA
Non è una questione di politica, di congiure separatiste... sto parlando dell' ETNA !
E' o non è il re dell'isola? E' famoso in tutto il mondo e lui si dà da fare spesso e con impegno per mantenere alta la sua fama...
Nel viaggio di 15 anni fa lo affrontammo dalla parte nord, ora, provenendo dal sud della Sicilia, ne conosceremo il versante opposto e già mi emoziona il vederne la sagoma da lontano ancora nella foschia. L'Etna non è solo un vulcano, direi che è un territorio.
Ne avverti la presenza incombente molti chilometri più in basso, quando lungo le strade di certi paesi trovi i cartelli “Ridurre la velocità per la presenza di sabbia vulcanica” e la sabbia nera c'è davvero, spostata dal traffico ai lati delle strade: l'ultima pioggia di sabbia conseguente ad un fenomeno eruttivo è avvenuto pochi mesi fa... E altrettanto in basso si incontrano filoni di rocce nere tra la vegetazione, oppure pendii scurissimi puntellati di ciuffi d'erbe fiorite di colori sgargianti, viola, bianco, giallo: le colate di lava arrivate così vicine al mare, ti fanno pensare a come deve essere pauroso e affascinante quando il “re” fa sentire la sua voce.
Nella piccola trattoria di Nicolosi in cui pranziamo l'anziano padrone ci racconta in versi (è un poeta dialettale) la vita faticosa dei tempi in cui era bambino, Alfredo, uno dei suoi figli, bizzarro e focoso come avesse dentro il fuoco del suo vulcano, arde d'amore per la sua Sicilia maltrattata nei secoli e ci intrattiene chiacchierando e offrendoci pere e ciliegie cresciute nel suo orto di terreno lavico che ha passato alla frutta un sapore incredibilmente buono. Sembrano stregoni di una terra magica...
Saliamo fino ai quasi 2000 metri del Rifugio Sapienza, dove passeremo due notti, quasi in braccio al Grande Signore dell'isola. Da lassù si ammira la distesa delle colate scure e dei coni neri o rossastri che si susseguono verso il mare lontano.
Il cielo notturno è pieno di stelle, c'è la luna, le bocche eruttive ti stanno sopra e certi sbuffi biancastri che passano nel cielo provenendo da dietro la punta del monte non sai se sono nuvole o soffi gentili dalle viscere della terra. Perchè in questo momento il Signore è tranquillo, non così pochi mesi fa, in marzo e aprile, quando l'ultima eruzione proprio qui verso sud ha ricoperto di sabbia la neve di primavera, che si vede ancora e non si scioglie, in spettrali crepacci bianchi e neri.
Il nostro omaggio comincia al mattino con la salita in funivia dal rifugio Sapienza, poi con il pulmino fuoristrada fino oltre ai 3000 metri, poi con la passeggiata insieme alla guida che ci conduce sotto alle bocche principali, tra i coni e le nuove bocche formate con l'eruzione del 2001, che cambiò letteralmente l'aspetto di questo versante sud, dove distrusse il rifugio Sapienza, la strada in più punti e noi possiamo vedere ora una costruzione che era un bar in cui la lava entrò...dalla finestra!
E' una passeggiata non sempre facile, camminare sul pietrisco e i sassi neri di lava è un po' faticoso sia nelle salite sia in discesa: è un po' l'effetto sabbia del deserto, dove sprofondi, in più c'è questo strano rumore caratteristico come se si sbriciolassero dei corn flakes sotto i piedi. Però è emozionante ed io non tornerei più in basso, qualcosa mi fa sentire così vicina ai grandi fenomeni della natura che noi siamo così piccoli da non riuscire a padroneggiare del tutto... Mi viene istintivo fare il confronto col Teide di Tenerife: i due vulcani assomigliano molto, ma l'Etna è VIVO, il suo soffio lo senti e lo vedi: basta che scavi un poco con le mani tra la sabbia nera che subito ti brucia le dita e fa uscire fumo tra una pietra e l'altra che viene spostata. E' un monarca assoluto che offre prodotti squisiti agli uomini che hanno la resistenza di vivere arrampicati sui suoi fianchi, ma che ogni tanto, abbastanza spesso, allunga zampate di fuoco perchè non ci si dimentichi che è lui il più forte.
Lascio a malincuore queste terre, torniamo a dirigerci verso il mare scendendo tra castagneti, ginestre, aranceti, attraversati dalle colate di lava... ad Aci Reale ho ancora dentro l'emozione per i due giorni sull'Etna e non riesco a dormire: il camper è in sosta notturna sulla Timpa, un promontorio lavico a picco sul mare e all'alba esco per aspettare il sorgere del sole, credo sia la prima volta nella mia vita...
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